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martedì 1 aprile 2014

Finanza e politica tra Ior, Banco Ambrosiano, Cosa Nostra. La storia continua...

Maria Antonietta Calabrò
LE MANI DELLA MAFIA
prefazione di
Nando dalla Chiesa



Sulla mensola del fraud auditor non può mancare il risultato di un'inchiesta giornalistica tanto approfondita quanto chiara nella sua drammaticità.
Non solo perché l'autrice, la giornalista del Corriere della Sera Maria Antonietta Calabrò, tratta un argomento che appassiona i molti lettori del blog, il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, ma anche per il metodo di analisi utilizzato.

Un approccio da vero e proprio forensic accountant!  

Il volume è un ampio aggiornamento di una famosa edizione pubblicata nel 1991 arricchita in maniera particolareggiata e ben documentata con gli sviluppi delle vicende degli ultimi anni legate a quanto sta succedendo in Vaticano e in particolare allo IOR.

Una ricostruzione dettagliata e articolata che ha il merito di aver descritto i collegamenti esistenti tra l'attualità e gli avvenimenti accaduti negli anni '70 e '80.
La giornalista descrive con dovizia di particolari i cosiddetti "conti R" dei quali il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting si è occupato diffusamente nello scorso dicembre (cliccare QUI per gli approfondimenti).

I misteriosi "conti R" accesi presso IOR ed espressi esclusivamente in lire sui quali figurano transazioni con clienti solamente italiani, gestiti da amministratori della banca vaticana "“in gestione confusa”, cioè senza rivelare i nomi dei clienti per cui compivano le operazioni".

Ebbene, i "conti R" rappresentano il fil rouge che collega Roberto Calvi ai fatti di questi giorni.

Ma di chi sono questi conti? Chi ne è il reale beneficiario economico? Quali operazioni hanno gestito? Per conto di chi? E quale ne è stata la sorte? Il Vaticano sarà disposto a fornire ogni informazione sulla loro movimentazione?
Sono solo alcune delle domande rimaste ancora senza risposta e che fanno pensare ad una storia ancora tutta da scrivere...




Di seguito si riporta un breve passo tratto dal libro Le mani della mafia, la cui interessante e attualissima prefazione (era stata scritta per la 1^ edizione del volume) dal titolo molto significativo L'Italia dei cassetti, è stata curata da Nando dalla Chiesa.

Il  brano che segue si riferisce al resoconto rilasciato da un testimone di primo livello, Carlo Calvi, molto noto ai lettori del blog per aver curato diversi articoli sul caso Banco Ambrosiano.

Si coglie infine l'occasione per ringraziare l'autrice, Maria Antonietta Calabrò, per aver citato il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting come una delle fonti che l'hanno aiutata nella ricostruzione degli avvenimenti.

*   *   *

La testimonianza di Carlo Calvi

Pierluigi Maria Dell’Osso, oggi alla Superprocura antimafia e pubblico ministero nel processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano (trentatré condanne definitive), a fine luglio del 2013, dopo gli ultimi scandali dello Ior e l’arresto di monsignor Nunzio Scarano, ha dichiarato a "l’Espresso": "Se si fosse fatto buon governo di quanto avevamo detto, non sarebbe accaduto di nuovo".
Il "quanto avevamo detto" si riferisce però soltanto, in sostanza, a quanto riportato nella sua requisitoria scritta a proposito dei cosiddetti "conti interni in lire" tra Ambrosiano e Ior. Il processo milanese per l’insolvenza del Banco Ambrosiano, iniziato nel marzo del 1991, infatti, non si occupò mai dei conti interni, in quanto i pagamenti ai debitori italiani da parte dello Ior avevano avuto luogo al momento della liquidazione del vecchio istituto, per permettere la riapertura degli sportelli sotto le insegne del Nuovo Banco Ambrosiano. Cosicché il sistema dei conti misti dello Ior ha continuato a sussistere fino a oggi.

Il rapporto ispettivo della Banca d’Italia dopo le visite che si svolsero dal 17 aprile 1978 al 17 novembre dello stesso anno, al capitolo "Irregolarità in materia valutaria – Linea di credito in lire a non residente" annotava: "Il Banco Ambrosiano intrattiene intensi rapporti di conto con l’Istituto per le opere di religione sia in lire che in valuta". E proseguiva: "I saldi in lire sono anticipi erogati nell'ambito di una linea di credito concessa dall'ispezionata a Ior [...]. L’operazione non è consentita dalla vigente normativa [...]. Ior non può intrattenere presso banche italiane conti e depositi in lire interne per cui lo stesso dovrà necessariamente munirsi di autorizzazione".

"Mio padre teneva con sé sempre aggiornati i saldi di questi depositi di reciprocità con Ior in Italia" ha confermato Carlo Calvi, il figlio del banchiere, durante il processo per omicidio. "Si trattava di sei conti che gli ho visto spesso esaminare."

Lo Ior aveva anche altri conti con le banche italiane del gruppo Ambrosiano. Federico Bussoletti, direttore della filiale di piazzale Gregorio VII nella Capitale, ha testimoniato, sempre al processo di Roma, che i fondi vi circolavano in maniera indistinguibile essendo conti di transito in nome Ior. "Includo di seguito la tabella dei conti esclusivi Ior in gestione confusa" ha scritto alla fine del 2013 Calvi sul blog Fraud Auditing and Forensic Accounting
Tra questi si noterà il n. 42800, acceso presso la filiale Ambrosiano di piazzale Gregorio VII a Roma. Bussoletti ha testimoniato l’esistenza per depositi in conti a loro nome presso banche italiane di cui solo il Vaticano conosceva la giustificazione. Poi il figlio di Calvi cita un funzionario: "Giuseppe Sormani ha continuato a svolgere la stessa funzione in Banca Intesa Sanpaolo fino al pensionamento".

Carlo Calvi ha aggiunto: "Neppure la Commissione mista italovaticana per la composizione dello scandalo si occupò dei depositi di reciprocità in lire. Il Vaticano riconobbe immediatamente questi debiti, già nei primi giorni di agosto del 1982, ma non produsse la relativa “corrispondenza parallela” che si applicava anche in Italia. Non si trattava di ordinari depositi interbancari. Servivano a nascondere all'interno del Vaticano prestiti a terzi e farli apparire come depositi dall’Ambrosiano".

I "lira back to back", così si chiamavano, rivestono ancora oggi particolare rilevanza perché sono "rimasti attivi" fino al 2012 e sono all'origine delle più recenti istruttorie della magistratura romana e del clamoroso blocco dei bancomat in Vaticano scattato il 1° gennaio 2013.

L’attenzione sulla normativa antiriciclaggio della Santa Sede, infatti, si è rivolta sull'uso cumulativo in favore di clienti terzi dei conti Ior con le banche italiane o di diritto italiano. "Il processo romano per l’omicidio di mio padre non ha colto il legame con il processo milanese per l’insolvenza" ha sottolineato il figlio di Calvi.

I conti Ior con banche italiane sono sfuggiti alle indagini da parte di Banca d’Italia e magistratura per i venticinque anni successivi alla bancarotta e fino all'entrata in vigore della Convenzione monetaria tra Santa Sede e Unione Europea che, come ha sottolineato il Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa, attribuisce più larga discrezione agli organi di vigilanza.

"Somme ingentissime hanno continuato a transitare in questo modo per destinazioni sconosciute fino al 2009 e questo perché si è consentito allo Ior di rimborsare al vecchio Banco Ambrosiano i debiti diretti. Nel processo per l’omicidio di mio padre poche testimonianze hanno portato sui conti Ior con Ambrosiano in Italia e su trent'anni di liquidazioni" ha scritto infine Carlo Calvi sul citato blog, domenica 29 dicembre 2013.

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Le mani della mafia di Maria Antonietta Calabrò.
Finanza e politica tra Ior, Banco Ambrosiano, Cosa nostra. La storia continua...
prefazione di Nando dalla Chiesa
(ed. 2014, 416 p., chiarelettere - collana tascabili. Prezzo di copertina: € 14,00 - eBook: € 9,90).