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lunedì 17 aprile 2017

Shell company: le società non convenzionali

Non volendo essere esaustivi, oggi facciamo cenno ai cosiddetti "arbitraggi regolamentari".

Stimo parlando degli schemi alla base delle frodi societarie di grandi dimensioni, in grado di intaccare gruppi societari internazionali in cui il crimine economico, nonostante i più avanzati apparati di controllo e vigilanza, sfrutta varchi o bachi di sistema per sottrarre enormi ricchezze.


Ma quali sistemi fraudolenti sono così sofisticati da aggirare i normali controlli aziendali di gruppi societari di dimensioni internazionali?

Per arrivare agli obettivi prefissati, il crimine economico di alto livello ha vari metodi:
  1. innanzitutto ha l'obiettivo di dribblare i controllori costituiti sostanzialmente da revisori dei conti, sindaci, organismi di vigilanza, comitati di controllo interno e authority;
  2. in secondo luogo ha la necessità di creare un'ampia disponibilità extra-bilancio (altresì definita "fondo nero") per corrompere politici e manager;
  3. infine deve evitare i "controlli non convenzionali" organizzati degli apparati informativi degli Stati, i quali intercettano costantemente i flussi finanziari transitanti da un certo "nodo" bancario o geografico.
Per ottenere questi obiettivi, la criminalità economica organizzata sfrutta le differenti regolamentazioni vigenti nei vari Stati con riferimento agli elenchi dei Paesi da classificare tra i paradisi fiscali (o centri finanziari off-shore). 

Per fare un esempio, un determinato Stato è considerato "canaglia" dagli USA ma non lo è per la Federazione Russa. Quindi per arrivare a costituire un fondo in quel determinato Stato, bisognerà semplicemente "passare" per il sistema bancario russo, dove i controlli saranno minori e non si rischierà di incappare in problematiche legislative.
Proseguendo nel ragionamento, sempre senza entrare nel dettaglio, flussi finanziari illegali possono raggiungere paesi off-shore semplicemente sfruttando la diversa struttura regolamentare dei singoli Paesi. Mettendo in pratica quindi una sorta di "surfing regolamentare" o per citare l'espressione utilizzata da illustri accademici, attuando un astuto "arbitraggio regolamentare".

Ma con quali strumenti societari è possibile sfruttare l'arbitraggio regolamentare?

Per essere immediati nella risposta dovremmo subito citare le "shell corporations".
Si tratta di società che esistono sulla carta ma che di fatto esercitano solo una minima (o addirittura assente) attività economica.


Le shell corporations sono solitamente utilizzate come società holding, residenti nei paradisi fiscali al solo fine di accumulare i profitti di gruppo per sottrarli alla tassazione dei Paesi in cui essi sono stati prodotti.

Ma come fare a trasferire i profitti da un Paese ad un altro?

Purtroppo è molto semplice per gli architetti di questi schemi di frode.
Si potrebbe ricorrere ad esempio al cosiddetto "loan-back" (o prestito intercompany) di cui il blog tornerà a parlare. Oppure agli ormai famosi "prestiti back to back" o ancora alle "trust companies".

L'argomento è di assoluta attualità in quanto molto spesso la vera natura di tali schemi non è immediatamente comprensibile agli organismi di controllo interni o esterni all'azienda ovvero alle autorità pubbliche di vigilanza.

s.m.