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giovedì 25 gennaio 2018

Tecniche investigative: l'approccio induttivo

L'intelligence investigativa si basa su sequenze ricorrenti di attività strategiche, organizzative e operative di raccolta, valutazione, confronto, analisi, verifica, utilizzo, esame e riesame di informazioni, dati, eventi, operazioni, situazioni e comportamenti.

La scienza investigativa ha elaborato nel tempo parecchi approcci a volte utilizzati in modo combinato e non alternativo tra loro.


Esiste pertanto l'approccio "storico" (o teorico)  che tende a confrontare la realtà che si sta investigando con i modelli teorico-comportamentali elaborati dagli antropologi o dai sociologi (ad esempio la famosa teoria del "fraud triangle") ovvero con le teorizzazioni formulate dagli operatori del settore (ne è un esempio l'"albero delle frodi" elaborato dall'ACFE - Association of Certified Fraud Examiners). Si tratta di un approccio che tende alla classificazione di tutta la realtà che si sta osservando secondo un ordine precostituito.

L'approccio "situazionale" rappresenta un altro criterio investigativo molto utilizzato per la sua semplice applicazione. Secondo questo modello, si prendono in esame tutti gli elementi a disposizione dell'investigatore, il quale formula una prima (ma approssimativa) idea di come sono andate le cose, salvo poi integrare le prime intuizioni attraverso la ricerca di ulteriori evidenze a supporto o a disconoscimento di quanto delineato precedentemente. E' il tipico approccio dell'investigatore di esperienza (si pensi, ad esempio, al "metodo del ten. Colombo") che costruisce la propria indagine sui presupposti iniziali arricchendo l'analisi di ulteriori e successivi dettagli. Con questo approccio si rischia, tuttavia, di percorrere sentieri d'indagine inutili o basati su preconcetti abbandonando lo scenario in cui si è verificato l'illecito.

Ulteriore approccio investigativo è l'"analisi delle ipotesi concorrenti già oggetto di descrizione in questo blog.

Il più attuale dei metodi investigativi, tuttavia, si basa sull'approccio "induttivo" che si distingue radicalmente da quelli appena descritti.
Infatti se l'approccio teorico e l'approccio situazionale hanno come obiettivo primario la definizione in tempi ristretti della strategia d'indagine, l'approccio induttivo prescinde dalle logiche e dagli schemi precostituiti.

Fino a qualche tempo fa era l'approccio adottato per i crimini più complessi, inspiegabili o non prevedibili ma ora, grazie alle nuove tecnologie di elaborazione e analisi dei dati, è divenuto uno dei criteri su cui si basano le investigazioni più avanzate.
In buona sostanza, tutti i dati a disposizione (oggi potenzialmente e oggettivamente "illimitati" dal punto di vista quantitativo e qualitativo) sono elaborati da software in grado di palesare, attraverso estrazioni, elementi utili alle indagini, quali, situazioni non casuali o anomale che potrebbero nascondere un comportamento fraudolento.

Sono già in stato di studio avanzato i sistemi di calcolo che si basano sulle teorie matematico-statistiche, quali ad esempio la Legge di Benford (della quale il blog ha ampiamente parlato), utili nel contrasto delle frodi aziendali "on the book" (ovvero le frodi contabili).
Tali meccanismi di elaborazione di grandi masse di date prelevate da supporti digitali di diverse architetture, possono  confermare, ad esempio, la bontà dei calcoli utilizzati per la valutazione o la stima di una posta di bilancio o le determinazioni effettuate da un arbitro per la risoluzione di contenziosi tra aziende.

Naturalmente tutti i criteri descritti, ce ne sarebbero molti altri, possono essere intaccati da errori di valutazione e di calcolo, portando alla definizione di strategie sbagliate.
Per tale ragione la letteratura di settore suggerisce che l'investigatore non operi o non agisca da solo, ma che si confronti costantemente con il suo team, applicando, ad esempio, la tecnica del brainstorming.



domenica 21 gennaio 2018

Convegno dell'Associazione dei CT nominati dall'Autorità Giudiziaria (Roma 29.1.18)

                                                          

Seminari ASSOTAG
Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici
nominati dall'Autorità Giudiziaria



Indici sintetici di costo e sindacabilità del pricing dei finanziamenti

Sala Conferenze Fondazione Lelio Basso
 Via della Dogana Vecchia, 5 - Roma
 29 gennaio 2018: h 14.30 – 17.30

PARTECIPAZIONE SU INVITO


Il merito di credito viene misurato come rischio che il debitore non restituisca l'ammontare del credito ricevuto e gli interessi pattuiti nei tempi e modi convenuti. L'indice misurato è universalmente qualificato in letteratura come la probabilità di default (PD default probability), valore percentuale da 0% a 100%, ovvero tra gli estremi di rischio zero (PD=0%) e default conclamato (PD=100%).

Gli indici di costo TAN e TAEG sono invece degli indici di prezzo, che rappresentano il costo finanziario del finanziamento (TAN) ed un costo aggregato comprensivo di tutti gli altri costi non finanziari tra i quali, ad esempio, quelli assicurativi (TAEG).

La differenza ontologia tra le due nature di indici dovrebbe apparire evidente, essendo il merito creditizio (misurato dalla PD) solo una delle componenti che contribuiscono al complessivo valore di costo del credito (TAN), e spesso neppure quella fondamentale, essendo i prezzi dei prodotti di finanziamento fortemente collegati piuttosto ai valori di approvvigionamento della banca (funding) e certamente diretti dalle indipendenti strategie e pratiche commerciali dei vari operatori finanziari che si confrontano competitivamente sul mercato dei prodotti di finanziamento.

Va da se che all'osservatore esterno alla banca, ad esempio all’analista finanziario indipendente, risulta estremamente arduo, se non impossibile, ricalcolare il merito di credito di un cliente della banca, il valore della sua PD, derivando questa valutazione da elaborazioni ed assunzioni informative proprietarie, congiunturali e non di rado di natura sensibile.

Quale è la natura tecnica del merito creditizio e come si calcola? Quale è la natura fiduciaria e sociale del rapporto di credito? Quali le conseguenze economiche? Quali conseguenze derivano dalla focalizzazione della differenza tra merito creditizio (ovvero la misura del rischio) e gli indici di costo del credito (ovvero il pricing del credito alle imprese e famiglie)?
Ne discutiamo insieme con i relatori con metodo multidisciplinare.

Programma

14:30 Saluti

Interventi

Prof. Francesco Quarta, Università di Bologna
Avv. Massimo Cerniglia, Studio Cerniglia
Prof . Antonio Rinaldi, Università di Chieti Pescara
Dott.ssa Elisabetta Mercaldo, FABI
Analista Rating, Agenzia di rating - da confermare
Analista Finanziario, AIAF – da confermare
Professore di scienze sociali – da confermare
Modera Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG

16:30 Dibattito



L'associazione AssoTAG conta su circa 1300 relazioni che si tengono  attraverso l'iscrizione al blog Linkedin, raggiungibile all’indirizzo https://www.linkedin.com/groups/51178
Le opinioni e i contenuti espressi nell'ambito del seminario sono nell'esclusiva responsabilità dei relatori.

La partecipazione è consentita solo registrandosi all’indirizzo www.goo.gl/s5dSCr