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domenica 16 dicembre 2018

Le frodi carosello: quando è l'IVA ad essere evasa

Hervé Falciani, nel libro "La cassaforte degli evasori", racconta il legame esistente tra "segreto bancario" e "segreto professionale", quando il nascondere informazioni ha come fine l'evasione fiscale.


Nei paesi cosiddetti off-shore, il "segreto bancario" assicura l'anonimato delle transazioni finanziarie, mentre il "segreto professionale" impedisce di sapere la reale natura della controparte commerciale. In altre parole, in quei Paesi non sempre è possibile determinare se la controparte è una "società scudo", una "cartiera" oppure un'impresa con una vera attività economica.
Il terreno diviene più scivoloso se la prestazione richiesta è una consulenza, frutto di un'attività intellettuale difficilmente quantificabile e che pertanto può rivelarsi anche fittizia.
Il problema principale è stabilire se un determinato pagamento abbia una giustificazione sottostante e in quale misura questo pagamento sia da sottoporre a tassazione.

L'Imposta sul Valore Aggiunto, in particolare, rappresenta la principale fonte tributaria degli Stati e le tecniche più utilizzate per evaderla prevedono forme di triangolazione economica tra diversi Paesi.
Chi architetta questo tipo di frode, batte la concorrenza vendendo ad un prezzo minore un determinato prodotto in un determinato Stato, grazie al mancato pagamento dell'IVA al Paese che dovrebbe incassarla.
Ma vediamo come funziona lo schema, ben descritto da Falciani nel suo libro.

La società A con sede in Italia produce un oggetto e lo vende alla società B, in Francia, ad un prezzo di 100 euro, senza applicazione dell'IVA.
La società B rivende lo stesso bene ad un'altra società francese C ad un prezzo di 120 euro, applicando l'IVA al 20%.
La società B, che incassa 20 euro di IVA da C, dovrebbe versare l'imposta allo Stato francese, ma non lo fa (perché fallirà).
Mentre la società C chiede e ottiene dallo Stato il rimborso IVA di 20 euro che ha pagato a B.
Se B e C sono riconducibili allo stesso soggetto economico, cioè l'architetto della truffa, a livello consolidato hanno speso 100 euro per acquistare il bene dalla società italiana A e hanno ricevuto un rimborso dallo Stato francese di 20 euro.
Di fatto, quindi, è come se avessero pagato il bene 80 euro.
A questo punto C può rivendere alla società tedesca D, lo stesso bene a 95 euro, alterando in tal modo la concorrenza sui mercati europei.
Una volta chiusa una serie di transazioni come quella appena descritta, la società C, come la società B, falliranno e il meccanismo si ripeterà con le stesse modalità in altri Paesi con altri beni e società appositamente costituite.

Queste frodi IVA sono dette, appunto, "carosello" perché prevedono rapidi cicli di attività illecite che creano i presupposti per incassare l'IVA senza versarla.
Le società cosiddette "cartiera", cioè produttrici di ordini e fatture senza che sviluppino vere e proprie attività reali, sono high frequency creations, in quanto vengono create in pochi giorni e una volta finalizzata la truffa vengono fatte sparire, anche grazie a professionisti compiacenti.


domenica 17 settembre 2017

Tracciabilità bancaria: un sistema ancora vulnerabile

Da tempo i trasferimenti bancari sono tracciati dai sistemi informativi degli istituti di credito.
Così un flusso finanziario è registrato sui dispositivi informatici delle banche con l'indicazione del codice IBAN, del conto corrente beneficiario oppure ordinante, del soggetto fisico o giuridico che dispone o che riceve l'ammontare di denaro, della causale del pagamento, della data della valuta e della disposizione dell'operazione.


I sistemi di tracciamento permettono di registrare anche l'eventuale banca intermediaria, l'identità del gestore o dello sportellista che materialmente ha inserito l'operazione nel sistema dei pagamenti e l'indicazione della filiale presso cui è stato ordinato un determinato bonifico o è stata prelevata o depositata una certa somma di denaro.
Attraverso un tracciato testuale e automatico (detto "log") è quindi possibile avere ogni dettaglio di un certo flusso finanziario transitante tra due conti correnti bancari.

La tecnologia tuttavia non è ancora capace di interpretare la vera natura delle operazioni bancarie inserite a sistema.
In altre parole non è in grado di individuare quei trasferimenti di denaro frutto di situazioni contabili volutamente diverse da quelle reali.

Recentemente indagini molto complesse hanno scoperto che cittadini svizzeri avevano acquistato opzioni sul rublo per rivenderle a società collegate ai medesimi, aventi sede a Montecarlo.
Pertanto il venditore e l'acquirente coincidevano nella medesima persona.

Per la modalità di funzionamento delle opzioni, il soggetto che perde denaro a Lugano è lo stesso che li guadagna a Montecarlo.
In sostanza quindi il denaro riconducibile ad uno stesso soggetto si trasferisce dalla Svizzera a Montecarlo senza che il tracciamento bancario riesca a valutare in modo automatico questa operazione come sospetta.

Si immagini ora che si ripeta il medesimo schema tra Montecarlo e Dubai, tra Dubai e Macao, tra Macao e le British Virgin Islands e così via.

Il flusso finanziario potrebbe continuare frammentandosi e riunendosi in un continuo valzer finalizzato ad occultarne l'ammontare e la riconducibilità ad una persona fisica, nel suo transumare tra lidi ufficiali e destinazioni maggiormente protette grazie al segreto bancario...



mercoledì 2 agosto 2017

Il fantasma dell'Isola di Bouvet

Nella prefazione del libro "La cassaforte degli evasori" di Hervé Falciani, il giornalista de Il Sole 24 Ore, Angelo Mincuzzi, parla di uno dei 127.000 clienti della Hsbc Private Bank di Ginevra, finita nel 2009 al centro della famosa inchiesta svizzera.

Come si ricorderà, il 20 gennaio 2009 la Procura della Repubblica di Nizza eseguì una rogatoria internazionale disposta dalle autorità elvetiche, sequestrando nei dintorni di Mentone il computer dell'italo-svizzero Hervé Falciani, un ingegnere informatico impiegato per anni presso la sede di Ginevra di Hsbc.

Ma torniamo al tema, "il fantasma dell'Isola di Bouvet".

L'isola di Bouvet fa parte dei territori vulcanici sub-antartici ed è classificata tra i posti più remoti della Terra, basti pensare che il luogo abitato più vicino dista ben 2.200 km a nord-est in Sudafrica. 
  

Ha un'estensione di circa 58 km² ed è quasi interamente ricoperta da ghiacci. Non ha né porti né approdi ma solo un punto di ancoraggio ad un centinaio di metri dalla sua costa.

E' stata scoperta nel 1739 e fu subito catalogata come "isola fantasma" perché per molti mesi all'anno è avvolta di una coltre nebbiosa che ne nasconde i contorni e la cima dell'unica collina alta 780 metri; infatti alcune navi di passaggio spesso la scambiavano per un iceberg disperso nell'oceano.
Solo a partire dalla prima metà dell'800 l'isola iniziò a comparire nelle carte nautiche.


L'uomo ci mise piede per la prima volta nel 1822, per alcune ore. Mentre la prima vera spedizione esplorativa durò un mese e avvenne nel 1927.

L'isola è completamente disabitata, anche se nel 1977 la Norvegia ha istallato una stazione meteorologica automatica.
Il 22 settembre 1979 in un tratto di mare molto vicino all'isola successe un episodio molto misterioso che venne chiamato "incidente Vela". 
In particolare, alcuni satelliti di monitoraggio delle fonti radioattive scoprirono che quel giorno venne condotto un test nucleare, probabilmente dal Sudafrica o dallo Stato di Israele (nessuna nazione ha mai ammesso la responsabilità del test).

Ma che legame ci può essere tra questa isola misteriosa, inaccessibile e disabitata, al di fuori di ogni rotta commerciale e turistica, con la famosa "lista Falciani"?

Ebbene, potrà apparire incredibile, ma tra i 127.000 ricchi clienti di Hsbc, uno risulta residente niente po' po' di meno che sull'Isola di Bouvet!


L'analisi dei file archiviati nel computer di Falciani lasciò stupiti i medesimi investigatori per la quantità, le caratteristiche e la tipologia dei clienti residenti in tutto il mondo (molti in paesi sperduti nell'Oceano Pacifico) costituiti da persone fisiche, società anonime, fiduciarie, trust e società d'investimento domiciliate nei paradisi fiscali. 
Ma anche per le numerose, quanto mai misteriose, transazioni bancarie e per gli strumenti utilizzati per trasferire beni preziosi, denaro, opzioni, prodotti derivati e titoli.

Un archivio segreto si stava materializzando. 
Un archivio che avrebbe fatto tremare il mondo bancario svizzero e non solo...



martedì 6 dicembre 2016

Il triangolo delle Bermuda: un sistema off-shore ancora di moda

E' stato descritto per la prima volta da Hervè Falciani nel 2015, l'insider che ne "La cassaforte degli evasori" ha svelato alcuni tra i più oscuri segreti di HSBC, mettendo a nudo un sistema studiato a tavolino per nascondere i grandi patrimoni di clienti italiani, francesi, inglesi, statunitensi e di altri 183 paesi del mondo.

Si tratta del fantomatico "triangolo delle Bermuda" costituito da Isole Vergini Britanniche, Panama e Bahamas.

Basta costituire una società in ognuno di questi tre paesi per avere la completa garanzia di risultare immune da ogni tipo di indagine giudiziaria mirata a far emergere casi di evasione fiscale, creazione di fondi occulti o corruzione internazionale.




Questi paesi possono scambiare flussi finanziari celando ogni traccia del reale beneficiario che dispone l'operazione ma anche della finalità per la quale è organizzata.

I magistrati, in questo modo, verrebbero ostacolati da procedure rogatoriali che durerebbero anni consentendo ai criminali, nel frattempo, di organizzare nuove movimentazioni finanziarie per frapporre altri conti correnti residenti in altri paesi offshore, con altri prestanome. Il tutto alla velocità di qualche click sulla tastiera di un PC.

D'altra parte costituire una società in questi paesi è semplicissimo, costa solo poche decine di dollari, anzi, oggi, con qualche centesimo di bitcoin da spendere nel Deep Web, queste strutture societarie sono già a disposizione del miglior offerente.

Chi ha dimestichezza nelle indagini legate ai paradisi fiscali, non si sorprende di certo se una volta capito il sistema delle "società matrioska" (o "shell company") residenti nel famoso "triangolo delle Bermuda", ci si imbatte nell'ulteriore famigerato "chinese wall model" costituito da trust, domiciliazioni in giurisdizioni segrete e intestazioni di anonime cassette di sicurezza ubicate in "banche mono-sportello". I due schemi per occultare i patrimoni, se abbinati tra loro, formano una corazza davvero potentissima anche contro gli organi di polizia più organizzati ed esperti.

Naturalmente la cancellazione di ogni traccia può passare anche attraverso pratiche "muscolari" e poco ortodosse (ma sempre utilizzatissime), come la distruzione fisica di archivi cartacei e digitali o il trasferimento di lingotti d'oro e diamanti tramite yacht o aerei privati.

In questo "settore" non c'è limite alla fantasia... ne è un esempio il ricco cliente residente nell'isola fantasma di Bouvet.

s.m.

lunedì 29 agosto 2016

Frodi sanitarie: negli USA il "sistema immunitario" più efficacie

E' stato pubblicato di recente un articolo sulle frodi nell'ambito sanitario che evidenzia come i programmi di prevenzione e individuazione degli schemi fraudolenti tipici di questo settore, abbiano un impatto rilevante sulla riduzione della spesa sanitaria pubblica e privata.

In generale i casi di frode maggiormente percepiti dai pazienti/utenti, sono le false fatturazioni delle prestazioni professionali fornite dai medici. E' fenomeno noto il vedersi ridurre in fattura l'importo della prestazione medica rispetto all'effettiva somma versata dall'utente, per non citare i casi frequentissimi di richiesta dell'intero pagamento in nero (cioè senza l'emissione di fattura).
Il fine, sarebbe inutile sottolinearlo, è quello di sottrarre base imponibile al fisco.

Qualche mese fa il Department of Health and Human Services statunitense, in collaborazione con il Department of Justice, in seguito ad un'operazione coordinata, ha identificato 301 medici coinvolti in fenomeni di false fatturazioni, per un totale di $ 900 milioni.


Altri schemi fraudolenti molto frequenti da osservare nella sanità pubblica e privata riguardano gli approvvigionamenti e gli appalti. In questo caso le fattispecie illecite sono molteplici, anche se l'obiettivo finale rimane l'arricchimento di soggetti interni alle strutture sanitarie con il coinvolgimento di terzi appaltatori/fornitori compiacenti.
Il drenaggio di denaro avviene attraverso l'incremento arbitrario dei prezzi delle forniture o l'ampiamento ingiustificato delle opere oggetto di appalto ovvero con l'approvvigionamento di beni o servizi non necessari.

Molte strutture sanitarie stanno munendosi di procedure anti-frode in grado di fronteggiare questi fenomeni illeciti dilaganti, ottenendo fin da subito grandi benefici economici e organizzativi.
Un metodo molto efficacie è quello di introdurre modelli di prevenzione basati sui casi di frode pregressi.
Infatti, una volta accaduto il caso di frode, è bene approfondire lo schema seguito dal frodatore, le motivazioni che lo hanno spinto a frodare e le ragioni per le quali i meccanismi di prevenzione in vigore non sono stati in grado di individuare tale comportamento.
Queste analisi sono utili a rendere maggiormente efficacie il "sistema immunitario anti-frode" - ogni altra migliore definizione, in questo caso, non sarebbe ugualmente efficacie - contro altri illeciti di analoga tipologia e modalità di sviluppo.

Infine, sempre di recente e ancora negli Stati Uniti, sono stati individuati moltissimi casi di prescrizioni di farmaci e di apparati di deambulazione inutili o addirittura dannosi per i pazienti, al solo scopo di far guadagnare una tale farmacia o azienda produttrice rispetto ad altre concorrenti. Anche in questo caso il medico incassava una percentuale di tali guadagni prodotti illecitamente.

Il danno al sistema sanitario è evidente, visto che una parte del costo di tali dispositivi è a carico della collettività, così come i benefici fiscali ottenuti a fronte delle somme versate per l'acquisto dei farmaci.

Se si leggono i resoconti sugli enormi successi raggiunti in seguito alla lolla alle frodi sanitarie negli Stati Uniti e sulle somme elevatissime recuperate, si comprende come sia fondamentale iniziare a sviluppare anche in Italia un sistema anti-frode specifico per la sanità pubblica e privata.
Ne gioverebbero certamente le casse statali, ma anche i pazienti che avrebbero accesso a strutture più organizzate e a cure più economiche ma ugualmente efficaci.



venerdì 15 maggio 2015

Gruppo COMBAS su RAI 2 (VIRUS - Il contagio delle idee)

IL Gruppo COMBAS ci informa che il 14 maggio 2015 nel corso della trasmissione di RAI 2, VIRUS – IL CONTAGIO DELLE IDEE, è stato trasmesso il servizio sui dirigenti decaduti dell’Agenzia delle Entrate, un tema seguito e studiato dal Gruppo fin dalla sue fondazione (cliccare QUI per il filmato).



A nome del Gruppo COMBAS, Maurizio Cassano (Dottore Commercialista) ha esposto i motivi della nullità degli atti sottoscritti, direttamente o tramite funzionari da questi delegati. Anche Maurizio Reggi, il rappresentante del sindacato dei dirigenti pubblici, ha sollevato l’eccezione di incostituzionalità.
E’ stato fornito in trasmissione un primo elenco delle 21 Direzioni Provinciali di cui finora si è potuta accertare la guida da parte di un dirigente decaduto.

Il Sottosegretario alle Finanze, On. Enrico Zanetti, dopo aver proclamato con assoluta certezza la validità di qualsiasi atto sottoscritto dai dirigenti decaduti, è apparso in difficoltà su precise domande del conduttore, affermando poi che, comunque, sulla nullità degli atti avrebbero poi deciso le Commissioni Tributarie.

Il Gruppo COMBAS comunica a tutti i colleghi operatori del mondo tributario (commercialisti, avvocati, tributaristi) che è a disposizione per fornire gratuitamente l’eventuale supporto tecnico e motivazionale ai loro ricorsi.

Sito internet del Gruppo COMBAS: www.gruppocombas.it 
Indirizzo mail del Gruppo COMBAS: gruppocombas@gmail.com



martedì 12 maggio 2015

Tecniche di fraud auditing applicate alle consulenze fiscali

Oggi più di ieri il consulente fiscale è tenuto ad entrare nel merito delle transazioni commerciali dell'azienda sua cliente. E lo deve fare con lo spirito del fraud auditor.

Lo sostiene la Sentenza n. 19335 della Corte di Cassazione, depositata l'11 maggio 2015, nella quale si afferma che un professionista esperto non può non ravvisare gli elementi evidenti di una frode fiscale.


Ma quali sono gli elementi ritenuti evidenti dai giudici di legittimità?
Gli indizi rivelatori della frode fiscale (le famose "red flags" nello slang dei fraud auditor) possono riassumersi nei seguenti fattori:
  1. assenza di sedi operative adeguate al giro di affari;
  2. assenza di trattative commerciali con clienti e fornitori (inesistenza di contratti e ordini di fornitura, di tariffari, di specifiche tecniche di prodotto eccetera);
  3. presenza di un elevato numero di note di credito;
  4. pagamenti contestuali alla data di emissione della fattura;
  5. emissione di fatture di acquisto identiche a quelle di vendita;
  6. prodotti venduti a prezzi inferiori rispetto a quelli di acquisto;
  7. elevati crediti IVA generati dalle operazioni aventi le caratteristiche elencate ai punti precedenti.
In buona sostanza il professionista che non si accorge di avere a che fare con una società "cartiera", pur avendone gli elementi idonei a considerarla tale, risponde in concorso con l’amministratore della società per aver emesso e dichiarato documenti falsi (artt. 2 e 8 del D.Lgs. 74/2000).



martedì 28 aprile 2015

Gruppo COMBAS per la difesa dei contribuenti

Ormai da tempo il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting promuove iniziative volte alla tutela di interessi comuni. 
Lo ha fatto con l'Associazione Italiana dei Consulenti Tecnici e dei Periti nominati dall'Autorità Giudiziaria (AssoTAG), con l'Osservatorio Nazionale per l'Informatica Forense (ONIF) e con i Certified Fraud Examiner (CFE/ACFE).

Oggi il blog presenta ai lettori il GRUPPO COMBAS.

Il Gruppo COMBAS è nato a Milano il 9 luglio 2014, nel corso di una cena tra professionisti iscritti ad ordini diversi.
In quella sede si ritenne che oggi, stante la legislazione tributaria sempre più caotica e aggrovigliata, il dovere sociale di un’azione congiunta di “professionisti illuminati” fosse quello di battersi per i diritti dei contribuenti. 

La mancanza di questa coscienza sociale nel passato ha determinato una situazione degradata che ormai non vede più il contribuente come cittadino con dei diritti ma un soggetto schiacciato da imposte e tasse, molto spesso slegate da ogni logica e dalla realtà.

La consapevolezza di una funzione sociale ha quindi pervaso l’azione del gruppo i cui aderenti hanno cominciato a battersi energicamente per difendere i diritti dei contribuenti.

Il nome "Gruppo COMBAS" vede da una parte il vocabolo Gruppo, che sta ad indicare un insieme di persone omogeneo che condividono gli stessi ideali, mentre COM sta per commercialisti e BAS per base, anche se qualcuno dice scherzosamente, ma non troppo, che i COMBAS sono i commercialisti combattenti di base.

Nel corso dei mesi il gruppo, dai nove fondatori iniziali, si è allargato sia grazie a riunioni periodiche, tuttora tenute il mercoledì, in cui sono state approfonditamente analizzate importanti tematiche tributarie che implicavano la difesa di diritti dei contribuenti, sia grazie all'amicizia che ha cominciato a cementare il gruppo e ad aggregare nuovi amici e colleghi.

COMBAS è diventato così un gruppo misto di professionisti, al momento formato da commercialisti, avvocati e revisori contabili.
COMBAS è un gruppo aperto a tutti i professionisti del mondo tributario, senza nessuna eccezione. Non è un’associazione, né un comitato né altro, solo amici e professionisti uniti dagli stessi ideali. 

I fondatori del Gruppo COMBAS sono: Giorgio L.G. Brughera, Monica G. Spera, Sergio Clemente, Claudio Vaghi, Maurizio Cassano, Filippo M. Di Gennaro, Antonio Albanese, Alessandro Beretta e Claudio A. Barelli.

Sito web del Gruppo COMBAS: www.gruppocombas.it


Il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting, augurando al Gruppo COMBAS i migliori successi, continuerà a seguirne le attività rendendosi disponibile a divulgare i risultati delle sue iniziative.



giovedì 19 marzo 2015

La "compensazione" come strumento di evasione fiscale e riciclaggio

"Era un tiepido pomeriggio di primavera quando Mr. Chan si diresse con passo deciso verso l'unico bar della piazzetta sul mare. 
Cappellino e maglietta bianchi D&G, shorts azzurri e mocassini di camoscio. 
Uno zainetto anonimo lo faceva sembrare uno dei tanti turisti in attesa del traghetto per le isole davanti al litorale.
Tutto stava andando per il verso giusto, se non fosse stato per la barba finta che gli procurava un fastidioso prurito sul mento. Ma tra sé pensava che tutto si sarebbe concluso in pochi minuti.
Si avvicinò ad un tavolino, si sedette, poggiò lo zaino sulla sedia di fianco e attese.

Di lì a poco arrivò un uomo sulla sessantina, molto abbronzato, vestito con un pregiato completo di lino color blu cobalto e camicia bianca sbottonata sul collo. 
Mr. Smith, si sedette insieme a Mr. Chan.
Si tolsero gli occhiali da sole quasi simultaneamente, si strinsero velocemente la mano e ordinarono una bibita.

Dopo qualche minuto, Mr. Smith prese lo zaino e se ne andò.

Mr. Chan attese ancora un poco, pagò la consumazione e poi si incamminò per un'altra strada verso il luogo in cui avrebbe potuto reinstallare la batteria sul suo smartphone ed informare Mr. Jones, con un codice prestabilito, dell'avvenuta consegna del milione di euro in tagli da 500".

*   *   *

Il breve racconto potrebbe essere l'incipit di un romanzo di spionaggio con le classiche trame internazionali architettate dalle "barbe finte" di opposte bandiere.
Ma potrebbe anche essere un racconto di cronaca di quanto accade nella "Fase 1" di uno schema di evasione fiscale e riciclaggio noto con il nome di "meccanismo della compensazione".

Si immagini quindi che il ricco evasore fiscale, Mr. Smith, abbia la necessità di ottenere in tempi rapidi una grossa somma di denaro in contanti con il fine pagare in nero alcuni suoi fornitori e, al tempo stesso, un altro ricco uomo d'affari, Mr. Jones, debba riciclare un'analoga somma di denaro frutto di traffici illeciti.

Ed ecco il ruolo di  Mr. Chan. L'intermediario tra domanda e offerta di denaro contante. Una sorta di facilitatore del riciclaggio e dell'evasione fiscale.

In sostanza Mr. Chan si occupa in primo luogo del trasferimento materiale del denaro tra Mr. Jones e Mr. Smith, come schematizzato qui di seguito.



Ma questa è solo la prima delle due fasi del meccanismo della compensazione.
Infatti i servizi di Mr. Chan non si fermano qui.

A fronte di un "onorario" equivalente ad una percentuale del 5% della somma da trasferire, anche questa, inutile precisarlo, da liquidarsi in contanti, Mr. Chan si occupa anche della "compensazione estero su estero".
In particolare, la seconda fase dell'operazione, che potrebbe anche essere simultanea alla prima, si concretizza con una disposizione di bonifico per la medesima somma di un milione di euro dal conto corrente intestato a Mr. Smith, acceso presso una banca svizzera, a favore del conto cifrato di Mr. Jones acceso presso una banca off-shore delle isole Cayman.

Naturalmente ciò è possibile in quanto Mr. Chan è il prestanome di Mr. Smith ed è autorizzato ad operare fiduciariamente sui suoi conti svizzeri.

Ed ecco la "Fase 2" dello schema rappresentata qui di seguito.




Il meccanismo della compensazione potrebbe essere ancora più sofisticato se integrato con il sistema di trasferimento cosiddetto "conto a conto" (ne parleremo sul blog in futuro) oppure con il metodo del "deposito back to back".



venerdì 20 febbraio 2015

"Corporate washing", un esempio di contabilità elusiva

In molti casi là dove c'è "corporate washing" c'è anche elusione fiscale.


Si immagini una società Alfa che possiede nel proprio patrimonio netto riserve distribuibili già sottoposte a imposizione fiscale, per importo pari a $ 300.

Ora si immagini una seconda società, che chiameremo Beta, il cui elevato reddito imponibile determina una imposizione fiscale pari a $ 500.

Sul finire di un indeterminato esercizio amministrativo Beta acquista l'intero capitale di Alfa per $ 1.000 e subito dopo delibera la distribuzione a se stessa delle riserve facoltative distribuibili pari a $ 300.
Successivamente Beta cede Alfa ad una terza società (Gamma) per un corrispettivo di $ 700.
Pertanto Beta realizza una minusvalenza di $ 300.
La minusvalenza in tal modo inciderà direttamente sulla base imponibile di Beta, riducendola.

In seguito a questa operazione Beta dovrà versare all'erario $ 400, realizzando da un lato un risparmio fiscale pari a $ 100 e dall'altro un introito finanziario pari a $ 300 dovuto all'incasso delle riserve distribuibili di Alfa. I fondi incassati, si noti, assorbiranno interamente la perdita da alienazione.

Naturalmente Beta, per allontanare i sospetti sui propri intendimenti elusivi, illustrerà con dovizia di particolari, nelle proprie comunicazioni sociali, le valide ragioni economico-finanziarie sottostanti all'operazione appena descritta... per buona pace del fisco.