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martedì 3 maggio 2022

Prevenire non curare: la cultura aziendale per anticipare le frodi

Articolo pubblicato sul n. 149 di MAG (il magazine di Legalcommunity.it) del 12 ottobre 2020, nella rubrica "Obiettivo legalità"



Quando le caratteristiche personali quali spirito di sacrificio, pazienza, intraprendenza e curiosità si coniugano con i valori di legalità, giustizia, bene e benessere comune nonché la passione per contabilità e bilancio, si potrebbe diventare un buon Forensic Accountant!

Ogni nuovo incarico è una nuova storia, una nuova strategia, un nuovo argomento da studiare e approfondire. Fatica e difficoltà non sono mai mancate ma la soddisfazione riscontrata alla conclusione di una Consulenza Tecnica è sempre stata per me così rilevante che facevo tesoro di tutte le esperienze cumulate per ripartire con entusiasmo su un nuovo incarico!

Dopo alcuni anni all’interno del dipartimento di Forensic Accounting, sono arrivata alla conclusione che la bravura in tale professione si raggiunge quando l’acume e il fiuto investigativo per identificare le prove di un illecito aziendale si uniscono alla capacità di saperlo rappresentare e raccontare nella Consulenza Tecnica che sarà redatta, affinché sia efficacemente fruibile per i destinatari e interlocutori (ad esempio, Autorità giudiziaria, avvocati, eccetera).


 
La frode di un dipendente si cela dietro l’astuzia e l’ottima conoscenza dell’azienda e delle procedure interne. Pertanto, a mio parere, la mera applicazione di protocolli o di controlli “copia” e “incolla” può servire a misurare la compliance aziendale ma non a ridurre in modo accettabile il rischio di frode!

La prevenzione non dovrebbe essere intesa come l’applicazione standardizzata di best practices (o in alcuni casi di normative), solo per risultare conformi e non incorrere nel rischio di sanzioni, bensì dovrebbe partire dalla realizzazione di una cultura aziendale che considera le frodi interne come sconvenienti per il benessere sociale di tutti e proseguire con l’introduzione di protocolli operativi e procedure tailor made, disegnate e formalizzate a seconda della struttura e del contesto aziendale di riferimento.

Dopo anni trascorsi principalmente a identificare la patologia aziendale in corso o già accaduta, ora la mia ambizione è portare le mie esperienze all’interno di un’azienda per contrastare l’eventualità di illeciti e frodi.

La sfida futura che lancio a tutti i lettori di questo articolo è di costruire un contesto aziendale fondato sulla legalità, ossia volto a contrastare i crimini economico-finanziari e i fenomeni corruttivi.

* Internal auditor


martedì 30 luglio 2019

“Minority shareholder”: i nuovi confini del diritto di controllo

Si segnala un articolo pubblicato sul n. 124 di MAG (il magazine di Legalcommunity.it)


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“Minority shareholder”: i nuovi confini del diritto di controllo 
di Valentina Colaceci *


Negli ultimi anni, un argomento che suscita vivace dibattito all’interno delle aule dei Tribunali, riguarda il diritto di controllo e di ispezione sulla documentazione societaria che può esercitare il socio non amministratore di una S.r.l..



Al riguardo, uno dei casi più comuni riguarda il socio Alpha, detentore di una partecipazione minima al capitale sociale della società Beta, il quale lamenta di non “(…) avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare, anche tramite professionisti di loro fiducia, i libri sociali ed i documenti relativi all’amministrazione” (come stabilito dall’art. 2476, co. 2, c.c.).

Negare l’accesso alla documentazione sociale al socio Alpha che vuole verificare il corretto e fisiologico svolgimento dell’attività di gestione pone l’amministratore di Beta nella circostanza di rispondere al reato di “impedito controllo” (ex art. 2625 c.c.).

Anche in presenza di un organo di controllo interno in una S.r.l. (ad esempio il collegio sindacale) il diritto di controllo riconosciuto al socio non amministratore non è in alcun modo mitigato! Questo è quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione (con sentenza n. 47307/2016) adducendo le seguenti motivazioni:
  • il diritto di esercitare il controllo sull’operato degli amministratori, quale efficace strumento a tutela della corretta gestione della società, è affidato a ciascuno socio;
  • in caso di gravi irregolarità nella gestione della società, ciascuno socio è legittimato a promuovere l’azione di responsabilità nei confronti dei membri dell’organo amministrativo (ex art. 2476, co. 3, c.c.).
Non è sempre di facile demarcazione delineare il confine tra la tutela dei diritti soggettivi e potestativi delle minoranze e la definizione dei loro limiti in quanto non amministratori della società. Tuttavia, a confermare e dare risalto ancora una volta al potere potestativo del socio di minoranza, è una recente sentenza del Tribunale Ordinario di Milano cha ha accolto il ricorso del socio che si è visto negare l’accesso alla documentazione sociale.

La sentenza in commento si contraddistingue in quanto se da un lato ha confermato il diritto d’accesso al socio ricorrente, dall’altro ha indicato in modo pragmatico e puntuale le modalità con cui gli amministratori della S.r.l. resistente devono garantire la consultazione della documentazione sociale, evitando un eventuale “abuso di diritto” da parte del socio.

In particolare, è stato consentito l’accesso alla documentazione:
  • tramite un professionista di propria fiducia;
  • mediante estrazione di una copia della documentazione a proprie spese (senza oneri per la società);
  • presso il luogo in cui libri sociali e documenti sono custoditi;
  • previo appuntamento telefonico, o concordando con gli amministratori o i consulenti della società, modalità e tempi di accesso alla documentazione societaria;
  • previa sottoscrizione da parte del socio e del professionista eventualmente incaricato, di specifico impegno di esclusione di ogni divulgazione della documentazione a terzi.
Dal punto di vista pratico, è interessante constatare come il Giudice di Milano, richiamando quanto stabilito ex lege, semplifichi la consultazione della documentazione contabile della società affidando al professionista incaricato, la piena facoltà, al pari del socio, di estrarre copia dei libri sociali e della documentazione consultabile senza alcun limite se non quello della buona fede!


Fraud auditor & Forensic accountant


lunedì 8 luglio 2019

Forensic Accounting & Accounting fraud (di Marco Tutino e Matteo Merlo)

Tutino, M., & Merlo, M. (2019). 
Accounting fraud: A literature review. Risk Governance and Control: Financial Markets & Institutions, 9(1), 8-25.
http://doi.org/10.22495/rgcv9i1p1



Forensic Accounting & Accounting fraud 

Negli ultimi decenni, si è assistito ad una forte crescita all’interno delle fraud investigation del ruolo del forensic accountant. Questa nuova figura professionale è nata dalla necessità di unire le conoscenze contabili con quelle di tipo investigativo, svolgendo un’attività che, come lo si può dedurre dal nome, non è strettamente in materia di frodi o crimini economici bensì si concentra nella “determinazione quantitativa attinente alle fattispecie possibili oggetto di controversie” (Pogliani, Pecchiari e Mariani, 2012).

All’interno della letteratura vi sono diverse definizioni di forensic accounting a seconda del lavoro in cui sono state specificate, e aventi in comune nel più dei casi un focus sull’aspetto contabile. Tuttavia Huber e Digabriele (2014), dopo una revisione delle numerose enunciazioni date negli anni sono arrivati alla conclusione che il forensic accounting è molto più complesso di ogni definizione che sia in grado di riassumerlo. La spiegazione sta nel fatto che tale definizione dovrebbe raccogliere tutti i settori in cui il forensic accountant opera (tra cui amministrazione, controllo, criminologia, raccolta dati, finanza, economia, giurisprudenza ecc.) e le sue principali capacità.

Il Forensic Accountant deve essere uno specialista in contabilità e in sistemi finanziari. 
Data la forte crescita nella dimensione e nella complessità delle società, scoprire le frodi richiede al forensic accountant di diventare esperto in tutte le competenze professionali e le capacità emergenti. Tra le abilità principali possedute dai FCA (Forensic Chartered Accountant) troviamo: la conoscenza approfondita dei bilanci e la capacità di saperli interpretare in modo critico; l’individuazione degli schemi di frode tra cui l’appropriazione indebita, il riciclaggio di denaro e la corruzione; la conoscenza dei computer e dei network così da poter condurre investigazioni in materia di e-Banking e di sistemi contabili digitali; piena conoscenza delle politiche di corporate governance e delle leggi che regolano queste politiche; l’abilità di comprendere i sistemi di controllo interno delle aziende e disporre un sistema di controllo che analizzi rischi, raggiunga gli obiettivi di gestione e informi i dipendenti delle loro responsabilità sul controllo (Bhasin, 2016). Tuttavia il ruolo del c.d. contabile forense è svolto da una persona con capacità a grandi linee simili a quelle dei revisori legali, motivo per cui talvolta le due figure si possono sovrapporre. In questo caso un interrogativo centrale che viene posto da Digabriele (2009) è se le competenze del forensic accountant dovrebbero essere aggiunte alle capacità dei revisori legali, in modo da accrescere la probabilità di rilevare la frode. L’analisi effettuata negli USA su un campione casuale di accademici di accounting ha evidenziato che il forensic accounting (FA) ha un ruolo nel processo di revisione e i revisori stessi potrebbero avere bisogno di aggiungere delle capacità a quelle che già hanno, dato il cambiamento del mercato. Alla luce della domanda che ci si è posti inizialmente, si può affermare che successivamente alla pubblicazione dell’elaborato si è aumentata la consapevolezza dei revisori sull’importanza di acquisire le capacità fondamentali di forensic accounting.

Nella letteratura si discute in modo approfondito sul tema delle conoscenze che i forensic accountant devono possedere, questo è molto vario e dipende dalle nazioni in cui la ricerca è stata effettuata. Questa forte correlazione tra la nazione in cui viene svolta l’attività di forensic accounting, nel processo di individuazione delle frodi, e le capacità che questo deve possedere sta proprio nei tipi di illeciti perpetrati. Prendendo ad esempio l’Italia, secondo i dati riportati da PWC nel “Global Economy Crime Survey” del 2018 circa il 45% delle società presenti nella ricerca ha dichiarato di avere subito crimini informatici. Difatti, come è stato riportato precedentemente da Bhasin (2016), il forensic accountant deve ben conoscere i computer e i sistemi di rete. I crimini informatici, in Italia, sono seguiti dall’appropriazione indebita al 42%, dalle frodi commesse dai consumatori (32%) e dalle frodi contabili (24%).

Nel caso del Regno Unito il forensic accounting è un campo multidisciplinare di attività, meno focalizzato sulla contabilità di come lascerebbe pensare il suo nome, e dominato da dottori commercialisti. La caratteristica che qualifica il forensic accountant non sono le sue conoscenze in materia contabile bensì le molte capacità analitiche e comunicative che possiede (Hegazy, 2017).

Nel settore pubblico nigeriano, invece, a causa del forte sviluppo del fenomeno fraudolento, la presenza del forensic accountant è consigliata all’interno delle agenzie di anticorruzione, generando così effetti significativi sulla scoperta delle frodi (Gbebi e Adebisi, 2014).

La letteratura si sofferma anche su quali sono i metodi e gli argomenti di ricerca. Nello specifico delle rilevazioni delle frodi in bilancio (o financial statement fraud) la strategia principale di rilevazione del comportamento ingannevole sta nell’individuare il raziocinio degli obiettivi del soggetto frodante (Johnson, 1993). Però, talvolta l’assenza di diversità nei metodi utilizzati ha il potenziale di compromettere il contributo totale del lavoro di forensic accounting (Digabriele e Huber, 2015).

L’applicazione del forensic accounting non avviene sono all’interno dell’azienda, come si potrebbe pensare, a questa si affiancano ulteriori campi in cui viene utilizzato, tra cui le investigazioni giudiziarie. È proprio nei processi e nelle cause che tale figura può rivelarsi molto utile in supporto ai magistrati e ai pubblici ministeri, per analizzare in modo più approfondito gli schemi finanziari, i bilanci o i documenti contabili che non sono di materia prettamente giuridica. Il forensic accounting si occupa di investigazioni di crimini aziendali in numerose nazioni, ad esempio gli U.S.A. e il Regno Unito. Attualmente nei procedimenti ci si rivolge spesso ad esperti contabili per opinioni e relazioni, che non possono essere poi verificate. A causa di ciò si assiste ad un prolungamento della durata del procedimento investigativo e delle successive procedure coinvolte nel processo. I risultati della ricerca condotta da Kolar (2013) su un campione di pubblici ministeri e di investigatori mediante delle interviste affermano che questi non possiedono sufficienti conoscenze in materia da investigare in modo efficace sui documenti contabili. Sono poi gli stessi intervistati a dichiarare che di essere a conoscenza della figura del forensic accountant e di credere che le sue conoscenze possono beneficiare nelle investigazioni sulle frodi aziendali. Anche Quirin (2014) affrontando un caso attuale su cui ha personalmente lavorato come forensic accountant, ci mostra che questa figura può essere di supporto e aggiungere valore alle aree del contenzioso, confermando così i punti esposti precedentemente.

Per questi motivi, il forensic accounting si conferma un argomento di centrale rilevanza, insieme al fraud audit, per la rilevazione e l’investigazione sulle frodi contabili e aziendali. Il suo punto di forza, rappresentato dal fatto che è un mix di conoscenze che precedentemente erano in capo a diversi soggetti, fa si che questo ruolo sia classificato tra le top-20 professioni del futuro.

(seguiranno altri aggiornamenti sul tema)



martedì 30 aprile 2019

Aggiornamento del valore delle quote di capitale della Banca d'Italia (Milano, 4/6/19)





incontri e dibattiti
LE VALUTAZIONI PERITALI

programma di incontri multidisciplinari di discussione su casi peritali


Milano, 4 giugno 2019 
Presso AIAF
Corso Magenta, 56
20123 Milano 
ore 16.30 - 18.30


INCONTRO A PORTE CHIUSE 
PARTECIPAZIONE SOLO SU INVITO 
E CONFERMA ISCRIZIONE


Obiettivi
La valutazione aziendale è questione di elevato impatto economico e sociale. Le problematiche che attingono alla valutazione peritale, che si concretizza nella perizia quale fondamentale documento di riferimento e/o di avallo di effettivi scambi economici di compravendite aziendali, non possono essere relegate soltanto come questioni tecniche, ma devono anche sforzarsi di risultare comprensibili al pubblico degli stakeholders rimanendo comunque tecnicamente ineccepibili dal punto di vista metodologico del procedimento di valutazione e della evidenziazione delle assunzioni di base sulle quali è fondato il procedimento valutativo.
In tale contesto peritale, appare utile contribuire ad un più ampio dibattito tecnico tra i diversi soggetti professionali coinvolti, sia per l’interesse dei risparmiatori e investitori sia per i risvolti di impatto sociale quando si tratti di società pubbliche o possedute da enti pubblici o comunque di interesse pubblico.
Appare utile e pratico procedere con un confronto dialettico tra professionisti con esperienze professionali multidisciplinari: analisti finanziari, analisti di aziende quotate, revisori contabili, fiscalisti e periti professionisti, alla luce di una comune lettura e discussione di casi concreti di perizie reputate interessanti. Una analisi critica e discussione tecnica evidenzia anche il riconoscimento (o meno) della correttezza metodologica della perizia e può offrire indicazioni sulle best practice utili da considerare come riferimento.

Programma
Ore 17.00 - Apertura Lavori
Modera: Dott. Alberto Borgia, Presidente AIAF (Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria)

Introduce: Ing. Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG (Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)

Intervengono: tutti i partecipanti 

Ore 18.20 – Conclusioni

Iscrizioni: http://bit.ly/2FaCT0d

Il materiale oggetto di dibattito (tra cui anche la perizia) verrà preventivamente inviato via email ai partecipanti iscritti all'incontro per consentire loro di intervenire e partecipare attivamente alla discussione. 

Bilanci e materiale informativo pubblico di Banca d’Italia è comunque scaricabile qui:
www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/index.html
www.bancaditalia.it/media/notizie/2013/Valore _quote_capitale_BI.pdf



domenica 31 marzo 2019

Fraud auditor e Forensic accountant: i professionisti antifrode

Si riporta nel seguito un articolo pubblicato sul n. 118 di MAG (il magazine di Legalcommunity.it), nella rubrica "Obiettivo legalità"
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di stefano martinazzo*


Fraud auditor e Forensic accountant, i professionisti antifrode

Anche in Italia si stanno affermando figure professionali specializzate nella lotta alle frodi aziendali e dedicate al monitoraggio di quelle attività che potrebbero essere intaccate da comportamenti potenzialmente illeciti e irregolari. Professionisti che esercitano la propria attività come consulenti indipendenti a supporto di studi legali, aziende e figure apicali di società con ampi margini di discrezionalità e autonomia.
Si sta parlando del “fraud auditor” e del “forensic accountant”, cioè di due figure con ruoli e obiettivi differiti. Ma vediamo quali.
Con il termine "fraud auditing" si fa riferimento all'attività di prevenzione e di monitoraggio delle attività aziendali al fine di ridurre e prevenire il rischio di trovarsi ad affrontare un caso di frode interna. Gli strumenti a disposizione di questo esperto e le metodologie seguite sono affini a quelli utilizzati nelle attività di audit contabile-amministrativo. Ad esempio: controlli routinari e casuali di specifiche aree di gestione, accertamenti e verifiche su segnalazioni di sospette frodi (ad esempio provenienti dai “whistleblower”) e la vigilanza costante sull'effettiva osservanza da parte del personale delle policy aziendali.
Nello specifico il fraud auditor, sia esso interno o esterno all'azienda, ha particolari competenze nell'ambito del contrasto ai fenomeni illeciti aziendali, e si occupa in modo pressoché esclusivo di verificare, organizzare, sviluppare e/o potenziare le difese societarie contro irregolarità ed illeciti commessi da dipendenti infedeli.
Il fraud auditor, inoltre, è una sorta di “braccio tecnico” che agisce anche su impulso di altri organismi di controllo presenti in azienda, quali, ad esempio, il Collegio Sindacale, i Comitati consigliari e l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs. 231/01. In questo caso la funzione di fraud auditing sarà chiamata a compiere determinati accertamenti tecnici secondo gli obiettivi definiti dall'organismo delegante il controllo.


Le espressioni "forensic accountant" e "forensic accounting", invece, richiamano sia i concetti di "materia legale" sia quelli di "investigazione" e "indagine".
Il forensic accountant è l’esperto specializzato nella ricostruzione dello schema di frode attuato dal dipendente infedele, sotto il profilo contabile, economico, finanziario e amministrativo.
Egli, pertanto, interviene in un momento successivo rispetto al fraud auditor, quando cioè il sospetto di frode è divenuto amara realtà ed è sorta la necessità di far luce sul fatto illecito con l’intento di determinare la dimensione del danno, ricostruire lo schema di frode ed individuare eventuali complici, siano essi interni o esterni all'azienda.
Solitamente il forensic accountant è un professionista terzo che opera in qualità di consulente indipendente attuando determinate tecniche e protocolli investigativi al fine di garantire l’utilizzabilità dei dati e delle evidenze documentali raccolte, in sede penale, civile o giuslavorista. Infatti il forensic accountant a conclusione della propria attività redige una relazione tecnica riportante gli esiti delle proprie ricostruzioni e può essere chiamato a testimoniare in giudizio, in qualità di CTP, sul contenuto e sulle risultanze delle verifiche effettuate.
Fraud auditor & Forensic accountant

domenica 24 marzo 2019

Il ruolo del professionista e la frode aziendale: un approccio multidisciplinare nelle verifiche di forensic accounting (Milano, 6 maggio 2019)




CONVEGNO

Il ruolo del professionista
e la frode aziendale:
un approccio multidisciplinare
nelle verifiche di forensic accounting



lunedì 6 maggio 2019 
dalle ore 14.00 alle ore 18.00
Via Fontana, 1
Milano


PROGRAMMA:

- Ruolo del penalista nella strategia difensiva e nel coordinamento multidisciplinare
- Whistleblowing: oggetto della segnalazione, soggetti destinatari e best practice di riferimento
- Attività investigativa ai sensi dell'art. 327 bis c.p.p. (panoramica generale)
- Mandato penale ai sensi dell'art. 391-nonies c.p.p.
- Analisi di esperienze professionali e della giurisprudenza in materia
Relatore: Avv. Andrea Puccio (Studio Puccio Giovannini - Penalisti Associati)

- Approccio multidisciplinare come metodo vincente di difesa
- Ruolo del CT nell’ambito dell’accusa e della difesa
- Ruolo dell’O.d.V. e dell’internal audit nelle verifiche
- Informatica forense quale indispensabile strumento di analisi in mano alla difesa
- Casi ed esperienze professionali
Relatore: dott. Stefano Martinazzo (Commercialista, AXERTA S.p.A. Dip. Forensic Accounting)

Domande e riflessioni comuni


INFO MODALITÀ DI ISCRIZIONE:
Evento gratuito per gli associati
Quota di partecipazione per i non associati: € 195,00 + IVA
Iscrizione entro e non oltre il 2 maggio 2019
web: www.aidc.pro/milano
email: segreteria.milano@aidc.pro





lunedì 4 febbraio 2019

Valutazioni peritali di società per azioni (Milano, 15 febbraio 2019)



AIAF e AssoTAG
PRESENTANO

                                            
INCONTRI – DIBATTITI
“LE VALUTAZIONI PERITALI”


Valutazione economica 
della società 
Villa Serena S.p.a.

Il caso della perizia giurata di stima
finalizzata alla valutazione del
capitale economico 
della società Villa Serena S.p.A.

Milano, 15 febbraio 2019
Presso AIAF
Corso Magenta, 56
20123 Milano
ore 14.30 : 17.00



OBIETTIVI

La valutazione aziendale è questione di elevato impatto economico e sociale.
Le problematiche che attingono alla valutazione peritale, quali fondamentali documenti di riferimento o di avallo di effettivi scambi economici di compravendite aziendali, non possono essere relegate soltanto come questioni tecniche, ma devono anche sforzarsi di risultare comprensibili al pubblico degli interessati stakeholders rimanendo comunque tecnicamente ineccepibili dal punto di vista metodologico del procedimento di valutazione e della evidenziazione delle assunzioni di base sulle quali è fondato il procedimento valutativo.
In tale contesto peritale, appare utile contribuire ad un più ampio dibattito tecnico tra i diversi soggetti professionali coinvolti sia per l’interesse dei risparmiatori e investitori sia per i risvolti di interesse sociale quando si tratti di società pubbliche o possedute da enti pubblici o comunque di interesse pubblico. Appare utile e pratico procedere con un confronto dialettico tra professionisti con esperienze professionali multidisciplinari, analisti finanziari, analisti di aziende quotate, revisori contabili, fiscalisti e periti professionisti, alla luce di una comune lettura e discussione di casi concreti di perizie reputate interessanti. Una analisi critica e discussione che evidenzia il riconoscimento (o meno) della correttezza metodologica della perizia e può offrire indicazioni delle best practice utili da seguire.


PROGRAMMA

Ore 14.30 - Apertura Lavori
Modera : Dott. Alberto Borgia (Presidente AIAF - Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria)

Introduce: Ing. Alfonso Scarano (Presidente AssoTag - Associazione Italiana dei Periti e Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)



INTERVENGONO

Dott. Giorgio Brughera (Commercialista, Fiscalista)
Dott. Dario Colombo (Revisore Contabile)
Dott. Luca Comi (Analista Finanziario)
.. insieme ai partecipanti

Ore 17.00 – Conclusioni

NB: Il materiale oggetto di dibattito (tra cui anche la perizia giurata) verrà preventivamente inviato ai partecipanti iscritti all'incontro per consentire loro di intervenire e partecipare attivamente alla discussione. 
Bilanci e materiale informativo pubblico di Villa Serena Spa è comunque scaricabile nella sezione “amministrazione trasparente" del sito: Villa Serena S.p.A.

Partecipazione solo su conferma iscrizione da inviare a: info@aiaf.it



domenica 3 febbraio 2019

Frodi ed illeciti in azienda: strategie difensive tra giurisprudenza e strumenti investigativi (Convegno Milano-Bocconi, 12.4.19)



CONVEGNO
 AXERTA INVESTIGATION CONSULTING


Patologie aziendali

Frodi e illeciti in azienda: 
strategie difensive tra 
giurisprudenza e strumenti investigativi 


12 aprile 2019 
Università Bocconi 
Via Gobbi 5, Milano 



In collaborazione con:
Università Bocconi (Milano)
A.I.D.P. - Associazione Italiana per la Direzione del Personale
A.I.P.S.A. - Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale


PROGRAMMA 

Moderatore: Dott. Meo Ponte (Giornalista, collaboratore di “Repubblica" e “Corriere della Sera")

Ore 9.15 - Accreditamento e welcome coffee

Ore 10.00 - Saluti di benvenuto e apertura lavori:  
Gen. C.A. CC. Michele Franzè (Presidente di Axerta S.p.A. Investigation Consulting) 
Prof. Gianmario Verona (Magnifico Rettore Università Bocconi)
Gen. C.A. Gaetano Maruccia (Comandante Interregionale CC. di Milano) 
Dott. Renato Saccone (Prefetto di Milano) “I controlli a difesa del patrimonio aziendale: opportunità e prerogative di legge per il datore di lavoro”

INTERVENTI

La gestione del rischio di security in azienda: un approccio multidimensionale
Dott. Andrea Chittaro (Presidente AIPSA - Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale)

I controlli a difesa del patrimonio aziendale: opportunità e prerogative di legge per il datore di lavoro
Avv. Paola Rubini (Studio Legale Ghedini Longo, Esperta di diritto penale d’impresa)

Il whistleblowing in Italia. Dal diritto di critica alla sistemazione normativa: procedure aziendali, protezioni e modelli organizzativi
Avv. Marco Sideri (Studio Legale Toffoletto De Luca Tamajo e Soci)

Il contributo delle discipline manageriali e degli approcci di Forensic Accounting alla mitigazione del rischio di frodi aziendali
Prof. Nicola Pecchiari (Docente Dipartimento di Accounting, Università Bocconi)

Esperienza giurisprudenziale sugli illeciti nel mondo del lavoro
Dott. Fabio Massimo Gallo (Giudice del lavoro e Presidente Vicario della Corte di Appello di Roma)

Seguirà una tavola rotonda (Question time - 30min)

Ore 13.00 - Saluto finale e conclusioni
Dott.ssa Isabella Covili Faggioli (Presidente nazionale A.I.D.P. - Associazione Italiana per la Direzione del Personale)

light lunch


Per iscriversi all'evento e per informazioni: 
Segreteria eventi Axerta (marketing@axerta.it - tel. 02 21119023, www.axerta.it/events.html#ktitoloevents)

Convegno accreditato dall'Ordine degli Avvocati di Milano
Pagina Linkedin: cliccare QUI
Programma: www.axerta.it/editorcms/programma_patologie_aziendali.pdf





lunedì 10 settembre 2018

Seminario di CT, periti e magistrati in materia di reati societari e fallimentari




Seminario
di consulenti tecnici, periti e magistrati 
in materia di reati societari 
e fallimentari


Metodi di analisi e attività del consulente tecnico 
nelle indagini e nei processi per reati dibancarotta 

SAN SERVOLO
Venezia 28-30 settembre 2018



Programma

VENERDÌ 28 SETTEMBRE 1° SESSIONE
- h 14,30 – 18,30 - 
Inquadramento del contesto e primo esame dei bilanci 

SABATO 29 SETTEMBRE 2° SESSIONE 
- h 9,00 – 18,00 - 
Acquisizioni documentali e approfondimenti analitici con riferimento alle principali tipologie di condotte delittuose 

DOMENICA 30 SETTEMBRE 3° SESSIONE 
- h 9,00 – 13,00 - 
Il Consulente Tecnico del PM nel dibattimento. Illustrazione e discussione di casi concreti dalla fase delle indagini al processo.


L’incontro si svolgerà in forma seminariale articolato in sessioni introdotte e coordinate da magistrati e professionisti esperti nel settore del diritto penale dell’economia e sarà limitato a 80 partecipanti

Per ulteriori informazioni ed iscrizione: www.cespec.eu, sezione EVENTI 

Coordinamento scientifico: 
Donata Costa, Procura della Repubblica di Milano, 
Roberto Fontana, Procura della Repubblica di Milano, 
Walter Mapelli, Procura della Repubblica di Bergamo, 
Giorgio Orano, Procura della Repubblica di Roma,
Fabio Regolo, Procura di Catania.



giovedì 6 settembre 2018

Whistleblowing: i dipendenti non possono improvvisarsi investigatori privati

di Grace Betti*



La Suprema Corte di Cassazione, con Sentenza n. 35792/2018 ha analizzato per la prima volta la disciplina prevista dall’art. 54 bis del D. Lgs. 165/2001, introdotto dall’art. 1 co. 51 D. Lgs. 190/2012 nel testo aggiornato dall’art. 1 della l. 179/2017, tutelante il soggetto che, legato da un rapporto pubblicistico con l’amministrazione, rappresenti fatti antigiuridici appresi nell’esercizio del pubblico ufficio o servizio.

Nel caso concreto, il dipendente pubblico avrebbe illecitamente effettuato l’accesso al sistema informatico utilizzando le credenziali di un altro dipendente e quindi avrebbe creato (ed immediatamente eliminato), un falso documento di fine rapporto a nome di una persona che non aveva mai prestato servizio presso l’amministrazione.
Questo, con il fine ultimo di dimostrare la vulnerabilità del sistema.

Il dipendente pubblico deduceva la sussistenza della causa di giustificazione ai sensi degli artt. 54 e 54 bis del D. Lgs. 165/2001 secondo i quali, sulla base del vincolo di fedeltà che lega il dipendente all’amministrazione, sul ricorrente gravava l’obbligo di segnalazione di condotte illecite di cui fosse venuto a conoscenza nell’esercizio del servizio.

La Corte di Cassazione, riprendendo l’art. 54 bis ha quindi chiarito la duplice ratio di tale norma, ossia:
  • delineare uno status giuslavoristico in favore del soggetto che segnala illeciti; 
  • favorire l’emersione, dall’interno delle organizzazioni pubbliche, di fatti illeciti, promuovendo forme più incisive di contrasto alla corruzione. 
Inoltre, la Corte ha chiarito che tale normativa non fonda alcun obbligo di attiva acquisizione di informazioni, autorizzando improprie attività investigative, in violazione dei limiti posti dalla legge. Sono applicati pertanto i medesimi principi che giustificano la condotta dell’agente provocatore.

Tale condotta, infatti, non si deve inserire con rilevanza causale nell’iter criminis ma deve intervenire in modo indiretto e marginale concretizzandosi prevalentemente in un’attività di osservazione, di controllo e di contenimento delle azioni illecite altrui.


Sulla base delle motivazioni della Corte, ai dipendenti non è richiesto di porre in essere una condotta attiva o di improvvisarsi investigatori compiendo atti illeciti con il fine di ricercare/dimostrare elementi funzionale alla segnalazione di potenziali illeciti, ma esclusivamente di riportare condotte di cui si è venuti a conoscenza nell’esercizio del servizio.

Tuttavia, per il dipendente pubblico è scattata la non punibilità ai sensi dell’art. 131 bis c.p.: esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.


* Grace Betti è Forensic Accountant presso Axerta Investigation Consulting




giovedì 26 luglio 2018

Reati societari e corruzione tra privati (Convegno, 28.11.18 - Milano)


Synergia Formazione S.r.l.
Via Pomba, 14, 10123 – Torino
Tel. 011 812 91 12 – Fax 011 817 36 63 – C.F. e P. IVA 08906900017


Focus D.Lgs. 231/01
REATI SOCIETARI 
CORRUZIONE TRA PRIVATI

Milano, 28 Novembre 2018
Centro Congressi Palazzo delle Stelline




PROGRAMMA


Mattina

v La costruzione e la perimetratura del modello organizzativo ex D.Lgs. 231/01 in materia di reati societari e corruzione tra privati; il ruolo dell’OdV nella definizione del MOG
  • indicazioni operative per la costruzione della parte speciale del MOG in tema di reati societari
  • norma ISO 37001e nuovo sistema di gestione del rischio corruzione
  • responsabilità dei manager nel reato di corruzione tra privati
  • importanza della formazione e del training in ambito 231/01
Avv. Giuseppe Vaciago 
(Partner R&P Legal Studio Associato, Milano)


v I reati societari ex D. Lgs. 231/01: analisi delle singole fattispecie ed esperienze riscontrate nell’attività professionale
  • corruzione nazionale
  • corruzione internazionale
  • falso in bilancio
  • 231/01 e compliance OCSE
Avv. Marco Calleri 
(Partner Studio Legale Mucciarelli, Milano)


v La corruzione tra privati (art. 2635 c.c.): analisi della normativa anticorruzione ed esperienze maturate nell’attività professionale
  • corruzione tra privati: soggetti, condotta, finalità, procedibilità, confisca
  • istigazione alla corruzione tra privati (art. 2635 bis c.c.)
  • corruzione tra privati e D. Lgs. 231/01: soggetti, interesse/vantaggio dell’ente, sanzioni, MOG
  • recente giurisprudenza e casi professionali
Avv. Andrea Scarpellini 
(Resp. Dip. Diritto Penale Economia -  Partner STVTAX,  Milano)


v La disciplina delle segnalazioni in azienda (c.d. whistleblowing): aggiornamento del modello organizzativo, best practice e profili penali
  • disciplina del whistleblowing nel settore privato: destinatari e ambito di applicazione
  • oggetto delle segnalazioni e requisiti del MOG
  • soggetti destinatari delle segnalazioni e possibile conflitto di competenze
  • fattori che generano la  necessità di tutela penale: abuso e neutralizzazione della segnalazione
  • fenomeno del whistleblowing a livello internazionale e best practice di riferimento
Avv. Andrea Puccio 
(Founding & Managing Partner Puccio Giovannini – Penalisti Associati, Milano)


Pomeriggio

TAVOLA ROTONDA

Moderatore: Avv. Barbara Indovina

v  Come difendersi dalle accuse e l’impostazione della difesa in materia di reati societari e, in particolare, di corruzione tra privati: approccio multidisciplinare sia come CT dell’accusa che come CT della difesa
  • approccio multidisciplinare come metodo vincente di difesa
  • ruolo del CT nell’ambito dell’accusa e della difesa
  • ruolo dell’OdV nelle verifiche
  • ruolo del penalista nella strategia difensiva e nel coordinamento multidisciplinare
  • informatica forense quale indispensabile strumento di analisi in mano alla difesa
  • vicende processuali nell’esperienza professionale
  • analisi della recente giurisprudenza in materia
  • case study: answer & question tra attori coinvolti
Dott. Stefano Martinazzo 
          (Responsabile Forensic Accounting & Litigation Dept. AXERTA S.p.A.)     

Avv. Gian Filippo Schiaffino
        (Founding Partner AMTF Avvocati, Milano)     

Dott. Alessandro Borra
          (Digital Forensics e Sicurezza Informatica, Amministratore TRE 14 S.r.l., Milano)       

Avv. Barbara Indovina 
          (Head of Legal Affairs, Forensica)        


La partecipazione all'evento è a numero chiuso.
La priorità è determinata dalla ricezione della scheda di iscrizione.
La quota di partecipazione può essere finanziata dai Fondi Paritetici InterprofessionaliPer scaricare la brochure del programma e per iscriversi, cliccare QUI


lunedì 28 maggio 2018

Whistleblowing: l'anonimato è sempre garantito?

Chi opera nel settore delle indagini economico-finanziarie si trova ormai quotidianamente ad affrontare casi di segnalazioni anonime di irregolarità e di comportamenti sleali verso l'azienda, nel settore pubblico come nel settore privato.

Infatti anche un semplice impiegato dell'ufficio acquisti o dell'ufficio contabilità, può trasformarsi in un determinato e formidabile strumento di tempestiva segnalazione di fatti anomali legati a frodi, abusi, truffe, furti, corruzione, riciclaggio e pericoli alla sicurezza nei luoghi di lavoro, tanto da fornire elementi oggettivi per intercettare un comportamento illecito in corso di svolgimento.

E' il cosiddetto "whistleblower"! 
E' il leale collaboratore dell'imprenditore, che avendo a cuore le sorti dell'organizzazione per la quale lavora e dalla quale percepisce lo stipendio, si trasforma in un'efficace sentinella antifrode.


Ma come assicurare l'anonimato al whistleblower in modo tale da garantigli la necessaria serenità e fiducia nel formulare la propria segnalazione? 
Come assicurargli la dovuta protezione da atti di ritorsione di colleghi e superiori? 
Esistono sistemi realmente garantiti per assicurare l'anonimato?

Una possibile soluzione, ormai sperimentata da lungo tempo nel contesto aziendale americano e inglese, è il ricorso alle procedure informatiche.

Ad esempio, a servizi in outsourcing a ciò dedicati.
Questi, infatti, hanno due pregi principali: il database nel quale sono registrate le segnalazioni è esterno all'azienda, ubicato da qualche parte nel cloud, mentre l'identità del dipendente è garantita da accessi con credenziali alfanumeriche non direttamente associate ai dati personali.
Inoltre questi sistemi informatici sono in grado di attribuire un codice univoco alla segnalazione e monitorarne lo stato di trattamento successivo (presa in carico, gestione, indagine, esito, sanzioni e/o provvedimenti comminati eccetera), riepilogando tutto ciò nella pagina web creata dal sistema per quella specifica segnalazione, alla quale il solo segnalante può accedere.
Tra l'altro questi ambienti di comunicazione, a maggior tutela della privacy, possono essere collocati, organizzati e gestiti nella "deep web" o nella "darknet", accessibile tramite la rete anonima "tor".

Naturalmente la procedura può prevedere anche una segnalazione che ne identifichi l'autore che la formula. In questo caso, tuttavia, l'informazione legata all'identità del segnalante è conosciuta esclusivamente dagli apparati di governance, internal audit e/o dagli organismi di vigilanza e sicurezza aziendali.

Non ultimo, il problema legato alle false e/o illegittime segnalazioni
Queste possono essere formulate per screditare o danneggiare un collega dell'ufficio o un superiore gerarchico.
Anche in questo caso, il sistema informatico è in grado di identificare a priori le segnalazioni non veritiere, attraverso una serie di indicatori di anomalia generati automaticamente dal sistema. 

Queste procedure informatiche, sulla base all'esperienza maturata in questi ultimi anni, permettono alle aziende di individuare in anticipo le patologie aziendali, addirittura ancora in corso di svolgimento e, conseguentemente, di diminuire il numero e il danno delle frodi, con un notevole vantaggio sia in termini economico-finanziari che di immagine.



lunedì 9 aprile 2018

Il "racconto", un efficace metodo di spionaggio

I servizi di intelligence, siano essi di spionaggio o di controspionaggio, ricorrono costantemente, per acquisire informazioni, alla collaborazione di cittadini convinti di contribuire alla sicurezza nazionale.
In questo caso si parla di collaborazione di tipo volontario, finalizzata a fornire indizi e/o prove sufficientemente convincenti per orientare una determinata operazione o definire o chiarire un determinato tassello dello scenario.

Naturalmente esistono anche altre forme di "collaborazione", ad esempio quella involontaria, cioè quando il contributo del cittadino è fornito inconsapevolmente, senza che questo conosca il fine o il mezzo grazie al quale si apprendono le informazioni.

Nel 1400 era in uso presso i servizi di sicurezza delle principali città-stato della penisola, un metodo molto raffinato per ottenere informazioni, notizie e segreti, inerenti, ad esempio, i traffici economici, l'organizzazione delle amministrazioni pubbliche straniere, le vicende politiche, la volontà di applicare dazi sui commerci o il potenziale bellico avversario.

Si tratta del cosiddetto "racconto".

In buona sostanza quando un cittadino desiderava ottenere una concessione pubblica, una cittadinanza per se, per un proprio famigliare o per un amico, un incremento di stipendio nell'apparato pubblico, la rateizzazione di un debito oppure un qualche sussidio di sopravvivenza, doveva dare in cambio qualcosa, che spesso si traduceva in un suggerimento, in una rivelazione, in un ricordo oppure... in un racconto!




Nella Repubblica veneziana, il racconto era stato addirittura istituzionalizzato in un documento firmato dall'interessato, da presentare presso il Consiglio dei Dieci, contenente la descrizione di un dettaglio strategico quale, ad esempio, l'esito dei test di una nuova arma, oppure la definizione di tattiche militari innovative ovvero di un nuovo metodo per risparmiare denaro pubblico o aumentare le entrate dello Stato.

La forma anonima del "racconto" è stata regolamentata dalla "legge dei biglietti" promulgata nel 1607 dalla Repubblica marinara di Genova, la quale consentiva che, senza alcuna istruttoria e raccolta di prove, ma col solo voto segreto ed immotivato della maggioranza dei tre quinti dei Consiglieri, qualunque individuo potesse essere inviato per due anni al confino.

Un metodo che, secondo il Serenissimo Andrea Spinola, 99° Doge della Repubblica di Genova, era utile nella "scienza dello stato e a schivar pericoli pubblici".



mercoledì 21 marzo 2018

Assenteismo: un'ingiustizia tollerabile? (Convegno - Padova, 20.4.18)



Convegno 
AXERTA 
Investigation Consulting

ASSENTEISMO: UN'INGIUSTIZIA TOLLERABILE?
prassi, giurisprudenza e strumenti di contrasto

20 aprile 2018 
dalle 10.00 alle 13.00
c/o Orto Botanico di Padova




Programma dell'evento
Moderatore: Ario GERVASUTTI - Caporedattore de Il Gazzettino

Ore 9:15 - Accreditamento e welcome coffee

Ore 10.00 - Saluto di benvenuto e apertura lavori

Gen. C.A. Michele FRANZÈ - Presidente di Axerta S.p.A.
Prof. Rosario RIZZUTO - Magnifico Rettore dell'Università di Padova
Gen. C.A. Giuseppe VICANOLO - Com. Interregionale Nord Orientale della Guardia di Finanza

Temi

"Permessi e congedi con finalità assistenziali: vincolo fiduciario e comportamenti abusivi"
PROF. Carlo CESTER - Professore Emerito di Diritto del Lavoro, Università di Padova

"La raccolta di prove e l'iter disciplinare (dalla contestazione al licenziamento per giusta causa)"
AVV. Gianluca SPOLVERATO - Avvocato Giuslavorista, Studio Spolverato Barillari

"L'assenteismo come truffa al datore di lavoro e ai danni dello Stato - profili penalistici"

AVV. Paola RUBINI - Avvocato Giuslavorista, Studio Ghedini-Longo

"L'assenteismo nell'esperienza giurisprudenziale"

DOTT. Fabio Massimo GALLO - Giudice e Presidente Vicario Sezione Lavoro Corte Appello Roma

Ore 13.00 - Tavola rotonda: Question time: 30 min.


Saluto finale
DOTT. Giovanni GIURIATO - Presidente gruppo Triveneto di AIDP

Al termine
Light lunch e visita guidata all'Orto Botanico di Padova

Partners 
Università degli Studi di Padova  /  AIDP - Associazione Italiana per la Direzione del Personale


L'evento è a numero chiuso
Pre-iscrizione gratuita: www.axerta.it/events



giovedì 25 gennaio 2018

Tecniche investigative: l'approccio induttivo

L'intelligence investigativa si basa su sequenze ricorrenti di attività strategiche, organizzative e operative di raccolta, valutazione, confronto, analisi, verifica, utilizzo, esame e riesame di informazioni, dati, eventi, operazioni, situazioni e comportamenti.

La scienza investigativa ha elaborato nel tempo parecchi approcci a volte utilizzati in modo combinato e non alternativo tra loro.


Esiste pertanto l'approccio "storico" (o teorico)  che tende a confrontare la realtà che si sta investigando con i modelli teorico-comportamentali elaborati dagli antropologi o dai sociologi (ad esempio la famosa teoria del "fraud triangle") ovvero con le teorizzazioni formulate dagli operatori del settore (ne è un esempio l'"albero delle frodi" elaborato dall'ACFE - Association of Certified Fraud Examiners). Si tratta di un approccio che tende alla classificazione di tutta la realtà che si sta osservando secondo un ordine precostituito.

L'approccio "situazionale" rappresenta un altro criterio investigativo molto utilizzato per la sua semplice applicazione. Secondo questo modello, si prendono in esame tutti gli elementi a disposizione dell'investigatore, il quale formula una prima (ma approssimativa) idea di come sono andate le cose, salvo poi integrare le prime intuizioni attraverso la ricerca di ulteriori evidenze a supporto o a disconoscimento di quanto delineato precedentemente. E' il tipico approccio dell'investigatore di esperienza (si pensi, ad esempio, al "metodo del ten. Colombo") che costruisce la propria indagine sui presupposti iniziali arricchendo l'analisi di ulteriori e successivi dettagli. Con questo approccio si rischia, tuttavia, di percorrere sentieri d'indagine inutili o basati su preconcetti abbandonando lo scenario in cui si è verificato l'illecito.

Ulteriore approccio investigativo è l'"analisi delle ipotesi concorrenti già oggetto di descrizione in questo blog.

Il più attuale dei metodi investigativi, tuttavia, si basa sull'approccio "induttivo" che si distingue radicalmente da quelli appena descritti.
Infatti se l'approccio teorico e l'approccio situazionale hanno come obiettivo primario la definizione in tempi ristretti della strategia d'indagine, l'approccio induttivo prescinde dalle logiche e dagli schemi precostituiti.

Fino a qualche tempo fa era l'approccio adottato per i crimini più complessi, inspiegabili o non prevedibili ma ora, grazie alle nuove tecnologie di elaborazione e analisi dei dati, è divenuto uno dei criteri su cui si basano le investigazioni più avanzate.
In buona sostanza, tutti i dati a disposizione (oggi potenzialmente e oggettivamente "illimitati" dal punto di vista quantitativo e qualitativo) sono elaborati da software in grado di palesare, attraverso estrazioni, elementi utili alle indagini, quali, situazioni non casuali o anomale che potrebbero nascondere un comportamento fraudolento.

Sono già in stato di studio avanzato i sistemi di calcolo che si basano sulle teorie matematico-statistiche, quali ad esempio la Legge di Benford (della quale il blog ha ampiamente parlato), utili nel contrasto delle frodi aziendali "on the book" (ovvero le frodi contabili).
Tali meccanismi di elaborazione di grandi masse di date prelevate da supporti digitali di diverse architetture, possono  confermare, ad esempio, la bontà dei calcoli utilizzati per la valutazione o la stima di una posta di bilancio o le determinazioni effettuate da un arbitro per la risoluzione di contenziosi tra aziende.

Naturalmente tutti i criteri descritti, ce ne sarebbero molti altri, possono essere intaccati da errori di valutazione e di calcolo, portando alla definizione di strategie sbagliate.
Per tale ragione la letteratura di settore suggerisce che l'investigatore non operi o non agisca da solo, ma che si confronti costantemente con il suo team, applicando, ad esempio, la tecnica del brainstorming.