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lunedì 8 aprile 2013

Financial Shenanigans: how to detect accounting fraud in financial reports

Il blog sta riscuotendo un discreto interesse tra gli studenti universitari di materie giuridiche ed economico-finanziarie, soprattutto da parte di chi vuole coronare il proprio percorso accademico con una tesi sui temi specifici della disciplina "forensic accounting" e "fraud auditing".
L'interesse è confermato dalle continue e gradite richieste di informazioni e suggerimenti, soprattutto inerenti i testi in lingua inglese da utilizzare per la preparazione e l'approfondimento della materia.

E' bene precisare sin da subito che esistono in commercio ottimi manuali provenienti dal mondo anglosassone e che pertanto non è facile dare un consiglio puntuale.

Tuttavia, al fine di fornire un'indicazione generale mi sono rivolto ad un amico, professore associato in un'autorevole università pubblica meridionale, docente in Corporate Governance e Fraud Accounting, il quale nell'ambito del programma di studi dedicato alle frodi contabili e alle manipolazione dei dati di bilancio, consiglia ai suoi studenti per l'anno accademico in corso, tra altri, il seguente volume:

Financial Shenanigans:
How to Detect Accounting 
Gimmicks & Fraud in Financial Reports
di Howard Schilit e Jeremy Perler 
McGraw-Hill
Third Edition, 2010




L'autore, Howard Schilit, ha fama di essere un vero e proprio pioniere nel campo della rilevazione delle truffe contabili che, anche negli Stati Uniti, hanno troppo spesso ingannato folle di ignari investitori.
Sembra che il testo sia molto apprezzato dagli studenti per la chiarezza espositiva, il linguaggio semplice e diretto ed il ricorso a parecchi esempi reali di frode.

L'edizione proposta agli studenti è una rivisitazione di scritti risalenti al 2002, arricchita da schemi di frode più attuali e frequenti, soprattutto legati alla gestione di aziende strutturate, quotate e di dimensione multinazionale.

Il manuale ha l'obiettivo di illustrare ad un potenziale investitore azionario come valutare o individuare passività latenti dovute a frode, fornendogli una panoramica di ogni possibile trucco contabile per manipolare le varie componenti del bilancio aziendale, con particolare enfasi alla manipolazione degli utili d'esercizio, dei flussi di cassa e dei ricavi.

L'autore dà un consiglio generale al piccolo azionista che non ha la possibilità di partecipare alla gestione aziendale.
Si tratta di mantenere un sano ed obiettivo scetticismo rivolto verso tutte le informazioni divulgate al mercato, soprattutto quelle legate alle condizioni economico-finanziarie dell'impresa.

Altro consiglio rivolto all'investitore riguarda la vigilanza, seppur basata su fonti pubbliche, sui settori esteri del gruppo aziendale. In particolare sui rapporti con i Paesi Emergenti meno equipaggiati di apparati istituzionalmente preposti alla vigilanza e al controllo.
Il messaggio che l'investitore deve assimilare è semplice. L'azienda potrebbe nascondere perdite nei Paesi in cui è più difficile effettuare controlli e quindi là dove la tentazione di truccare i conti è più forte.

L'autore però non nasconde un certo pessimismo riguardo al buon esito dell'eterna lotta contro gli illeciti societari, quando cita le parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme:

"Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c'è niente di nuovo sotto il sole
"

E' improbabile che si smetterà di pensare a soluzioni illecite.
E questo nonostante gli investitori siano diventati più esperti nell'esercitare un monitoraggio più consapevole.