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lunedì 11 febbraio 2019

Lettera aperta in tema di prevenzione della corruzione (di Ermelindo Lungaro)


Lettera aperta
di Ermelindo Lungaro (*)

Era da tempo che meditavo di scrivere alcune riflessioni sul tema della prevenzione della corruzione, e dopo aver appreso la notizia che il Presidente dell’ANAC Dott. Cantone ha presentato domanda al CSM di avere incarichi presso le Procure della Repubblica di Perugia, Torre Annunziata e Frosinone, mi sono deciso a farlo.
Il mio vuole essere nel suo piccolo un punto di vista tecnico, maturato come esperienza pratica sul campo, e come tale mi piacerebbe rimanga.

Dopo quasi 8 anni dall’entrata in vigore della legge 190/12 (cd legge Anticorruzione) e quasi 5 da quando la Presidenza dell’ANAC è stato affidata al Dott. Cantone, penso che è giusto far sentire la propria opinione prima di tutto da cittadino, specie quando i valori in campo sono così importanti e fondanti per il futuro del nostro paese come il contrasto ad un fenomeno complesso e connatturato all’essere umano come quello della corruzione.

Da diversi anni svolgo attività di ricerca/decenza per l’implementazione di Sistemi di prevenzione della corruzione e trasparenza presso le Pubbliche Amministrazione e quando ne ho avuto occasione ho scritto e detto che la legge Anticorruzione è ancora una legge giovane e che c’è ancora bisogno di tempo per poter raccogliere in modo sostanziale i suoi frutti.

Siamo di fronte, a mio modesto parere, ad una vera e propria rivoluzione, che ha bisogno che tutti gli attori coinvolti (politici, funzionari pubblici, cittadini, imprese, associazioni di categoria, laici e cattolici, ecc.) si assumano le loro responsabilità, nel rispetto delle loro competenze, e si facciano attivamente partecipi di questo cambiamento culturale che prima di tutto interessa i comportamenti quotidiani degli individui nel loro agire.

Pensate che anche il Santo Padre, Papa Francesco, pochi giorni fa ha modificato lo statuto del revisore generale dei conti per estendere i suoi poteri anche alla prevenzione della corruzione. Guardando a me, non posso negare che spesso mi sono trovato a gestire in aula diversi “mal di pancia” da parte dei funzionari pubblici, anche nei confronti dell’ANAC, che spesso si sentono isolati e non supportati dalla classe politica nel migliorare i processi amministrativi per evitare fenomeni di “maladministration”, essendo questo il reale obiettivo della legge.

Probabilmente questa notizia arriva in un particolare momento in cui sono combattuto da un dilemma etico: “mi capita durante le lezioni di incontrare persone sfiduciate e/o demotivate, che denunciano il loro isolamento e l'impotenza, a causa dell'assenza di committment politico e/o della dirigenza, di sentirsi in grado di poter contribuire ad un concreto cambiamento delle prassi operative/comportamentali all’interno delle loro organizzazioni. In queste situazioni cerco di accogliere i loro vissuti e di motivarli e/o di non fargli perdere la speranza in un cambiamento, ma poi mi interrogo, vedendo il contesto in cui mi trovo, e mi chiedo se invece li sto illudendo e sto generando in loro false aspettative.

A questo dilemma non ho trovato un risposta definitiva o meglio per ora persisto e vado avanti nel dare loro speranza ma con i piedi per terra, rappresentando loro i potenziali ostacoli operativi/organizzativi causati in alcuni casi dall’assenza di un concreto supporto strategico da parte dell’organo di indirizzo politico, orientato al breve termine per raccogliere il consenso”.

Questo produce un deficit di progettualità e di continuità d’azione, insomma sembra come diceva Tommasi di Lampedusa che tutto cambia perché nulla cambi. I manager pubblici non sono messi nelle condizioni di poter avere un periodo nell'arco del quale poter operare nell'interesse primario del paese senza interferenze e soprattutto in un arco tempo congruo per poter essere misurati sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.

La legge anticorruzione è sicuramente un’ottima legge ma per poter raccogliere i risultati occorre pazienza e sicuramente bisogna proseguire il percorso avviato dall’ANAC, staremo a vedere se così sarà a prescindere dalla permanenza o meno del suo attuale Presidente, che sicuramente ha gettato un ottimo seme ma sta a tutti noi continuare ad innaffiarlo ogni giorno!

Io personalmente sono molto grato a quello che ha fatto e mi auguro che rimanga alla guida dell’ANAC fino alle fine del suo mandato……… ma capisco anche la sua posizione.

La sfida è grande ma la posta in gioco è ancora più grande: “il futuro dei nostri figli”, e spero sinceramente che aldilà della scelta del Dott. Cantone, l’ANAC continui ad operare nel solco di quel cambio di rotta da parte della stessa tanto caldeggiato con il sostegno del Governo e ancora prima con il contributo di un dibattito concreto e costruttivo all’interno dell’opinione pubblica.

Sogno una cittadinanza maggiormente informata e formata su questi temi affinché possa indirizzare/giudicare le performance dei politici anche sulle strategie che essi adottano per mettere la figura del funzionario pubblico nelle condizioni per poter essere giudicato/premiato in funzione dell’efficienza dei processi amministrativi e della qualità dei servizi pubblici.

Per far questo forse si dovrebbe parlare di più di prevenzione della corruzione valorizzando i benefici che un serio contrasto di tale fenomeno portano alla società, partendo dalle scuole, dagli oratori e perché no dalle famose “giornate per la trasparenza” che sono organizzate annualmente dalle Pubbliche Amministrazioni per la cittadinanza affinché quando si lanciano annualmente le “famose consultazioni pubbliche” dei Piani Anticorruzione l’opinione pubblica possa realmente partecipare al processo della prevenzione della corruzione e come si suol dire fare sistema!

Milano, 11 febbraio 2019


(*) Ermelindo Lungaro è docente al Master Anticorruzione - Università Tor Vergata



lunedì 4 febbraio 2019

Valutazioni peritali di società per azioni (Milano, 15 febbraio 2019)



AIAF e AssoTAG
PRESENTANO

                                            
INCONTRI – DIBATTITI
“LE VALUTAZIONI PERITALI”


Valutazione economica 
della società 
Villa Serena S.p.a.

Il caso della perizia giurata di stima
finalizzata alla valutazione del
capitale economico 
della società Villa Serena S.p.A.

Milano, 15 febbraio 2019
Presso AIAF
Corso Magenta, 56
20123 Milano
ore 14.30 : 17.00



OBIETTIVI

La valutazione aziendale è questione di elevato impatto economico e sociale.
Le problematiche che attingono alla valutazione peritale, quali fondamentali documenti di riferimento o di avallo di effettivi scambi economici di compravendite aziendali, non possono essere relegate soltanto come questioni tecniche, ma devono anche sforzarsi di risultare comprensibili al pubblico degli interessati stakeholders rimanendo comunque tecnicamente ineccepibili dal punto di vista metodologico del procedimento di valutazione e della evidenziazione delle assunzioni di base sulle quali è fondato il procedimento valutativo.
In tale contesto peritale, appare utile contribuire ad un più ampio dibattito tecnico tra i diversi soggetti professionali coinvolti sia per l’interesse dei risparmiatori e investitori sia per i risvolti di interesse sociale quando si tratti di società pubbliche o possedute da enti pubblici o comunque di interesse pubblico. Appare utile e pratico procedere con un confronto dialettico tra professionisti con esperienze professionali multidisciplinari, analisti finanziari, analisti di aziende quotate, revisori contabili, fiscalisti e periti professionisti, alla luce di una comune lettura e discussione di casi concreti di perizie reputate interessanti. Una analisi critica e discussione che evidenzia il riconoscimento (o meno) della correttezza metodologica della perizia e può offrire indicazioni delle best practice utili da seguire.


PROGRAMMA

Ore 14.30 - Apertura Lavori
Modera : Dott. Alberto Borgia (Presidente AIAF - Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria)

Introduce: Ing. Alfonso Scarano (Presidente AssoTag - Associazione Italiana dei Periti e Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)



INTERVENGONO

Dott. Giorgio Brughera (Commercialista, Fiscalista)
Dott. Dario Colombo (Revisore Contabile)
Dott. Luca Comi (Analista Finanziario)
.. insieme ai partecipanti

Ore 17.00 – Conclusioni

NB: Il materiale oggetto di dibattito (tra cui anche la perizia giurata) verrà preventivamente inviato ai partecipanti iscritti all'incontro per consentire loro di intervenire e partecipare attivamente alla discussione. 
Bilanci e materiale informativo pubblico di Villa Serena Spa è comunque scaricabile nella sezione “amministrazione trasparente" del sito: Villa Serena S.p.A.

Partecipazione solo su conferma iscrizione da inviare a: info@aiaf.it



domenica 3 febbraio 2019

Frodi ed illeciti in azienda: strategie difensive tra giurisprudenza e strumenti investigativi (Convegno Milano-Bocconi, 12.4.19)



CONVEGNO
 AXERTA INVESTIGATION CONSULTING


Patologie aziendali

Frodi e illeciti in azienda: 
strategie difensive tra 
giurisprudenza e strumenti investigativi 


12 aprile 2019 
Università Bocconi 
Via Gobbi 5, Milano 



In collaborazione con:
Università Bocconi (Milano)
A.I.D.P. - Associazione Italiana per la Direzione del Personale
A.I.P.S.A. - Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale


PROGRAMMA 

Moderatore: Dott. Meo Ponte (Giornalista, collaboratore di “Repubblica" e “Corriere della Sera")

Ore 9.15 - Accreditamento e welcome coffee

Ore 10.00 - Saluti di benvenuto e apertura lavori:  
Gen. C.A. CC. Michele Franzè (Presidente di Axerta S.p.A. Investigation Consulting) 
Prof. Gianmario Verona (Magnifico Rettore Università Bocconi)
Gen. C.A. Gaetano Maruccia (Comandante Interregionale CC. di Milano) 
Dott. Renato Saccone (Prefetto di Milano) “I controlli a difesa del patrimonio aziendale: opportunità e prerogative di legge per il datore di lavoro”

INTERVENTI

La gestione del rischio di security in azienda: un approccio multidimensionale
Dott. Andrea Chittaro (Presidente AIPSA - Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale)

I controlli a difesa del patrimonio aziendale: opportunità e prerogative di legge per il datore di lavoro
Avv. Paola Rubini (Studio Legale Ghedini Longo, Esperta di diritto penale d’impresa)

Il whistleblowing in Italia. Dal diritto di critica alla sistemazione normativa: procedure aziendali, protezioni e modelli organizzativi
Avv. Marco Sideri (Studio Legale Toffoletto De Luca Tamajo e Soci)

Il contributo delle discipline manageriali e degli approcci di Forensic Accounting alla mitigazione del rischio di frodi aziendali
Prof. Nicola Pecchiari (Docente Dipartimento di Accounting, Università Bocconi)

Esperienza giurisprudenziale sugli illeciti nel mondo del lavoro
Dott. Fabio Massimo Gallo (Giudice del lavoro e Presidente Vicario della Corte di Appello di Roma)

Seguirà una tavola rotonda (Question time - 30min)

Ore 13.00 - Saluto finale e conclusioni
Dott.ssa Isabella Covili Faggioli (Presidente nazionale A.I.D.P. - Associazione Italiana per la Direzione del Personale)

light lunch


Per iscriversi all'evento e per informazioni: 
Segreteria eventi Axerta (marketing@axerta.it - tel. 02 21119023, www.axerta.it/events.html#ktitoloevents)

Convegno accreditato dall'Ordine degli Avvocati di Milano
Pagina Linkedin: cliccare QUI
Programma: www.axerta.it/editorcms/programma_patologie_aziendali.pdf





sabato 19 gennaio 2019

Pecunia non olet: presentazione del libro inchiesta di Alessandro Da Rold


Il giornalista Alessandro Da Rold racconta nel suo ultimo libro inchiesta Pecunia non olet la storia della mafia che non uccide, ma vende armi. 
Elicotteri, mitragliatrici, bombe, fregate militari: un arsenale ricchissimo e pronto all’uso là dove le guerre causano morti e arricchiscono i portafogli di speculatori e dittatori. 

L'autore presenta il suo libro alla Feltrinelli di Piazza Duomo a Milano, lunedì 21 gennaio 2019 alle 18.30


All'incontro interverranno anche il Magistrato Alfredo Robledo e il giornalista Peter Gomez.

La storia raccontata da Da Rold è incredibile perché fa vedere come l’illegalità criminale possa trasformarsi in una pratica normale e ripetuta, al punto che un latitante come Vito Palazzolo, "uno dei soggetti più pericolosi della comunità criminale internazionale", ricercato già da Giovanni Falcone e finalmente arrestato nel 2012, riesce a entrare nei salotti buoni del commercio internazionale e fare affari con Finmeccanica, Agusta e vari governi, incluso il Sudafrica di Nelson Mandela.

A dire di no sono pochi: alcuni valorosi magistrati del Sud, di Napoli e Palermo, cui si affiancheranno quelli del Nord, di Busto Arsizio e di Milano. Dice di no, pagandone il prezzo, anche Francescomaria Tuccillo, avvocato e manager napoletano, direttore di Finmeccanica per l’Africa subsahariana. Nonostante il vento spiri a favore di chi agisce nell’illecito, alla fine la verità vincerà.

La partita è enorme: in gioco c’è il destino del colosso della difesa, attraversato da scandali e arresti e da un intrico di poteri, in cui si mescolano politica, servizi segreti, mafia, massoneria, criminalità organizzata, che ha compromesso la competitività dell’industria italiana e messo in gioco il futuro economico del nostro paese, la sua capacità di creare lavoro e il suo ruolo sullo scacchiere internazionale.



domenica 16 dicembre 2018

Le frodi carosello: quando è l'IVA ad essere evasa

Hervé Falciani, nel libro "La cassaforte degli evasori", racconta il legame esistente tra "segreto bancario" e "segreto professionale", quando il nascondere informazioni ha come fine l'evasione fiscale.


Nei paesi cosiddetti off-shore, il "segreto bancario" assicura l'anonimato delle transazioni finanziarie, mentre il "segreto professionale" impedisce di sapere la reale natura della controparte commerciale. In altre parole, in quei Paesi non sempre è possibile determinare se la controparte è una "società scudo", una "cartiera" oppure un'impresa con una vera attività economica.
Il terreno diviene più scivoloso se la prestazione richiesta è una consulenza, frutto di un'attività intellettuale difficilmente quantificabile e che pertanto può rivelarsi anche fittizia.
Il problema principale è stabilire se un determinato pagamento abbia una giustificazione sottostante e in quale misura questo pagamento sia da sottoporre a tassazione.

L'Imposta sul Valore Aggiunto, in particolare, rappresenta la principale fonte tributaria degli Stati e le tecniche più utilizzate per evaderla prevedono forme di triangolazione economica tra diversi Paesi.
Chi architetta questo tipo di frode, batte la concorrenza vendendo ad un prezzo minore un determinato prodotto in un determinato Stato, grazie al mancato pagamento dell'IVA al Paese che dovrebbe incassarla.
Ma vediamo come funziona lo schema, ben descritto da Falciani nel suo libro.

La società A con sede in Italia produce un oggetto e lo vende alla società B, in Francia, ad un prezzo di 100 euro, senza applicazione dell'IVA.
La società B rivende lo stesso bene ad un'altra società francese C ad un prezzo di 120 euro, applicando l'IVA al 20%.
La società B, che incassa 20 euro di IVA da C, dovrebbe versare l'imposta allo Stato francese, ma non lo fa (perché fallirà).
Mentre la società C chiede e ottiene dallo Stato il rimborso IVA di 20 euro che ha pagato a B.
Se B e C sono riconducibili allo stesso soggetto economico, cioè l'architetto della truffa, a livello consolidato hanno speso 100 euro per acquistare il bene dalla società italiana A e hanno ricevuto un rimborso dallo Stato francese di 20 euro.
Di fatto, quindi, è come se avessero pagato il bene 80 euro.
A questo punto C può rivendere alla società tedesca D, lo stesso bene a 95 euro, alterando in tal modo la concorrenza sui mercati europei.
Una volta chiusa una serie di transazioni come quella appena descritta, la società C, come la società B, falliranno e il meccanismo si ripeterà con le stesse modalità in altri Paesi con altri beni e società appositamente costituite.

Queste frodi IVA sono dette, appunto, "carosello" perché prevedono rapidi cicli di attività illecite che creano i presupposti per incassare l'IVA senza versarla.
Le società cosiddette "cartiera", cioè produttrici di ordini e fatture senza che sviluppino vere e proprie attività reali, sono high frequency creations, in quanto vengono create in pochi giorni e una volta finalizzata la truffa vengono fatte sparire, anche grazie a professionisti compiacenti.


giovedì 6 dicembre 2018

Frodi amministrativo-contabili: una realtà sempre più diffusa

il fatto

In un’importante società chimica il responsabile amministrazione e contabilità ha
sottratto 3 milioni di euro in pochi anni. 
Lo ha potuto fare grazie all’accesso non autorizzato ai servizi bancari online che gli hanno permesso di effettuare dapprima alcuni pagamenti di importo ridotto, pari a 20.000 euro, poi aumentati gradualmente sino a raggiungere 80.000 euro al mese. 
La frode è stata nascosta falsificando le riconciliazioni bancarie verificate da lui stesso e nascondendo gli importi nelle voci contabili scarsamente controllate dai revisori dei conti. 
Alla fine la frode è stata scoperta per un controllo casuale degli estratti conto bancari scaricati online. 

Ebbene, sembrerebbe che questo racconto sia da classificare come "fantasioso", al di fuori della realtà, ma non è così. Vediamo il perché.
Ricorrendo ai pilastri della triangle theory si potrebbe sostenere che chi ha effettuato l'atto fraudolento:
a) abbia avuto pressioni famigliari – il responsabile della contabilità era pressato da ingenti debiti legati alla separazione dalla moglie e da scelte d'investimento sbagliate;
b) si sia lasciato trascinare in un'escalation senza logica – la frode è incominciata sottraendo 20.000 euro al mese fino ad arrivare a 80.000 euro al mese;
c) lo stesso contesto sociale ha facilitato l'escalation – è scrollato il mercato delle materie prime nel quale il responsabile amministrativo-contabile aveva investito buona parte del suo patrimonio.




Ma come fare a prevenire questo tipo di frodi?
Innanzitutto, limitando i punti deboli nel sistema del controllo interno.

Infatti, nonostante esistessero policy di autorizzazione e riconciliazione bancaria, queste erano del tutto inapplicate.
I codici di autenticazione elettronica utilizzati per effettuare i pagamenti online venivano conservati in un cassetto della scrivania, liberamente accessibile. Addirittura una delle password di accesso era riportata in un file word salvato nella rete aziendale.
Inizialmente i pagamenti irregolari erano di importo molto basso, solo per verificare che nessuno si occupasse dei controlli e intercettasse tali flussi irregolari.
Il responsabile della contabilità, inoltre, ha incaricato se stesso di effettuare le riconciliazioni bancarie ritenendo questa procedura inutile e antieconomica per l'azienda.
Peraltro le riconciliazioni venivano effettuate in maniera superficiale e non formalizzata.

In secondo luogo non esistevano procedure automatiche finalizzate ad individuare indicatori di anomalia. I controlli budgetari erano scarsi e i forecast non erano monitorati attentamente da parte di una struttura a ciò preposta.

In terzo luogo non esisteva un piano di risposta alla frode ed erano assenti i canali per la denuncia anonima delle frodi da parte del personale (il cd. "whistleblowing").

Ma il fattore che ha favorito la frode, si deve certamente ricercare nella qualità dell'ambiente aziendale.
Infatti il livello di attenzione sulle tematiche anti-frode era, in generale, molto basso.
Non venivano organizzati corsi di formazione che sottolineassero l’importanza dei controlli e della vigilanze sui più importanti processi aziendali.
La struttura aziendale non era stata adeguatamente responsabilizzata sui rischi di frode interna e si tolleravano atteggiamenti scorretti da parte dei lavoratori.

Ma come potuta essere individuatala frode?
La frode poteva essere intercettata già a partire dal primo mese utilizzando strumenti e metodologie diverse. In ordine sparso:
  • grazie alle verifiche sulla corretta tenuta delle credenziali di accesso ai conti correnti online e sullo loro modalità di utilizzo; 
  • attraverso una seconda verifica a campione delle riconciliazioni bancarie, da parte di un'altra area aziendale (ad esempio dall'ufficio tesoreria);
  • grazie all'introduzione di un semplice programma routinario che avrebbe confrontato i pagamenti con tutta un'altra serie di dati (n. fattura, consegna della prestazione o del bene fornito, identità del fornitore, motivazione/autorizzazione del pagamento eccetera) al fine di fare emergere le incongruenze da investigare;
  • grazie alla suddivisione su due o più strutture dei controlli sui bonifici effettuati;
  • eccetera...

domenica 4 novembre 2018

Il futuro della cybersecurity in Italia: ambiti progettuali strategici

Il Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), con il supporto del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, nel 2015 ha realizzato la prima edizione del "Libro Bianco" sulla cybersecurity per analizzare le principali sfide che il nostro Paese avrebbe dovuto affrontare nei cinque anni successivi. 


A distanza di tre anni, lo scorso 9 ottobre 2018, è stata diffusa la versione aggiornata del volume, comprendete le più recenti azioni che la comunità nazionale della ricerca in tema di sicurezza e contrasto al crimine informatico ritiene essenziali a complemento di quanto contenuto nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017 (a firma di Paolo Gentiloni) "Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionali".

Come indicato nell'introduzione del Libro Bianco, la lettura non richiede particolari conoscenze tecniche; il testo, intatti, è fruibile da chiunque utilizzi strumenti informatici o navighi in rete. 
I temi trattati riguardano molteplici aspetti della cybersecurity, che vanno dalla definizione di infrastrutture e centri necessari a organizzare la difesa, alle azioni e alle tecnologie da sviluppare per essere protetti al meglio, dall’individuazione delle principali tecnologie da difendere, alla proposta di un insieme di azioni per la formazione, la sensibilizzazione e la gestione dei rischi. 

Lo studio del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity è inoltre accompagnato da una serie di raccomandazioni agli organi tecnico-politici preposti per affrontare al meglio la sfida della trasformazione digitale italiana. 
Naturalmente tali raccomandazioni non possono intendersi esaustive, ma vanno a toccare i punti essenziali per un corretto sviluppo di una strategia della sicurezza cibernetica a livello nazionale. 

Il Libro Bianco sulla cybersecurity è scaricabile nella versione italiana cliccando QUI e nella versione inglese cliccando QUI.


lunedì 24 settembre 2018

I sistemi di prevenzione della corruzione ISO 37001:2016 nella PA


evento on-line

I sistemi di prevenzione della corruzione 
ISO 37001:2016 
nella pubblica amministrazione

martedì 9 ottobre 2018
11:00  -  13:00



La Rete dei Comuni organizza un "webinar" nell'ambito del progetto DigiPro, finanziato con fondi del Pon-Governance 2014-2020. 

Nel corso dell’incontro verranno approfondite le sinergie del sistema di gestione ISO 37001 con i Piani Anticorruzione.

ISO ha recentemente pubblicato uno specifico standard in materia di prevenzione della corruzione. Si tratta della norma UNI ISO 37001 pensata per aiutare le organizzazioni pubbliche e private di qualsiasi dimensione a prevenire il compimento di atti corruttivi, specifica le misure e i controlli che un’organizzazione è chiamata ad adottare per prevenire la corruzione.
Tale norma potrà essere utilizzata dagli Enti Pubblici come asset su cui puntare in vista de prossimo aggiornamento dei Piani Triennali di Prevenzione della corruzione.

Docente: Ermelindo Lungaro (esperto di legalità di Anci Lombardia).

Per iscriversi all'evento cliccare QUI




lunedì 10 settembre 2018

Seminario di CT, periti e magistrati in materia di reati societari e fallimentari




Seminario
di consulenti tecnici, periti e magistrati 
in materia di reati societari 
e fallimentari


Metodi di analisi e attività del consulente tecnico 
nelle indagini e nei processi per reati dibancarotta 

SAN SERVOLO
Venezia 28-30 settembre 2018



Programma

VENERDÌ 28 SETTEMBRE 1° SESSIONE
- h 14,30 – 18,30 - 
Inquadramento del contesto e primo esame dei bilanci 

SABATO 29 SETTEMBRE 2° SESSIONE 
- h 9,00 – 18,00 - 
Acquisizioni documentali e approfondimenti analitici con riferimento alle principali tipologie di condotte delittuose 

DOMENICA 30 SETTEMBRE 3° SESSIONE 
- h 9,00 – 13,00 - 
Il Consulente Tecnico del PM nel dibattimento. Illustrazione e discussione di casi concreti dalla fase delle indagini al processo.


L’incontro si svolgerà in forma seminariale articolato in sessioni introdotte e coordinate da magistrati e professionisti esperti nel settore del diritto penale dell’economia e sarà limitato a 80 partecipanti

Per ulteriori informazioni ed iscrizione: www.cespec.eu, sezione EVENTI 

Coordinamento scientifico: 
Donata Costa, Procura della Repubblica di Milano, 
Roberto Fontana, Procura della Repubblica di Milano, 
Walter Mapelli, Procura della Repubblica di Bergamo, 
Giorgio Orano, Procura della Repubblica di Roma,
Fabio Regolo, Procura di Catania.



giovedì 6 settembre 2018

Whistleblowing: i dipendenti non possono improvvisarsi investigatori privati

di Grace Betti*



La Suprema Corte di Cassazione, con Sentenza n. 35792/2018 ha analizzato per la prima volta la disciplina prevista dall’art. 54 bis del D. Lgs. 165/2001, introdotto dall’art. 1 co. 51 D. Lgs. 190/2012 nel testo aggiornato dall’art. 1 della l. 179/2017, tutelante il soggetto che, legato da un rapporto pubblicistico con l’amministrazione, rappresenti fatti antigiuridici appresi nell’esercizio del pubblico ufficio o servizio.

Nel caso concreto, il dipendente pubblico avrebbe illecitamente effettuato l’accesso al sistema informatico utilizzando le credenziali di un altro dipendente e quindi avrebbe creato (ed immediatamente eliminato), un falso documento di fine rapporto a nome di una persona che non aveva mai prestato servizio presso l’amministrazione.
Questo, con il fine ultimo di dimostrare la vulnerabilità del sistema.

Il dipendente pubblico deduceva la sussistenza della causa di giustificazione ai sensi degli artt. 54 e 54 bis del D. Lgs. 165/2001 secondo i quali, sulla base del vincolo di fedeltà che lega il dipendente all’amministrazione, sul ricorrente gravava l’obbligo di segnalazione di condotte illecite di cui fosse venuto a conoscenza nell’esercizio del servizio.

La Corte di Cassazione, riprendendo l’art. 54 bis ha quindi chiarito la duplice ratio di tale norma, ossia:
  • delineare uno status giuslavoristico in favore del soggetto che segnala illeciti; 
  • favorire l’emersione, dall’interno delle organizzazioni pubbliche, di fatti illeciti, promuovendo forme più incisive di contrasto alla corruzione. 
Inoltre, la Corte ha chiarito che tale normativa non fonda alcun obbligo di attiva acquisizione di informazioni, autorizzando improprie attività investigative, in violazione dei limiti posti dalla legge. Sono applicati pertanto i medesimi principi che giustificano la condotta dell’agente provocatore.

Tale condotta, infatti, non si deve inserire con rilevanza causale nell’iter criminis ma deve intervenire in modo indiretto e marginale concretizzandosi prevalentemente in un’attività di osservazione, di controllo e di contenimento delle azioni illecite altrui.


Sulla base delle motivazioni della Corte, ai dipendenti non è richiesto di porre in essere una condotta attiva o di improvvisarsi investigatori compiendo atti illeciti con il fine di ricercare/dimostrare elementi funzionale alla segnalazione di potenziali illeciti, ma esclusivamente di riportare condotte di cui si è venuti a conoscenza nell’esercizio del servizio.

Tuttavia, per il dipendente pubblico è scattata la non punibilità ai sensi dell’art. 131 bis c.p.: esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.


* Grace Betti è Forensic Accountant presso Axerta Investigation Consulting