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martedì 13 agosto 2013

Le frodi "long-firm"

Le frodi "long-firm" sono classificate tra quelle più antiche. Già oggetto di studio nelle facoltà di criminologia economica negli anni '70, sono oggi ancora in voga soprattutto nel settore commerciale.

La forma più tipica è anche la più diffusa e consiste in una truffa perpetrata ai danni del fornitore.

Colui che intende compiere la frode è solitamente un operatore non conosciuto sulla piazza in cui agisce.
L'azione illecita inizia con alcuni ordini di ridotte quantità di merce di facile assorbimento dal mercato (ne sono un esempio i tablet, gli smartphone o i PC portatili).
A fronte di questi ordini sono disposti pagamenti immediati e puntuali.

In questo modo il fornitore incrementa progressivamente il suo livello di fiducia verso il nuovo cliente.
Così il cliente-criminale, forte della fiducia ottenuta, aumenta gradualmente le quantità ordinate ma inizia a richiedere dilazioni di pagamento, dapprima contenute entro il breve periodo di qualche giorno e successivamente, nella fase matura dell'azione criminale, per la durata di un mese e più.

Il volume degli ordini dunque cresce in proporzione alla fiducia riconosciuta dal fornitore, più disponibile a concedere credito al cliente in quanto i pagamenti, seppur dilazionati, sono regolari.

Dopo pochi mesi, quando il truffatore ritiene di aver raggiunto il livello massimo di credito ottenibile, vende  le merci a prezzi scontati incassando, se possibile, denaro contante e scompare senza lasciare tracce e senza pagare le fatture del fornitore.
Fatture, questa volta, di valore molto elevato emesse a fronte di forniture importanti.

Di norma, queste frodi sono pianificate con cura ed organizzate attraverso la creazione di siti internet e la costituzione di società ad-hoc.
L'impatto economico della frode aumenta quando il cliente-criminale si trova in località lontane dalla sede del fornitore e sono rare le occasioni di incontro e di scambio di informazioni più dettagliate.