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domenica 19 aprile 2020

Credit Rating al test del Coronavirus (videoconferenza 24.4.2020, ore 18.00)



AssoTAG 
(Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)

in collaborazione con
The Fin Lantern Research

organizzano una videoconferenza dal titolo

Credit Rating 
al test del coronavirus 
La sostenibilità dei Credit Rating ed i Rating ESG 

venerdì 24 aprile 2020, ore 18.00 

L'invito alla videoconferenza verrà reso disponibile con un post
sul gruppo Whatsapp: "#CreditRatingTest"
raggiungibile al link: https://bit.ly/2RtPSB8 
L'accesso alla videoconferenza è limitato a 100 ospiti




Obiettivi 
L’analisi del merito creditizio e la quantificazione del rating, arrivano ad una prova cruciale per la loro esistenza per l’impatto del Covid-19 sull'economia globale. 
Tutte le filiere industriali e del terziario vengono in vario modo sconvolte, con impressionanti impatti sulla ricchezza mondiale. 
 Il rating emesso dalle agenzie è stato in passato il troppo facile disimpegno degli investitori rispetto ad una puntale analisi degli assets e della loro minuta composizione. 
Pare che questo mondo del rating cambierà, come? 


Programma
Ore 18.00 - Apertura Lavori

Modera
Alfonso Scarano, Analista Finanziario Indipendente e Presidente AssoTAG

Discutono in videoconferenza
Giulio Sapelli, Economista
Marco Valli, ex EuroParlamentare (Commissione ECON - Affari Economici e Monetari)
Enrico D’Elia, Economista
Salvatore Gaziano, Consulente finanziario
Matteo Bosco, Consulente finanziario 
Luca Testoni, Direttore ETicaNews
Andrea Casadei, Consulente Aziendale
Daniela Carosio, Analista ESG

Ore 19.00 – Conclusioni



Modalità di accesso alla videoconferenza
Il sistema di video conferenza scelto è zoom, fruibile da cellulare con l'applicazione scaricabile all'indirizzo: https://bit.ly/2UHxlSU
e da pc accedendo al sito web: www.zoom.com

L'invito alle videoconferenze avverrà partecipando al gruppo Whatsapp: "CreditRatingTest”, raggiungibile al link: https://bit.ly/2RtPSB8, sul quale, il giorno della conferenza, verrà postato il link di accesso alla sala virtuale del dibattito.

Il sistema di video conferenza scelto è zoom, fruibile:
  • da cellulare con l'applicazione scaricabile all'indirizzo: https://bit.ly/2UHxlSU
  • da pc accedendo al sito web: www.zoom.com, in alto a destra andare su bottone "join a meeting", che chiede il codice numerico della riunione, composto dalle ultime cifre numeriche che appaiono in link all'indirizzo della videoconferenza, e di seguito procedere:
    • cliccare "join",
    • cliccare "apri zoom meeting",
    • cliccare "join with computer audio".


AssoTAG è l'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria”. L'Associazione si rivolge ai Consulenti Tecnici, ai Periti e agli Ausiliari nominati da Procure della Repubblica, Tribunali e Polizia Giudiziaria per lo svolgimento di analisi tecniche inerenti le discipline a contenuto economico-finanziario.

The Fin Lantern Research è una rete internazionale con un database di oltre 120.000 professionisti della finanza (analisti finanziari, economisti, gestori di portafoglio, consulenti di finanza aziendale, commercianti eccetera) provenienti da tutto il mondo. La rete mira a supportare le attività dei suoi membri e ad aumentare la loro visibilità nella comunità finanziaria internazionale.




giovedì 16 aprile 2020

Elementi di Antiriciclaggio “ad usum delphini" (videoconferenza, 16.4.2020)

Il riciclaggio di denaro è quell'insieme di operazioni mirate
a dare una parvenza lecita a capitali 
la cui provenienza è in realtà illecita,
rendendone così più difficile l'identificazione
e il successivo eventuale recupero

VIDEOCONFERENZA
ORGANIZZATA DA 
AssoTAG
(Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)


ELEMENTI DI ANTIRICICLAGGIO “AD USUM DELPHINI" 
giovedì 16 aprile 2020, ore 16.00 - 17.30 

L'invito alla videoconferenza e il link di accesso alla sala virtuale del dibattito
verrà reso disponibile la mattina del giorno del seminario 
con un “post” sul gruppo Whatsapp: "AssotagAntiRiciclaggio" 
gruppo raggiungibile al link: https://bit.ly/2JF6xxu 

L'accesso alla videoconferenza è limitato ai primi 100 ospiti



Ore 16.00 - Apertura Lavori

Elementi di Antiriciclaggio “ad usum delphini", Lectio Magistralis
Gen. B. Giuseppe Mainolfi - Comandante della Guardia di Finanza della Regione Veneto

Ore 17.15 – Conclusioni


Obiettivi – ciclo seminari
Il riciclaggio di denaro è quell'insieme di operazioni mirate a dare una parvenza lecita a capitali la cui provenienza è in realtà illecita, rendendone così più difficile l'identificazione e il successivo eventuale recupero. In questo senso è d'uso comune la locuzione di riciclaggio di denaro sporco."... “Il decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 è una norma della Repubblica Italiana finalizzata a prevenire e reprimere il riciclaggio di denaro, beni o altre utilità, emanata in attuazione delle direttive dell'Unione Europea 2005/60/CE e 2006/70/CE, a scopi di prevenzione di terrorismo.Il reato è previsto dall'articolo 648 bis del Codice penale italiano; banche, intermediari finanziari, assicurazioni e varie categorie di professionisti sono obbligati al rispetto di specifiche disposizioni per prevenire e identificare fenomeni di riciclaggio secondo quanto previsto dal decreto.” (fonti wiki)

Il fenomeno del riciclaggio è di grande impatto economico e sociale e tende a inquinare il normale processo competitivo del mercato, introducendo distorsioni che si rifletto pesantemente nella compagine sociale.

Il terzo incontro presenta un seminario coordinato da Giovanni Mainolfi, Gen. B. G.d.F., Com.te Regione Veneto, intitolato “Elementi di antiriciclaggio ad usum delphini", Lectio Magistralis, destinato agli onorevoli e senatori eletti per offrire loro elementi di riflessione per le opportune modifiche legislative e organizzative per un più efficace contrasto alla criminalità organizzata.
L'esposizione avviene nell'innovativo format della videoconferenza partecipata.


AssoTAG: Comitato scientifico
Alfonso Scarano, Presidente ASSOTAG;
Giacomo Di Gennaro, Criminologo, Professore Università di Napoli Federico II;
Giovanni Mainolfi, Gen. B. G.d.F.,  Comandante Regione Veneto; 
Giovanni Conzo, Procuratore Aggiunto della Repubblica della Repubblica di Benevento; 
Biagio Riccio, Avvocato


Indicazioni tecniche per l'accesso alla videoconferenza:
Il sistema di video conferenza scelto è zoom, fruibile da cellulare con l'applicazione scaricabile all'indirizzo: https://bit.ly/2UHxlSU e da PC accedendo al sito web: www.zoom.com 
Operativamente: da PC andare all'indirizzo www.zoom.com, e in alto a destra andare su "join a meeting". Il sistema chiede il numero della riunione che si ricava dall'indirizzo della videoconferenza postato sul gruppo Whatsapp
Poi, cliccare " join"
Poi cliccare " apri zoom meeting"
Poi cliccare "join with computer audio"

Seminario organizzato in collaborazione con Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari)
AssoTAG “Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria”. L'Associazione si rivolge ai Consulenti Tecnici, ai Periti e agli Ausiliari nominati da Procure della Repubblica, Tribunali e Polizia Giudiziaria per lo svolgimento di analisi tecniche inerenti le discipline a contenuto economico-finanziario.


martedì 7 aprile 2020

Il contrasto all'illegalità è una questione di convenienza

Articolo pubblicato sul n. 133 di MAG (il magazine di Legalcommunity.it) del 13 gennaio 2020, nella rubrica "Obiettivo legalità"



  • Delibera n. 1064 del 13 novembre 2019, in approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 2019-2021;
  • D.Lgs. n. 125 del 4 ottobre 2019, in attuazione alla V Direttiva UE Antiriciclaggio;
  • Legge n. 3 del 9 gennaio 2019, cd. Spazzacorrotti;
  • Legge n. 179 del 30 novembre 2017, cd. Whistleblowing.
Sono solo alcune delle ultime iniziative introdotte nel nostro sistema normativo allo scopo di ridurre le diseconomie che il nostro Paese paga per la diffusa percezione di elevati livelli di corruzione e di riciclaggio di denaro.


Sono i principali organismi nazionali e internazionali a metterci in guardia dal non sottovalutare questi indicatori che condizionano i giudizi di affidabilità complessiva del Paese, con riflessi sulla capacità dell’Italia di attrarre capitali.

È da qualche anno che la UIF (Unità d’Informazione Finanziaria) richiama e sottolinea il legame tra corruzione e riciclaggio, evidenziando la pericolosità sociale di tali fenomeni e la loro capacità di determinare gravissime distorsioni nell'economia legale.

La buona notizia è che (anche se con tempi talvolta anacronistici) il legislatore e le autorità antiriciclaggio e anticorruzione sono impegnate a realizzare un quadro normativo volto a scoraggiare l’attività illecita e favorire l’azione di prevenzione e contrasto di reati corruttivi e di riciclaggio.

Ad oggi possiamo constatare che le aziende più strutturate sono state sensibilizzate sull'importanza di introdurre, come deterrente, modelli organizzativi che pongano l’accento sulla prevenzione di reati corruttivi o di misure obbligatorie per circostanziare ed eventualmente segnalare possibili operazioni sospette (riciclaggio).

Pertanto, la nuova frontiera è promuovere un’azione di contrasto dell’illegalità alimentata dalla collaborazione di tutti i soggetti dell’impresa (stakeholder inclusi) supportata dalla consapevolezza che da un fenomeno corruttivo può derivare un danno economico e reputazionale devastante per la prosperità della stessa.

Un quadro normativo affidabile e aggiornato è un buon deterrente, ma l’introduzione di presidi aziendali interni, come un buon sistema di incentivi finanziari (e non) supportato da una formazione efficace erogata da personale esperto (e non online perché obbligatoria) sono investimenti aziendali che possono concretizzarsi in un cospicuo risparmio.

L’efficacia di questa modalità è stata sperimentata da un’azienda di laterizi del centro Italia, con sedi distaccate su tutto il territorio. Sino al 2017, la proprietà raccontava di aver sempre avuto la percezione di “piccole ruberie” di materiale, senza tuttavia, eseguire alcun controllo o richiamo al personale perché credevano che quegli “sfridi” facessero “parte del loro business”. L’allarme e preoccupazione è arrivata quando sono venuti a conoscenza che quegli illeciti stavano superando una “soglia” per loro sopportabile. A distanza di due anni, una formazione mirata a tutti i livelli aziendali coerente al contesto di riferimento ed un chiaro sistema di incentivi e premi ottenuti al raggiungimento di obiettivi definiti ad inizio anno stanno garantendo alla proprietà un risparmio superiore alla “soglia percepita” (in termini di maggior materiale in magazzino) e ai lavoratori un Natale più sereno con una tredicesima “lecita” più sostanziosa!!!

Concludendo, quando i vertici aziendali si incontrano per decidere come suddividere il budget tra i vari dipartimenti (sulla base degli obiettivi del business plan da raggiungere), c’è sempre poco spazio per attività preventive. È in quel momento che il management dovrebbe tenere a mente che… le “cose brutte”, non capitano sempre agli altri!

Forensic accountant



lunedì 17 febbraio 2020

Animus nocendi: la concorrenza sleale nel mercato del lavoro

di
Alessio del Negro*


Employees come first” diceva il magnate britannico Richard Branson. Il dipendente prima di tutto. Perché tale figura non si limita ad essere un ingranaggio nell'immensa struttura aziendale, bensì ne costituisce il motore, strumento indispensabile affinché la società in cui lavora possa correre e competere nell'agonistico mondo del business.

Difatti, il mercato del lavoro non si limita ad osservare i principi base della classica legge economica della domanda e dell’offerta, per i quali impera la necessità di trovare risposta ad un primario bisogno occupazionale, ma si estende a tutti gli attori che già sottostanno a tale legge e che sono mossi da aspirazione, ambizione, voglia di cambiamento.

Tuttavia, il passaggio di un dipendente da una società ad un’altra può avere un impatto molto più ampio di quanto si pensi. Se è vero infatti che il lavoratore è un valore aggiunto per l’impresa, è altrettanto vero che anche quest’ultima fornisce strumenti, conoscenze, contatti ed esperienze che non possono essere scisse dal dipendente stesso nel momento di interruzione del rapporto di lavoro, rendendolo una figura difficilmente sostituibile e potenzialmente pericolosa per il business aziendale. Soprattutto se è un’azienda concorrente ad accogliere il lavoratore.

L’ultimo decennio ha registrato un costante aumento di dipendenti trasferitisi da una realtà professionale ad un’altra concorrente ed è un fenomeno che si è diffuso soprattutto tra imprese multinazionali, studi legali e società di consulenza.

Ma qual è il confine tra semplice legge del mercato ed uno storno di dipendenti finalizzato a sottrarre know-how strategico? Cosa è possibile fare nell'eventualità che tale uscita di lavoratori sia guidata da un animus nocendi, ovvero dalla possibile sottrazione di risorse aziendali chiave a scopo di danneggiare una sana concorrenza e quindi rientrante nella fattispecie di reato di concorrenza sleale (ex art. 2598, co. 1 n. 3, c.c.)? 


L’investigazione forense, se utilizzata tempestivamente, può diventare un ottimo strumento di tutela per l’azienda, in quanto garantisce una raccolta di elementi di prova da utilizzare, ad esempio, nell'ambito di una fattispecie di storno di dipendenti (tale da integrare un atto di concorrenza sleale) ai danni di un’organizzazione aziendale o di uno studio legale, attraverso differenti (ma coesistenti) modalità di approccio:
  • indagine informativa sulla società, sullo studio professionale o sulle persone fisiche di cui si sospetta un comportamento irregolare;
  • attività di osservazione dinamica al fine di ottenere informazioni sulle persone fisiche e/o giuridiche potenzialmente coinvolte in tale fattispecie;
  • ove ci fossero le condizioni giuridiche, acquisizione della copia forense dei dati informatici presenti sui dispositivi aziendali (PC, laptop, smartphone) e sulle caselle di posta in uso all'ex dipendente infedele, nonché eventuali server di rete aziendali;
  • attività di indagine dei contenuti e delle risultanze di tale acquisizione, al fine di individuare potenziali fonti di prova (documenti, scambi di email, immagini fotografiche eccetera);
  • attività di analisi degli accessi informatici e delle operazioni svolte sui dispositivi digitali, al fine di comprovare un eventuale utilizzo irregolare degli strumenti aziendali (accessi anomali ai dispositivi informatici, trasferimento di documenti su hardware esterni eccetera). 
Infine, è importante sottolineare che l’attività del forensic accountant, in ipotesi di concorrenza sleale, può fornire un importante contributo nella ricostruzione del fatto e nella determinazione del danno economico subìto dall'azienda, utile ai fini dell’ottenimento di un adeguato risarcimento.

* Fraud auditor & Forensic accountant presso AXERTA S.p.A.




La sfida del controllo sostenibile ed efficace - Il ruolo strategico della Compliance

di
Ermelindo Lungaro
Corrado Papa


L'esigenza di un controllo di 2° e 3° livello snello ed integrato è ormai un'esigenza imprescindibile (tante sono le riflessioni che si stanno sviluppando di recente al riguardo); la leva strategica della sua adeguatezza, efficacia ed economicità non è nella logica di gerarchia - come a volte tradizionalmente si pensa - del controllo (1°, 2° e 3° livello), ma nella consapevolezza del controllo indipendente quale sistema che presidi la definizione di un adeguato assetto strutturale del disegno di Governance e processivo, ne accompagni l’implementazione e ne verifichi in modo profondo l'attuato.

Il disegno strutturale di Governance si sostanzia in Codice Etico (insieme dei valori, dei principi e delle regole di condotta che devono governare ed a cui si devono ispirare i comportamenti di ciascuno in Azienda e di ciascun suo interlocutore nei rapporti con l’Azienda), Organizzazione (attribuzioni di ruoli e responsabilità), regolamentazione generale di natura trasversale e strategica, sistema di sicurezza e salute sul lavoro, sistema di protezione dei dati personali, gestione delle informazioni, assetto dei poteri.

Il disegno processivo poi si sostanzia nella corretta (alias: adeguata) disciplina dei cicli di processo con adeguati presidi di controllo.

Tutto questo impone governo dei rischi trasversali in senso ampio che richiede (semplicemente ma specialisticamente) idonea tutela dei valori etici, della sostenibilità (tecnica ed economica), della sicurezza e salute e della protezione dei dati, nonché – e non da ultimo - tutela giuridica (a garanzia delle obbligazioni di debito e dei diritti di credito verso i terzi). 
Il tutto ovviamente deve essere calato nella singola realtà aziendale e dunque operativamente possibile e auspicabilmente condiviso dal management che lo deve attuare anche con proprio diretto monitoraggio (monitoraggio che sostanzialmente caratterizza il controllo di 1° livello che è proprio della Line e dunque ben distinto dal controllo indipendente che deve essere segregato dalla Line).

Per esemplificazione individuiamo questa fase dell'assetto di Governance e processivo quale fase del "Disegno".


Tale fase, in definitiva, richiede complessiva valutazione indipendente e trasversale dei presidi di controllo ai fini della prevenzione dei rischi.

La valutazione indipendente (dunque obiettiva) e trasversale di tali presidi (controllo cd di 2°livello) richiede a sua volta competenze integrate in una vision strategica e fattuale che inevitabilmente trovano il loro naturale momento di sintesi (coordinamento) in una funzione, area (comunque si voglia definirla) di Compliance, ovvero nel coordinamento di un sistema unitario del Disegno dei controlli che sia espressione delle diverse competenze necessarie per garantire un complessivo presidio indipendente ed unitario delle singole componenti di rischio sopra accennate: questo in sintesi il significato del presidio di Compliance che, ad avviso di chi scrive, la funzione a ciò deputata dovrebbe garantire.

Il processo di Disegno cosi costruito (ovviamente secondo metodologia specialistica che coinvolga anche la condivisione proattiva del management in tutte le sue singole sotto fasi) deve essere adeguato, ma anche attuato.

Affinché il Disegno adeguato sia correttamente attuato (e dunque non si esaurisca in mera raccolta documentale o, peggio ancora, burocrazia), è necessario che il delineato processo di Compliance che presidia il Disegno si cali nella realtà non in modo impositivo e teorico ma partecipativo nel tessuto aziendale attraverso: (i) formazione "sul campo" e dunque (con proattività ed expertise) consulenza specialistica e validazione di compiutezza istruttoria della corretta implementazione del Disegno; (ii) ascolto e monitoraggio continuo del contesto normativo e di settore per aggiornare in continuità il Disegno.

E' questa la seconda fase del macro processo di controllo indipendente (esemplificativamente, Ongoing).

Ebbene queste due macro fasi - Disegno (strutturale di Governance e processivo) e Ongoing - sono gli elementi che devono costruire, mantenere in vita e creare la condivisione culturale del management verso un'implementazione naturale e sistemica coerente.

In assenza non si ha controllo, ma confusione, inefficacia, inadeguatezza, approssimazione e dunque costi inutili e anzi dannosi, in definitiva avremmo solo sovrastrutture di funzioni di controllo e (paradossalmente) farraginosità, inoperatività ovvero assenza di controllo.

Alla fase della definizione del Disegno adeguato ed alla fase Ongoing - che dunque come si è sopra evidenziato richiedono un necessario coordinamento di Compliance - segue processivamente il controllo ex post - proprio della Funzione Internal Audit - che è tanto più efficace quanto più profondo verticalmente nella valutazione dell’implementazione dei singoli presidi di controllo.

Si ritiene, quindi, possa concludersi - nel contesto della sinteticità di questa riflessione - che la leva strategica per l'implementazione di un controllo snello (dunque non dispendioso e non farraginoso e burocratico, ma al tempo stesso competente, efficace ed adeguato) sia quella di un sistema integrato del controllo indipendente che assicuri:
  • un presidio di Compliance in fase ex ante di Disegno ed in fase Ongoing;
  • un presidio di Internal Audit in fase ex post.
Entrambi i presidi devono essere a loro volta indipendenti (senza indipendenza gerarchica e gestionale non può esservi obiettività di giudizio che presuppone anche ambito di analisi trasversale), devono operare in condivisione di metodo e con scambio informativo ed essere capaci di realizzare un sistema anche omogeneo di informativa verso gli Organi Sociali e verso il management.

Entrambi (Compliance e Internal Audit) è necessario che siano parimenti valorizzati e posizionati in una logica organizzativa processiva e dunque orizzontale nel rispetto delle due diverse specificità di cui devono essere necessariamente espressione nel sistema integrato del controllo indipendente così connotato.

Quanto più poi le due fasi (Compliance e Internal Audit) del complessivo processo di controllo riescono ad interagire anche tra loro, tanto maggiori sono i benefici complessivi.

In conclusione, la focalizzazione del tutto resta - a parere di chi scrive - su un elemento imprescindibile: garantire il presidio del Disegno, Ongoing e della valutazione ex post nell'ottica sopra sintetizzata e, dunque, nel contesto di un unico processo di controllo indipendente di Compliance e di verifica Internal Audit ex post.



Ermelindo Lungaro è Founder My Compliance - Docente Master Anticorruzione, Università degli Studi Tor Vergata
Corrado Papa è Responsabile Compliance e Organizzazione, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù


venerdì 17 gennaio 2020

Er@Digitale - Corpo fisico e corpo digitale (convegno, Milano 31.1.2020)



Er@Digitale
Corpo fisico e corpo digitale

SEMINARIO
Opportunità, Rischi, Contenziosi Case History e Best Practice
31 gennaio 2020, ore 14.00 : 17.00

Sala riunioni Venere 
ENTERPRISE HOTEL CORSO SEMPIONE 91,
MILANO

Accreditato Ordine Avvocati Milano
(2 punti formativi)

PARTECIPAZIONE SU ISCRIZIONE
Per iscriversi: http://bit.ly/35BC4JS


Il mondo tecnologico moderno si sta sempre più inoltrando in una nuova dimensione di “Er@Digitale”, un ambiente di società civile, di vita, di studio e di lavoro immerso nella variegata infrastruttura digitale di comunicazione e di servizi.
La nuova dimensione digitale di vita nella quale veniamo catapultati necessita la maturazione di nuova consapevolezza e responsabilità così che i cittadini e i lavoratori si possano adeguatamente proteggere e siano protetti rispetto gli insidiosi ed invisibili rischi che derivano dall'utilizzo non corretto delle tecnologie digitali. In particolare quando si operano transazioni economiche effettuate on-line o si tratti di tutelare i propri dati personali.
I cittadini e i lavoratori devono poter vivere con utilità e stimoli positivi lo scenario della nuova e pervasiva dimensione digitale, conoscendone opportunità e rischi, in un contesto democratico e di rispetto della persona e delle culture. La fruizione delle informazioni, dei servizi e dei prodotti offerti dal mercato digitale deve poter superare eventuali barriere culturali, psicologiche e tecnologiche, sempre in un contesto di consapevolezza, sicurezza, corretta informazione e di possibilità pratica di esercitare i diritti di tutela.
In particolare, con esposizione di “case history” esemplificativi e approccio pluri-disciplinare, si analizzano i presupposti sociali e infrastrutturali per la risoluzione e mitigazione dei rischi alla persona ed alle organizzazioni connessi alla nuova dimensione digitale. Vengono analizzati gli strumenti giuridici e regolamentari a tutela attualmente in vigore, ricordando casi di lacune normative e di esercizio degli Stati del poter di incidere sulla libertà delle persone; peculiare pervasività intrinseca alla mondializzazione della dimensione della nuova “Er@Digitale".


Programma

Ore 14.30 - Apertura Lavori

Introduce 
Antonio Tanza, Presidente ADUSBEF
Modera
Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG

Intervengono

Luca Poma, Professore di Reputation Management e Scienze della Comunicazione, Università LUMSA, Roma

Giovanna Leone, Psicologa, Professore associato, Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale, Università di Roma, La Sapienza

Paolo Mondani, Giornalista

Francesco Zorzi, Esperto Cyber Security

Giovanna Boursier, Giornalista

Alfonso Scarano, Ingegnere

Ugo Malvagna, Ricercatore di Diritto dell'Economia, Università di Trento

Francesco Quarta, Docente di Diritto Privato, Università di Bologna, già componente Arbitro Bancario Finanziario - ABF

Elena Mancuso, Avvocato, Adusbef Calabria Angela Blando, Avvocato, Adusbef Sicilia Giovanni Piazza, Avvocato, Adusbef Lombardia 

Ore 17.00 – Conclusioni

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ADUSBEF - Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari, FEDERCONSUMATORI

ADOC - Associazione Difesa Orientamento Consumatori

ASSOTAG - Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria

IUS ET VIS - Associazione per gli Avvocati 


Per iscriversi: http://bit.ly/35BC4JS
Per informazioni; info@adusbef.it - Avv. Massimo Campanella: eaglesman64@yahoo.it

NOTA: il programma può subire aggiornamenti 
Seminario programmato nell'ambito del programma “ER@DIGITALE: il consumatore incontra il web
Progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (DM 7 febbraio 2018)





lunedì 13 gennaio 2020

Si cercano "Forensic accountant" (staff e senior)

gennaio 2020


Posizione aperta:

Forensic accountant (Staff accountant e Senior)


Una primaria azienda italiana leader nei servizi investigativi corporate & legal, ricerca candidati da inserire nel dipartimento di Forensic Accounting & Litigation, con un'esperienza fino a 4 anni.




I professionisti del team Forensic Accounting supportano le aziende e gli studi legali clienti principalmente nei seguenti settori:
  • Forensic Accounting & Corporate Fraud Investigation: indagini contabili/finanziarie su potenziali frodi e/o malversazioni; 
  • Litigation Support: analisi economico-finanziarie e consulenze tecniche nell'ambito di contenziosi legali e arbitrati; 
  • Fraud Risk Prevention: servizi di consulenza per l'implementazione di policy, procedure, protocolli operativi e reporting;
  • Monitoring: monitoraggio delle transazioni aziendali finalizzato ad intercettare anomalie e irregolarità;
  • Servizi di Licensing Management: selezione, ottimizzazione e gestione del portafoglio licenziatari;
  • Servizi di Fraud Investigation a favore di curatele fallimentari, commissari, liquidatori e amministratori indipendenti.

Requisiti richiesti
  • 2-4 anni di esperienza in revisione contabile o consulenza nell'ambito "Forensic Accounting" (la provenienza dalle "big4" rappresenta un titolo preferenziale); 
  • laurea nelle discipline economiche; 
  • forte motivazione per l’attività consulenziale; 
  • ottime capacità relazionali, spirito d’iniziativa, capacità di problem solving, flessibilità; 
  • ottima conoscenza della lingua inglese; 
  • disponibilità alle trasferte sul territorio nazionale. 
Data la multidisciplinarietà dei servizi offerti si cercano candidati con competenze in ambito di accounting e/o revisione contabile, corporate compliance, analisi dei sistemi di controllo aziendali, con disponibilità ad apprendere nozioni di procedura civile e penale e di computer & digital forensics.

Sede: Milano

Per candidarsi è necessario inviare una lettera di presentazione e il CV aggiornato al seguente indirizzo mail: info.fraud.auditing@gmail.com, indicando come oggetto "CV Forensic 2020".


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giovedì 12 dicembre 2019

La tecnologia a supporto delle consulenze tecniche

di Stefano Martinazzo*


In un contesto nel quale le informazioni sono sempre più accessibili e i dati da esaminare sempre più numerosi, il confronto tra consulenti tecnici di parti contrapposte si gioca molte volte sulla capacità e sulla rapidità di individuare gli elementi risolutori della contesa.
Si pensi che nell’ambito processuale penale, l’esame di vastissimi volumi di dati è ormai all’ordine del giorno.
Capita spesso, infatti, che il CT della difesa in materia economico-finanziaria e contabile, debba imbattersi nella gestione ed analisi di terabyte di dati acquisiti dagli organi di Polizia Giudiziaria, contenuti nei dispositivi digitali più vari (PC, HD esterni, tablet, server, chiavette usb, NAS, smartphone) o nei sistemi gestionali-contabili aziendali (AS/400, SAP eccetera).
Non da meno ciò accade quotidianamente nel contesto processuale civile (o arbitrale) nel quale la completezza dell’analisi documentale assume un’importanza decisiva per far valere le ragioni di parte.


Per il CTP la complessità nella gestione dei dati non è legata solamente alla diversa tecnologia del dispositivo nel quale tali informazioni sono archiviate, bensì anche alla tipologia del formato, del software o del sistema operativo che le gestisce e le amministra.
Al tempo stesso il CTP si trova a dover rispondere ai quesiti che gli sono formulati, in tempi brevi, in modo esaustivo e con la garanzia di aver esaminato l’intera documentazione disponibile in atti.
Infatti, sono molte ormai le circostanze nelle quali si è assistito alla vittoria di una parte del processo semplicemente perché ha saputo individuare quel particolare documento o quell’insieme di documenti, che hanno chiarito la situazione oppure hanno agevolato il giudice nel formulare una decisione ad essa favorevole.
L’esigenza per il CTP di dotarsi di sofisticati sistemi di analisi di enormi base-dati, si manifesta soprattutto quando ci si trova ad esaminare la contabilità di aziende o di gruppi societari di medio-grandi dimensioni al fine di valutare la veridicità di un bilancio o di un’operazione straordinaria oppure ancora l’eventuale estraneità ad un altro reato societario e/o fallimentare.
In particolare, in un contesto in cui l’Autorità Giudiziaria riesce a riscontrare i reati societari e fallimentari (e l’eventuale responsabilità dell’ente ex D.Lgs. 231/01) solo attraverso l’esame della documentazione digitale rinvenuta nei dispositivi acquisiti al procedimento (cioè senza il contributo risolutore di altre tecniche investigative), le modalità d’esame di quella medesima base-dati analizzata dall’Autorità Giudiziaria, diviene essenziale per individuare elementi utili (evidentemente non adeguatamente valutati) da utilizzare per le ragioni delle difese.
Da quanto potuto riscontrare in parecchie esperienze di difesa in ambito civile e/o penale, una delle condizioni che ha portato ad un esito favorevole è da ricondursi alle metodologie adottate per le analisi di ampissimi volumi di dati.
D’altra parte – soprattutto con gli ultimi orientamenti – la Cassazione Penale ha confermato che effettuare copie integrali di apparati digitali rappresenta modalità conformi alle leggi, anche se l’elemento informatico da ricercare è circoscritto (Cass. Sez. V Penale, Sent. N. 1822/18).
Pertanto, la capacità di individuare e correlare in tempi rapidi singoli dati non direttamente legati tra loro (si pensi alla ricostruzione di flussi finanziari espressi in valute differenti) ovvero separare le informazioni utili alla difesa da quelle irrilevanti, diviene pratica irrinunciabile quanto vincente.

* forensic accountant
(Articolo pubblicato sul n. 129 di MAG del 28.10.2019 by legalcommunity.it)

sabato 28 settembre 2019

Corporate Governance and Accounting Fraud (di M. Tutino e M. Merlo)

Si propone un paragrafo dell'articolo "ACCOUNTING FRAUD: A LITERATURE REVIEW" dal titolo "Corporate Governance and Accounting Fraud", redatto da Marco Tutino (Head of Department of Business Studies presso Università degli Studi di Roma Tre) e Matteo Merlo (University of Bologna), 2019. 
Pubblicato sulla rivista "Risk Governance and Control: Financial Markets & Institutions", 9(1), 8-25.



Corporate Governance and Accounting Fraud

Corporate governance is a set of rules, regulations and policies that companies have to comply with in order to avoid fraud and misconduct. States themselves try to establish some controls through a regulatory system. These measures which companies decide to adopt concern, mostly, the organization and the board of directors.

Literature has recently focused on the role that CEOs and managers have in accounting fraud. Troy, Smith and Domino (2011) with their article have analysed how some CEOs could be more inclined to commit fraud than others. In particular, they identified that a specific type of managing director, sharing the same characteristics (young, less functionally experienced and without a business degree), are more likely to rationalize an accounting fraud. Moreover, CEO stock options, a tool commonly used to control managers attitude bonding company’s stock prices and some benefits, do not moderate the relationship between CEO experience and the probability of accounting fraud. The results suggest that there is a direct relationship between stock options and accounting fraud.

On the other hand, research conducted by Armstrong et al. (2010) has shown how there is no evidence making a connection between CEO equity incentives and accounting irregularities. Therefore, the results are more consistent with the notion that equity incentives play a role in aligning managers’ interests with those of shareholders.

At the same time, the remuneration of CEOs has its influence on the occurrence of accounting fraud and on other corporate governance problems. Indeed, equity-based pay plans, traditional pay plans and bonus plans could encourage CEOs to manage earnings in ways which destroy value and take actions to deceive investors (Jensen et al., 2004). Thus, according to Schnatterly (2003) performance-based pay for the board, along with formal cross-company communication and an operational governance, reduces significantly the likelihood of criminal events.

Furthermore, directors once the accounting fraud has been revealed, face labour market penalties. Hoi and Robin (2010) have analysed how executive and non-executive directors are sanctioned, looking to the probability of losing internal board seat and the probability of losing external board seat (outside directorship). As result of the investigation, they found that executive directors, once the accounting fraud is revealed, are twice as likely to lose the seat than the non-executive ones, and five times as likely to lose at least one external board seat.

The board of directors, made up of inside and outside members, could influence the occurrence of an accounting fraud. According to Beasley (1996), when a larger component of outside members is present inside the board, the probability of financial statement fraud is low. Unlike the presence of outside members in the board, the role of general counsel in a firm is related to lower financial reporting quality and more aggressive accounting practices. This is likely to happen when this professional figure is highly remunerated, and entails a limited aggressive behaviour that does not jeopardise their reputation in the firm (Hopkins et al., 2015).

Literature has recently recognised that organizational factors are related to a lack of fraud. In the study of Law (2011), based on hundreds of CFOs’ survey responses in Hong Kong, it is highlighted how audit committee effectiveness, internal audit effectiveness, ethical policies and the tone of the top management team are associated with an absence of fraud.

So, corporate governance is a core topic inside the accounting fraud analysis, due to its influence inside a company’s organization and in the policies chosen. On the other hand, a relationship exists between corporate governance and financial performance, and needs to be well considered in order to avoid fraudulent events. Corporate governance elements could be used to illustrate the path of US banks that led to the 2008 financial crisis, better than loan quality. Indeed, inside financial corporations, factors such as CEO duality, executive incentive pay, or board size had a strong influence on what happened. In fact, board size has a positive influence on financial performance, because with a larger board there is more expertise and it increases the possibility of establishing contacts with new customers. On the other hand, when the board of directors is too large, it risks damaging the board’s capacity of monitoring all processes, and increases agency problems. At the same time, CEO duality is seen as a key driver of agency conflicts. Since the chairman of the board is responsible for monitoring CEO decision-making and overseeing the process of CEO hiring, compensation and firing, combining these two roles in a person would prevent the chairman from controlling CEO activity (Grove et al., 2011).

During recent years, there have been several efforts to reduce accounting fraud and corporate fraud by European countries and the rest of the world. Mostly, after financial scandals (Enron, WorldCom and Parmalat) that shed light on the many loopholes which characterise regulatory systems, states decided that it was time for a change. There have been remarkable corporate law reforms that have improved the mechanism of internal governance and disclosure requirements, and have strengthened public enforcement (Enriques and Volpin, 2007).

Sorensen and Miller (2017) in their analysis, in addition to having studied how the Enron and Parmalat scandals occurred in the U.S.A. and Italy, and their regulatory systems before and after the events, have highlighted the similarities between EU and US legislations. Indeed, after the Enron financial scandal, the United States issued the Serbanes-Oxley Act (2002) which provided most of the governance and audit changes, that nowadays we see in our companies. US and non-US companies listed in the American stock exchange have to comply with the SOX guidelines. So, a European company which had its shares listed in an American stock exchange previously had to follow the European Law and then subsequently, it has to comply with the Serbanes-Oxley Act. Due to this long and expensive process for public companies, and after the Parmalat scandal, the EU decided to reform its Statutory Audit to improve the audit quality and to align with the SOX previsions. In particular, these changes included in Directive 2006/43/EC provide for the establishment of a chain of responsibility in the consolidated entities (audited by more than one firm) and the oversight, in listed companies, of financial reporting process by an audit committee, and other rules which concern mostly the audit company.

In conclusion, the authors believe that without a reform of the private enforcement system, accounting fraud and corporate governance misapplication will not stop.

The Italian government, in order to improve control on accounting reports inside listed companies, introduced with L. 262/2005 (Saving Law) the role of Financial Reporting Manager (also known as “Dirigente Preposto per la redazione dei documenti contabili societari”). The objective of the legislator is to establish a specific governance model, for public companies that are listed in stock markets, which concerns accounting documents and guarantees their trustworthiness.

The Financial Reporting Manager must attach a truthful statement to every document and communication regarding the economic, financial and patrimonial situation of the firm. Therefore, he is obliged to certify all the accounting documents, which come from his office, and that the financial reporting statements correspond to accounting books and data.

This new professional figure is subject to a civil responsibility, and to criminal responsibility too. First, he has a civil responsibility towards whoever could be damaged by a violation of law and the company statute. Then, after the 2005 reform, the legislator has incorporated a financial reporting manager as an active person in the circumstances of accounting and corporate fraud.

The sanctionatory regime in Italy tries to emulate foreign systems, in particular, the American one. For those who commit violations, certifying the statements of periodic reports that do not comply with laws, a financial penalty of one million dollars and a ten-year custodial sentence is foreseen (Rossi, 2006). The Italian legislator, introducing the financial report manager, tried to copy the actions of the U. S. legislator several years before with the Serbanes-Oxley Act (2002), which expanded duties and obligations of CEO and CFO. For example, FRM has same the responsibilities that section n. 302 of SOX gave to CEO and CFO in the certification of the truthfulness of annual and quarterly reports, financial reporting and other accounting data (Pansarella, 2007).


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lunedì 2 settembre 2019

Accounting fraud: a literature review (di M. Tutino e M. Merlo)

Si continua con la pubblicazione di parti dell'articolo "ACCOUNTING FRAUD: A LITERATURE REVIEW" redatto da Marco Tutino (Head of Department of Business Studies presso Università degli Studi di Roma Tre) e Matteo Merlo (University of Bologna), 2019. 
Pubblicato sulla rivista "Risk Governance and Control: Financial Markets & Institutions", 9(1), 8-25.



1. INTRODUCTION

In 2002 WorldCom, a telecommunications company got caught inflating assets by an amount of 11 billion $. In the same year, Tyco’s CEO and CFO stole 150 million $, giving themselves loans, and inflated the company’s income. In 2009, an Indian IT services and back-office accounting firm, Satyam, boosted its revenues by 1.5 billion $. Accounting fraud scandals, like these, occurred in the last twenty years, and burned billions of dollars. For this reason, the purpose of the following review is to analyse which factors lead to accounting fraud and determine its occurrence.

Accounting fraud has a wide meaning; it consists of intentional manipulation of financial statements, which are done in order to create an illusion about a company’s wealth. The main actors in the process are either employees (i.e. accountants) or the organization itself, with top management team. Therefore, the reason why an accounting fraud is committed, beyond the purpose of deceiving stakeholders is often related to obtaining more favorable financing or avoiding debt obligations. 

The aim of the review is to highlight what factors, during the years, facilitated the spread of fraud and, once they are identified, this could help to understand what should be done to prevent these events, in the future. Furthermore, the paper is a stepping stone for a more in-depth study that could be done on the same topic, through empirical analysis. 

The study has been done on the current literature related to accounting fraud. It investigates how a company’s organization could be influenced in order to prevent fraudulent behaviours. First, the governance has been analysed, focusing mostly on the role played by CEOs in the event of fraud (Troy et al., 2011; Armstrong et al., 2009; Jensen et al., 2004; Schnatterly, 2003). 

Second, the focus has moved to the ethical climate which surrounds companies before the “storm” (Micewski and Troy, 2007; Soltani, 2014). Indeed, increasing education and awareness of ethics among employees and directors could be a way to avoid fraud and misconduct (Miller, 2016). Also examined is the corporate social responsibility, its consequences, and why it is so important for directors (Bowen, 1953; Carrol, 1979). Then, there has been an analysis of creative accounting (Griffiths, 1986; Jones, 2011), which differs from accounting fraud for its legit nature, and the methods of how it is committed. 

The second part of the literature review is based on the detection of fraud. 

The main statistical methods applied to data have been examined first (Benford, 1938; Altman, 1968; Beneish, 1999), and then those methods which are not analytical, such as whistleblowing and fraud triangle. In conclusion, the role of a forensic accountant has been investigated, focusing on its expertise (Digabriele, 2009; Bhasin, 2016; Hegazy, 2017) and on its contribution inside investigations (Kolar, 2013; Quirin, 2014).


(segue...)