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lunedì 8 settembre 2014

Il decalogo del risk management, il caso Barings Bank

Correva l'anno 1995 quando la più antica e prestigiosa merchant bank di Londra, fondata nel 1762, fallì drammaticamente.

Quello della Barings Bank fu un fallimento improvviso e inaspettato.
Devastante per la sua gravità. E la causa principale che portò la banca ad accumulare una perdita pari a 827 milioni di sterline (1,4 miliardi di dollari) fu individuata nella mancanza di controlli sulle operazioni di trading.



Fu giudicato responsabile del fallimento niente meno che un pioniere delle negoziazioni in prodotti finanziari derivati, in particolare futures.

Il suo nome è Nick Leeson.

Classe 1967, sin dalla data di assunzione presso la Barings Bank, avvenuta nei primi anni '90, si dimostrò molto abile nelle transazioni con derivati sul mercato monetario di Singapore.

Nel 1992 iniziò ad effettuare le prime operazioni non autorizzate che portarono, tuttavia, lauti profitti ai clienti della banca inglese. 
Tutto sembrava procedere nel verso giusto quando arrivarono le prime perdite e la conseguente ricerca di come occultarle alla vista dei vertici della banca e degli organismi di controllo.

Leeson decise quindi di nascondere gli insuccessi finanziari in un conto chiamato "account error 88888" che poteva essere considerato dagli auditor come una sorta di "conto tappabuchi" da utilizzare per contabilizzare piccoli scostamenti dovuti ad errore o le differenze di arrotondamento.

Inizialmente le perdite furono trascurabili, nell'ordine dei 2 milioni di sterline, ma le cose per il trader andavano di peggio in peggio e alla fine del 1994 la perdita ammontava a ben 208 milioni di sterline.

Nessuno dei revisori interni o esterni, tuttavia, spese del tempo per approfondire la natura e le ragioni delle numerose rilevazioni contabili iscritte sul conto "error 88888".
Tanto meno la banca era munita di alert automatici di segnalazione delle perdite di negoziazione al di sopra di una determinata soglia.

Ma la famosa goccia che fece traboccare il vaso avvenne con l'operazione del 16 gennaio 1995.
Da quel giorno tutto precipitò velocemente.


Le cronache narrano di una giornata grigia a Singapore mentre Leeson cliccò il tasto di conferma dell'ordine appena inserito.
Un azzardo che poteva risolvere ogni suo problema e recuperare integralmente le perdite.
...oppure il disastro.

Leeson, quel 16 gennaio 1995, scommise sulla stabilità del mercato asiatico.

Alle ore 05:46 del 17 gennaio 1995 un devastante terremoto di magnitudo 6,8 provocò lo spostamento della crosta terrestre di qualche decina di metri nella prefettura di Hyogo nel sud del Giappone.
Una scossa della durata di 20 secondi che si portò via 6.434 vite con danni stimati nell'ordine dei 10.000 miliardi di yen (102,5 miliardi di dollari), pari al 2% del PIL del Giappone.

Il mercato asiatico collassò.
E con esso i tentativi febbrili di Leeson di uscire dalla posizione finanziaria assunta il giorno precedente.

Ulteriori sforzi di arginare i danni furono vani, anzi contribuirono ad aggravare ancora di più la situazione portando in poco meno di un mese ad incrementare la perdita di altri 500 milioni di sterline.

La mattina del 23 febbraio 1995 su di un lato del desk del trader inglese, ormai irreperibile da alcune ore, fu rinvenuto un post-it su cui si leggeva un laconico: "I'm sorry!".

Il 26 febbraio 1995, la Barings Bank fu dichiarata insolvente.

Nick Leeson fu arrestato a Francoforte il 2 marzo 1995, dopo una fuga rocambolesca tra Malesia e Sultanato del Brunei. Fu estradato a Singapore il 20 novembre 1995 e condannato a sei anni e mezzo di reclusione con l'accusa di frode e manomissione di documenti.


* * *

Da questa drammatica vicenda si è tratto un decalogo che a cavallo degli anni 2000 era molto in voga tra i giovani fraud auditor chiamati a testare i sistemi di prevenzione del rischio di frode nell'ambito bancario.

Decalogo che oggi il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting  è in grado di riproporre nella sua versione originale in lingua italiana.



Il decalogo del "fraud risk management"

  1. Capisci i tuoi utili. I grossi utili che non capisci sono più pericolosi delle grosse perdite che capisci.
  2. Attenti alle distanze. Il rischio cresce con la distanza dalla sede.
  3. Rispetta il sabato e la domenica. Le persone che non prendono mai ferie o che stanno sempre in ufficio sino a tardi non sempre sono modelli di virtù.
  4. Preparati a pagare. Non esistono guadagni facili e senza rischio.
  5. Siate coinvolti. Il business non prospera nell'indifferenza.
  6. Riconciliate con diligenza. Problemi di riconciliazione spesso sono indicatori di perdite.
  7. Seguite la cassa. La contabilità può essere manipolata. La cassa è il controllo fondamentale.
  8. Rispettate la qualità. Volume non è sinonimo di valore.
  9. Quadrate le somme. Attenti alla contabilità creativa.
  10. Attenti ai vostri computer. Sono una porta aperta al cuore del vostro business.