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martedì 1 aprile 2014

Finanza e politica tra Ior, Banco Ambrosiano, Cosa Nostra. La storia continua...

Maria Antonietta Calabrò
LE MANI DELLA MAFIA
prefazione di
Nando dalla Chiesa



Sulla mensola del fraud auditor non può mancare il risultato di un'inchiesta giornalistica tanto approfondita quanto chiara nella sua drammaticità.
Non solo perché l'autrice, la giornalista del Corriere della Sera Maria Antonietta Calabrò, tratta un argomento che appassiona i molti lettori del blog, il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, ma anche per il metodo di analisi utilizzato.

Un approccio da vero e proprio forensic accountant!  

Il volume è un ampio aggiornamento di una famosa edizione pubblicata nel 1991 arricchita in maniera particolareggiata e ben documentata con gli sviluppi delle vicende degli ultimi anni legate a quanto sta succedendo in Vaticano e in particolare allo IOR.

Una ricostruzione dettagliata e articolata che ha il merito di aver descritto i collegamenti esistenti tra l'attualità e gli avvenimenti accaduti negli anni '70 e '80.
La giornalista descrive con dovizia di particolari i cosiddetti "conti R" dei quali il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting si è occupato diffusamente nello scorso dicembre (cliccare QUI per gli approfondimenti).

I misteriosi "conti R" accesi presso IOR ed espressi esclusivamente in lire sui quali figurano transazioni con clienti solamente italiani, gestiti da amministratori della banca vaticana "“in gestione confusa”, cioè senza rivelare i nomi dei clienti per cui compivano le operazioni".

Ebbene, i "conti R" rappresentano il fil rouge che collega Roberto Calvi ai fatti di questi giorni.

Ma di chi sono questi conti? Chi ne è il reale beneficiario economico? Quali operazioni hanno gestito? Per conto di chi? E quale ne è stata la sorte? Il Vaticano sarà disposto a fornire ogni informazione sulla loro movimentazione?
Sono solo alcune delle domande rimaste ancora senza risposta e che fanno pensare ad una storia ancora tutta da scrivere...




Di seguito si riporta un breve passo tratto dal libro Le mani della mafia, la cui interessante e attualissima prefazione (era stata scritta per la 1^ edizione del volume) dal titolo molto significativo L'Italia dei cassetti, è stata curata da Nando dalla Chiesa.

Il  brano che segue si riferisce al resoconto rilasciato da un testimone di primo livello, Carlo Calvi, molto noto ai lettori del blog per aver curato diversi articoli sul caso Banco Ambrosiano.

Si coglie infine l'occasione per ringraziare l'autrice, Maria Antonietta Calabrò, per aver citato il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting come una delle fonti che l'hanno aiutata nella ricostruzione degli avvenimenti.

*   *   *

La testimonianza di Carlo Calvi

Pierluigi Maria Dell’Osso, oggi alla Superprocura antimafia e pubblico ministero nel processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano (trentatré condanne definitive), a fine luglio del 2013, dopo gli ultimi scandali dello Ior e l’arresto di monsignor Nunzio Scarano, ha dichiarato a "l’Espresso": "Se si fosse fatto buon governo di quanto avevamo detto, non sarebbe accaduto di nuovo".
Il "quanto avevamo detto" si riferisce però soltanto, in sostanza, a quanto riportato nella sua requisitoria scritta a proposito dei cosiddetti "conti interni in lire" tra Ambrosiano e Ior. Il processo milanese per l’insolvenza del Banco Ambrosiano, iniziato nel marzo del 1991, infatti, non si occupò mai dei conti interni, in quanto i pagamenti ai debitori italiani da parte dello Ior avevano avuto luogo al momento della liquidazione del vecchio istituto, per permettere la riapertura degli sportelli sotto le insegne del Nuovo Banco Ambrosiano. Cosicché il sistema dei conti misti dello Ior ha continuato a sussistere fino a oggi.

Il rapporto ispettivo della Banca d’Italia dopo le visite che si svolsero dal 17 aprile 1978 al 17 novembre dello stesso anno, al capitolo "Irregolarità in materia valutaria – Linea di credito in lire a non residente" annotava: "Il Banco Ambrosiano intrattiene intensi rapporti di conto con l’Istituto per le opere di religione sia in lire che in valuta". E proseguiva: "I saldi in lire sono anticipi erogati nell'ambito di una linea di credito concessa dall'ispezionata a Ior [...]. L’operazione non è consentita dalla vigente normativa [...]. Ior non può intrattenere presso banche italiane conti e depositi in lire interne per cui lo stesso dovrà necessariamente munirsi di autorizzazione".

"Mio padre teneva con sé sempre aggiornati i saldi di questi depositi di reciprocità con Ior in Italia" ha confermato Carlo Calvi, il figlio del banchiere, durante il processo per omicidio. "Si trattava di sei conti che gli ho visto spesso esaminare."

Lo Ior aveva anche altri conti con le banche italiane del gruppo Ambrosiano. Federico Bussoletti, direttore della filiale di piazzale Gregorio VII nella Capitale, ha testimoniato, sempre al processo di Roma, che i fondi vi circolavano in maniera indistinguibile essendo conti di transito in nome Ior. "Includo di seguito la tabella dei conti esclusivi Ior in gestione confusa" ha scritto alla fine del 2013 Calvi sul blog Fraud Auditing and Forensic Accounting
Tra questi si noterà il n. 42800, acceso presso la filiale Ambrosiano di piazzale Gregorio VII a Roma. Bussoletti ha testimoniato l’esistenza per depositi in conti a loro nome presso banche italiane di cui solo il Vaticano conosceva la giustificazione. Poi il figlio di Calvi cita un funzionario: "Giuseppe Sormani ha continuato a svolgere la stessa funzione in Banca Intesa Sanpaolo fino al pensionamento".

Carlo Calvi ha aggiunto: "Neppure la Commissione mista italovaticana per la composizione dello scandalo si occupò dei depositi di reciprocità in lire. Il Vaticano riconobbe immediatamente questi debiti, già nei primi giorni di agosto del 1982, ma non produsse la relativa “corrispondenza parallela” che si applicava anche in Italia. Non si trattava di ordinari depositi interbancari. Servivano a nascondere all'interno del Vaticano prestiti a terzi e farli apparire come depositi dall’Ambrosiano".

I "lira back to back", così si chiamavano, rivestono ancora oggi particolare rilevanza perché sono "rimasti attivi" fino al 2012 e sono all'origine delle più recenti istruttorie della magistratura romana e del clamoroso blocco dei bancomat in Vaticano scattato il 1° gennaio 2013.

L’attenzione sulla normativa antiriciclaggio della Santa Sede, infatti, si è rivolta sull'uso cumulativo in favore di clienti terzi dei conti Ior con le banche italiane o di diritto italiano. "Il processo romano per l’omicidio di mio padre non ha colto il legame con il processo milanese per l’insolvenza" ha sottolineato il figlio di Calvi.

I conti Ior con banche italiane sono sfuggiti alle indagini da parte di Banca d’Italia e magistratura per i venticinque anni successivi alla bancarotta e fino all'entrata in vigore della Convenzione monetaria tra Santa Sede e Unione Europea che, come ha sottolineato il Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa, attribuisce più larga discrezione agli organi di vigilanza.

"Somme ingentissime hanno continuato a transitare in questo modo per destinazioni sconosciute fino al 2009 e questo perché si è consentito allo Ior di rimborsare al vecchio Banco Ambrosiano i debiti diretti. Nel processo per l’omicidio di mio padre poche testimonianze hanno portato sui conti Ior con Ambrosiano in Italia e su trent'anni di liquidazioni" ha scritto infine Carlo Calvi sul citato blog, domenica 29 dicembre 2013.

*   *   *


Per l'acquisto on-line cliccare:
Le mani della mafia di Maria Antonietta Calabrò.
Finanza e politica tra Ior, Banco Ambrosiano, Cosa nostra. La storia continua...
prefazione di Nando dalla Chiesa
(ed. 2014, 416 p., chiarelettere - collana tascabili. Prezzo di copertina: € 14,00 - eBook: € 9,90).



domenica 2 marzo 2014

Banco Ambrosiano: the principal Agreement reached in 1984

by Carlo Calvi

Purpose of this text is to make available the entire set of documents comprising the principal Agreement reached in 1984 for a settlement of Banco Ambrosiano claims. Parties to the Agreement were the International Creditor Banks, the three Liquidations, Banco Ambrosiano SPA (Milan), Banco Ambrosiano Holdings (Luxembourg), Banco Ambrosiano Overseas (Bahamas), the Institute for Religious Works (Vatican) as well as Nuovo Banco Ambrosiano (Milan).

In early 1983 the International Steering Committee of the International Creditor Banks entertained consideration for bringing legal actions against the Institute for Religious Works and Nuovo Banco Ambrosiano. The Creditor Banks held talks based on strong and effective arguments. Joint Co-ordinators were Michael Connolly of the National Westminster Bank and Claude-Eric Paquin of the Midland Bank. Legal advice was provided by Ted Sturmer, senior partner of Wilde Sapte, solicitors for the National Westminster Bank, assisted by Studio Graziadei of Rome. Their counterpart in the negotiations was lawyer Pasquale Chiomenti who operated in ambiguity as to the parties he represented but not on his objectives.

Chiomenti’s stated conditions were the acquisition from the Creditor Banks of their claims on the assets of Banco Ambrosiano Holdings and securing the withdrawal of legal actions against Nuovo Banco Ambrosiano. These pre-conditions would have resulted in the abandonment of assets of the Luxembourg holding by the Creditor Banks to the Italian banks that had joined in the capital of Nuovo Banco Ambrosiano. The International Creditor Banks initiated in March 1983 a legal action against Nuovo Banco Ambrosiano on advice from Studio Graziadei. Nuovo Banco Ambrosiano was identified in the suit as the successor of Banco Ambrosiano SPA. Nuovo Banco Ambrosiano had acquired the Italian loans and deposits of Banco Ambrosiano by decree of the Bank of Italy.

The initiatiative to sue Nuovo Banco Ambrosiano brought immediate results. Pasquale Chiomenti communicated to Ted Sturmer for the first time in the Spring of 1983 that the Vatican was prepared to contribute to the settlement with the Creditor Banks. Chiomenti had the authority to bring the Vatican and Nuovo Banco Ambrosiano into the negotiations but also the Italian Government. The International Creditor Banks had demanded the withdrawal of over $ 200 million of dubious claims by State owned ENI and Banca Nazionale del Lavoro against Banco Ambrosiano Holdings. The Government of Giovanni Spadolini had fallen in 1982, following elections in 1983 a new Government led by Bettino Craxi was in place by the summer of 1983.

The change in Government caused the Vatican, the Italian Government, Nuovo Banco Ambrosiano to accept that the International Creditor Banks should receive compensation for 70% of their claims and that the assets of Banco Ambrosiano Holdings were also to serve the same purpose. The Vatican was pressured by the Italian Government and Banco Ambrosiano SPA Liquidators.

The Vatican was represented in the negotiations by Carlo Cerutti, Adolfo Gatti and Agostino Gambino. British bank Morgan Grenfell was brought in for a monitoring role on behalf of the Vatican and Banco Ambrosiano SPA.

The Craxi Government had resumed talks with the Vatican on the revision of the Concordat between the Italian State and the Holy See, which had been suspended by the Government of his predecessor Giovanni Spadolini. There was a lot more at stake for the Holy See and the Italian Government in the signing of the Concordat and the viability of Nuovo Banco Ambrosiano than a contribution to a settlement with the Creditor Banks.

Bettino Craxi had insisted that the acceptance by the Vatican to make a contribution to the Banco Ambrosiano settlement with the International Creditor Banks be a pre-condition to the signing of the Concordat between Italy and the Holy See. In fact the two events nearly coincided in February 1984. Bettino Craxi had inquired with us through lawyers Giorgio Gregori and Pietro Moscato in the immediacy of my father’s death about the assets of Banco Ambrosiano Holdings.

The International Steering Committee reported to the Creditor Banks on May 4, 1984 it had reached an Agreement for a settlement. The Agreement included the IOR Contribution, Nuovo Banco Ambrosiano Release, Banca del Gottardo Release, and was recommended for acceptance by the Creditor Banks.

Claims by the Creditor Banks were approximately $ 600 million and settlement of $ 406 million represented nearly the 70% they had demanded. Banco Ambrosiano Holdings had entered into an agreement to sell the controlling interest in Banca del Gottardo of Lugano Switzerland, for $144 million.

The Institute for Religious Works disclaimed ownership of the "patronized companies". Proceeds of the realization of assets of these companies were to accrue for the benefit of Banco Ambrosiano Holdings and distribution to the Creditor Banks. Upon payment by the Institute for Religious Works, the Nuovo Banco Ambrosiano Release Agreement became unconditional.

COMMUNIQUÉ WILDE SAPTE (click HERE)

The Agreement was finalized on May 25, 1984 and was subject to approval by the Bank of Italy, the Court of Luxembourg, and the Supreme Court of the Bahamas. Banco Ambrosiano SPA, Banco Ambrosiano Holdings, Banco Ambrosiano Overseas, the Creditor Banks agreed to co-operate in securing the IOR Contribution and in tracing and recovery of assets. They assigned disputed deposits, executed mutual releases and discharged Banca del Gottardo.

The Parties that had negotiated with the Institute for Religious Works decided on the apportionment of its payment. The Creditor Banks were to receive out of the distribution undertaken by Banco Ambrosiano Holdings a total of $ 406 million.

THE PRINCIPAL AGREEMENT WITH SCHEDULES (click HERE)

The Institute for Religious Works committed itself on June 15 1984 to pay $240 million according to a schedule of bank transfers, and waived all claims on Banca del Gottardo of Lugano, Switzerland. They engaged also to deliver the bearer shares of the "patronized companies" they had held in custody at the Vatican to Banco Ambrosiano Holdings. The Parties waived civil claimant joinders in criminal proceedings against the Institute for Religious Works and exempted third party actions.

THE IOR AGREEMENT ENGLISH VERSION (click HERE)

ACCORDO IOR VERSIONE IN ITALIANO CON APPENDICI (cliccare QUI)

Banco Ambrosiano Holdings (Luxembourg) retained the assets of the companies it controlled and the "patronized companies" whose bearer shares it had received from the Institute for Religious Works. Banco Ambrosiano Overseas (Bahamas) was liquidated independently by local officials chosen by a committee of its creditor banks and under the supervision of the Supreme Court of the Bahamas. The IOR Contribution was to be apportioned $ 150 millions to the Creditor Banks, $ 8 millions to Banco Ambrosiano Overseas, $ 40 millions to reserve,the remainder to the Banco Ambrosiano SPA Liquidation. The Creditor Banks were to receive a total of $ 406 Millions from Banco AmbrosianoHoldings from the realization of assets. Banco Ambrosiano Holdings undertook to inform Morgan Grenfell of the realization of assets.

IOR CONTRIBUTION AGREEMENT (click HERE)

The Italian loans and deposits had been secured in the Nuovo Banco Ambrosiano. Pasquale Chiomenti had initially insisted that the assets of Banco Ambrosiano Holdings be acquired by Banco Ambrosiano SPA. The International Creditor Banks had refused. Priority had become the preservation of Nuovo Banco Ambrosiano from claims of the International Creditor Banks. Banco Ambrosiano Holdings, Banco Ambrosiano Overseas, their controlled companies, the Creditor Banks, with the Agreement that follows released Nuovo Banco Ambrosiano from the proceedings they had initiated against it.

THE NUOVO BANCO AMBROSIANO RELEASE AGREEMENT WITH SIGNATURE PAGES (click HERE)

The Parties Banco Ambrosiano Holdings, Banco Ambrosiano Overseas agreed to co-operate in the pursuit of the recovery of funds, free access to books and records, and proportions for sharing the recoveries amongst themselves.

BANCO AMBROSIANO HOLDINGs,BANCO AMBROSIANO OVERSEAS CO-COPERATION AGREEMENT (click HERE)

The Parties apportioned the assets taking account their differing rights and they set out to procure proper releases. A remainder was set aside to be apportioned later. Morgan Grenfell acted as agent for both Banco Ambrosiano SPA and the Institute for Religious Works in verifying distributions. Signing pages for all of the Creditor Banks follow.

MUTUAL RELEASES (click HERE)

SIGNING PAGES (click HERE)

The signature of the May 24 1984 Geneva Agreement had settled debtor creditor relationships among the three main Liquidations. In order to avoid unnecessary and complex litigation among them and ensure an orderly cooperation the Parties reached a further understanding. Focus had turned to tracing assets of those that had been considered as responsible of misappropriations or diversions of funds but were not included in the original accord. These individuals were called the "Tortfeasors". The Geneva Agreement had left the three Liquidations free to pursue them but it had not specified how to avoid conflicts and duplications of competing, overlapping legal actions, and how to share the proceeds.

Particular impetus came from the legal impasse created in Dublin by actions brought by the Banco Ambrosiano Holdings, Banco Ambrosiano SPA Liquidations, for funds controlled by Bruno Tassan Din at the Ansbacher bank. Remaining missing funds amounted to some additional $ 200 million and a criminal bankruptcy trial was being instructed in Milan. The trial in fact did not lead to meaningful recoveries and convictions had limited practical effect since directors did not serve prison terms. Civil settlements that ensued in many jurisdictions around the world did on the contrary achieve substantial results. The three Liquidations established a framework for sharing in these recoveries and in the associated legal costs in specific proportions. This included the succession of Nuovo Banco Ambrosiano as admitted creditor.

Banco Ambrosiano Holdings, Banco Ambrosiano Overseas set out conditions for sharing with Banco Ambrosiano SPA informations that had been obtained under conditions of confidentiality and secrecy imposed by the applicable rules of law, the circulation of information on recoveries due to settlements. Representatives of the Creditor Banks were included in the monitoring of the Agreement.

The satisfaction of 98% of recognized credits was envisaged and in fact both Banco Ambrosiano Holdings and Banco Ambrosiano Overseas achieved near full payout to their respective admitted creditors. This agreement included the list of individual account holders at Banco Ambrosiano Overseas Bahamas. Only Banco Ambrosiano Overseas had few individual account holders. Banco Ambrosiano foreign entities were financed by medium term syndicated bank loans, deposits by Italian State owned ENI and Banca Nazionale del Lavoro, deposits of the Italian banks of the Ambrosiano Group. This last category had been closely monitored by the Bank of Italy and Ministry of Foreign Trade.

It was in fact quite easy to sue the Institute for Religious Works. This was done in the Bahamas by Coopers & Lybrand auditors of Banco Ambrosiano Overseas. In his defence that follows, Archbishop Paul Marcinkus claimed that the letters acknowledging indebtedness he received and returned signed to the auditors from 1977 till 1981 were meaningless and that the auditors should not have relied on them. He admitted meeting auditor Graham Garner at the Vatican. He had however omitted to tell him about the existence of the United Trading Co.

COOPERS & LYBRAND V. ARCHBISHOP PAUL C. MARCINKUS (click HERE)

Banco Ambrosiano Holdings and Banco Ambrosiano SPA Liquidations continued to operate independently till 1996 when under the auspices of Carlo Salvatori of Nuovo Banco Ambrosiano they achieved some level of convergence. The winding down was carried out primarily by Geoffrey Robinson of Deloitte & Touche and Franco Spreafico for BASPA.

Carlo Calvi



[Unfortunately some links don't work. To request the documentation, write to the following email address: info.fraud.auditing@gmail.com]



martedì 25 febbraio 2014

Banco Ambrosiano: l'accordo del 1984 (ESCLUSIVA MONDIALE)

"Purpose of this text is to make available the entire set of documents comprising the principal Agreement reached in 1984 for a settlement of Banco Ambrosiano claims. Parties to the Agreement were the International Creditor Banks, the three Liquidations, Banco Ambrosiano SPA (Milan), Banco Ambrosiano Holdings (Luxembourg), Banco Ambrosiano Overseas (Bahamas), the Institute for Religious Works (Vatican) as well as Nuovo Banco Ambrosiano (Milan)..."  di Carlo Calvi

Carlo e Roberto Calvi


Tra pochi giorni il blog pubblicherà in esclusiva mondiale l'intera documentazione dell'accordo sottoscritto nel 1984 da IOR, liquidatori del Banco Ambrosiano S.p.A., Nuovo Banco Ambrosiano S.p.A., banche creditrici estere, Banco Ambrosiano Overseas Limited di Nassau (Bahamas) e Banco Ambrosiano Holding S.A. (Luxembourg), accompagnando la lettura con un commento curato da Carlo Calvi.

Si tratta di una fonte documentale indispensabile per chi dopo tanti anni ancora cerca di sciogliere i molti nodi irrisolti della vicenda...

Stefano Martinazzo

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QUI il link ai documenti
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domenica 29 dicembre 2013

La "corrispondenza parallela" (4^ e ultima parte)

di  Carlo Calvi


(...segue)

Continua Mons. Marcinkus senza mai menzionare i lira back-to-back ma solo la rete estera "il sottoscritto nega di aver avuto conoscenza di illeciti addebitabili a Calvi... essendosi i dirigenti dell'Istituto limitati a compiere attività di natura formale".

Questa affermazione è in contrasto con gli appunti che l'amministratore delegato di XX Settembre, Leo D'Andrea, inviava a mio padre: "l'aumento di capitale dovrebbe essere effettuato dall'azionista IOR" e riguardo alla partecipazione nella Banca Mercantile di Firenze "la vendita del pacchetto ad una finanziaria preferibilmente nell'orbita del Vaticano".

Nel 1976 la Rizzoli Finanziaria su istruzioni di Umberto Ortolani e Bruno Tassan Din acquisì il pacchetto di controllo di Banca Mercantile a seguito di una serie di riporti costituiti dalla Savoia Assicurazioni e dalla Sparfin del Gruppo Ambrosiano. 

Il pacchetto fu trasferito alla commissionaria di borsa Giammei per XX Settembre dello IOR che pagò con fondi provenienti dai depositi di reciprocità in lire come fece del resto per gli aumenti di capitale di Pantanella di Mario Genghini.

Se ne conclude che se nel circuito
BAOL (Banco Ambrosiano Overseas Limited, Bahamas) → IOR → UTC
è innegabile la conoscenza e la partecipazione di Mons. Paul Casimir Marcinkus negli acquisti di azioni del Banco Ambrosiano e nel finanziamento della panamense UTC, nel circuito
Banco Ambrosiano S.p.A. → IOR → CRECOM
é pure evidente la sua conoscenza di operazioni di uomini appartenenti alla P2 come per l'acquisto di Banca Mercantile. 

L'acquisto fu oggetto di procedimenti penali contro mio padre seguiti dagli Avvocati Giorgio Gregori e Pietro Moscato nell'imminenza della sua sparizione da Roma.

Alla stessa conclusione giunse del resto anche la Commissione di indagine sulla P2, davanti alla quale testimoniai a Washington nell'estate del 1982. 
Non è difficile capirne la ragione. 

I conti "Red" delle tabelle precedenti servirono a completare un aumento di capitale di Rizzoli e a necessità correnti della società. 
Andrea Rizzoli trasferì le 2,4 milioni di azioni emesse nel 1977 a Credito Commerciale e commissionaria Giammei a favore di IOR che le custodì in garanzia nel conto Plichi Chiusi delle tabelle precedenti sui lira back-to-back.

La Commissione Mista non si occupò dei depositi di reciprocità in lire. 
Il Vaticano riconobbe immediatamente questi debiti ma non produsse la relativa "corrispondenza parallela" che si applicava anche in Italia. 

Non si trattava di ordinari depositi interbancari e Mons. Paul Marcinkus doveva giustificarli all'interno del Vaticano e al nuovo Papa Karol Wojtyła. Non vi erano garanzie sul recupero della notevole esposizione rappresentata dagli utilizzi o accordi formali circa la loro pertinenza.
Servivano a nascondere all'interno del Vaticano prestiti a terzi e farli apparire come depositi dall'Ambrosiano.

Lo stesso Pubblico Ministero Pierluigi Dell'Osso nella sua requisitoria ha notato che per le operazioni in Italia relative a Setemer, CIM, Credito Varesino, Pantanella e gli aumenti di capitale di XX Settembre, IOR non poteva sostenere di essere solo un ignaro intermediario come tentò di fare all'estero. In più risultava carente l'autorizzazione del Ministero per il Commercio Estero per i trasferimenti all'estero.

I lira back-to-back rivestono oggi particolare rilevanza.

L'attenzione attuale sulla normativa antiriciclaggio della Santa Sede si è rivolta sull'uso cumulativo per terzi dei conti IOR con banche. Il processo romano per l'omicidio di mio padre non ha realizzato il legame con il processo milanese per l'insolvenza.

I conti IOR con banche italiane sono sfuggiti alle indagini da parte di Banca d'Italia e Magistratura per i venticinque anni successivi all'insolvenza fino alla Convenzione Monetaria tra Santa Sede e Unione Europea, che come ha sottolineato Moneyval, attribuisce più larga discrezione agli organi di vigilanza.

Somme ingentissime hanno continuato a transitare in questo modo per destinazioni sconosciute fino al 2009 e questo perché si è consentito a IOR di rimborsare al vecchio Banco Ambrosiano i debiti diretti.

Nel processo per omicidio di mio padre poche testimonianze hanno portato sui conti IOR con Ambrosiano in Italia e su trent'anni di liquidazioni.
Si è fatta una rogatoria all'estero ove i prestiti problematici erano nell'attivo e il passivo era rappresentato da debiti verso consorzi di banche internazionali.

Carlo CALVI



mercoledì 18 dicembre 2013

I conti esclusivi in gestione confusa (3^ parte)

di Carlo Calvi


(...segue)

Sui lira back-to-back l'esame di due testimonianze si impone.

Raffaello Bartolomasi, funzionario del Credito Commerciale di Carlo Pesenti, il 27 maggio 1991 al processo per l'insolvenza del Banco Ambrosiano S.p.A. e Federico Bussoletti, direttore della filiale di Piazzale Gregorio VII dell'Ambrosiano a Roma, il 14 marzo 2006 al processo per omicidio di mio padre.

Con la testimonianza di Raffaello Bartolomasi il processo milanese per bancarotta identificò alcuni pagamenti passati per il circuito in questione. 
La collaborazione dell'autorità svizzera permise di stabilire che i pagamenti passati per il corrispondente di Lugano dello IOR, Banco di Roma per la Svizzera poi BIS, transitarono su conti controllati dall'Avv. Marco Gambazzi di Lugano. 
Gambazzi testimoniò di aver agito su istruzioni del Credito Commerciale e di Luigi Mennini per conto dello IOR e che questo era avvenuto sovente.

Raffaello Bartolomasi ammise di aver agito su richiesta di Mennini e aver indicato a Gambazzi la destinazione delle somme. 
La BIS era utilizzata da Luigi Mennini per operazioni che richiedevano l'interposizione di terzi, spesso con il Credito Svizzero. 
La banca di Pesenti era il punto di uscita del circuito verso l'estero:

BA S.p.A. → IOR → CRECOM (Credito Commerciale).

Questo circuito, parallelo a BAOL → IOR → UTC, non ha ricevuto la stessa attenzione della rete estera ma come questa e per almeno dieci anni permise di trasferire lire convertite in dollari verso l'estero.

É interessante notare come le garanzie per le operazioni estere occultate via BAOL→ IOR→ UTC e quelle interne BA S.p.A. → IOR → CRECOM erano rappresentate dagli stessi conti di deposito titoli presso IOR o suoi conti con Credito Commerciale, che riproduco di seguito.



Dei trasferimenti alla rete estera beneficiarono la Zitropo di Lussemburgo, la panamense Palmetto, che era utilizzata a Bahamas per pagare commissioni, ma anche Licio Gelli e Umberto Ortolani.

Nel 1992 il testimone svizzero Juerg Heer, funzionario della Rothschild di Zurigo, indicò Marco Gambazzi come prestanome di Salvatore Ligresti. Silvio Berlusconi nella seconda metà degli anni settanta fu membro del consiglio di amministrazione di Credito Commerciale.

IOR aveva anche altri conti con le banche italiane del Gruppo Ambrosiano. Federico Bussoletti ha testimoniato che i fondi vi circolavano in maniera indistinguibile essendo conti di transito in nome IOR.
Includo di seguito la tabella dei conti esclusivi IOR in gestione confusa. Tra questi si noterà il n. 42800 acceso presso la filiale di Piazzale Gregorio VII a Roma.




Nel 1979 si avanzò una proposta di acquisto dell'immobile di proprietà della XX Settembre con fondi trasferiti dai lira back-to-back al favore del conto in gestione confusa n. 42800.
In realtà i fondi finirono a banche svizzere e l'edificio non fu acquistato.

Federico Bussoletti ha testimoniato che Giuseppe Sormani, che ho conosciuto bene, intratteneva i rapporti con Mons. Donato De Bonis per depositi in conti a loro nome presso banche italiane di cui solo il Vaticano conosceva la giustificazione.
Giuseppe Sormani ha continuato a svolgere la stessa funzione in Banca Intesa San Paolo fino al pensionamento.

In data 1° ottobre 1984 l'Avv. Adolfo Gatti inviò al Giudice Istruttore Antonio Pizzi un memoriale dell'Arcivescovo Paul Casimir Marcinkus, con la lettera esibita qui di seguito.


Vi si legge "i rapporti tra IOR e Ambrosiano hanno trovato svolgimento per la caratteristica di banca cattolica (...) i fatti che formano oggetto di contestazione sono costituiti da operazioni di intermediazione bancaria (...) depositi effettuati da società del detto gruppo a fronte di versamenti eseguiti da IOR a società indicate dai depositanti (...) i tassi erano determinati a favore dello IOR (...)".

Continua Mons. Marcinkus...


mercoledì 11 dicembre 2013

I conti "Red", "Set" e "Plichi Chiusi" (2^ parte)

di Carlo Calvi


(...segue)

Chi ha seguito i miei post su questo blog ricorderà le operazioni "conto deposito".
I depositi:

BAOL (Banco Ambrosiano Overseas Limited, Bahamas) → IOR → UTC (United Trading Co.) 
e  
UTC → IOR → BAOL

avevano come scopo di alimentare il conto della United Trading presso la Banca del Gottardo di Lugano, cosa che BAOL non avrebbe potuto fare direttamente, questo per oltre dieci anni. 

Nel corso dello stesso periodo vi fu un rapporto parallelo analogo in Italia tra le banche del Gruppo Ambrosiano e lo IOR con destinazione a controparti in Italia e all'estero.

Charles Raw, consulente di Banco Ambrosiano Holdings di Lussemburgo, che per anni lavorò alla liquidazione di Banco Ambrosiano S.p.A. con Geoffrey Robinson di Deloitte & Touche e Emilia Grassi, li ha chiamati appropriatamente i "lira back-to-back".

Alle linee di credito aperte a favore di IOR da Banco Ambrosiano, Banca Cattolica del Veneto e Credito Varesino, a cui fece riferimento il citato Rapporto Ispettivo della Banca d'Italia, corrispondevano sei conti utilizzi accesi presso lo IOR stesso. 

Erano prestiti e conti creati inizialmente per operazioni nell'interesse esclusivo dello IOR connesse alle società Setemer, XX Settembre e CIM, da cui passarono per oltre dieci anni trasferimenti di fondi di vario genere, non necessariamente attribuibili alle loro origini. 

L'entità degli utilizzi aumentò in modo considerevole nella seconda metà degli anni settanta con l'apertura dei conti "Red", "Set" e "Plichi Chiusi" quest'ultimo relativo alla Rizzoli

Riproduco qui di seguito le tabelle relative ai conti conservate da mio padre nelle sue casseforti alle Bahamas fino al 1981 quando perse definitivamente il passaporto (si riferiscono agli anni 1977, 1978, 1979 e 1980).

 (luglio 1977)


(dicembre 1978)


(ottobre 1979)


(novembre/dicembre 1979)


(aprile 1980)


Il Vaticano ha sempre rifiutato di produrre la documentazione contabile relativa agli utilizzi.

L'ispezione del Dott. Giulio Padalino aveva sommariamente identificato il nesso iniziale dei conti con le operazioni delle società del Vaticano CIM, Setemer e XX Settembre risalenti all'inizio degli anni settanta, ma non aveva colto l'utilizzo successivo.

La società CIM era proprietaria di grandi magazzini.
Luigi Mennini e Massimo Spada, che ho conosciuto, ne furono amministratori e sindaci, come di XX Settembre che deteneva la proprietà dell'edificio a Roma ove si trovavano i magazzini CIM. 

I prestiti e conti delle tabelle precedenti hanno origine con il sostegno finanziario del Banco Ambrosiano ottenuto dal Vaticano per l'operatività fortemente deficitaria di queste due società di loro pertinenza.

In modo del tutto indipendente dalla loro origine, questi depositi di reciprocità servirono per pagamenti e operazioni su titoli in Italia e a trasferire fondi all'estero venendo a supplire al circuito

BAOL → IOR → UTC

Si noterà come gli ammontari che circolarono su questi conti e il conseguente indebitamento dello IOR, raggiunsero l'equivalente di duecento milioni di dollari denominati in lire. 
I flussi continuarono in misura più ridotta tra il 1980 e il 1982.

Come nel caso del circuito estero, IOR lucrava sulla differenza tra gli interessi sugli utilizzi dei sei conti accesi presso di loro e quelli sulle linee di credito di cui beneficiava con le banche italiane del Gruppo Ambrosiano. 

Per i trasferimenti all'estero IOR applicava un premio ad esso favorevole sul tasso di cambio con il dollaro. Riproduco di seguito le tabelle dei conteggi degli interessi sui conti per il 1979:









Sui "lira back-to-back" l'esame di due testimonianze si impone...



mercoledì 4 dicembre 2013

I conti "R" (1^ parte)

di Carlo Calvi


Il 12 luglio 1984 il Ministro del Tesoro Giovanni Goria rispondeva in Senato ad una interrogazione sulle intese raggiunte nella vicenda del Banco Ambrosiano in relazione ai creditori esteri e allo IOR (Istituto per le Opere di Religione).

Nelle parole di Goria "con tale esborso lo IOR viene a saldare i debiti verso le consociate estere (...) il debito diretto che lo IOR aveva nei confronti del Banco Ambrosiano (...) era già stato pagato direttamente ai commissari liquidatori poco dopo la messa in liquidazione della banca".

Il Ministro sottovalutò gli ammontari ripagati direttamente dallo IOR alle tre principali banche italiane del Gruppo Ambrosiano immediatamente dopo la morte di mio padre. 
Una valutazione più precisa era stata fornita il 23 agosto del 1982 dal Commissario Straordinario Giovanni Battista Arduino al Procuratore Pier Luigi Dell'Osso e al Capo Servizio Vigilanza della Banca d'Italia Felice Scordino. 

IOR rimborsò tempestivamente 137 miliardi di lire, quasi l'equivalente dei $ 100 milioni dovuti, su quelli che il Pubblico Ministero Luca Tescaroli nel mio interrogatorio del 16 maggio 2006 davanti alla II Corte di Assise di Roma, ha chiamato i "conti R".

"Se si fosse fatto buon governo di quanto avevamo detto non sarebbe accaduto di nuovo" ha dichiarato nell'estate scorsa Pierluigi Dell'Osso, oggi Procuratore Generale Vicario della Direzione Nazionale Antimafia, in una intervista a Gianfrancesco Turano.

Nella lettera che riproduco di seguito in data 25 aprile 1984, l'Arcivescovo Paul Casimir Marcinkus scriveva al Giudice Istruttore Antonio Pizzi "formulo ogni riserva (...) circa l'esercizio della giurisdizione italiana".


Per evitare l'ostilità della giurisdizione italiana, lo IOR ripagò i prestiti in lire con interessi ai Commissari Arduino e Carpinelli per il Banco Ambrosiano e alla Banca Cattolica del Veneto e al Credito Varesino, prima della fine del 1982, mentre rifiutava di pagare i debiti esteri.

Nella primavera del 1983 un giovane Avv. Vittorio Grimaldi dello Studio Legale Graziadei aveva messo il Vaticano di fronte alla prospettiva di una causa delle banche estere contro il Nuovo Banco come successore di Banco Ambrosiano S.p.A.. 
Come confermato dalle parole di Giovanni Goria: "azioni giudiziarie sono state promosse dalle medesime banche nei confronti del Nuovo Banco Ambrosiano in qualità di cessionario dell'azienda bancaria italiana"

Atto di cessione a favore del 
Nuovo Banco Ambrosiano S.p.A.
8 agosto 1982


Ne seguì l'accordo di cui Giovanni Goria informò il Parlamento nel 1984 menzionando l'esistenza dei prestiti in lire già ripagati dallo IOR ai commissari liquidatori e di cui le banche estere non erano state informate

Il "quanto avevamo detto" della sopracitata dichiarazione del Dott. Dell'Osso si riduce a menzioni in passim nella requisitoria dei rapporti della Guardia di Finanza sui conti interni in lire. 
Il processo milanese per l'insolvenza del Banco Ambrosiano, iniziato nel marzo 1991, non se ne occupò in quanto i pagamenti da parte dello IOR avevano avuto luogo al momento della liquidazione.

Il Rapporto Ispettivo sulle visite effettuate dalla Banca d'Italia dal 17 aprile 1978 al 17 novembre dello stesso anno, al capitolo "Irregolarità in materia valutaria - Linea di credito in lire a non residente" notava: "il Banco Ambrosiano intrattiene intensi rapporti di conto con l'Istituto per le Opere di Religione sia in lire che in valuta". 
Il Rapporto continua "i saldi in lire sono anticipi erogati nell'ambito di una linea di credito concessa dall'ispezionata a IOR (...) l'operazione non é consentita dalla vigente normativa (...) IOR non può intrattenere presso banche italiane conti e depositi in lire interne per cui lo stesso dovrà necessariamente munirsi di autorizzazione ». 

Mio padre teneva con sé sempre aggiornati i saldi di questi depositi di reciprocità con IOR in Italia. 

Si trattava di sei conti che gli ho visto spesso esaminare e includo di seguito una pagina dei suoi appunti a titolo di esempio.

Appunto di Roberto Calvi
30 giugno 1979

Io consegnai la documentazione su questi sei conti, che mio padre conservava alle Bahamas, al Giudice Mario Almerighi e all'ispettore Sergio Sciacca al Consolato Generale di Montréal nel 1991.




giovedì 28 novembre 2013

Banco Ambrosiano, tra breve altre puntate

Tra breve riprenderanno le puntate relative alle ricostruzioni tecniche delle operazioni finanziarie legate alla vicenda Banco Ambrosiano.

In particolare sono stati pianificati nei prossimi mesi alcuni interventi curati dal dott. Carlo Calvi (figlio del Presidente Roberto Calvi), finalizzati alla ricostruzione di operazioni poco note, ma che ricalcano alcuni schemi ancora oggi molto utilizzati.




Il dott. Carlo Calvi, da annoverare tra i massimi conoscitori di quelle vicende avendole in qualche modo vissute, ha dedicato molto tempo nella ricerca e nell'analisi della documentazione che sarà descritta e pubblicata a supporto degli articoli.

Per questo, ancora una volta, vorrei formulare un sentito ringraziamento al dott. Carlo Calvi per la gradita collaborazione con il blog, anche a nome di tutti i lettori.

Per chi avesse perso gli interventi sul caso Banco Ambrosiano già pubblicati nel corso degli anni, si rimanda al seguente tag: BANCO AMBROSIANO

S.M.



giovedì 18 luglio 2013

Radowall, IOR e l'acquisto di azioni dell'Ambrosiano (3^ e ultima puntata)

di Carlo Calvi

Segue dalla 2^ puntata (QUI)


La lussemburghese Anli Holding S.A. costituì la Suprafin che aveva come funzione di trattare in azioni del Gruppo Banco Ambrosiano.
IOR era a conoscenza della costituzione di Radowall. 
Ai prestiti di IOR a Radowall e a Compendium (poi divenuta Banco Ambrosiano Holdings) corrispondevano depositi di Cisalpine con IOR e Mons. Paul Marcinkus era già nel Consiglio di Amministrazione di Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas (poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited).

Mio padre conservava alle Bahamas i bilanci di Radowall dal 1972, epoca in cui la seguiva con Ruggero Mozzana. Gli attivi mostrano le azioni Anli che nel 1973 furono cedute in parte a IOR e in parte ai Bonomi e a Ley Ravello di Losanna.

Suprafin acquistava azioni Banco Ambrosiano per Radowall che era finanziata con i back to back attraverso lo schema Cisalpine-IOR-Radowall.

Nel novembre 1974 Radowall aveva accumulato 604.930 azioni Banco Ambrosiano S.p.A..

Le operazioni mostrano come la corrispondenza parallela tra mio padre e Mons. Marcinkus esistesse già nel 1972.

La fine dell'attività di Radowall coincide con le commissioni pagate da Michele Sindona. Le operazioni includono il pagamento che Giorgio Ambrosoli riteneva fosse stato pagato a un banchiere milanese e a un vescovo americano. Carlo Bordoni ha poi anche indicato il Cardinale Giuseppe Caprio, segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (A.P.S.A.), come un beneficiario.

US$ 2.000.000 furono pagati a Radowall e dato l'intenso impegno di Mons. Marcinkus nelle attività di questa società, questo può essere all'origine della conclusione di Ambrosoli. 
US$ 1.250.000 furono pagati sul c/c n. QLZ 6278, conto operato congiuntamente da Ruggiero Mozzana e da mio padre e da lì US$ 750.000 furono trasferiti a Fiorenzo Ley Ravello.

Data la presenza dell'A.S.P.A. nell'immobiliare a Losanna ove operava Ravello questo potrebbe spiegare il riferimento al Cardinale Caprio. Sappiamo comunque che Radowall acquistò azioni Alphom di Ravello sempre alla fine del 1973.

Le commissioni pagate da Michele Sindona sono rappresentate dai due grafici che seguono.


(Click per ingrandire)


Dal 1971 al 1973 il conto QLZ 6278 pagò Fr.S. 5.000.000 a Radowall. Il conto Ralrov ricevette US$ 1.350.000 e US$ 623.000 da Michele Sindona, che Ralrov utilizzò per ridurre l'indebitamento di Radowall verso Cisalpine.

Manic servì a collocare ed eventualmente a cedere il 18% del capitale della Finabank di Ginevra di proprietà di Michele Sindona e di IOR. 
Le azioni passarono da Manic a Edilcayman, pure di Sindona, nella primavera 1974. L'operazione fu finanziata da Cisalpine e Radowall. Nel 1972 Radowall cedette le restanti azioni Bastogi alla Italmobiliare di Carlo Pesenti, per un utile di US$ 10 milioni.


(Click per ingrandire)


Cosa certa è il ruolo di Ley Ravello che copre un periodo molto lungo. 
Lo incontrai a Losanna nel settembre 1971 in occasione della prospezione di investimenti immobiliari di Anna Bonomi. Ho testimoniato su di lui negli uffici della DIA di Roma nel 1997 in quanto poi coinvolto nell'omicidio di Domenico Balducci, nei procedimenti per riciclaggio contro Ernesto Diotallevi e nella vicenda degli "assegni del Presidente" relativa a Giulio Andreotti.

Le prime operazioni della panamense United Trading Co (UTC) tramite IOR furono proprio legate ai rapporti con la Alphom Finance di Fiorenzo Ley Ravello di Losanna e consistettero nell'acquisto di azioni del Banco Occidental e di azioni Compendium.

UTC venne costituita il 22 febberaio1974 ed ebbe come amministratore Arthur Wiederkehr.
Wiederkehr era pure amministratore di Nordfinanz Bank di Zurigo, fra i più consistenti creditori di Cisalpine dalla sua costituzione, e rappresentante degli interessi del gruppo spagnolo Rumasa di Jose Ruiz-Mateos. La notorietà del legame tra Ambrosiano e Rumasa (Mateos viveva a Londra negli anni ottanta), causò in quel periodo a Arthur Wiederkehr un certo imbarazzo.

Il 24 novembre 1974, IOR conferì con contratto di gestione il mandato alla Banca del Gottardo di amministrare UTC. UTC acquistò il controllo di Anli.

Come risulta dai conti correnti intestati a UTC presso la Banca del Gottardo, la panamense ha iniziato le sue attività ricevendo bonifici per chiusura conti Radowall il 23 dicembre1974. Il carico a UTC dei saldi rappresenta la continuità dei rapporti con la sostituzione di UTC a Radowall e con IOR sempre in veste di intermediario dei trasferimenti tra le due società.

Nel febbraio 1974, al momento del trasferimento, gli attivi di Radowall erano rappresentati da n. 604.930 azioni Banco Ambrosiano, da azioni Anli, dalla partecipazione e dal debito in forma obbligazionaria di Zitropo e dai prestiti a favore di Edilcayman.
Le passività erano rappresentate dal saldo dei back to back Cisalpine-IOR-Radowall.

Non esiste alcuna lettera che rende IOR indenne per le operazioni di Radowall.

IOR nel 1973 rappresentava il 18% del totale dei depositi di Cisalpine e  IOR il 30% dell’attivo di Cisalpine.

Attraverso queste complesse e frenetiche operazioni in titoli, il Gruppo Banco Ambrosiano era diventato uno di più importanti in Italia e questo non sarebbe stato possibile senza lo IOR.

Carlo Calvi


venerdì 12 luglio 2013

Radowall, IOR e l'affaire Banca Cattolica e Toro Assicurazioni (2^ puntata)

di Carlo Calvi

Segue dalla 1^ puntata (QUI)



Nel 1972 13,5 milioni di azioni della Banca Cattolica del Veneto cedute da IOR alla lussemburghese Compendium (poi divenuta Banco Ambrosiano Holdings) furono trasferite a Radowall.
IOR comparve ufficialmente come cessionario di queste azioni a La Centrale mentre in realtà si trattò di Radowall.

Altre 4.560.000 azioni della Banca Cattolica del Veneto rimasero sul conto n. 90521 di Radowall acceso presso lo IOR.

Al trasferimento dei due pacchetti a La Centrale, IOR fu pagato in lire. Pagò Radowall in dollari all'estero trattenendo un beneficio di $ 7,6 milioni per la conversione lira/dollaro. Radowall impiegò il ricavato per rimborsare Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas (poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited).
Nel 1973 IOR sottoscrisse obbligazioni a favore di Compendium per Fr.S. 85 milioni garantite da Radowall attraverso cui erano transitati i fondi.

Segue l’accordo in originale firmato per lo IOR da Mons. Paul Marcinkus e per la Compendium da mio padre, riguardante la cessione della Banca Cattolica del Veneto.



(click sull'immagine per ingrandire)

Di seguito le scritture originali IOR relative ai due pacchetti di azioni della Banca Cattolica del Veneto che passarono per il conto titoli n. 90521 e n. 90621 di Radowall.



(click sull'immagine per ingrandire)



Nel 1973 cominciarono le operazioni su azioni Toro Assicurazioni.

La famiglia Zanon cedette due pacchetti di azioni Toro, uno per pagamento in contanti e l'altro in cambio di azioni La Centrale e Banco Ambrosiano Holdings (già Compendium).

Per il primo blocco Cisalpine pagò agli Zanon $ 21 milioni. Radowall completò la seconda operazione rilevando azioni La Centrale da Pacchetti e cedendole agli Zanon. 
Cisalpine e Radowall finirono così per raccogliere il 19% di Toro e cederlo a La Centrale.

IOR a fine 1973 mise a disposizione di Cisalpine $ 45 milioni per permettere alla lussemburghese Manic S.A. di completare l'acquisto di azioni Toro.  
Le azioni di Manic erano conservate presso la Kredietbank Lussemburgo per conto di IOR. 

La Centrale  finì per ottenere il 52% dei voti della Toro Assicurazioni.

Fu la vendita di questo ultimo pacchetto nel 1975 a La Centrale che formò  uno  dei capi di imputazione contro La Centrale nel processo per violazioni valutarie del 1981, in quanto il prezzo finale fu fortemente maggiorato.

Nello stesso periodo della costituzione di Radowall mio padre e il suo superiore Ruggiero Mozzana  avevano costituito in Lussemburgo la Anli Holding S.A. utilizzando un conto operato congiuntamente da entrambi, il QLZ 6278, acceso presso la Kredietbank di Ginevra  (...)

fine della seconda puntata




domenica 7 luglio 2013

Radowall: l'origine dei rapporti con Mons. Paul Casimir Marcinkus (1^ puntata)

di Carlo Calvi


Radowall Financial Establishment Vaduz é fondamentale per comprendere i primi rapporti tra mio padre e Paul Marcinkus.

La Banca del Gottardo di Lugano, del Gruppo Banco Ambrosiano, la costituì nel novembre 1971, dopo la fallita OPA Bastogi intentata da Michele Sindona e dalla Hambros Bank di Londra, al fine di acquisire azioni Bastogi.

Ricordo bene quel periodo in quanto fu allora che ebbi l’opportunità di uno stage proprio alla Hambros Bank con Raffaele Bonacossa della Banca Privata Italiana di Michele Sindona.

Il 27 settembre 1974 la Banca d’Italia nominò Giorgio Ambrosoli come liquidatore delle Banca Privata Italiana. Radowall fu messa in liquidazione dalla Banca del Gottardo nel dicembre 1974.

La sostituì il 23 dicembre 1974 la United Trading Company (UTC).
La panamense UTC accolse i debiti di Radowall verso l'Istituto per le Opere di Religione (IOR) di $ 80.500.000 e Fr.S. 24.000.000. A questi corrispondevano saldi debitori di IOR verso la Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas (Ciso), poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited, come creditrice.

É il circuito che abbiamo incontrato parlando delle operazioni in "conto deposito".
Il circuito Ciso-IOR-UTC precedeva dunque al 1974 e si configurava in Ciso-IOR-Radowall.
IOR tratteneva lo spread spettantegli in base agli accordi "conto deposito" che dovevano perdurare fino al 1982.

Il motivo della sostituzione di Radowall con UTC fu la caduta in disgrazia di Michele Sindona.

Radowall aveva la funzione di condurre complesse operazioni in titoli di società ufficiali del Gruppo Banco Ambrosiano e conservare gli utili per reintrodurli artificialmente nella rete ufficiosa. Le operazioni mostrano come lo IOR fosse a conoscenza fin dall’inizio della rete segreta delle società offshore e del fatto che queste trattavano in azioni dell’Ambrosiano.

Il periodo di maggiore esposizione di Radowall verso lo IOR si ritrova con le "operazioni Zitropo".

Michele Sindona, che aveva costituito la lussemburghese Zitropo, l'aveva utilizzata per acquisire partecipazioni in Pacchetti, Credito Varesino e Banca Cattolica del Veneto.
La Cimafin, una anstalt di Liechtenstein, pure costituita dalla Banca del Gottardo, acquistò azioni Zitropo dalla Steelinvest di Sindona per $ 82.000.000 e ottenne il diritto di farsi intestare azioni a riporto presso lo IOR.
Cimafin estinse il suo debito con Steelinvest con anticipazioni di IOR contro garanzia di azioni Zitropo.

I riporti erano stati contratti per procurare fondi a Radowall che veniva bonificata contestualmente ai rinnovi. Radowall fu così destinataria tra il 1972 e il 1973 di $ 43.500.000 che furono utilizzati per permettere a Zitropo di trasferire azioni Credito Varesino e Banca Cattolica del Veneto all’Ambrosiano.

UTC assunse gli impegni di Cimafin con l’allontanamento di Michele Sindona e la anstalt si estinse contestualmente a Radowall.
Infatti UTC fu erede di altre società sorte prima della sua costituzione come come la Lovelok, le cui attività risalivano agli anni sessanta, e su cui ai giorni nostri ha testimoniato Geoffrey Robinson di Touche Ross, liquidatore di Banco Ambrosiano Holdings, nel procedimento svoltosi a Palermo e relativo a Marcello Dell’Utri.

Includo di seguito nella Tab.1 e 2 la movimentazione del conto di Zitropo presso la Kredietbank di Lussemburgo. Le tabelle provengono dai rapporti redatti dalla Guardia di Finanza per i Giudici Istruttori del processo per l’insolvenza del Banco Ambrosiano.

Tab.1
(click per ingrandire)




Tab.2
(click per ingrandire)


Radowall sottoscrisse un prestito obbligazionario a favore di Zitropo; un prestito di $ 43.500.000 esteso da IOR a Zitropo, Radowall era il tramite fra le due.

IOR a sua volta era alimentato dai back to back con Cisalpine Overseas di Nassau al fine così di sostenere il titolo Pacchetti che Zitropo aveva acquistato da Michele Sindona.
IOR deteneva le azioni Zitropo in garanzia presso la Kredietbank di Lussemburgo con Pacchetti, Saffa e Beni Immobili del gruppo Bonomi.
La Pacchetti era il principale attivo di Zitropo. Il sostegno di IOR a Zitropo continuò a fronte della perdurante flessione del titolo Pacchetti.

Mio padre conservava gli accordi riguardanti gli ulteriori riporti su titoli tra Cisalpine e IOR e i liquidatori li hanno poi ottenuti.

Nel 1972 i Bonomi cedettero 3,2 milioni di azioni di Credito Varesino di cui 1,1 milioni erano detenute all’estero.

Un primo pacchetto transitò via Zitropo che lo cedette a Radowall nel febbraio 1973. La seconda tranche più l’eccedenza sul prezzo ufficiale convenuto in Italia doveva essere pagato in Svizzera da Cimafin per un valore pari a Fr.S. 90 milioni.
Cimafin ottenne un prestito equivalente da Cisalpine Overseas di Nassau per completare l’operazione. Prima della cessione ultima a La Centrale del gruppo Banco Ambrosiano entrambi i pacchetti transitarono per lo IOR. 
Il primo attraverso una serie di riporti accesi da Cisalpine con IOR. Il secondo attraverso la concessionaria Giammei che operava per lo IOR.

Cimafin e Radowall utilizzarono gli utili per ripagare Cisalpine.

Radowall ottenne prestiti da IOR per finanziare Compendium S.A. di Lussemburgo, predecessore di Banco Ambrosiano Holdings, al fine di acquisire azioni Banca Cattolica del Veneto destinate, come nel caso del Credito Varesino, a La Centrale.
Cisalpine concesse depositi corrispondenti a IOR. L’accordo fu raggiunto tra mio padre e l'Arcivescovo Paul Casimir Marcinkus nel 1971 (...)

fine della prima puntata

(seconda puntata: QUI)




domenica 12 maggio 2013

IOR-UTC e quei 223 milioni di dollari (3^ e ultima parte)

di Carlo Calvi

(segue dalla 2^ parte)


La Zwillfin AG di Liechtenstein attiva fino al 1981 venne utilizzata da UTC di concerto con la Unovax Anstalt e la Kriter in operazioni finalizzate alla acquisizione del controllo di Credito Varesino, Banca Cattolica del Veneto, Toro Assicurazioni e La Centrale da parte del Banco Ambrosiano.
Si distinguono operazioni di sostegno di quotazioni di titoli dei gruppi Bonomi e di Michele Sindona.

Dal 1973 al 1975 vi fu movimentazione di titoli per conto di Pacchetti SpA., Invest, Beni Immobili e Saffa SpA. Le partecipazioni in Beni Immobili e Saffa furono poi trasferite a Manic SA da questa cedute nel 1980 e 1981.

Alcune di queste operazioni sono state finanziate in parte da UTC attraverso la Kriter S.A..
Le disposizioni per gli accrediti sono state date dallo IOR.
La Kriter é estranea al gruppo Banco Ambrosiano e gli utili sono affluiti su conti della famiglia Zanon di Valgiurata.


   



La società del Liechtenstein Unovax che pure ha ricevuto fondi provenienti da UTC, ha effettuato nel 1979 pagamenti destinati a Anna Bonomi e al suo prestanome Giuseppe Marinoni.

Si tratta di pagamenti corrisposti a Anna Bonomi per il trasferimento di azioni del Credito Varesino a La Centrale. Per la vendita di azioni Credito Varesino nel 1976 il gruppo Bonomi oltre a quanto corrisposto ufficialmente alla Invest vantava crediti poi regolarizzati all’estero.



Vi sono pure pagamenti contestuali alla estorsione perpetrata da Michele Sindona ai danni di mio padre.
Si sono individuati pagamenti di UTC a Sindona nel 1977 e 1978 e a Walter Navarra e Luigi Cavallo nel 1980 e nel 1981. Questi pagamenti furono utilizzati come prova nel processo contro Michele Sindona nel 1985 in cui mia madre fu parte civile.

La Zus Corporation di Panama con conti presso Nordfinanz venne finanziata da UTC negli anni 1980 e 1981 e trattò titoli del Banco Ambrosiano SpA.
La Zus non risulta tra le società patrocinate. La UTC manteneva un intenso interscambio con la patrocinata Noreurop e i trasferimenti a Zus avvennero tramite Nordeurop.
Zus ha utilizzato tali somme anche per trasferimenti a Umberto Ortolani e Licio Gelli e Marco Ceruti. E in questo contesto che si inserisce l’importante capitolo del processo per l’insolvenza del Banco Ambrosiano noto come "rogatoria di Jersey".
Alcuni pagamenti a Marco Ceruti portarono in Regno Unito e gli interessati tentarono di falsificarne la documentazione.
La contestualità delle rimesse IOR e gli utilizzi di UTC a favore di ZUS su istruzione di Alessandro Mennini fanno pensare che Mennini fosse a conoscenza della destinazione dei fondi.

  


La Nordeurop (grafico precedente), costituita in Liechtenstein nel 1971, fu rilevata da UTC nel 1974.
Dalla fine del 1977 Nordeurop operò a volte per conto di UTC, interponendosi tra BAOL e UTC o autonomamente.
Nordeurop ha avuto funzione di appoggio o sostituzione di UTC fino al 1981 in particolare per l’erogazione di prestiti a Compendium.
La Compendium S.A. di Lussemburgo poi divenuta Banco Ambrosiano Holdings nel 1976, aveva tra il 1975 e il 1977 UTC come azionista per il 23,27%.

La Alphom di Florent Ley Ravello cedette a UTC partecipazioni, inclusa una minoranza nel capitale di BAH. UTC cedette a sua volta parte della sua partecipazione allo IOR. Altri azionisti di BAH oltre che Banco Ambrosiano Spa erano Banco Occidental e dal 1979 il Banco de la Nacion di Lima. Quest’ultimo acquisì una parte della sua partecipazione da UTC.

UTC ha finanziato la Manic del Lussemburgo dal 1974 al 1979.

La Manic ha ricevuto fondi anche direttamente da BAOL, BAA e AGBC per operazioni su titoli dei gruppi Ambrosiano, Bonomi e Zanon.
Il credito verso Manic transitato per Nordeurop venne trasferito da questa a Kresse del Liechtenstein nel 1980. Nel 1979 Kresse ha ceduto azioni della lussemburghese Anli a UTC e dopo la vendita ha cessato i rapporti con UTC.
Questo giro di fondi servì a alleggerire la posizione di Manic verso Nordeurop trasferendola su Kresse. La provvista UTC in occasione dei prestiti alla Manic é stata alimentata da depositi dello IOR.

Se Mons. Marcinkus ha partecipato a occultare le attività di BAOL, la P2 ha influito sulle decisioni dell'Ufficio Cambi Mincomes attraverso il direttore generale Ruggero Firrao a favore della operatività del Banco all’estero.

Ma IOR e P2 hanno operato di concerto?

Licio Gelli ha ricevuto ingentissimi trasferimenti da UTC per la maggior parte via Umberto Ortolani e Bafisud Montevideo.



Licio Gelli é stato sentito recentemente dai magistrati della Procura di Palermo.
Il suo nome é ricomparso anche in procedimenti penali in corso in Lussemburgo ove sarebbe transitato dopo l’evasione dal carcere ginevrino di Champs Dollon.
Quando si costituì quattro anni dopo nel 1987 la Svizzera concesse l’estradizione esclusivamente per l’insolvenza dell’Ambrosiano e non per altri reati.

Carlo CALVI



lunedì 6 maggio 2013

IOR-UTC e quei 223 milioni di dollari (2^ parte)

di Carlo Calvi


(segue dalla 1^ parte)

Il Nucleo Regionale della Guardia di Finanza di Milano ha pure ricostruito il flusso dei fondi in uscita dai conti correnti UTC presso la Banca del Gottardo e includo nel seguito, sempre a fine di riferimento, alcune delle loro rappresentazioni grafiche.

Oltre alle posizioni di Umberto Ortolani (rappresentate nella 1^ parte) e Licio Gelli (grafico 1 e 2), ben note a motivo delle vicende processuali che seguirono, la Guardia di Finanza ha evidenziato come il ruolo della panamense UTC si attuò attraverso le numerose partecipazioni estere di cui era capogruppo.

        
                              grafico 1                                                   grafico 2


Seguendo il filo delle consociate e collegate più che quello cronologico si distinguono alcune categorie.

UTC aveva funzione di smistamento fondi mentre la funzione di controllo delle partecipazioni del Banco Ambrosiano era affidata alla Manic S.A. (grafico 3).


grafico 3


Se UTC non é mai stata intestataria di azioni Banco Ambrosiano ne ha tuttavia detenuto consistenti pacchetti attraverso le sue controllate.
UTC ha anche operato per clienti terzi ai quali sono state intestate azioni Banco Ambrosiano.

L’impegno principale di UTC era la partecipazione in Suprafin con le sue continue acquisizioni di azioni Banco Ambrosiano.
Suprafin era stata inizialmente controllata dalla Anli di Lussemburgo e da Anna Bonomi Bolchini ma nel 1975 le controllate di UTC Imparfin AG e Teclefin AG del Liechtenstein subentrarono alla Anli nel capitale sociale della Suprafin. 
La Suprafin era il noto strumento dei dirigenti del Banco Ambrosiano SpA al fine dell’acquisto di azioni del Banco Ambrosiano.

Nel 1975 Mons. Donato De Bonis firmò una lettera affermante la pertinenza di Imparfin e Teclefin allo IOR.
UTC controllava anche altre intestatarie di azioni Ambrosiano facenti capo allo IOR.

UTC costituì poi cinque società cedute a Astolfine S.A. aventi lo stesso fine di detenere azioni Ambrosiano (nel grafico 4 sono riportati i rapporti finanziari di Astolfine S.A. nel novembre 1977).

grafico 4


Nel 1980 UTC possedeva 3.124.723 azioni Ambrosiano pari al 10,4% del capitale e mio padre le valutò nei suoi bilanci di UTC al valore di mercato di $ 136 milioni.

Negli anni 1974 e 1975 UTC intrattenne con finanziamenti propri di IOR e tramite la Zitropo una intensa movimentazione di fondi e titoli. IOR trasferì pacchetti azionari di sua pertinenza a Zitropo.
UTC continuò poi a detenere la maggior parte del debito artificialmente ridotto di Zitropo dal 1975 al 1981.

La Zwillfin AG. di Liechtenstein attiva fino al 1981 venne utilizzata da UTC di concerto con la Unovax Anstalt e la Kriter in operazioni finalizzate alla acquisizione del controllo di Credito Varesino, Banca Cattolica del Veneto, Toro Assicurazioni e La Centrale da parte del Banco Ambrosiano.
Si distinguono operazioni di sostegno di quotazioni di titoli dei gruppi Bonomi e di Michele Sindona(...)