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lunedì 19 marzo 2018

Anticorruzione: intervista a Ermelindo Lungaro


Il giornalista Andrea D’Orazio del Giornale di Sicilia ha recentemente intervistato un amico del blog Fraud Auditing & Forensic Accountingsul tema dell'anticorruzione.
Si tratta di Ermelindo Lungaro, docente al Master Anticorruzione dell’Università Tor Vergata di Roma e presidente di diversi board di vigilanza aziendale, senza dubbio uno dei principali professionisti del settore.
Riportiamo nel seguito l'estratto dell'articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia.




di Andrea D'Orazio (Giornale di Sicilia)

È sempre lì, dietro l’angolo, pronta a farsi strada tra gli affari pubblici e privati ogni volta che girano soldi e appalti. Si chiama corruzione, e quando viene a galla, puntualmente, trascina con sé una domanda: è davvero possibile bloccare il malaffare, fermarlo alla radice prima che si manifesti? Ermelindo Lungaro, docente al Master Anticorruzione dell’università Tor Vergata di Roma, presidente di diversi board di vigilanza aziendale, nipote dell’eroe partigiano Pietro Ermelindo a cui è dedicata una caserma di polizia a Palermo, è fermamente convinto «che la prevenzione è a portata di mano, visto che l’Italia, quantomeno in linea teorica, ha degli anticorpi che gli altri Paesi neanche si sognano».

Cioè?

«Un sistema normativo all’avanguardia basato su due pilastri: la legge 231 del 2001, che prevede l’esistenza di organismi di controllo interni alle imprese, e la 190 del 2012 - la cui cabina di regia è affidata all’Anac di Raffaele Cantone - che ha introdotto la logica preventiva anche nella pubblica amministrazione e nelle società partecipate, per arginare la cosiddetta corruzione passiva, quella dei funzionari infedeli che intascano mazzette per orientare l’assegnazione delle commesse. Ma evidentemente una solida base giuridica non basta».

Perché? Cosa vanifica questi «anticorpi»?

«Due fattori, che nella mia carriera riscontro soprattutto nel settore pubblico, uno di tipo culturale, l’altro legato a un problema di competenze. Il primo, dipende da un’ignoranza diffusa: in pochi sanno come funziona davvero la legge, che rimane il più delle volte solo un pezzo di carta. La norma anticorruzione prevede, ad esempio, l’attuazione di piani di prevenzione, ma in molti enti e società pubbliche questi programmi non vengono né aggiornati né concretamente applicati. A monte, c’è anche e soprattutto un problema politico. Dovrebbe essere la classe dirigente a dare l’input, ma manca la volontà, o per superficialità o peggio ancora per tornaconto personale».

E la questione della competenza? La legge prevede anche la figura di un responsabile interno che sorvegli la macchina amministrativa.

«Per prevenire la corruzione non si può improvvisare, bisogna avere grande esperienza, anche perché la stessa normativa, in ambito pubblico, richiede di andare oltre l’approccio formale: prevede un lavoro di fino, chirurgico, per andare a scovare le aree grigie dove si annida il malaffare. Purtroppo, il più delle volte, i responsabili interni della vigilanza non sono all’altezza del compito, hanno un deficit di preparazione e si limitano al compitino, al meccanico adempimento dei programmi di prevenzione».

Lei di piani ne ha stilati diversi, per aziende e comuni, anche per l’Anci, e ha girato l’Italia per spiegare ai manager come si combatte il fenomeno corruttivo. Cosa insegna a tutti loro?

«Che la normativa anticorruzione è lo strumento ideale per togliere un po’ di scheletri dall’armadio, per fare un po' di pulizia e rendere le società che amministrano più trasparenti e, di conseguenza, più efficienti. Il messaggio è: vigilate, e non esitate a denunciare chi commette un illecito. Devo dire che vengo ascoltato più dai manager del settore privato. Hanno meno remore a vuotare il sacco, forse perché sono più attenti al rischio di impresa, perché capiscono che la corruzione può distruggere l’immagine e il profitto aziendale».




giovedì 25 gennaio 2018

Tecniche investigative: l'approccio induttivo

L'intelligence investigativa si basa su sequenze ricorrenti di attività strategiche, organizzative e operative di raccolta, valutazione, confronto, analisi, verifica, utilizzo, esame e riesame di informazioni, dati, eventi, operazioni, situazioni e comportamenti.

La scienza investigativa ha elaborato nel tempo parecchi approcci a volte utilizzati in modo combinato e non alternativo tra loro.


Esiste pertanto l'approccio "storico" (o teorico)  che tende a confrontare la realtà che si sta investigando con i modelli teorico-comportamentali elaborati dagli antropologi o dai sociologi (ad esempio la famosa teoria del "fraud triangle") ovvero con le teorizzazioni formulate dagli operatori del settore (ne è un esempio l'"albero delle frodi" elaborato dall'ACFE - Association of Certified Fraud Examiners). Si tratta di un approccio che tende alla classificazione di tutta la realtà che si sta osservando secondo un ordine precostituito.

L'approccio "situazionale" rappresenta un altro criterio investigativo molto utilizzato per la sua semplice applicazione. Secondo questo modello, si prendono in esame tutti gli elementi a disposizione dell'investigatore, il quale formula una prima (ma approssimativa) idea di come sono andate le cose, salvo poi integrare le prime intuizioni attraverso la ricerca di ulteriori evidenze a supporto o a disconoscimento di quanto delineato precedentemente. E' il tipico approccio dell'investigatore di esperienza (si pensi, ad esempio, al "metodo del ten. Colombo") che costruisce la propria indagine sui presupposti iniziali arricchendo l'analisi di ulteriori e successivi dettagli. Con questo approccio si rischia, tuttavia, di percorrere sentieri d'indagine inutili o basati su preconcetti abbandonando lo scenario in cui si è verificato l'illecito.

Ulteriore approccio investigativo è l'"analisi delle ipotesi concorrenti già oggetto di descrizione in questo blog.

Il più attuale dei metodi investigativi, tuttavia, si basa sull'approccio "induttivo" che si distingue radicalmente da quelli appena descritti.
Infatti se l'approccio teorico e l'approccio situazionale hanno come obiettivo primario la definizione in tempi ristretti della strategia d'indagine, l'approccio induttivo prescinde dalle logiche e dagli schemi precostituiti.

Fino a qualche tempo fa era l'approccio adottato per i crimini più complessi, inspiegabili o non prevedibili ma ora, grazie alle nuove tecnologie di elaborazione e analisi dei dati, è divenuto uno dei criteri su cui si basano le investigazioni più avanzate.
In buona sostanza, tutti i dati a disposizione (oggi potenzialmente e oggettivamente "illimitati" dal punto di vista quantitativo e qualitativo) sono elaborati da software in grado di palesare, attraverso estrazioni, elementi utili alle indagini, quali, situazioni non casuali o anomale che potrebbero nascondere un comportamento fraudolento.

Sono già in stato di studio avanzato i sistemi di calcolo che si basano sulle teorie matematico-statistiche, quali ad esempio la Legge di Benford (della quale il blog ha ampiamente parlato), utili nel contrasto delle frodi aziendali "on the book" (ovvero le frodi contabili).
Tali meccanismi di elaborazione di grandi masse di date prelevate da supporti digitali di diverse architetture, possono  confermare, ad esempio, la bontà dei calcoli utilizzati per la valutazione o la stima di una posta di bilancio o le determinazioni effettuate da un arbitro per la risoluzione di contenziosi tra aziende.

Naturalmente tutti i criteri descritti, ce ne sarebbero molti altri, possono essere intaccati da errori di valutazione e di calcolo, portando alla definizione di strategie sbagliate.
Per tale ragione la letteratura di settore suggerisce che l'investigatore non operi o non agisca da solo, ma che si confronti costantemente con il suo team, applicando, ad esempio, la tecnica del brainstorming.



domenica 21 gennaio 2018

Convegno dell'Associazione dei CT nominati dall'Autorità Giudiziaria (Roma 29.1.18)

                                                          

Seminari ASSOTAG
Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici
nominati dall'Autorità Giudiziaria



Indici sintetici di costo e sindacabilità del pricing dei finanziamenti

Sala Conferenze Fondazione Lelio Basso
 Via della Dogana Vecchia, 5 - Roma
 29 gennaio 2018: h 14.30 – 17.30

PARTECIPAZIONE SU INVITO


Il merito di credito viene misurato come rischio che il debitore non restituisca l'ammontare del credito ricevuto e gli interessi pattuiti nei tempi e modi convenuti. L'indice misurato è universalmente qualificato in letteratura come la probabilità di default (PD default probability), valore percentuale da 0% a 100%, ovvero tra gli estremi di rischio zero (PD=0%) e default conclamato (PD=100%).

Gli indici di costo TAN e TAEG sono invece degli indici di prezzo, che rappresentano il costo finanziario del finanziamento (TAN) ed un costo aggregato comprensivo di tutti gli altri costi non finanziari tra i quali, ad esempio, quelli assicurativi (TAEG).

La differenza ontologia tra le due nature di indici dovrebbe apparire evidente, essendo il merito creditizio (misurato dalla PD) solo una delle componenti che contribuiscono al complessivo valore di costo del credito (TAN), e spesso neppure quella fondamentale, essendo i prezzi dei prodotti di finanziamento fortemente collegati piuttosto ai valori di approvvigionamento della banca (funding) e certamente diretti dalle indipendenti strategie e pratiche commerciali dei vari operatori finanziari che si confrontano competitivamente sul mercato dei prodotti di finanziamento.

Va da se che all'osservatore esterno alla banca, ad esempio all’analista finanziario indipendente, risulta estremamente arduo, se non impossibile, ricalcolare il merito di credito di un cliente della banca, il valore della sua PD, derivando questa valutazione da elaborazioni ed assunzioni informative proprietarie, congiunturali e non di rado di natura sensibile.

Quale è la natura tecnica del merito creditizio e come si calcola? Quale è la natura fiduciaria e sociale del rapporto di credito? Quali le conseguenze economiche? Quali conseguenze derivano dalla focalizzazione della differenza tra merito creditizio (ovvero la misura del rischio) e gli indici di costo del credito (ovvero il pricing del credito alle imprese e famiglie)?
Ne discutiamo insieme con i relatori con metodo multidisciplinare.

Programma

14:30 Saluti

Interventi

Prof. Francesco Quarta, Università di Bologna
Avv. Massimo Cerniglia, Studio Cerniglia
Prof . Antonio Rinaldi, Università di Chieti Pescara
Dott.ssa Elisabetta Mercaldo, FABI
Analista Rating, Agenzia di rating - da confermare
Analista Finanziario, AIAF – da confermare
Professore di scienze sociali – da confermare
Modera Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG

16:30 Dibattito



L'associazione AssoTAG conta su circa 1300 relazioni che si tengono  attraverso l'iscrizione al blog Linkedin, raggiungibile all’indirizzo https://www.linkedin.com/groups/51178
Le opinioni e i contenuti espressi nell'ambito del seminario sono nell'esclusiva responsabilità dei relatori.

La partecipazione è consentita solo registrandosi all’indirizzo www.goo.gl/s5dSCr





lunedì 4 settembre 2017

Cercasi "computer & digital forensics manager"

settembre 2017



Posizione aperta:


"Computer & digital forensics manager"



Descrizione attività:
In sintesi l'informatica forense (o "computer forensics") è la scienza che studia l'individuazione, la conservazione, la protezione, l'estrazione, l'analisi e ogni altra forma di trattamento del dato informatico al fine di essere valutato in un procedimento giuridico (in sede civile, penale, amministrativa, tributaria o arbitrale) e studia, ai fini probatori, le tecniche e gli strumenti per l'esame metodologico dei sistemi informatici.
Si tratta di una disciplina di recente formazione (la sua nascita si colloca intorno al 1980 ad opera dei laboratori tecnici della FBI).
Con l'aumento dei crimini informatici e, soprattutto con una presa di coscienza da parte delle aziende che hanno finalmente cominciato a denunciare i crimini di cui sono vittime, si rende necessaria una applicazione integrale di questa disciplina.

La posizione ricercata si rivolge ad un "computer & digital forensics manager", cioè ad un professionista che già presta la sua opera nell'ambito della lotta ai reati informatici (o cybercrime). 
Le attività di computer forensics sono dirette non solo a tutte le categorie di computer, ma a qualsiasi attrezzatura o supporto elettronico con capacità/potenzialità di memorizzazione dei dati (ad esempio smartphone, sistemi di domotica, stampanti, sistemi di navigazione, flash memory e in generale tutto ciò che contiene dati memorizzati). 




Requisiti richiesti:

Titoli preferibili:
  • laurea in informatica; 
  • ingegneria informatica; 
  • ingegneria elettronica. 
Saranno prese in considerazione candidature con lauree in:
  • matematica; 
  • fisica. 
Saranno considerati titoli di merito:
  • eventuali specializzazioni in Computer Forensics (corsi accademici); 
  • corsi e certificazioni relativi alla Computer Forensics (corsi professionali). 

Capacità/Esperienze:
Al candidato sono richieste conoscenze approfondite a livello logico\architetturale (non solo sistemistico) relative a:
  • Sicurezza logica dei sistemi informativi; 
  • Architetture di rete; 
  • Architetture dei sistemi informativi; 
  • DBMS; 
  • Sistemi operativi Unix\MS Windows\Apple Mac Osx\IOS\Android;
  • cybercrime. 
In alternativa alla specializzazione in Computer Forensics si richiedono alternativamente:
  • 4-5 anni di esperienza lavorativa nel campo della Computer Security;
  • 4-5 anni di esperienza lavorativa nell'ambito dei team di computer forensics delle società di consulenza o big4.

Completa il profilo:
  • ottima conoscenza dell’inglese parlato e scritto; 
  • disponibilità a trasferte non solo in Italia; 
  • flessibilità di orario.
Alla risorsa ricercata sarà attribuita la responsabilità di sviluppare e gestire un laboratorio informatico e di coordinare 2-3 professionisti junior.

I candidati possono inoltrare il CV aggiornato al seguente indirizzo di posta elettronica:




giovedì 20 luglio 2017

Cacciatore di frodi: un manager chiave in azienda e sul web

Da sempre è stato uno degli obiettivi del blog. 
La sensibilizzazione del mercato del lavoro sulla professione del fraud auditor e del forensic accountant, l'assoluta utilità per le imprese di assumere questi professionisti al fine di ridurre il rischio di frode, ottenendo risparmi economici e benessere generalizzato per tutti i propri dipendenti. E non ultima, la necessità ormai improrogabile di formare nell'ambito universitario nuove generazioni di cacciatori di frodi aziendali.
In quest'ottica è stata rilasciata l'intervista pubblicata sul Sole 24 Ore lo scorso 17 luglio 2017, riportata qui di seguito.



mercoledì 5 luglio 2017

Scarano (AssoTAG): lettera aperta agli analisti finanziari su banche venete

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata dal Presidente dell'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria (AssoTAG), Ing. Alfonso Scarano, agli analisti e consulenti finanziari.


"Cari amici, Cari colleghi, 
il Decreto sulle popolari venete del 25 giugno scorso e in via di approvazione forzata, pare porti ad un nuovo e preoccupante livello istituzionale la questione del dissesto del sistema bancario. 
Ebbene, ad analizzare il Decreto in controluce al contratto stipulato tra liquidatore e acquirente ad 1 euro della sola parte buona delle banche venete, si viene catapultati nella nuova fattispecie che lo Stato con suoi soldi sterilizza totalmente qualunque costo e rischio di impresa dell'acquirente con risorse pubbliche tra cash e garanzie fino a 17.5 miliardi. 
Insomma Banca Intesa, in questo caso, non pare assumersi alcun rischio di impresa ma solo esige (ottenendolo) un enorme regalo con immensa spesa a carico dello Stato.
La cosa appare ancor più stravolgente quando si ragioni che almeno da mesi (come evidente leggendo il contratto in controluce al Decreto che lo avalla) autorità e soggetti interessati abbiano strettamente collaborato a questa sola soluzione.
La cosa appare ancor più stravolgente perchè pur di avallare ciò, il Decreto sospende oltre una ventina di leggi imperanti (leggi fallimentari, antitrust, bilancio dello Stato fino ai piani regolatori dei comuni e leggi ambientali e beni culturali).
La cosa appare totalmente in contrasto con la carta Costituzionale. 
Vien detto che sia l'unica opzione possibile. 
Pare immediato rispondere che è ben miserrima soluzione questa sola a cui hanno alacremente collaborato gli interessati per mesi. Mettere la questione poi in maniera quasi militaresca in un "cul de sac" nel mezzo di luglio appare anch'essa offensiva.
E' poi questa l'unica soluzione possibile? 
Con 17,5 miliardi di risorse pubbliche pare chiunque possa con un certo agio affrontare e risolvere la questione delle venete. 
Vi pare?
Ogni vostro commento è benvenuto!


venerdì 28 aprile 2017

L’irrinunciabile valorizzazione dell’informatica forense (Roma, 16 maggio ore 10.00)



organizza un
CONVEGNO
dal titolo

L'IRRINUNCIABILE VALORIZZAZIONE
DELL'INFORMATICA FORENSE E
DELLE COMPETENZE DEI CONSULENTI

c/o
Camera dei Deputati
Sala Salvadori
16 maggio 2017
via Uffici del Vicario, 21 - Roma 
dalle 10:00 alle 13:30 


Agenda:

ore 10:00 Saluti iniziali
Ing. Carla Cappiello, Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
Dr.ssa Immacolata Giuliani - Introduzione alle scienze forensi e i suoi esperti

ore 10:15 
Presentazione dell’associazione ONIF (Osservatorio Nazionale Informatica Forense) e della survey 2015 sulla professione di informatico forense.
Ing. Paolo Reale, Presidente ONIF e Presidente commissione informatica dell’Ordine Ingegneri di Roma

ore 10:40 
Informatica forense come scienza forense Analogie e diversità con altre scienze; ambiti di applicazione; prospettive; problematiche frequenti.
Dott. Nanni Bassetti, Project manager progetto CAINE, Consulente di informatica forense e socio fondatore ONIF

ore 11:05 
L’informatica forense nel sistema giudiziario: necessità di un cambio di prospettiva Presentazioni delle criticità riscontrate quotidianamente, con particolare riferimento alle figure professionali coinvolte e alle modalità di remunerazione degli incarichi.
Dott. Alessandro Borra, Socio fondatore ONIF e consulente informatica forense

ore 11:30 
Il modello olandese: NRGD (Netherlands Register of Court Experts) Già da diversi anni il governo olandese ha istituito un registro nazionale degli esperti in diversi ambiti delle scienze forensi. Tale registro è gestito dal governo e utilizzato da giudici, pubblici ministeri e avvocati per la scelta del consulente.
Dott. Mattia Epifani, Consulente di informatica forense e socio fondatore ONIF

ore 11:55 
“Il riconoscimento delle competenze del tecnico forense nel processo penale”
Gen. Umberto Rapetto, già Comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza, giornalista e scrittore

ore 12:20 
Intervento conclusivo di un rappresentante della commissione giustizia
I progetti di legge in discussione e il ruolo della Commissione Giustizia
On. Avv. Giuseppe Berretta, Membro della Commissione Giustizia della Camera

Tutti gli altri dettagli li potete vedere nella locandina.



domenica 15 gennaio 2017

Politica, finanza e crimine, Lezione Magistrale (Roma, 19.01.17)


LEZIONE MAGISTRALE

Politica, Finanza e Crimine
L'economia della devianza


Università degli studi di Roma "Tor Vergata"
Facoltà di Economia
Via Columbia, 2 Roma
Piano terra dell'edificio A Didattica, aula TL

Giovedì 19 gennaio 2017, ore 14:00


La Lezione Magistrale sarà tenuta da:


Antonio Maria Costa


Appuntamento APERTO A TUTTI


La Lezione Magistrale è organizzata dall'Università di Roma “Tor Vergata” nell'ambito del "Master Anticorruzione" per venire incontro alle crescenti richieste di formazione strategica e interdisciplinare da parte del mercato, alla luce del nuovo contesto normativo di riferimento e degli impatti gestionali.




Dopo una lunga fase recessiva è condizione necessaria per il rilancio degli investimenti intervenire su i processi corruttivi e illegali che ostacolano l’attività della pubblica amministrazione e delle imprese.
La corruzione genera distorsioni nell'allocazione delle risorse, rende impossibile la costituzione di un ambiente favorevole all'innovazione, all'occupazione e allo sviluppo, riducendo la possibilità di crescita dell’economia.

Le finalità del Master Anticorrusione sono:
  1. Orientare le conoscenze acquisite in ambito economico/legale alle tematiche del controllo in generale e del contrasto al fenomeno della corruzione in particolare, che, dopo una lunga fase di crisi, diventa prioritario ed essenziale per una crescita durevole e sostenibile.
  2. Rendere disponibili competenze e professionalità in grado di supportare aziende ed enti negli adempimenti normativi e nella realizzazione di sistemi di controllo organizzativo/gestionali idonei a ridurre l’incidenza dei fenomeni devianti.
  3. Formare e diffondere la cultura della trasparenza ed integrità.
  4. Costruire professionalità prontamente operative per supportare enti e società negli adempimenti di Legge e nella costruzione di un sistema organico di contrasto alla corruzione con un occhio all'efficienza e dalla sostenibilità delle azioni proposte e poste in essere.
Il Master rappresenta un'opportunità per neolaureati, professionisti e dipendenti per ottenere gli strumenti necessari ad affrontare le tematiche di contrasto alla corruzione in ambito privato e pubblico.
Inoltre il Master assicura il rafforzamento delle competenze dei componenti degli Organi di Controllo, dei Responsabili Anticorruzione, dei Responsabili della trasparenza e del RUP (Responsabili del procedimento).

*   *   *

(*) Antonio Maria Costa, laurea in Scienze Politiche all'Università di Torino (1963), studi di economia matematica all'Università di Mosca (1964-66) e Ph.D. in economia all'Università della California, Berkeley (1973), negli anni ’70 è consigliere economico alle Nazioni Unite. 
Tra gli anni 1983-87 è Sotto-Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Al contempo è membro del Comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Dal 1987 al 1992 Costa è Direttore Generale per l’Economia e la Finanza della Commissione Europea (Bruxelles), al contempo Sherpa finanziario dell’UE per i vertici G7. 
Nel 1994 è nominato Segretario Generale della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS, a Londra). 
Nel 2002 Kofi Annan lo nomina Direttore Esecutivo dell’Ufficio ONU di Vienna contro droga, crimine e terrorismo, con rango di Sotto-Segretario Generale dell’ONU, fino al 2010. Serve al contempo come Direttore Generale dell’ufficio ONU a Vienna. 
Costa è autore del romanzo The Checkmate Pendulum, (AEF Moringa, 2014), tradotto in italiano come Scaccomatto all’Occidente (Mondadori 2015). Il libro ha vinto il premio letterario Cerruglio 2016.



giovedì 3 novembre 2016

Il nuovo standard anticorruzione ISO37001:2016, funzionerà?

di Ciro Alessio Strazzeri *


Il 14 ottobre, dopo quattro anni di lavoro con la partecipazione attiva di esperti provenienti da 37 Paesi, l'ISO ha pubblicato il suo standard per i sistemi di gestione anticorruzione, la norma ISO 37001:2016 con data ufficiale 15/10/2016.

In larga misura, i requisiti dello Standard rispecchiano molti dei passi di cui alla FCPA Guidance emessa dal Dipartimento di Giustizia e dalla Securities and Exchange Commission e di cui alle Adequate Procedures rilasciate dal Ministero di Giustizia del Regno Unito, oltre che essere compatibili con i requisiti del D.Lgs. 231/01 e del PNA.

Tuttavia, poiché fornisce un approccio globalmente accettato per la conformità anti-corruzione, l'ISO 37001 è stato annunciata come un passo significativo nella continua globalizzazione del rispetto contro la corruzione, in particolare nei paesi in cui la corruzione potrebbe essere considerata parte della cultura. Le aziende possono ora utilizzarla come uno strumento che aumenta "l'asticella" per le attività di conformità e la consapevolezza del rischio di corruzione.

Per i paesi già «sviluppati» in tal senso, sia per le autorità di controllo che per le società soggette alla loro giurisdizione, l'emissione della ISO 37001 dovrebbe essere vista come uno sviluppo positivo in quanto fornisce un unico standard globale per la conformità anti-corruzione. Come tale, essa può facilitare una revisione sistematica dei Compliance Programs Law-friendly per le aziende con sede negli Stati Uniti, in UK, in Italia, in Canada, ecc., in particolare quelle con "avamposti" nei paesi in via di sviluppo.

L'emissione del nuovo standard può anche affrontare una delle principali critiche legata al fatto di creare una situazione di svantaggio competitivo per le aziende americane/britanniche/italiane pretendendo un livello superiore di compliance rispetto alle loro controparti internazionali. 

Ora c'è uno standard per tutti.

Così come con gli altri standard emessi dall'ISO, la 37001 include una disposizione che consente la certificazione da parte di una terza parte indipendente, che indica che il programma di lotta alla corruzione attuato dall'azienda è conforme allo standard.

Ma ne vale la pena per le società come quelle statunitensi, ottenere la certificazione quando i Compliance Programs esistenti sono già tenuti a rispettare gli elevati standard imposti dal Dipartimento di Giustizia?

E per quelle italiane, che sono soggette all'adozione di Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. 231/01 e/o all'adozione di Piani Triennali Anticorruzione e Trasparenza, ai sensi della Legge 190/12 e del Piano Nazionale Anticorruzione?

Sì, perché lo standard assicura che gli sforzi di una società sono pari o superiori al rispetto di meri adempimenti legislativi (come si suol dire "al minimo sindacale") rispondendo alle esigenze di un mercato globale, in particolare per individui ed entità che operano in paesi in via di sviluppo con i quali le aziende potrebbero desiderare fare affari.

Naturalmente, il fatto che il programma di lotta alla corruzione di una società abbia ricevuto una certificazione ISO non sarà sufficiente, da solo, a costituire sufficiente difesa nei procedimenti giudiziari. Ma i pubblici ministeri, di solito, tengono in considerazione lo stato di attuazione e l'efficacia dei programmi di conformità di un'azienda, per determinare se la società debba essere anch'essa perseguita per crimini commessi da coloro che agiscono per suo conto.

Ad esempio, l'US Attoneys' Manual indica la previa esistenza di un programma di compliance efficace come un fattore da considerare quando si determina se far pagare un'organizzazione, e le US Sentencing Guidelines la indicano come un fattore attenuante per la determinazione della condanna.

Addirittura, in Italia, l'esistenza di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo redatto ai sensi dell'art. 6 del D.Lgs. 231/01, assieme alla corretta vigilanza, al Sistema Disciplinare ed alla dimostrazione dell'elusione fraudolenta, può costituire finanche motivo di esimenza. Nello specifico caso italiano, l'ISO 37001 può essere considerata come lo standard tecnico di riferimento per affrontare i rischi correlati direttamente o strumentalmente ai reati di corruzione pubblica e privata, in analogia a quanto formalmente in parte previsto dall’art. 30 del D.Lgs. 81/08 per i Sistemi di Gestione OHSAS 18001 per i reati inerenti la sicurezza sul lavoro e a quanto informalmente ritenuto per i Sistemi di Gestione ISO 14001 per i reati ambientali.

Mentre i pubblici ministeri, ovviamente, resteranno liberi di procedere a discrezione nelle loro indagini, una società potrà comunque puntare a una certificazione ISO 37001 come prova che abbia fatto ogni sforzo per attuare un programma anticorruzione efficace, meritando quindi un trattamento indulgente.

In questi discorsi, per il momento, abbiamo lasciato fuori il Regno Unito, non fosse altro per il basso tasso di procedimenti giudiziari conclusi in materia. La legislazione (UK Bribery Act) e le Guidance sono allineate, ma l'azione della magistratura non è ancora al passo, per cui la norma ISO 37001 potrà essere un ulteriore stimolo, non solo per le organizzazioni, ma anche per gli organi giudicanti.

Fuori dagli Stati Uniti e dall'Italia (e da altri Paesi in cui la legislazione anti-corruzione è efficace, come il Canada, la Germania, il Brasile negli ultimi tempi), la ISO 37001 sarà percepita come uno strumento che può creare un vantaggio competitivo a livello globale e un meccanismo efficace per la lotta contro la corruzione.

Per le società statunitensi ed italiane che operano a livello internazionale, attraverso una controllata, un centro di distribuzione o una sede di rappresentanza, la ISO 37001 può essere uno strumento chiave nei mercati in cui il rischio di corruzione è elevato o culturalmente "normale". Ad esempio, se un funzionario del governo locale richiede un qualche tipo di "sovvenzione straordinaria" o di "prestazione speciale", l'adozione dell'ISO 37001 può autorizzare il personale locale a rifiutare per il fatto che, pagando, si corre il rischio di perdere il lavoro e di far perdere la certificazione all'azienda - e, di conseguenza, la fiducia dei partner internazionali. La ISO 37001 può guidare l'azienda nella preparazione dei giusti processi e meccanismi per affrontare problemi del genere.

I paesi latino-americani con significative economie stanno mostrando interesse per lo standard e il risultato è un incremento della domanda di personale qualificato nel mercato professionale della conformità.

La ISO 37001 pretende dai dirigenti di impegnarsi nelle attività anti-corruzione all'interno delle proprie aziende; e le società statunitensi soprattutto hanno spesso interi team di compliance che potrebbero monitorare costantemente l'aderenza allo standard. Tuttavia, per i fornitori, distributori o rappresentanti nei paesi ad alto rischio, a seconda delle loro dimensioni, la compliance può essere una sfida, soprattutto perché il mercato dei "professionisti della compliance" non è ancora ben sviluppato.

Grazie ai numerosi scandali di corruzione, il numero di professionisti della conformità in Brasile, per esempio, è stato moltiplicando a un ritmo incredibile, e il Brasile ha preso la leadership nella sua zona geografica, nel condividere la conoscenza, l'esperienza e le capacità in questo settore, assieme ad altri paesi come il Messico. Come conseguenza, certificazioni e programmi internazionali incentrati sull'America Latina sono stati avviati in Messico attraverso prestigiose università e istituzioni private con sede in Brasile.

I mercati emergenti si stanno adeguando alla tendenza globale nella lotta contro la corruzione al fine di migliorare le prospettive economiche. I governi latino-americani, in particolare, stanno aumentando gli sforzi per assegnazione di risorse supplementari alle attività anti-corruzione, ma la credibilità è spesso ancora carente a causa della scarsa applicazione.

Anche lì, ISO 37001 può diventare una linea guida in grado di fornire indicazioni alle autorità locali su come affrontare la corruzione e consigli su come tali autorità dovrebbero affrontare la corruzione. Tuttavia, con tutti i problemi di corruzione che saturano gli ambienti di business dell'America Latina, occorre anche ragionevolmente considerare che la modifica delle culture di business richiede un grande lavoro di comunicazione ed un significativo impegno da parte dei settori pubblico e privato. Alla fine, ISO 37001 è uno standard internazionale e un'eccellente certificazione, ma non è una ricetta magica per il successo.

Le aziende che vogliono certificarsi ISO 37001 dovranno reperire sul mercato gli esperti giusti per la preparazione ed implementazione dei propri Anti-Bribery Management Systems. Secondo le indicazioni normative, i certificatori non potranno certificare un'organizzazione se il proprio programma di compliance non ha operato secondo la norma ISO 37001 per almeno tre mesi.

Inoltre, se implementato con successo, le aziende possono anche utilizzare il processo di certificazione ISO 37001 come un modo di gestire il rischio di corruzione correlato all'attività di terzi, potendo anche richiedere ad un aspirante fornitore di ottenere una certificazione ISO 37001 prima di sottoscrivere un contratto, ad esempio.

C'è ancora un sacco di lavoro da fare prima che i potenziali effetti di questa norma si facciano davvero sentire in tutte le aree del mondo e molto dipenderà dal suo livello di adozione da parte delle organizzazioni, non solo le multinazionali, ma anche le piccole e medie imprese e da quanto gli enti pubblici vorrano utilizzarlo come strumento premiante e/o di qualificazione in genere.

Ad esempio, già in Italia potremmo avere due applicazioni pratiche delle certificazioni ISO 37001.

In particolare, il nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 50/2016) all'Art. 38. Qualificazione delle stazioni appaltanti e centrali di committenza, stabilisce tra l'altro che è istituito presso l'ANAC, che ne assicura la pubblicità, un apposito elenco delle stazioni appaltanti qualificate, che i requisiti di qualificazione sono individuati sulla base di parametri e si distinguono in requisiti di base e premianti quali, tra gli altri … valutazione positiva dell'ANAC in ordine all'attuazione di misure di prevenzione dei rischi di corruzione e promozione della legalità, presenza di sistemi di gestione della qualità conformi alla norma UNI EN ISO 9001 degli uffici e dei procedimenti di gara, certificati da organismi accreditati per lo specifico, applicazione di criteri di sostenibilità ambientale e sociale nell'attività di progettazione e affidamento.

Quindi, le stazioni appaltanti potranno usare la certificazione ISO 37001 per dimostrare l'attuazione di misure di prevenzione dei rischi di corruzione e promozione della legalità, richieste dal Codice degli Appalti.

Sempre in tema di appalti, la certificazione ISO 37001 potrà essere utilizzata come evidenza del possesso del requisito di cui all'art. 3, comma 2, lettera g) del Regolamento attuativo del Rating di Legalità (Delibera AGCM del 14 novembre 2012, n.24075), che richiede di aver adottato modelli organizzativi di prevenzione e di contrasto della corruzione ai fini dell'assegnazione di un + utile ai fini dell'ottenimento di una "stelletta"
.


CONCLUSIONI
Alla luce di quanto sopra esposto e dei benefici culturali e pratici che la diffusione della Norma potrà portare, riteniamo che la ISO 37001 funzionerà ed assolverà benissimo al suo scopo, che è quello di rendere definitiva una rivoluzione culturale cominciata a livello internazionale negli ultimi anni, ma mai efficacemente attuata per la mancanza di un linguaggio comune.


* Ing. Ciro Alessio Strazzeri (Presidente Asso231 - Presidente GIACC Italy - CEO Gruppo Strazzeri)


Video: La norma ISO 37001, funzionerà?





giovedì 27 ottobre 2016

Importanza degli indici di borsa nell'industria finanziaria (Milano, 4/11/16)


Convegno AssoTAG
Milano, 4 Novembre 2016


Importanza degli indici di borsa 
nell'industria finanziaria

Negozio Civico di ChiAmaMilano
Via Laghetto, 2
(dalle ore 14.30 alle ore 17.30)


PARTECIPAZIONE SU INVITO

L'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria (assotag.org) organizza un convegno sugli indici borsistici, ovvero i numeri indice dei prezzi delle azioni.


Questi ultimi sono divenuti strumenti molto operativi ed altamente utilizzati da quando l'industria finanziaria li ha assunti come ingrediente di base per costruire prodotti di investimento. Lo sviluppo esponenziale degli ETF è esemplare per evidenziare questo diffuso fenomeno del settore.

Le motivazioni si trovano sia nella riduzione dei costi consentiti dalla gestione passiva dei portafogli finanziari così costruiti, sia nei risultati, spesso deludenti, dell’alternativa di una gestione attiva che è generalmente più onerosa dal punto di vista gestionale e dei costi.
Scopo del convegno è di illustrare e chiarire alcuni aspetti tecnici e di mercato che risultano rilevanti per il prossimo sviluppo del settore.

Programma

Ore 14.30 Apertura Lavori
Modera: Alfonso Scarano, Presidente AssoTag

Intervengono

Giovanni Bottazzi, Cultore della materia indici di borsa: “L'indice di Borsa: origini ed evoluzione

Luca Filippa, FTSE Russell: “Il punto di vista del produttore di indici
Ivan Bonsignore, Sales Manager (Southern Europe) at FactSet Group: “Il punto di vista del distributore di dati finanziari

Giancarlo Sandrin, BlackRock - Director , CFA: “Il punto di vista del produttore di strumenti finanziari

Ore 17.00 – Conclusioni

Per confermare la partecipazione https://goo.gl/RRX4uD
Per informazioni: e-mail: info@assotag.org

NOTA: il programma può subire aggiornamenti



sabato 22 ottobre 2016

"Corruzione, frodi sociali e frodi aziendali", di Angelo Jannone

La rubrica "sulla mensola del fraud auditor" è stata pensata per dare agli addetti ai lavori o ai cultori della materia, strumenti utili ad approfondire le varie tematiche legate alla prevenzione dei rischi di frode e alle indagini nell'ambito aziendale.

E' capitato in passato di promuovere testi squisitamente accademici, altre volte molto teorici, a volte molto didascalici e altrettante volte scritti sotto forma di manuale pratico.

Oggi, dopo un'attenta lettura, presentiamo uno scritto assolutamente completo, idoneo come strumento di formazione per il giovane laureando nelle discipline economico-investigative così come all'addetto ai lavori o ancora al neofita di questi temi.

Si tratta di un testo redatto da un super esperto delle indagini, già Colonnello dei ROS, impiegato in numerose attività di contrasto alla criminalità mafiosa ed economica. 
Docente, divulgatore, professionista e autore di numerosissime pubblicazioni riguardanti il mondo dell'Intelligence, della criminalità economico-finanziaria e della cronaca nera e giudiziaria che ha influenzato molto della storia italiana, passata e recente.

Si sta parlando di Angelo Jannone, prima ufficiale dei Carabinieri, poi manager di importanti società private italiane, professionista esperto nella lotta contro gli illeciti societari ed ora Chief Executive Audit di Italiaonline.

Solo chi può vantare una brillante carriera maturata sul campo può scrivere un testo dal titolo impegnativo quale "CORRUZIONE, FRODI SOCIALI E FRODI AZIENDALI", senza incappare nel rischio di incorrere in banali semplificazioni o teoriche, quanto improbabili, descrizioni di fantasiosi schemi di frode.



Dalla lettura del testo si comprende subito che Jannone ciò che ha scritto, lo ha vissuto davvero. 
D'altra parte, anche altri assoluti protagonisti del settore delle investigazioni economico-finanziarie hanno voluto dimostrare la vicinanza all'autore scrivendo la prefazione e la presentazione al libro.

Si tratta rispettivamente di Fabio Tortora, notissimo Presidente del Chapter italiano di ACFE - Association of Certified Fraud Examiners, cioè l'associazione dei professionisti anti-frode, e di Roberto Pennisi, importantissimo magistrato della Procura Nazionale Antimafia con oltre 35 anni alle spalle di lotta contro 'ndrangheta ed eco-mafie.

Questo testo, seppur con alcuni tecnicismi, è adatto a tutti gli interessati ad argomenti quali la lotta alla corruzione, il contrasto agli illeciti societari, le scienze criminologiche, le tecniche di prevenzione dei rischi di frode attraverso il potenziamento dei sistemi di controllo interno aziendale e le investigazioni interne finalizzate alla redazione di consulenze tecniche di parte.

Interessantissimo è il paragrafo 6 del capitolo 5, dedicato proprio alle investigazioni.

In questo paragrafo Angelo Jannone, forte della sua esperienza maturata nel Raggruppamento Operativo Speciale dell'Arma dei Carabinieri, tratta un argomento che altri autori hanno preferito non affrontare: quello legato ai rapporti con la Polizia Giudiziaria che il forensic accountant è chiamato a saper gestire nell'ambito degli incarichi di contenuto penale.

In questa parte del libro si è riscontrata la profonda competenza di Jannone in questo particolarissimo settore della scienza forense, soprattutto quando vengono affrontate le tecniche di redazione del "fraud report" e le caratteristiche della testimonianza del consulente tecnico in sede penale, molte volte nella veste di ausiliario del Pubblico Ministero.

Insomma un testo dal quale il blog, previo consenso dell'autore, trarrà spunto per molti altri articoli di carattere tecnico e scientifico, anche per le tematiche attualissime legate sia alla figura del "whistleblower" (già, affrontate in passato dal blog) che ai protocolli operativi di prevenzione dei rischi di corruzione.


"Corruzione, frodi sociali e frodi aziendali - dalla prevenzione al contrasto", collana "Criminologia", edito da FrancoAngeli, 226 pagine, è disponibile ad un prezzo di 20 € cliccando QUI.




venerdì 7 ottobre 2016

Convegno: "Economia dei non performing loans" (20.10.16 - Roma)



GRUPPO FEDERICO CAFFE'
e
invitano al convegno su


ECONOMIA 
DEI 
NON PERFORMING LOANS

Roma, 20 ottobre 2016

Senato della Repubblica

ore 10.30 - 13.30

Sala Istituto di S. Maria in Aquiro
Piazza Capranica 72, Roma



Obiettivi

Gli accordi per la strutturazione e il lancio di un mercato delle sofferenze bancarie richiedono l’analisi e la gestione di dinamiche commerciali complesse che inevitabilmente hanno risvolti economico-sociali.
La tavola rotonda intende cogliere le più recenti esperienze in tema di sofferenze bancarie in assenza di strumenti collaudati per offrire elementi di riflessione al legislatore impegnato in una materia dai poliedrici risvolti e impatti.

Programma
Ore 10.30 - Apertura Lavori
Saluti introduttivi
On. Giovanni Paglia (SI-SEL) – D.L. 3 maggio 2016/59 
Disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali

Modera
Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG


Intervengono

Antonella Simone
: Analista finanziaria e consulente per la gestione del rischio di credito – L’economia degli NPL vista dai diversi ruoli contraenti

Salvatore Cozzolino: Analista finanziario, Socio AIAF – Una fotografia quantitativa del fenomeno NPL in Italia

Andrea Giovanelli: Partner Deloitte - Il giovane mercato italiano degli NPL: entusiasmo, attese e incertezze del futuro

Emilio Girino: Avvocato in Milano, Partner, Studio Ghidini, Girino & Associati - Docente CUOA Finance - NPL: si fa presto a dire cessione: peso dei limiti normativi nella valorizzazione e nell’esecuzione delle cessioni di crediti deteriorati

Donato Pinto: Managing Director Link Financial – Attori e dinamiche negli investimenti in NPL

Luca Polverino: Avvocato in Napoli – La due diligence: aspetti problematici e opportunità

Lando Sileoni: Segretario Generale FABI – Il punto di vista dell’organizzazione bancaria

Ore 13.00 – Conclusioni

PARTECIPAZIONE SU INVITO

NOTA: E’ d'obbligo per gli uomini indossare giacca e cravatta

L'accesso alla sala è consentito solo previa registrazione entro il 17 ottobre.
il programma può subire aggiornamenti
Per confermare la partecipazione è necessaria l’iscrizione al seguente link: https://goo.gl/Jqu2IU

Per informazioni:
e-mail: info@assotag.org


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GRUPPO CAFFE’: Siamo circa 600 ex-allievi ed estimatori dell’opera e dell’esempio del prof. Federico Caffè. Ci teniamo in contatto attraverso un blog aperto su Linkedin, raggiungibile all’indirizzo: www.goo.gl/f3Y5qA

AssoTAG - Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria (sito: www.assotag.org)



lunedì 3 ottobre 2016

Wayback Machine: come rianimare i siti offline

Nelle ricostruzioni tecniche dei forensic accountant accade sempre più spesso di dover risalire alle vecchie versioni dei siti internet o di dover recuperare dati e/o immagini di pagine web ormai non più online.

Questi recuperi storiografici sono possibili grazie a diversi applicativi disponibili in rete. 
Il più famoso è l'interfaccia Wayback Machine, resa disponibile dall'Internet Archive, un'associazione no profit fondata nel 1996 con lo scopo di consentire un "accesso universale alla conoscenza".


Il progetto principale di questa organizzazione è l'archiviazione di una serie di "fotografie istantanee" dei siti web, catalogate per data di acquisizione.

A costo zero per gli utenti, i 200 dipendenti dell'Internet Archive, con un budget annuo di circa 10 milioni di dollari, si adoperano ogni giorno per salvare e archiviare milioni di immagini, contenuti, file di testo e grafica di migliaia di siti internet ubicati nei server di tutto il mondo.

Ad oggi l'archivio conta circa 510 miliardi di pagine web accessibili con una semplice ricerca.

I siti più famosi sono "fotografati" dall'Internet Archive, con un intervallo medio di circa 100 giorni, mentre per tutti gli altri i parametri utilizzati per definire la frequenza di salvataggio sono le statistiche di accesso.

Ai fini investigativi, tuttavia, anche salvataggi con frequenze di una o due volte l'anno, consentono, ad esempio, di accertare eventuali cancellazioni e/o modifiche di dati economico-finanziari o contabili, informazioni e dettagli su particolari operazioni o immagini di andamenti storici o di mercato, al fine di nascondere eventuali comportamenti irregolari.

Lo stesso blog Fraud Auditing & Forensic Accounting è stato mappato dalla Wayback Machine addirittura per 10 volte, la prima delle quali il 27 maggio 2012, circa 6 mesi dopo la sua nascita.




mercoledì 21 settembre 2016

Tutti invitati al primo seminario di YOPAdvisors






Una nuova realtà nello scenario professionale milanese e italiano, molto vicina come spirito alla vision del blog, costituita da commercialisti esperti nelle varie discipline economico-giuridiche, ci informa del suo primo evento pubblico dal titolo

Nuovi scenari di consulenza alle imprese 
per la gestione del cambiamento


mercoledì 28 Settembre 2016 
dalle ore 10,30 alle ore 13,00
MiCo – Milano Congressi Milano Congressi
Ala Nord, Gate 15
Via Gattamelata, 5
c/o Fastern Fair Italy
Sala Turchese


L'attuale scenario economico, in continuo movimento, obbliga le realtà imprenditoriali a ricercare nuovi mercati e nuovi prodotti per garantire la continuità aziendale. 
Questo cambiamento non può prescindere da una riorganizzazione o adeguamento della propria struttura e dalla conoscenza di strumenti idonei e vincenti per competere su nuovi mercati avendo al proprio fianco manager o consulenti moderni, capaci di leggere l'azienda con una visione più dinamica rispetto all'approccio tradizionale troppo settoriale o superficiale.

A questo proposito, durante la Fastner Fair Italy, i partner di YOPAdvisors

Claudio Balestrucci
Francesco Petralia

affronteranno i temi relativi a :
  • I passaggi generazionali ed adeguamento dell'assetto imprenditoriale 
  • I passi per aprirsi ai nuovi mercati
  • Nuovi prodotti, credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo

YOPAdvisors è lieta di invitare tutti gli interessati al convegno.

Per partecipare al seminario è necessario registrarsi cliccando QUI.




martedì 2 agosto 2016

Posizione aperta: Forensic accountant (Staff e Senior)

2 settembre 2016


Posizione aperta:

Forensic accountant (Staff e Senior)


Una primaria azienda italiana leader nei servizi investigativi rivolti alle imprese, studi legali e pubblica amministrazione, ricerca candidati con 2/5 anni di esperienza da inserire nel dipartimento di Forensic Accounting.




I professionisti del team Forensic Accounting supportano la clientela principalmente nei seguenti settori:
  • Corporate Fraud Investigation: indagini contabili/finanziarie su potenziali frodi e/o malversazioni; 
  • Litigation Support: analisi economico-finanziarie e consulenze tecniche nell'ambito di contenziosi legali e arbitrati; 
  • Fraud Risk Prevention: servizi di consulenza per l'implementazione di policy, procedure, protocolli operativi e reporting;
  • Monitoring: monitoraggio delle transazioni aziendali finalizzato ad intercettare anomalie e irregolarità;
  • Servizi di Licensing Management: selezione, ottimizzazione e gestione del portafoglio licenziatari;
  • Servizi di Fraud Investigation a favore di curatele fallimentari, commissari, liquidatori, amministratori indipendenti, Tribunali e Procure della Repubblica;
  • Calcolo dei danni prodotti da concorrenza sleale e dipendenti infedeli.

Requisiti richiesti
  • 2/5 anni di esperienza nella revisione contabile o all'interno dei dipartimenti di "Forensic accounting" (la provenienza dalle "big4" rappresenta un titolo preferenziale); 
  • laurea in Economia, Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative; 
  • forte motivazione per l’attività consulenziale; 
  • ottime capacità relazionali, spirito d’iniziativa, orientamento alla soddisfazione del cliente, autonomia operativa, capacità di problem solving, flessibilità; 
  • ottima conoscenza della lingua inglese; 
  • disponibilità alle trasferte sul territorio nazionale. 
Data la multidisciplinarietà dei servizi offerti si ricercano candidati con robuste competenze in ambito di accounting e/o revisione contabile, corporate compliance, analisi dei sistemi di vigilanza e controllo aziendali e diritto societario, con disponibilità ad apprendere nozioni di procedura civile e penale e di computer & digital forensic.

Sede: Milano

Per candidarsi e/o avere maggiori informazioni, inviare una lettera di presentazione e il cv al seguente indirizzo mail: info.fraud.auditing@gmail.com, indicando come oggetto "CV Forensic 2016".


giovedì 7 luglio 2016

Il cloud: una miniera d'oro per gli investigatori digitali

Ormai da qualche anno i casi di criminalità economico-finanziaria, come di altra natura, si risolvono anche (se non soprattutto) grazie all'analisi dei dati e delle informazioni archiviate sui vari dispositivi informatici e sul cloud.


L'ultima sfida per gli investigatori digitali è proprio quella di analizzare con strumenti forensi l'ambiente virtuale, indefinito e illimitato, chiamato "cloud".
In buona sostanza il cluod è un ambiente messo a disposizione sulla rete internet da un provider nel quale l'utente, attraverso un account personale accessibile con password, può archiviare, trasmettere, elaborare o nascondere informazioni di qualsiasi genere e dimensione.

Oltre alle difficoltà di accesso a questi ambienti virtuali, l'investigatore digitale deve fare i conti con gli impedimenti legali e burocratici che limitano i suoi poteri d'indagine sui server ubicati in territori di altre giurisdizioni, rendendo altresì onerosa l'attività tecnica.

La battaglia tuttavia non è persa!
Infatti a disposizione degli investigatori digitali ci sono molteplici sistemi hardware e software in grado di fornire servizi leciti e tempestivi di accesso, estrazione, conservazione e analisi di questi archivi di file.
E ciò è possibile anche con riferimento ai contenuti dei vari social network, quali Facebook, Twitter, Instagram e Kik.

Non si ritiene di entrare nel dettaglio, ma l'accesso agli archivi cloud o ai profili personali sui social media avviene grazie all'analisi degli stessi dispositivi utilizzati per accedervi. Naturalmente ciò è possibile in un contesto di indagini penali in cui è possibile risalire alle credenziali e alle altre informazioni rilevanti contenute nei dispositivi, anche telefonici, grazie ad un'attività d'indagine informatica altamente specializzata.


lunedì 23 maggio 2016

Statistiche milanesi: nel 2015 fallimenti in calo

Nel corso del VI Seminario sulle procedure concorsuali riservato ai Giudici Delegati e ai Pubblici Ministeri, tenutosi tra il 20 e il 22 maggio scorsi sull'isola veneziana di San Servolo, sono stati presentati i risultati di un'analisi statistica sui fallimenti milanesi.
E il blog è in grado di illustrare quanto emerso.



Il dott. Roberto Fontana, Pubblico Ministero presso la Procura di Piacenza, nell'ambito delle sessioni di studio patrocinate dalla Scuola Superiore della Magistratura, ha illustrato ai numerosissimi presenti un risultato molto chiaro: i fallimenti registrati a Milano nel corso del 2015 sono in netta diminuzione rispetto al dato del 2014, almeno per quanto riguarda la dimensione del passivo.
Il medesimo fenomeno è osservabile a livello nazionale.

Una buona notizia quindi, visto che il dato del 2015 è tornato ai livelli registrati nel 2009!

Nel dettaglio, le procedure fallimentari milanesi nel 2015 hanno registrato un passivo complessivo pari a circa 1,1 miliardi di euro corrispondente a circa 1/3 del dato relativo al 2014 (pari a 3 miliardi di euro) e a più di 1/4 del totale passivo segnato nel 2013 (pari a 4,7 miliardi di euro).

L'analisi ha fatto emergere, peraltro, che l'anno più oscuro in fatto di sentenze dichiarative di fallimento è stato proprio il 2013.
In quell'anno, a livello nazionale, l'ammontare complessivo del passivo ammesso è stato pari a circa 50 miliardi di euro, la metà dei quali costituito da debiti verso l'erario e gli enti previdenziali.
L'analisi del dott. Fontana si è particolarmente concentrata su questo aspetto.
Infatti in molti casi l'azienda arriva al fallimento dopo 2-4 anni di "espedienti" che, di fatto, hanno la sola conseguenza di aggravare il dissesto, anche e soprattutto ai danni dello Stato.

Se si riuscisse ad intercettare in tempi rapidi questi casi, non di crisi ma di vero e proprio dissesto latente, si riuscirebbero a diminuire le esposizioni verso l'erario limitando oltretutto l'effetto domino sul sistema delle aziende fornitrici che altrimenti avrebbero più elevati crediti da svalutare e situazioni di crisi da gestire.

A tal proposito non sono mancati i suggerimenti per potenziare l'attività "pre-fallimentare" finalizzata a limitare gli aggravamenti dei dissesti.
La più importante di queste proposte di basa sull'analisi dei dati a disposizione dell'Amministrazione pubblica.

Si pensi ai molti registri, bollettini ed elenchi tenuti dalla PA, ricchi di informazioni utili a tracciare il profilo del "fallito latente".
Si possono quindi incrociare i dati relativi alle esecuzioni immobiliari e mobiliari, i dati forniti dalla centrale dei rischi o contenuti nel bollettino dei protesti ovvero le iscrizioni al ruolo. Naturalmente l'Agenzia delle Entrate ed Equitalia possono contribuire massivamente alla produzione dei dati e delle statistiche utili alle finalità appena richiamate.
Ma un'attività preventiva può attingere anche ad altre fonti quali l'andamento delle utenze con riferimento ad un determinato periodo di tempo ovvero da altri database già utilizzati per definire i profili comportamentali patologici.

Va rilevato inoltre che circa il 30% del passivo ammesso in sede fallimentare, si riferisce ai debiti verso banche quasi del tutto coperti da qualche forma di garanzia e privilegio.
A Milano nel 2015 tali debiti verso gli istituti di credito ammontano a circa 450 milioni di euro, contro il miliardo di euro segnato nel 2014.

Infine si rileva che in fatto di procedure concorsuali, i dati del passivo ammesso a livello nazionale corrispondono a circa 15 volte quelli registrati a Milano.


giovedì 21 aprile 2016

Computer & digital forensics expert, cercasi


Posizione di lavoro aperta:


"Computer & digital forensics expert"


Descrizione attività:
L'informatica forense (anche chiamata "computer forensics" o "digital forensics") è la scienza che studia l'individuazione, la conservazione, la protezione, l'estrazione, l'analisi e ogni altra forma di trattamento del dato informatico al fine di essere valutato in un processo giuridico (in sede civile, penale, amministrativa, tributaria o arbitrale) e studia, ai fini probatori, le tecniche e gli strumenti per l'esame metodologico dei sistemi informatici.
Si tratta di una disciplina di recente formazione (la sua nascita si colloca intorno al 1980 ad opera dei laboratori tecnici della FBI).
Con l'aumento dei crimini informatici e di quelli economico-finanziari, si rende necessaria una applicazione integrale di questa disciplina.

Una nota e prestigiosa società investigativa per il settore "corporate", ricercata un "computer & digital forensics expert", cioè un professionista che già presta la sua opera (o che vuole intraprendere un percorso formativo ad hoc) nell'ambito dei reati informatici o del computer crime a supporto anche delle indagini in ambito economico-finanziario.

Requisiti richiesti:

Titoli preferibili:

Laurea magistrale in:
  • informatica; 
  • ingegneria informatica; 
  • ingegneria elettronica;
  • fisica (con specializzazione nell'ambito informatico-statistico);
  • matematica (con specializzazione nell'ambito informatico).
Saranno considerati titoli di merito:
  • eventuali specializzazioni in Computer/Digital Forensics (corsi accademici e master post-laurea); 
  • corsi e certificazioni relativi alla Computer/Digital Forensics (corsi professionali). 

Capacità/Esperienze:
Al candidato sono richieste conoscenze approfondite a livello logico\architetturale (non solo sistemistico) relative a:
  • Sicurezza logica dei sistemi informativi; 
  • Architetture di rete; 
  • Architetture sistemi informativi; 
  • DBMS; 
  • Sistemi operativi Unix\MS Windows\Apple Mac Osx\IOS\Android;
  • Conoscenza di almeno 2 di questi software: Encase, Intella, FTK, Magnet IEF, dtSearch, X-Ways, UFED. 
In alternativa alla specializzazione in Computer Forensics si richiedono alternativamente:
  • 2-3 anni di esperienza lavorativa nel campo della Computer Security;
  • 2-3 anni di esperienza lavorativa nell'ambito dei team di Computer Forensics delle società di consulenza internazionali e "big4".
Completa il profilo:
  • ottima conoscenza dell’inglese parlato e scritto; 
  • disponibilità a trasferte non solo in Italia; 
  • flessibilità di orario. 

I candidati possono inoltrare il CV aggiornato al seguente indirizzo di posta elettronica:



lunedì 11 aprile 2016

Una nuova reputazione per banche e controllori bancari (Convegno)



GRUPPO FEDERICO CAFFE'  


AssoTAG
(Associazione Italiana dei Periti e Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)


organizzano un convegno dal titolo


"UNA NUOVA REPUTAZIONE PER BANCHE E CONTROLLORI BANCARI

Roma, 26 aprile 2016 
c/o Fondazione Lelio & Lisli Basso 
Via Dogana Vecchia, 5
 
dalle ore 14.30 alle ore 17.30




Obiettivi
La crisi, anche reputazionale, che ha investito il sistema bancario pone numerose questioni che coinvolgono anche gli enti preposti alla sua regolazione. L'incontro mira a fornire un quadro più completo dei casi di crisi e a formulare proposte sulle più opportune modalità di intervento. 
Proposte che possano essere anche raccolte dai rappresentanti politici, presenti in sala.

In particolare ci si chiederà se le azioni delle autorità di controllo non siano oggettivamente inadeguate a modificare la situazione. 
Pare infatti che i rapporti ispettivi di Banca d'Italia contenessero già tutte le informazioni negative sui soggetti bancari poi effettivamente falliti o che versano tutt'ora in gravi difficoltà.

L'indicatore reputazionale può anch'esso divenire oggetto di specifica valutazione di valore aggiunto o perduto.

L'incontro si svolgerà a porte chiuse ed è accessibile solo con invito e conferma di partecipazione


PROGRAMMA

Ore 14.30 - Apertura Lavori 

Filippo Barone - Giornalista Ballarò Rai3 - Il caso Banca Popolare di Vicenza

Giovanna Boursier Giornalista Report Rai3 - Il caso Banca Etruria 

Michele Buono - Giornalista Report Rai3 - Il caso Unipol Fonsai 

Carlo Ceraso -  Giornalista - Il caso Banca Popolare di Spoleto 

Paolo Mondani - Giornalista Report Rai3 - Il caso MPS 

Marco Ricci -  Giornalista - Il caso Banca Marche


Ore 16.00 - Attività di controllo delle Authorities ed effetti reputazionali 

Umberto Cherubini - La supervisione bancaria e il problema dei prodotti finanziari opachi, Università di Bologna

Giorgio Meletti - Giornalista Il Fatto Quotidiano - Banca d'Italia, Consob e i controlli

Toni Muzi Falconi
- La reputazione degli organi di regolazione e controllo

Luca Poma -  Docente e Reputation consultant - La Reputazione delle organizzazioni come asset "tangibile "

Alfonso Scarano
- Analista Finanziario Indipendente, Presidente AssoTAG - La reputazione nella valutazione economica d'impresa


Ore 17.00 - Conclusioni 


Moderazione dell'evento a cura di Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG-

Per confermare la partecipazione:
www.goo.gl/7VBXN5

Per informazioni E-mail: info@assotag.org


Nota: il programma può subire aggiornamenti