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lunedì 27 maggio 2019

Whistleblowing: come cavarsela

Si riporta nel seguito un articolo pubblicato sul n. 120 di MAG (il magazine di Legalcommunity.it), nella rubrica "Obiettivo legalità"
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Whistleblowing: come cavarsela
di grace betti*

Segnalazione anonima: arriva a destinazione nelle più svariate forme, dall’evergreen della posta tradizionale ai canali hotline più moderni. La reazione che provoca al destinatario, che sia il membro dell’OdV, il responsabile Compliance, responsabile Internal Audit oppure responsabile Business Integrity è sempre la stessa: brividi e sudore freddo.

A questo punto, la società ha il dovere di mobilitarsi al fine di accertare la fondatezza o meno delle contestazioni segnalate.


L’intervento tempestivo dell’Avvocato difensore della società assicura che le attività di indagine siano svolte in ottemperanza alle previsioni normative e in caso di implicazioni di natura giuridica è pronto a sviluppare un’adeguata strategia difensiva. 

Sulla base della gravità della segnalazione, al fine di raccogliere evidenze ed elementi utili in relazione alle condotte contestate, si possono intraprendere diverse strade come lo svolgimento di un audit da parte del dipartimento interno alla società oppure di un external audit.

Il conferimento di un mandato penale ex artt. 327 bis e 391 nonies da parte dell'Avv. difensore della società a un consulente tecnico è sicuramente la strategia apparentemente più invasiva ma anche la più adeguata qualora il whistleblowing si rivelasse fondato.

Il consulente esperto in questione infatti, oltre a garantire terzietà e indipendenza – non sempre ascrivibile agli organi di controllo interni alla società, pensare al caso in cui l’ufficio dell’OdV sia dirimpettaio dell’ufficio gestione appalti – investiga e ricostruisce lo schema di frode attuato dal dipendente segnalato sotto il profilo contabile, economico finanziario e amministrativo mediante l’attuazione di un fraud audit. Al termine delle attività, infine, consegna al legale difensore una relazione tecnica pronta per le opportune valutazioni.

Con il mandato penale il consulente tecnico, in aggiunta alle verifiche standard, può svolgere anche attività di digital forensics. Ossia, effettuare un’acquisizione forense del contenuto dei dispositivi informatici aziendali, posta elettronica compresa, in uso al dipendente segnalato, attraverso modalità e procedure che garantiscono l’utilizzabilità in sede legale dei file estratti e, attraverso specifici software investigativi, compiere un’analisi del contenuto di tale materiale.

Così facendo, oltre alla documentazione messa a disposizione dalla società e acquisita durante le attività di audit si possono analizzare (nei limiti di legge) documenti, messaggi di posta e tutto ciò che è presente, ad esempio, sullo smartphone aziendale.

Questo tipo di attività garantisce da un lato la completezza delle analisi e dall'altra parte, soddisfa le esigenze della società e del difensore grazie alla rapidità delle attività di e-discovery nel restituire risultati concreti.

Terminate le attività investigative e una volta presentate le risultanze dell’incarico insieme alla relazione tecnica, il difensore consiglia alla società le eventuali azioni legali da intraprendere. Tuttavia, può anche ritenere di suggerire all'azienda cliente di non sporgere denuncia/querela verso il dipendente.

A questo punto, l'ultimo cassetto della scrivania è sempre disponibile a custodire una relazione in più.


Fraud auditor & Forensic accountant



domenica 12 maggio 2019

"Piani anticorruzione arretrati" (di Ermelindo Lungaro)


Intervista a Ermelindo Lungaro di Andrea D’Orazio
(pubblicata mercoledì 8 maggio 2019 sul Giornale di Sicilia)


La legge “spazzacorrotti” è una misura interdittiva importante, ma come tale agisce a cose fatte, come il pompiere che spegne il fuoco. Per tagliare le radici del fenomeno bisogna invece insistere sulla strada della prevenzione, che nel nostro Paese è stata ben tracciata, ma resta ancora in salita».

Per Ermelindo Lungaro, docente al Master Anticorruzione dell’università Tor Vergata di Roma e presidente di diversi board di vigilanza aziendale, il presunto giro di tangenti scoperto dalla polizia al Provveditorato di Palermo è l’ennesima dimostrazione di un paradosso italiano: «L’esistenza di un valido meccanismo di difesa contro la corruttela, che raramente, però, viene concretamente seguito».

Si riferisce ai piani anticorruzione previsti dalla legge per le amministrazioni pubbliche?
«Sì, perché il più delle non vengono aggiornati dagli enti. Prendiamo il caso di queste ore: il piano stilato dal ministero delle Infrastrutture ha indicato un livello di rischio basso per i Provveditorati alle opere pubbliche, ebbene, adesso, facendo tesoro dell’inchiesta di Palermo, Roma dovrebbe immediatamente rivedere il sistema di prevenzione interno per quest’area (di sua competenza) rendendolo assai più stringente.
Il guaio è che nell'amministrazione pubblica italiana, nonostante i fatti di cronaca che si succedono con impressionante rapidità, spesso questa revisione non viene fatta, e i piani anticorruzione, che dovrebbero essere aggiornati di anno in anno, restano sempre uguali».

Ma al netto degli aggiornamenti, sono almeno applicati o no? 
«L’incidenza è bassa. Molte volte restano lettera morta, nei cassetti delle amministrazioni, oppure vengono considerati come automatismi burocratici, da eseguire meccanicamente, senza una reale volontà di controllo e vigilanza. A monte c’è un ulteriore problema: i piani sono studiati a livello nazionale».

Dunque?
«Non vengono plasmati sulle dinamiche territoriali, locali, e ciò rappresenta un limite, un vulnus, perché il fenomeno corruttivo, a secondo del territorio, può presentarsi con profili diversi ed avere livelli di rischio più o meno elevati. Facciamo di nuovo l’esempio dei Provveditorati: in Trentino e in Sicilia è previsto lo stesso piano anticorruzione, ma è chiaro che Palermo non è come Bolzano, e nell'Isola il pericolo che il crimine organizzato si intrometta negli affari pubblici è molto più alto. Ci vorrebbero piani ad hoc».

Accanto al fenomeno corruttivo in Italia sta crescendo anche quello del whistleblowing? 
«Sì. I casi di impiegati pubblici che segnalano illeciti all'amministrazione stanno crescendo, ma si può fare di più. La sfida è quella di aprire le porte all'esterno, alla possibilità di ricevere segnalazioni da tutti i  ttadini. Alcuni enti lo stanno già facendo».




martedì 30 aprile 2019

Aggiornamento del valore delle quote di capitale della Banca d'Italia (Milano, 4/6/19)





incontri e dibattiti
LE VALUTAZIONI PERITALI

programma di incontri multidisciplinari di discussione su casi peritali


Milano, 4 giugno 2019 
Presso AIAF
Corso Magenta, 56
20123 Milano 
ore 16.30 - 18.30


INCONTRO A PORTE CHIUSE 
PARTECIPAZIONE SOLO SU INVITO 
E CONFERMA ISCRIZIONE


Obiettivi
La valutazione aziendale è questione di elevato impatto economico e sociale. Le problematiche che attingono alla valutazione peritale, che si concretizza nella perizia quale fondamentale documento di riferimento e/o di avallo di effettivi scambi economici di compravendite aziendali, non possono essere relegate soltanto come questioni tecniche, ma devono anche sforzarsi di risultare comprensibili al pubblico degli stakeholders rimanendo comunque tecnicamente ineccepibili dal punto di vista metodologico del procedimento di valutazione e della evidenziazione delle assunzioni di base sulle quali è fondato il procedimento valutativo.
In tale contesto peritale, appare utile contribuire ad un più ampio dibattito tecnico tra i diversi soggetti professionali coinvolti, sia per l’interesse dei risparmiatori e investitori sia per i risvolti di impatto sociale quando si tratti di società pubbliche o possedute da enti pubblici o comunque di interesse pubblico.
Appare utile e pratico procedere con un confronto dialettico tra professionisti con esperienze professionali multidisciplinari: analisti finanziari, analisti di aziende quotate, revisori contabili, fiscalisti e periti professionisti, alla luce di una comune lettura e discussione di casi concreti di perizie reputate interessanti. Una analisi critica e discussione tecnica evidenzia anche il riconoscimento (o meno) della correttezza metodologica della perizia e può offrire indicazioni sulle best practice utili da considerare come riferimento.

Programma
Ore 17.00 - Apertura Lavori
Modera: Dott. Alberto Borgia, Presidente AIAF (Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria)

Introduce: Ing. Alfonso Scarano, Presidente AssoTAG (Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)

Intervengono: tutti i partecipanti 

Ore 18.20 – Conclusioni

Iscrizioni: http://bit.ly/2FaCT0d

Il materiale oggetto di dibattito (tra cui anche la perizia) verrà preventivamente inviato via email ai partecipanti iscritti all'incontro per consentire loro di intervenire e partecipare attivamente alla discussione. 

Bilanci e materiale informativo pubblico di Banca d’Italia è comunque scaricabile qui:
www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/index.html
www.bancaditalia.it/media/notizie/2013/Valore _quote_capitale_BI.pdf



giovedì 11 aprile 2019

Intervista a Ermelindo Lungaro: "Ricostruzione L'Aquila, norme e controlli ci sono, ma manca una strategia contro corruzione e infiltrazioni"


Si riporta nel seguito l'intervista a Ermelindo Lungaro (docente a Tor Vergata), pubblicata l'Huffingtonpost del 5 aprile 2019



Ricostruzione L'Aquila 
"Norme e controlli ci sono, ma manca una strategia contro corruzione e infiltrazioni"

Intervista a Ermelindo Lungaro, docente a Tor Vergata: “Pubblicità e cifre non aggiornate nel sito del commissario straordinario per la ricostruzione
di Anna Germoni



I numeri sono gli indicatori chiave per avere un quadro, una fotografia di quanto sia stato fatto per L'Aquila fino adesso. Eppure ci troviamo nel mare magnum di cifre che sono tutt'altro che chiare. La ricostruzione procede lentamente e in modo disordinato. Il centro storico versa ancora in gravi condizioni e non sembra sia stata definita una strategia urbanistica. Chiediamo un parere a Ermelindo Lungaro, esperto in risk management e risk assessment finalizzati alla costruzione e attuazione dei piani di prevenzione della corruzione e docente del master Anticorruzione all'università Tor Vergata di Roma, (nipote dell'eroe partigiano ucciso nelle Fosse Ardeatine, Pietro Ermelindo a cui sono dedicate due caserme di Polizia a Roma e Palermo, ndr), per avere un focus, un punto di vista sulla ricostruzione post- sisma. "Ritardi, lavori inutili o peggio incompiuti spesso sono il risultato non solo di una cattiva amministrazione, ma anche di situazioni legate a infiltrazioni mafiose o corruzione – spiega Lungaro - eppure il nostro Paese ha gli strumenti per contrastare questi fenomeni, dal nuovo codice antimafia ai decreti legislativi relativi ai crimini di impresa e al riciclaggio, fino alla legge anticorruzione del 2012, che obbliga le Pubbliche Amministrazioni a programmare e attuare importanti misure organizzative per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, monitorandole tramite un responsabile nominato ad hoc. Negli anni, poi, l'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), sotto la guida di Raffaele Cantone, ha avviato numerose iniziative di controllo, che hanno sortito effetti positivi e sono state apprezzate anche a livello internazionale". Ma aggiunge: "Devo dire, tuttavia, che, nonostante le normative e l'attività di Anac, è ancora oggi difficile riscontrare concrete ed efficaci strategie per prevenire la corruzione e le infiltrazioni criminali nelle attività post-sisma".

È inutile quindi ogni tentativo di pianificare e definire un quadro d'azione?
Non credo, e non solo perché la posta in gioco è alta, ma anche perché è doveroso provare, almeno per dare un contributo al dibattito e sensibilizzare tutti gli attori interessati, dalle istituzioni ai cittadini. Non sempre, però, ci si devono aspettare immediati risultati positivi. Per quanto mi riguarda ho provato, con una ricerca finalizzata, ad acquisire informazioni di dominio pubblico attraverso l'analisi dei documenti pubblicati sulla sezione "Amministrazione Trasparente", che però mi ha portato o a non trovarne, o a trovarne di poco aggiornate, non complete e a volte in contraddizione fra loro.

Lo abbiamo riscontrato anche noi, nella ricerca di dati oggettivi e non soggettivi. A cosa è dovuta questa discrasia di cifre da parte di enti amministrativi?
Molte P.A. si ritengono "Palazzi di vetro" nonostante il nostro Paese si sia messo in regola anche con l'adozione di un Freedom of Information Act (cd. Foia). Le faccio un esempio: i dati relativi all'Ufficio Speciale per la Ricostruzione Post Sisma 2016 della Regione Abruzzo. L'Ufficio, a differenza dell'Ufficio Speciale Ricostruzione delle Regione Lazio, non ha un vero e proprio Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza, mentre quello della Regione Lazio, pur avendo un suo Responsabile per la Prevenzione della Corruzione ed un Responsabile per la Trasparenza nominati a luglio 2018, non ha pubblicato il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, né tanto meno la relativa relazione annuale. Esiste inoltre un sito internet dedicato all'Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, nel quale però l'ultimo documento pubblicato a livello di performance è il piano del 2016 e l'ultimo Piano Anticorruzione copre il periodo 2015-2017.



Perché accade questo?
Aspetti. Dulcis in fundo, digitando l'indirizzo web del sito del Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma ci si imbatte addirittura in una pagina di offerte commerciali.

Offerte commerciali nel sito del commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma?
Sì. Tutto questo, ripeto, capita sebbene le pubbliche amministrazioni siano obbligate a garantire adeguati livelli di trasparenza e a programmare le proprie misure interne di prevenzione della corruzione nel rispetto del Piano Nazionale Anticorruzione dell'Anac.

L'Anac ha dato indicazioni e determine ben precise su questo punto?
Certamente. L'Autorità, nel suo ruolo di vigilanza per la prevenzione della corruzione, ha cercato di creare una rete di collaborazioni nell'ambito delle amministrazioni pubbliche, di aumentare l'efficienza nell'utilizzo delle risorse e di ridurre la "cultura" dei controlli solo formali, per far acquisire una sempre maggiore consapevolezza sul tema nei cittadini e nelle imprese. Per raggiungere questi obiettivi, nell'ambito delle operazioni di ricostruzioni post sisma, ha firmato numerosi protocolli d'intesa con la Protezione Civile e le Regioni colpite dai vari terremoti, con il Commissario del Governo e con Invitalia, finalizzati al monitoraggio e alla "vigilanza collaborativa" sugli interventi di emergenza conseguenti al terremoto dell'Italia centrale. La vigilanza collaborativa è uno strumento che compare per la prima volta in occasione dell'Expo 2015 e che assegna all'Autorità Nazionale Anticorruzione il compito di alta sorveglianza sulle gare, con l'obiettivo di garantire correttezza e trasparenza delle procedure utilizzate. Compito che in questi anni è stato svolto e che ha consentito di segnalare alle Regioni, al Commissario Straordinario e alle Prefetture gravi carenze nell'attività di controllo: per esempio presenza nei luoghi colpiti dal sisma di aziende non autorizzate, mancanza di verifica dei requisiti generali delle aziende e così via.



Anche l'associazionismo e molti sindacati hanno contribuito in maniera determinante a prevenire fenomeni di corruzione...
Infatti, a fianco delle istituzioni si sono mosse anche associazioni di cittadini che si sono attivate soprattutto per aumentare i livelli di trasparenza. Un'interessante iniziativa è quella avviata dall'associazione "On Data", nata per la promozione della trasparenza, che coniuga competenze digitali, open data e giornalismo investigativo e che a gennaio del 2017 ha lanciato, mediante una campagna di crowdfunding, il progetto "Ricostruzione Trasparente", una piattaforma in rete che dovrebbe consentire a regime di monitorare tutti i finanziamenti destinati alla ricostruzione nei territori colpiti del Centro Italia. Ma purtroppo non tutti la conoscono e, soprattutto, mancano le informazioni per alimentarla. Infatti era ed è necessario poter accedere agli open data delle amministrazioni. E qui casca l'asino.

In che senso?
Non tutti gli Enti mettono a disposizione i cosiddetti "open data", ossia le informazioni accessibili a tutti. C'è un panorama frastagliato, composto da amministrazioni esemplari, e altre carenti o inadempienti. Manca un intervento dall'alto, delle istituzioni maggiori, che si assuma l'onere di uniformare il tutto. Ora, nonostante tutto ciò i risultati che noi tutti constatiamo sono limitati. Siamo il Paese del Gattopardo, dove tutto cambia affinché nulla realmente cambi.

Infatti manca scambio di informazioni tra enti pubblici, associazioni di categoria e no profit. Quale soluzione?
Sarebbe il caso di pensare seriamente a una strategia nazionale, accompagnata da un adeguato stanziamento di risorse umane competenti e di risorse finanziarie, finalizzata a dare concreti indirizzi per prevenzione della corruzione e per l'implementazione di misure di trasparenza da utilizzare in occasione dei processi di ricostruzione post sismica e più in generale in seguito a calamità naturali. In altri termini, in base ai modelli organizzativi che caratterizzano la governance delle ricostruzioni, nelle varie fasi, da quella emergenziale a quella della ricostruzione, sarebbe opportuno associare ai vari obiettivi mirati alla ricostruzione abitativa, alla ripresa produttiva, alla ricostruzione e allo sviluppo insediativo, obiettivi comuni e omogenei in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. A tali obiettivi andrebbero associati dei risultati attesi misurabili oggetto di successiva valutazione, premiando le buone pratiche e se necessario erogando sanzioni disciplinari per i funzionari infedeli e sanzioni amministrative per le imprese irresponsabili. Parallelamente si potrebbero sostenere iniziative che partono dal basso, dalle associazioni o da tutti i portatori di interesse. Combinare i due fattori, in modo concreto e preciso, porterebbe a un sistema di controllo diffuso, efficace ed efficiente e probabilmente potrebbe essere un primo passo concreto per ricucire il rapporto di fiducia fra i cittadini e la politica!



domenica 31 marzo 2019

Fraud auditor e Forensic accountant: i professionisti antifrode

Si riporta nel seguito un articolo pubblicato sul n. 118 di MAG (il magazine di Legalcommunity.it), nella rubrica "Obiettivo legalità"
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di stefano martinazzo*


Fraud auditor e Forensic accountant, i professionisti antifrode

Anche in Italia si stanno affermando figure professionali specializzate nella lotta alle frodi aziendali e dedicate al monitoraggio di quelle attività che potrebbero essere intaccate da comportamenti potenzialmente illeciti e irregolari. Professionisti che esercitano la propria attività come consulenti indipendenti a supporto di studi legali, aziende e figure apicali di società con ampi margini di discrezionalità e autonomia.
Si sta parlando del “fraud auditor” e del “forensic accountant”, cioè di due figure con ruoli e obiettivi differiti. Ma vediamo quali.
Con il termine "fraud auditing" si fa riferimento all'attività di prevenzione e di monitoraggio delle attività aziendali al fine di ridurre e prevenire il rischio di trovarsi ad affrontare un caso di frode interna. Gli strumenti a disposizione di questo esperto e le metodologie seguite sono affini a quelli utilizzati nelle attività di audit contabile-amministrativo. Ad esempio: controlli routinari e casuali di specifiche aree di gestione, accertamenti e verifiche su segnalazioni di sospette frodi (ad esempio provenienti dai “whistleblower”) e la vigilanza costante sull'effettiva osservanza da parte del personale delle policy aziendali.
Nello specifico il fraud auditor, sia esso interno o esterno all'azienda, ha particolari competenze nell'ambito del contrasto ai fenomeni illeciti aziendali, e si occupa in modo pressoché esclusivo di verificare, organizzare, sviluppare e/o potenziare le difese societarie contro irregolarità ed illeciti commessi da dipendenti infedeli.
Il fraud auditor, inoltre, è una sorta di “braccio tecnico” che agisce anche su impulso di altri organismi di controllo presenti in azienda, quali, ad esempio, il Collegio Sindacale, i Comitati consigliari e l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs. 231/01. In questo caso la funzione di fraud auditing sarà chiamata a compiere determinati accertamenti tecnici secondo gli obiettivi definiti dall'organismo delegante il controllo.


Le espressioni "forensic accountant" e "forensic accounting", invece, richiamano sia i concetti di "materia legale" sia quelli di "investigazione" e "indagine".
Il forensic accountant è l’esperto specializzato nella ricostruzione dello schema di frode attuato dal dipendente infedele, sotto il profilo contabile, economico, finanziario e amministrativo.
Egli, pertanto, interviene in un momento successivo rispetto al fraud auditor, quando cioè il sospetto di frode è divenuto amara realtà ed è sorta la necessità di far luce sul fatto illecito con l’intento di determinare la dimensione del danno, ricostruire lo schema di frode ed individuare eventuali complici, siano essi interni o esterni all'azienda.
Solitamente il forensic accountant è un professionista terzo che opera in qualità di consulente indipendente attuando determinate tecniche e protocolli investigativi al fine di garantire l’utilizzabilità dei dati e delle evidenze documentali raccolte, in sede penale, civile o giuslavorista. Infatti il forensic accountant a conclusione della propria attività redige una relazione tecnica riportante gli esiti delle proprie ricostruzioni e può essere chiamato a testimoniare in giudizio, in qualità di CTP, sul contenuto e sulle risultanze delle verifiche effettuate.
Fraud auditor & Forensic accountant

domenica 24 marzo 2019

Il ruolo del professionista e la frode aziendale: un approccio multidisciplinare nelle verifiche di forensic accounting (Milano, 6 maggio 2019)




CONVEGNO

Il ruolo del professionista
e la frode aziendale:
un approccio multidisciplinare
nelle verifiche di forensic accounting



lunedì 6 maggio 2019 
dalle ore 14.00 alle ore 18.00
Via Fontana, 1
Milano


PROGRAMMA:

- Ruolo del penalista nella strategia difensiva e nel coordinamento multidisciplinare
- Whistleblowing: oggetto della segnalazione, soggetti destinatari e best practice di riferimento
- Attività investigativa ai sensi dell'art. 327 bis c.p.p. (panoramica generale)
- Mandato penale ai sensi dell'art. 391-nonies c.p.p.
- Analisi di esperienze professionali e della giurisprudenza in materia
Relatore: Avv. Andrea Puccio (Studio Puccio Giovannini - Penalisti Associati)

- Approccio multidisciplinare come metodo vincente di difesa
- Ruolo del CT nell’ambito dell’accusa e della difesa
- Ruolo dell’O.d.V. e dell’internal audit nelle verifiche
- Informatica forense quale indispensabile strumento di analisi in mano alla difesa
- Casi ed esperienze professionali
Relatore: dott. Stefano Martinazzo (Commercialista, AXERTA S.p.A. Dip. Forensic Accounting)

Domande e riflessioni comuni


INFO MODALITÀ DI ISCRIZIONE:
Evento gratuito per gli associati
Quota di partecipazione per i non associati: € 195,00 + IVA
Iscrizione entro e non oltre il 2 maggio 2019
web: www.aidc.pro/milano
email: segreteria.milano@aidc.pro





lunedì 11 febbraio 2019

Lettera aperta in tema di prevenzione della corruzione (di Ermelindo Lungaro)


Lettera aperta
di Ermelindo Lungaro (*)

Era da tempo che meditavo di scrivere alcune riflessioni sul tema della prevenzione della corruzione, e dopo aver appreso la notizia che il Presidente dell’ANAC Dott. Cantone ha presentato domanda al CSM di avere incarichi presso le Procure della Repubblica di Perugia, Torre Annunziata e Frosinone, mi sono deciso a farlo.
Il mio vuole essere nel suo piccolo un punto di vista tecnico, maturato come esperienza pratica sul campo, e come tale mi piacerebbe rimanga.

Dopo quasi 8 anni dall’entrata in vigore della legge 190/12 (cd legge Anticorruzione) e quasi 5 da quando la Presidenza dell’ANAC è stato affidata al Dott. Cantone, penso che è giusto far sentire la propria opinione prima di tutto da cittadino, specie quando i valori in campo sono così importanti e fondanti per il futuro del nostro paese come il contrasto ad un fenomeno complesso e connatturato all’essere umano come quello della corruzione.

Da diversi anni svolgo attività di ricerca/decenza per l’implementazione di Sistemi di prevenzione della corruzione e trasparenza presso le Pubbliche Amministrazione e quando ne ho avuto occasione ho scritto e detto che la legge Anticorruzione è ancora una legge giovane e che c’è ancora bisogno di tempo per poter raccogliere in modo sostanziale i suoi frutti.

Siamo di fronte, a mio modesto parere, ad una vera e propria rivoluzione, che ha bisogno che tutti gli attori coinvolti (politici, funzionari pubblici, cittadini, imprese, associazioni di categoria, laici e cattolici, ecc.) si assumano le loro responsabilità, nel rispetto delle loro competenze, e si facciano attivamente partecipi di questo cambiamento culturale che prima di tutto interessa i comportamenti quotidiani degli individui nel loro agire.

Pensate che anche il Santo Padre, Papa Francesco, pochi giorni fa ha modificato lo statuto del revisore generale dei conti per estendere i suoi poteri anche alla prevenzione della corruzione. Guardando a me, non posso negare che spesso mi sono trovato a gestire in aula diversi “mal di pancia” da parte dei funzionari pubblici, anche nei confronti dell’ANAC, che spesso si sentono isolati e non supportati dalla classe politica nel migliorare i processi amministrativi per evitare fenomeni di “maladministration”, essendo questo il reale obiettivo della legge.

Probabilmente questa notizia arriva in un particolare momento in cui sono combattuto da un dilemma etico: “mi capita durante le lezioni di incontrare persone sfiduciate e/o demotivate, che denunciano il loro isolamento e l'impotenza, a causa dell'assenza di committment politico e/o della dirigenza, di sentirsi in grado di poter contribuire ad un concreto cambiamento delle prassi operative/comportamentali all’interno delle loro organizzazioni. In queste situazioni cerco di accogliere i loro vissuti e di motivarli e/o di non fargli perdere la speranza in un cambiamento, ma poi mi interrogo, vedendo il contesto in cui mi trovo, e mi chiedo se invece li sto illudendo e sto generando in loro false aspettative.

A questo dilemma non ho trovato un risposta definitiva o meglio per ora persisto e vado avanti nel dare loro speranza ma con i piedi per terra, rappresentando loro i potenziali ostacoli operativi/organizzativi causati in alcuni casi dall’assenza di un concreto supporto strategico da parte dell’organo di indirizzo politico, orientato al breve termine per raccogliere il consenso”.

Questo produce un deficit di progettualità e di continuità d’azione, insomma sembra come diceva Tommasi di Lampedusa che tutto cambia perché nulla cambi. I manager pubblici non sono messi nelle condizioni di poter avere un periodo nell'arco del quale poter operare nell'interesse primario del paese senza interferenze e soprattutto in un arco tempo congruo per poter essere misurati sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.

La legge anticorruzione è sicuramente un’ottima legge ma per poter raccogliere i risultati occorre pazienza e sicuramente bisogna proseguire il percorso avviato dall’ANAC, staremo a vedere se così sarà a prescindere dalla permanenza o meno del suo attuale Presidente, che sicuramente ha gettato un ottimo seme ma sta a tutti noi continuare ad innaffiarlo ogni giorno!

Io personalmente sono molto grato a quello che ha fatto e mi auguro che rimanga alla guida dell’ANAC fino alle fine del suo mandato……… ma capisco anche la sua posizione.

La sfida è grande ma la posta in gioco è ancora più grande: “il futuro dei nostri figli”, e spero sinceramente che aldilà della scelta del Dott. Cantone, l’ANAC continui ad operare nel solco di quel cambio di rotta da parte della stessa tanto caldeggiato con il sostegno del Governo e ancora prima con il contributo di un dibattito concreto e costruttivo all’interno dell’opinione pubblica.

Sogno una cittadinanza maggiormente informata e formata su questi temi affinché possa indirizzare/giudicare le performance dei politici anche sulle strategie che essi adottano per mettere la figura del funzionario pubblico nelle condizioni per poter essere giudicato/premiato in funzione dell’efficienza dei processi amministrativi e della qualità dei servizi pubblici.

Per far questo forse si dovrebbe parlare di più di prevenzione della corruzione valorizzando i benefici che un serio contrasto di tale fenomeno portano alla società, partendo dalle scuole, dagli oratori e perché no dalle famose “giornate per la trasparenza” che sono organizzate annualmente dalle Pubbliche Amministrazioni per la cittadinanza affinché quando si lanciano annualmente le “famose consultazioni pubbliche” dei Piani Anticorruzione l’opinione pubblica possa realmente partecipare al processo della prevenzione della corruzione e come si suol dire fare sistema!

Milano, 11 febbraio 2019


(*) Ermelindo Lungaro è docente al Master Anticorruzione - Università Tor Vergata



lunedì 4 febbraio 2019

Valutazioni peritali di società per azioni (Milano, 15 febbraio 2019)



AIAF e AssoTAG
PRESENTANO

                                            
INCONTRI – DIBATTITI
“LE VALUTAZIONI PERITALI”


Valutazione economica 
della società 
Villa Serena S.p.a.

Il caso della perizia giurata di stima
finalizzata alla valutazione del
capitale economico 
della società Villa Serena S.p.A.

Milano, 15 febbraio 2019
Presso AIAF
Corso Magenta, 56
20123 Milano
ore 14.30 : 17.00



OBIETTIVI

La valutazione aziendale è questione di elevato impatto economico e sociale.
Le problematiche che attingono alla valutazione peritale, quali fondamentali documenti di riferimento o di avallo di effettivi scambi economici di compravendite aziendali, non possono essere relegate soltanto come questioni tecniche, ma devono anche sforzarsi di risultare comprensibili al pubblico degli interessati stakeholders rimanendo comunque tecnicamente ineccepibili dal punto di vista metodologico del procedimento di valutazione e della evidenziazione delle assunzioni di base sulle quali è fondato il procedimento valutativo.
In tale contesto peritale, appare utile contribuire ad un più ampio dibattito tecnico tra i diversi soggetti professionali coinvolti sia per l’interesse dei risparmiatori e investitori sia per i risvolti di interesse sociale quando si tratti di società pubbliche o possedute da enti pubblici o comunque di interesse pubblico. Appare utile e pratico procedere con un confronto dialettico tra professionisti con esperienze professionali multidisciplinari, analisti finanziari, analisti di aziende quotate, revisori contabili, fiscalisti e periti professionisti, alla luce di una comune lettura e discussione di casi concreti di perizie reputate interessanti. Una analisi critica e discussione che evidenzia il riconoscimento (o meno) della correttezza metodologica della perizia e può offrire indicazioni delle best practice utili da seguire.


PROGRAMMA

Ore 14.30 - Apertura Lavori
Modera : Dott. Alberto Borgia (Presidente AIAF - Associazione Italiana per l'Analisi Finanziaria)

Introduce: Ing. Alfonso Scarano (Presidente AssoTag - Associazione Italiana dei Periti e Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria)



INTERVENGONO

Dott. Giorgio Brughera (Commercialista, Fiscalista)
Dott. Dario Colombo (Revisore Contabile)
Dott. Luca Comi (Analista Finanziario)
.. insieme ai partecipanti

Ore 17.00 – Conclusioni

NB: Il materiale oggetto di dibattito (tra cui anche la perizia giurata) verrà preventivamente inviato ai partecipanti iscritti all'incontro per consentire loro di intervenire e partecipare attivamente alla discussione. 
Bilanci e materiale informativo pubblico di Villa Serena Spa è comunque scaricabile nella sezione “amministrazione trasparente" del sito: Villa Serena S.p.A.

Partecipazione solo su conferma iscrizione da inviare a: info@aiaf.it



domenica 3 febbraio 2019

Frodi ed illeciti in azienda: strategie difensive tra giurisprudenza e strumenti investigativi (Convegno Milano-Bocconi, 12.4.19)



CONVEGNO
 AXERTA INVESTIGATION CONSULTING


Patologie aziendali

Frodi e illeciti in azienda: 
strategie difensive tra 
giurisprudenza e strumenti investigativi 


12 aprile 2019 
Università Bocconi 
Via Gobbi 5, Milano 



In collaborazione con:
Università Bocconi (Milano)
A.I.D.P. - Associazione Italiana per la Direzione del Personale
A.I.P.S.A. - Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale


PROGRAMMA 

Moderatore: Dott. Meo Ponte (Giornalista, collaboratore di “Repubblica" e “Corriere della Sera")

Ore 9.15 - Accreditamento e welcome coffee

Ore 10.00 - Saluti di benvenuto e apertura lavori:  
Gen. C.A. CC. Michele Franzè (Presidente di Axerta S.p.A. Investigation Consulting) 
Prof. Gianmario Verona (Magnifico Rettore Università Bocconi)
Gen. C.A. Gaetano Maruccia (Comandante Interregionale CC. di Milano) 
Dott. Renato Saccone (Prefetto di Milano) “I controlli a difesa del patrimonio aziendale: opportunità e prerogative di legge per il datore di lavoro”

INTERVENTI

La gestione del rischio di security in azienda: un approccio multidimensionale
Dott. Andrea Chittaro (Presidente AIPSA - Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale)

I controlli a difesa del patrimonio aziendale: opportunità e prerogative di legge per il datore di lavoro
Avv. Paola Rubini (Studio Legale Ghedini Longo, Esperta di diritto penale d’impresa)

Il whistleblowing in Italia. Dal diritto di critica alla sistemazione normativa: procedure aziendali, protezioni e modelli organizzativi
Avv. Marco Sideri (Studio Legale Toffoletto De Luca Tamajo e Soci)

Il contributo delle discipline manageriali e degli approcci di Forensic Accounting alla mitigazione del rischio di frodi aziendali
Prof. Nicola Pecchiari (Docente Dipartimento di Accounting, Università Bocconi)

Esperienza giurisprudenziale sugli illeciti nel mondo del lavoro
Dott. Fabio Massimo Gallo (Giudice del lavoro e Presidente Vicario della Corte di Appello di Roma)

Seguirà una tavola rotonda (Question time - 30min)

Ore 13.00 - Saluto finale e conclusioni
Dott.ssa Isabella Covili Faggioli (Presidente nazionale A.I.D.P. - Associazione Italiana per la Direzione del Personale)

light lunch


Per iscriversi all'evento e per informazioni: 
Segreteria eventi Axerta (marketing@axerta.it - tel. 02 21119023, www.axerta.it/events.html#ktitoloevents)

Convegno accreditato dall'Ordine degli Avvocati di Milano
Pagina Linkedin: cliccare QUI
Programma: www.axerta.it/editorcms/programma_patologie_aziendali.pdf





sabato 19 gennaio 2019

Pecunia non olet: presentazione del libro inchiesta di Alessandro Da Rold


Il giornalista Alessandro Da Rold racconta nel suo ultimo libro inchiesta Pecunia non olet la storia della mafia che non uccide, ma vende armi. 
Elicotteri, mitragliatrici, bombe, fregate militari: un arsenale ricchissimo e pronto all’uso là dove le guerre causano morti e arricchiscono i portafogli di speculatori e dittatori. 

L'autore presenta il suo libro alla Feltrinelli di Piazza Duomo a Milano, lunedì 21 gennaio 2019 alle 18.30


All'incontro interverranno anche il Magistrato Alfredo Robledo e il giornalista Peter Gomez.

La storia raccontata da Da Rold è incredibile perché fa vedere come l’illegalità criminale possa trasformarsi in una pratica normale e ripetuta, al punto che un latitante come Vito Palazzolo, "uno dei soggetti più pericolosi della comunità criminale internazionale", ricercato già da Giovanni Falcone e finalmente arrestato nel 2012, riesce a entrare nei salotti buoni del commercio internazionale e fare affari con Finmeccanica, Agusta e vari governi, incluso il Sudafrica di Nelson Mandela.

A dire di no sono pochi: alcuni valorosi magistrati del Sud, di Napoli e Palermo, cui si affiancheranno quelli del Nord, di Busto Arsizio e di Milano. Dice di no, pagandone il prezzo, anche Francescomaria Tuccillo, avvocato e manager napoletano, direttore di Finmeccanica per l’Africa subsahariana. Nonostante il vento spiri a favore di chi agisce nell’illecito, alla fine la verità vincerà.

La partita è enorme: in gioco c’è il destino del colosso della difesa, attraversato da scandali e arresti e da un intrico di poteri, in cui si mescolano politica, servizi segreti, mafia, massoneria, criminalità organizzata, che ha compromesso la competitività dell’industria italiana e messo in gioco il futuro economico del nostro paese, la sua capacità di creare lavoro e il suo ruolo sullo scacchiere internazionale.