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venerdì 1 febbraio 2013

Giocatori o riciclatori?

Qualche anno fa un giovane fraud auditor si fece convincere ad entrare in un casinò.

Si trovava con alcuni colleghi in una isoletta sperduta in mezzo all'oceano che si distingueva anche per essere bollata da molte giurisdizioni occidentali come "paradiso fiscale".

Il giovane si trovava lì per cercare di venire a capo di un giro vorticoso si denari per conto della casa madre di una controllata che aveva sede in quel luogo.
La nuova proprietà del gruppo voleva infatti vederci chiaro riguardo ad alcuni finanziamenti disposti dal precedente management a favore di società figlie che avevano tutte le caratteristiche per essere considerate come "di comodo".

Comunque, torniamo al casinò.



Il giovane fraud auditor, che chiameremo fantasiosamente Martino, entrò in quel mondo effimero fatto di luci, marmi, lampadari di cristallo, tappeti riccamente decorati, specchi corniciati d'oro. Insomma lusso dovunque in quell'enorme scatola priva di finestre e climatizzata artificialmente.

Circondato da gente di evidente ricchezza, Martino decise di cambiare l'importo minimo possibile in fiches.

Un po' spaesato si aggirò tra i tavoli osservando i fiumi di denaro che transitavano dai perdenti ai vincitori e tra queste due categorie ai proprietari della sala d'azzardo.

Martino però si accorse di un fatto strano.

Infatti vide alcune persone scambiare parecchie mazzette di denaro contante con fiches. Non avrebbe saputo dire con precisione quanti soldi potevano essere ma poteva immaginare alcune decine di migliaia di $$, forse anche 100.000 $. I biglietti avevano un taglio da 100 $.

Stupito ma anche incuriosito, il giovane cercò di capire se quell'importo fosse veramente destinato ad essere scialacquato in puntate aleatorie, champagne e via dicendo.

Tuttavia i signori si aggirarono lungamente tra i tavoli da gioco, chiacchierando amichevolmente con il personale della sala, bevendo qualche cocktail al bar e assistendo ad alcune partite degli immancabili incalliti della slot machine.

Effettivamente nulla del loro comportamento poteva classificare quei personaggi come fervidi giocatori. Anzi, era vero il contrario.
Davano l'impressione di essere alquanto annoiati.

Ad un certo punto però si decisero a puntare qualche fiche al tavolo della roulette. Sul rosso e sul nero. Sul pari e sul dispari. Piccole quantità di fiches. Qualche volta persero, qualche volta vinsero.
Nulla di che.

Ad un certo punto si guardarono e decisero di lasciare il casinò.
Si presentarono alla cassa a cambiare le numerose fiches.

Martino pensò "... forse questi signori sono molto scaramantici. Non è successa quella tal cosa che poteva scatenarli nella sfida alla dea bendata e quindi hanno preferito ritentare un'altra volta".

Il giovane stava già pensando a come spendere le poche fiches che gli erano rimaste in tasca, quando si accorse che quei signori ottennero dal cambio delle fiches non denaro contante, bensì una sorta di "buono" dall'aspetto di una cambiale.
Sul subito pensò ad un fatto normale, legato più alla scelta della casa da gioco di mantenere in cassa un certo livello di liquidità.

Ma dopo aver letto il regolamento riportato in una bacheca posta vicino all'uscita, Martino capì che quel "buono" rilasciato dal casinò era in tutto e per tutto assimilabile ad un qualsiasi titolo di credito, scambiabile in denaro contante presentandosi allo sportello di uno qualsiasi degli istituti bancari presenti sull'isola... e nelle vicinanze del casinò.

"Ma questo sistema può nascondere un'attività di riciclaggio", meditò!

In questo caso il casinò potrebbe divenire lo strumento (consapevole o inconsapevole) per trasformare denaro contante di provenienza illecita in uno strumento finanziario idoneo ad essere versato su di un c/c bancario, giustificando il deposito come una semplice vincita al casinò.
Una volta entrata nel circuito bancario, tale somma sarebbe stata oggetto di successivi trasferimenti di conto in conto, sino alla destinazione finale.

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Per quanto riguarda il contesto Italiano, molto diverso da quello appena descritto, gli schemi di riciclaggio legati al gioco d'azzardo sono richiamati nel rapporto annuale 2010 elaborato dall'Unità di Informazione Finanziaria (o UIF) istituita presso la Banca d'Italia. Tuttavia, come specifica il rapporto, le segnalazioni pervenute dai casinò o dalle case da gioco on-line sono state piuttosto contenute nel numero.