Il giovane staff accountant si diresse con forzata convinzione verso l’ufficio del Direttore Generale.
Tra le mani una lunga check-list.
Quella mattina doveva porre alcune domande all'alto dirigente, forse un po’ scomode, ma si sa, lo prevede la procedura di revisione contabile.
Il tutto si sarebbe esaurito in pochi minuti con l'annotazione di una bella “X” sul quadratino del "SI" o su quello del "NO" e con qualche appunto di descrizione.
Ogni anno la stessa storia, ma è la procedura. Un’attività tra le tante.
Un’ultima aggiustatina alla cravatta, un respiro profondo, poi bussò alla porta.
“E’ permesso?!? ...posso entrare? Altrimenti torno più tardi… o un altro giorno… o quando vuole lei…!”.
“Ohh, il nostro giovane revisore… Venga! Venga!”, rispose il Direttore. “Iniziamo subito, ho solo qualche minuto da dedicarle!”. “Si accomodi qui!". "Ha già preso il caffè?”.
Dopo qualche minuto di convenevoli e dopo aver atteso invano il caffè, il giovane fresco di laurea, con la lista delle domande in mano, iniziò a leggere.
Dapprima i quesiti generali, del tipo “Da quanto ricopre la funzione? Quanti dipendenti ha l’azienda? Come va il mercato? Come sono i rapporti con i concorrenti? L'ammontare del fatturato, eccetera eccetera.
Ad ogni risposta seguiva una breve annotazione sulla linea già tracciata sul foglio.
Tutto stava procedendo come da programma. Sino alla fatidica domanda.
E cupo in volto riprese subito: “Ha compreso? Oppure fra un anno viene ancora qui a sostenere queste fesserie?”.
Sarebbe stato ancor più scenografico accompagnare la falsa ira con lo spumeggiamento salivario, ma quella mattina al manager non riuscì proprio far di meglio.
Tra le mani una lunga check-list.
Quella mattina doveva porre alcune domande all'alto dirigente, forse un po’ scomode, ma si sa, lo prevede la procedura di revisione contabile.
Il tutto si sarebbe esaurito in pochi minuti con l'annotazione di una bella “X” sul quadratino del "SI" o su quello del "NO" e con qualche appunto di descrizione.
Ogni anno la stessa storia, ma è la procedura. Un’attività tra le tante.
Un’ultima aggiustatina alla cravatta, un respiro profondo, poi bussò alla porta.
“E’ permesso?!? ...posso entrare? Altrimenti torno più tardi… o un altro giorno… o quando vuole lei…!”.
“Ohh, il nostro giovane revisore… Venga! Venga!”, rispose il Direttore. “Iniziamo subito, ho solo qualche minuto da dedicarle!”. “Si accomodi qui!". "Ha già preso il caffè?”.
Dopo qualche minuto di convenevoli e dopo aver atteso invano il caffè, il giovane fresco di laurea, con la lista delle domande in mano, iniziò a leggere.
Dapprima i quesiti generali, del tipo “Da quanto ricopre la funzione? Quanti dipendenti ha l’azienda? Come va il mercato? Come sono i rapporti con i concorrenti? L'ammontare del fatturato, eccetera eccetera.
Ad ogni risposta seguiva una breve annotazione sulla linea già tracciata sul foglio.
Tutto stava procedendo come da programma. Sino alla fatidica domanda.
L’ultima della lista. E non era un caso.
“NELL'ULTIMO ANNO SI SONO VERIFICATI CASI DI FRODE IN AZIENDA?".
Con la mano impercettibilmente tremolante per una sorta di "ansia da reazione", il revisore si preparò a tracciare una X liberatoria sul prevedibile "NO!".
Nel gigantesco ufficio, però, calò il silenzio.
“NELL'ULTIMO ANNO SI SONO VERIFICATI CASI DI FRODE IN AZIENDA?".
Con la mano impercettibilmente tremolante per una sorta di "ansia da reazione", il revisore si preparò a tracciare una X liberatoria sul prevedibile "NO!".
Nel gigantesco ufficio, però, calò il silenzio.
Si rabbuiò la stanza.
Si interruppero d’improvviso i suoni.
E una gocciolina di sudore attraversò la fronte del giovane che strinse ancor di più le gambe accavallate. E come un pugile alle corde si preparò ad incassare il gancio sinistro accompagnato dal montante destro.
Il suo sguardo vitreo e inespressivo incollato sulla lista delle domande. In attesa.
Il tempo si fermò.
Il manager lo stava fissando con occhi rapaci e con quel tipico turbamento di chi sta cercando in tutti i modi di manifestare al tempo stesso rabbia e incredulità.
Dopo qualche istante ancora, togliendosi con fare plateale gli occhialini griffati, il Direttore tuonò: “ma sta scherzando-oo?!??? Frodi da noiiii???? Ma per chi ci ha presi? Per la banda bassotti???
Qui è vietato rubare!!
Se lo ricordi! …e lo scriva!
Lo scriva a caratteri C U B I T A L I ! !
Scriva: "il Direttore Generale, sconvolto da questa domanda offensiva afferma: “qui in azienda è severamente vietato rubare!!!”.
Il manager lo stava fissando con occhi rapaci e con quel tipico turbamento di chi sta cercando in tutti i modi di manifestare al tempo stesso rabbia e incredulità.
Dopo qualche istante ancora, togliendosi con fare plateale gli occhialini griffati, il Direttore tuonò: “ma sta scherzando-oo?!??? Frodi da noiiii???? Ma per chi ci ha presi? Per la banda bassotti???
Qui è vietato rubare!!
Se lo ricordi! …e lo scriva!
Lo scriva a caratteri C U B I T A L I ! !
Scriva: "il Direttore Generale, sconvolto da questa domanda offensiva afferma: “qui in azienda è severamente vietato rubare!!!”.
E cupo in volto riprese subito: “Ha compreso? Oppure fra un anno viene ancora qui a sostenere queste fesserie?”.
Sarebbe stato ancor più scenografico accompagnare la falsa ira con lo spumeggiamento salivario, ma quella mattina al manager non riuscì proprio far di meglio.
Il giovane incassò il colpo così come altri prima di lui avevano dato prova di saper fare.
Con la limpidezza semplice e genuina tipica di chi non si lascia intaccare da certi atteggiamenti, incise la X sul NO.
Con la limpidezza semplice e genuina tipica di chi non si lascia intaccare da certi atteggiamenti, incise la X sul NO.
Ritirò la micromina nella tasca della giacca e dimostrando al manager un'inaspettata dignità, senza commentare, con un impercettibile espressione disillusa, si alzò.
“Per oggi può bastare. La ringrazio per la disponibilità”, disse con voce ferma.
Si voltò e si diresse lentamente verso l’uscita, consapevole di aver aggiunto un prezioso tassello alla lunga e complessa serie di procedure di revisione che quel giorno sarebbe stato chiamato a svolgere.
“Per oggi può bastare. La ringrazio per la disponibilità”, disse con voce ferma.
Si voltò e si diresse lentamente verso l’uscita, consapevole di aver aggiunto un prezioso tassello alla lunga e complessa serie di procedure di revisione che quel giorno sarebbe stato chiamato a svolgere.