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domenica 22 settembre 2013

"Qui è vietato rubare!"

Il giovane staff accountant si diresse con forzata convinzione verso l’ufficio del Direttore Generale.
Tra le mani una lunga check-list.

Quella mattina doveva porre alcune domande all'alto dirigente, forse un po’ scomode, ma si sa, lo prevede la procedura di revisione contabile.
Il tutto si sarebbe esaurito in pochi minuti con l'annotazione di una bella “X” sul quadratino del "SI" o su quello del "NO" e con qualche appunto di descrizione.

Ogni anno la stessa storia, ma è la procedura. Un’attività tra le tante.

Un’ultima aggiustatina alla cravatta, un respiro profondo, poi bussò alla porta.

E’ permesso?!? ...posso entrare? Altrimenti torno più tardi… o un altro giorno… o quando vuole lei…!”.
Ohh, il nostro giovane revisore… Venga! Venga!”, rispose il Direttore. “Iniziamo subito, ho solo qualche minuto da dedicarle!”. “Si accomodi qui!". "Ha già preso il caffè?”.

Dopo qualche minuto di convenevoli e dopo aver atteso invano il caffè, il giovane fresco di laurea, con la lista delle domande in mano, iniziò a leggere.

Dapprima i quesiti generali, del tipo “Da quanto ricopre la funzione? Quanti dipendenti ha l’azienda? Come va il mercato? Come sono i rapporti con i concorrenti? L'ammontare del fatturato, eccetera eccetera.

Ad ogni risposta seguiva una breve annotazione sulla linea già tracciata sul foglio.
Tutto stava procedendo come da programma. Sino alla fatidica domanda.
L’ultima della lista. E non era un caso.

NELL'ULTIMO ANNO SI SONO VERIFICATI CASI DI FRODE IN AZIENDA?".

Con la mano impercettibilmente tremolante per una sorta di "ansia da reazione", il revisore si preparò a tracciare una X liberatoria sul prevedibile "NO!".

Nel gigantesco ufficio, però, calò il silenzio. 
Si rabbuiò la stanza. 
Si interruppero d’improvviso i suoni. 
E una gocciolina di sudore attraversò la fronte del giovane che strinse ancor di più le gambe accavallate. E come un pugile alle corde si preparò ad incassare il gancio sinistro accompagnato dal montante destro.
Il suo sguardo vitreo e inespressivo incollato sulla lista delle domande. In attesa. 
Il tempo si fermò.

Il manager lo stava fissando con occhi rapaci e con quel tipico turbamento di chi sta cercando in tutti i modi di manifestare al tempo stesso rabbia e incredulità.

Dopo qualche istante ancora, togliendosi con fare plateale gli occhialini griffati, il Direttore tuonò: “ma sta scherzando-oo?!??? Frodi da noiiii???? Ma per chi ci ha presi? Per la banda bassotti??? 
Qui è vietato rubare!! 
Se lo ricordi! …e lo scriva! 
Lo scriva a caratteri  C U B I T A L I ! !
Scriva: "il Direttore Generale, sconvolto da questa domanda offensiva afferma: “qui in azienda è severamente vietato rubare!!!”.

E cupo in volto riprese subito: “Ha compreso? Oppure fra un anno viene ancora qui a sostenere queste fesserie?”.

Sarebbe stato ancor più scenografico accompagnare la falsa ira con lo spumeggiamento salivario, ma quella mattina al manager non riuscì proprio far di meglio.
Il giovane incassò il colpo così come altri prima di lui avevano dato prova di saper fare.

Con la limpidezza semplice e genuina tipica di chi non si lascia intaccare da certi atteggiamenti, incise la X sul NO.
Ritirò la micromina nella tasca della giacca e dimostrando al manager un'inaspettata dignità, senza commentare, con un impercettibile espressione disillusa, si alzò.

Per oggi può bastare. La ringrazio per la disponibilità”, disse con voce ferma.

Si voltò e si diresse lentamente verso l’uscita, consapevole di aver aggiunto un prezioso tassello alla lunga e complessa serie di procedure di revisione che quel giorno sarebbe stato chiamato a svolgere.


sabato 14 settembre 2013

La patologia del debito: fermare la giostra si può?



AssoTAG    e    IPSOA

organizzano un seminario orientativo sul tema

La patologia del debito: fermare la giostra si può?



Milano, 10 ottobre 2013 

c/o Touring Club Italiano – Corso Italia 10 
dalle ore 14.00 alle ore 18.00


PARTECIPAZIONE GRATUITA 

subordinata all'iscrizione 
da effettuarsi on-line sul sito
http://formazione.ipsoa.it/convegni
(100 posti disponibili)





Da molti anni il debito delle imprese è lentamente ma inesorabilmente passato da essere leva per gli investimenti e la crescita ad essere strumento puramente speculativo. Molto hanno fatto le banche per muovere il sistema economico in questa direzione, spingendo la vendita di prodotti finanziari sempre più complessi attraverso la vendita del credito.
Un fenomeno finanziario che ha ammantato il Paese a tutti i livelli: la finanza mondiale sembra essere una giostra attorno alla quale ruotano come corpi inermi Paesi con debito pubblico insostenibile, imprese che inseguono performance gradite alle banche più che agli stessi imprenditori, cittadini che si ritrovano il prezzo dei derivati anche nel pane.
Quando e come si è perduto il senso economico delle relazioni tra cittadini, banche, imprese e Paese?
Cosa ha fatto e può fare la politica per fermare la giostra? Chi è il giostraio?
Su quali consapevolezze possiamo proseguire a lavorare per il nostro futuro professionale e di cittadini?
A queste e ad altre domande risponderanno i relatori, profondi conoscitori del sistema e della sua storia, interpellati da IPSOA e da AssoTAG (l'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria).

Destinatari

CTU, CTP, Analisti finanziari, Avvocati, Commercialisti, Consulenti d’impresa, Consulenti del lavoro, Imprenditori, Amministratori Delegati, CFO, Direttori Amministrativi e Finanziari, Direttori Generali, Credit manager, Curatori fallimentari, Cittadini.


Programma dei lavori

Ore 14.00  -  Registrazione dei partecipanti

Ore 14.30  -  Saluti iniziali e apertura dei lavori - Dott.sa Antonella Simone, Partner ADZ Morison, Vicepresidente AssoTag, moderatore dell’evento.

Ore 14.45 – Tavola rotonda "La patologia del debito: fermare la giostra si può?"
Interverranno:

Mauro Anetrini, Avvocato
Giuseppe Bracco, Professore di Storia dell’Impresa Università di Torino
Francesco Forte, Professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma
Fabio Silva, Presidente della Cooperativa Editoriale Etica Roberto Vassalle, Avvocato

Ore 17.00  -  Coffee break offerto da AXERTA Creditvision

Ore 17.15  -  Conclusioni e Presentazione dei nuovi progetti AssoTAG.

Ore 18.00  -  Chiusura dei lavori e Risposte a quesiti


CV relatori

Mauro Anetrini
Avvocato penalista, membro della Commissione scientifica del Consiglio dell'Ordine di Torino, esperto senior per il Ministero degli Affari Esteri in Afghanistan nell'ambito della cooperazione alla ricostruzione del sistema giudiziario nazionale nel 2010. Ha maturato esperienze professionali molto significative come il caso “ Enimont”, casi di bancarotta fraudolenta, frode in danno dello Stato e di Enti Pubblici, truffa in danno di Istituti bancari, previdenziali, assicurativi e operazioni di borsa illecite.

Giuseppe Bracco
Professore già Ordinario di Storia Economica presso l’Università di Torino, membro del C.d.A. della Fondazione Luigi Einaudi in rappresentanza del Ministero dei Beni Culturali. Ha ricoperto incarichi di Giunta al Comune di Torino per oltre vent'anni. Membro dei C.d.A. delle più importanti aziende italiane, come Ansaldo, ENI e Mediocredito Piemontese.

Francesco Forte
Nel 1961 fu chiamato da Luigi Einaudi a succedergli alla Cattedra di Professore Ordinario di Scienza delle Finanze all'Università di Torino. Responsabile economico del Partito Socialista fino al 1982, Ministro delle finanze nel Governo Fanfani V, Ministro delle politiche comunitarie con il Governo Craxi I fino al 1985, quando si è dimesso per diventare Sottosegretario delegato per gli interventi straordinari nel Terzo Mondo. E’ stato Presidente della International Atlantic Economic Society. Negli stessi anni Professore Ordinario di Politica economica e di Scienza delle finanze all'Università La Sapienza di Roma. E’ professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma ed editorialista economico per le più importanti testate nazionali. 

Fabio Silva 
Presidente della Cooperativa Editoriale Etica e Presidente della Cooperativa Nazca per il Commercio Equo e Solidale ed è membro del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Culturale Responsabilità Etica. Ha lavorato nel settore bancario ed è tra i soci fondatori di Banca Popolare Etica. 
Fino al 1999 è stato membro del direttivo dell’Associazione Finanza Etica.

Roberto Vassalle
Avvocato esperto di Diritto bancario e finanziario. Difende imprese e risparmiatori, ha ottenuto la prima sentenza di Cassazione del 1996 sulla nullità del riferimento all'uso di piazza per la determinazione degli interessi debitori, nel 1999 ha ottenuto la prima sentenza di Cassazione che ha dichiarato illegittimo l’anatocismo bancario. Alla sua difesa è dovuta la prima sentenza italiana che ha condannato una banca a risarcire l’investimento in obbligazioni argentine. E’ tuttora impegnato in molteplici cause relative ad investimenti finanziari, ivi compresi i prodotti derivati.


Registrazione partecipanti
dalle ore 14.00 alle 14.30 
Crediti formativi: la richiesta di accreditamento è stata 
inoltrata all'Ordine degli Avvocati competente. 

Per informazioni: 
Scuola di Formazione IPSOA 
Tel. 02/82476.1 


venerdì 6 settembre 2013

Aperture di credito non autorizzate

Alcuni anni fa un responsabile internal audit di una grande banca italiana, illustrandomi le varie casistiche di rischio bancario mi raccontò di un caso di "apertura di credito non autorizzata".

La circostanza mi colpì particolarmente in quanto non avrei mai immaginato che sistemi gestionali e di controllo tanto sofisticati quali quelli bancari, potessero non presidiare una fattispecie come quella che mi veniva descritta.

Analizziamone la dinamica.

La banca forniva una serie di servizi di conversione di valute ad una società commerciale costituita qualche anno prima da un noto imprenditore italiano nella città di Taiyuan (capitale della prefettura cinese dello Shanxi).

La società cinese si occupava dell'importazione di abbigliamento e calzature made in Italy di alto pregio da destinare ai ricchi mercati orientali.

I servizi offerti dalla banca italiana non prevedevano anticipazioni bancarie o aperture di credito ma riguardavano esclusivamente la conversione della moneta locale (lo yuan) in altre divise estere, soprattutto euro, contro il pagamento di commissioni parametrate agli ammontari convertiti.

Analizzando il rapporto con questo cliente e le procedure tecniche di contabilizzazione delle operazioni, gli internal auditor della banca avevano scoperto che si creava una disponibilità monetaria, anche di ingente valore, in capo alla società cinese prima che queste somme fossero contabilizzate sui conti dell'istituto di credito.

Di fatto ciò permetteva al cliente, seppur per poche ore, di beneficiare di una provvista a credito con la conseguenza di esporre la banca ad un ampio rischio non monitorato né presidiato.

L'apertura di credito non autorizzata si creava in questo modo:

1) le operazioni iniziavano con un acquisto di euro in cambio di yuan;
2) la provvista in euro veniva versata sul c/c della società cinese grazie all'intermediazione di una banca locale, corrispondente della banca italiana;
4) contestualmente alla ricezione della provvista in euro la società cinese disponeva i pagamenti a favore dei propri fornitori italiani;
3) l'importo in yuan, insieme alle commissioni di negoziazione, veniva contabilizzato sui conti della banca italiana qualche ora più tardi a causa del fuso orario.

Una simulazione fatta dagli auditor accertò che se l'operazione appena descritta fosse stata ripetuta con frequenza giornaliera, il risultato sarebbe stato una continua concessione di credito non autorizzata al di fuori di ogni procedura di controllo e senza alcuna applicazione di interessi.

Il rischio maggiore ravvisato dai revisori interni dell'istituto di credito era riconducibile al fatto che tale problematica era passata inosservata per parecchi anni. Soprattutto perché non erano sufficientemente mappati e monitorati i sistemi operativi di negoziazione in valuta.

A qualche anno di distanza da quegli eventi, ho ricontattato quel responsabile internal audit, il quale mi ha assicurato che una fattispecie come quella descritta, oggi non potrebbe più verificarsi in quanto la contabilizzazione delle operazioni su cambi avviene in tempo reale e solo dietro a specifiche garanzie rilasciate dal cliente.