1^ puntata
"Era in corso il disegno politico perseguito da Cefis di rastrellamento della stampa quotidiana ...Suggeritore di pressoché tutti i giornali italiani …a posteriori i disegni di Gelli sembrano addirittura copiati da quelli di Cefis". Sono le parole di Bruno Tassan Din, in una memoria del 1984 depositata nel processo Rizzoli.
Tassan Din riassunse la sua esperienza all'udienza del 4 marzo 1991 al processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano "…giovanissimo sono diventato Vicedirettore Generale del Gruppo Montedison responsabile della divisione tessile delle fibre chimiche e all'entrata di Eugenio Cefis sono stato chiamato alla Rizzoli dal Presidente del Collegio Sindacale Dott. Mino Spadaccini".
Eugenio Cefis militò con dubbia fama in una formazione partigiana guidata da John McCaffery del Special Operations Executive, il servizio segreto britannico in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
McCaffery passò dallo spionaggio alle banche, divenendo padrino dell’intesa tra i banchieri inglesi Hambros e Michele Sindona per rastrellare azioni Bastogi.
É in quella veste che incontrai John McCaffery a Milano con mio padre.
L’accordo siglato in originale da Jocelyn Hambro nel marzo 1971, riportato qui di seguito, era conservato nelle casseforti di mio padre alla Bahamas.
Michele Sindona e Eugenio Cefis si ritrovarono in campi avversi e mio padre nel mezzo.
Cefis attuò all'inizio del 1971 un rimaneggiamento di partecipazioni incrociate allora assai in voga.
Italpi controllata di Montedison, di cui Cefis era divenuto presidente, doveva fondersi con Bastogi. Cefis, grazie ad una alleanza con Carlo Pesenti, azionista Bastogi avrebbe controllato l’azienda risultante dalla fusione, a sua volta controllante azioni Montedison.
A sbarrare la strada si trovava Michele Sindona che lanciò un assalto a Bastogi al fine di impossessarsi delle banche di Carlo Pesenti, di cui questa azienda era azionista.
Sindona, di concerto con Hambros e al fine di attuare il suo piano di controllo di Bastogi, si assicurò all'inizio dell’estate del '71 il controllo della Centrale, presieduta da Ettore Lolli della Ras di Carlo Pesenti. Per sconfiggere le resistenze di Cefis e Pesenti, Sindona intentò due mesi più tardi una azione legale per bloccare la fusione Italpi-Bastogi.
Westdeutsche Landesbank Girozentrale per conto di Sindona, in una operazione ideata da mio padre, presentò alla Borsa di Milano una offerta pubblica di acquisto di azioni Bastogi. Il sindacato Bastogi guidato da Cefis e Pesenti chiese allora l’intervento del Governatore della Banca d’Italia Guido Carli.
Una telefonata di Guido Carli a Jocelyn Hambro fu decisiva.
In quel frenetico settembre lavoravo al 41 Bishopsgate della Hambros Bank con Raffaele Bonacossa della Banca Privata. Mario D’Urso della Kuhn Loeb, mi prestava una attenzione assidua. D’Urso propose un incontro tra mio padre e Ettore Lolli a Londra.
Fui convocato giovanissimo ai piani alti della Hambros ove Jocelyn Hambro mi aveva richiesto un breve incontro: l’OPA Bastogi era fallita.
Si riporta di seguito la rinuncia dei soci esteri di Michele Sindona alle azioni legali contro la fusione Italpi-Bastogi.
Di seguito il documento con le istruzioni della Radowal di Vaduz alla Banca del Gottardo di vincolare azioni Bastogi a favore della Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas, del gruppo Banco Ambrosiano:
L’avvocato Colin McFadyean, il cui biglietto da visita fu ritrovato sul cadavere di mio padre sotto il ponte Blackfriars, ha scritto a Jeffrey Katz della Kroll Associates : "Ho consultato i fascicoli su Bastogi …incorporai Bastogi UK …i nomi sono Carlo Pesenti, Raffaele Ursini, Ludovico del Balzo …in particolare Vincenzo Cazzaniga".
Era l’aprile 1993 e chiesi a Ian Logie, direttore finanziario della Esso Europe negli anni sessanta, di riassumere i rapporti tra Vincenzo Cazzaniga e Eugenio Cefis.
Logie fu membro del consiglio di Williams & Glyns, European Banking Co. e International Energy Bank.
Lo avevo incontrato con mio padre a Milano negli anni settanta e in seguito alla conferenza del Fondo Monetario Internazionale di Washington dell’autunno 1980. Il mio interesse fu sollecitato dal fatto che Ian Logie aveva condotto con Jack Bennett e Harold Cruikshank l’indagine interna sui fondi neri della Esso Italiana.
La foto lo ritrae, primo in fondo a destra, con mio padre e Carlo Cito Filomarino e Jean de Roquefeuil, Jean-Maxime Lévêque che conobbi al Credit Commercial de France.
Ian Logie che conosceva bene l’arcivescovo Paul Marcinkus dello IOR e Florio Fiorini dell’ENI, principale creditore estero del Banco Ambrosiano, fece una dichiarazione sorprendente.
Già dalla fine degli anni settanta la Banca del Gottardo, la Ultrafin A.G. e la Arab Latin American Bank di Lima Perù, offrivano depositi di loro clienti fuori bilancio su base fiduciaria a condizione di ottenere depositi interbancari con le banche del Gruppo Ambrosiano.
Vincenzo Cazzaniga, presidente della Esso e prossimo al Cardinale Giuseppe Siri di Genova, fu grande artefice di pagamenti a partiti politici in Italia ma fu costretto dalle indagini sui fondi neri a lasciare la Esso. Cazzaniga divenne Presidente della Bastogi International grazie a l’ex Special Operations Executive britannico John McCaffery, come già detto, dirigente del gruppo partigiano a cui appartenne Eugenio Cefis.
Le confidenze di Salim Lakhdari, braccio destro di Alberto Cefis rappresentante del fratello Eugenio nella mia città di Montreal, mi confermarono anni dopo che...
[2^ puntata]
"Era in corso il disegno politico perseguito da Cefis di rastrellamento della stampa quotidiana ...Suggeritore di pressoché tutti i giornali italiani …a posteriori i disegni di Gelli sembrano addirittura copiati da quelli di Cefis". Sono le parole di Bruno Tassan Din, in una memoria del 1984 depositata nel processo Rizzoli.
Tassan Din riassunse la sua esperienza all'udienza del 4 marzo 1991 al processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano "…giovanissimo sono diventato Vicedirettore Generale del Gruppo Montedison responsabile della divisione tessile delle fibre chimiche e all'entrata di Eugenio Cefis sono stato chiamato alla Rizzoli dal Presidente del Collegio Sindacale Dott. Mino Spadaccini".
Eugenio Cefis militò con dubbia fama in una formazione partigiana guidata da John McCaffery del Special Operations Executive, il servizio segreto britannico in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
McCaffery passò dallo spionaggio alle banche, divenendo padrino dell’intesa tra i banchieri inglesi Hambros e Michele Sindona per rastrellare azioni Bastogi.
É in quella veste che incontrai John McCaffery a Milano con mio padre.
L’accordo siglato in originale da Jocelyn Hambro nel marzo 1971, riportato qui di seguito, era conservato nelle casseforti di mio padre alla Bahamas.
Cefis attuò all'inizio del 1971 un rimaneggiamento di partecipazioni incrociate allora assai in voga.
Italpi controllata di Montedison, di cui Cefis era divenuto presidente, doveva fondersi con Bastogi. Cefis, grazie ad una alleanza con Carlo Pesenti, azionista Bastogi avrebbe controllato l’azienda risultante dalla fusione, a sua volta controllante azioni Montedison.
A sbarrare la strada si trovava Michele Sindona che lanciò un assalto a Bastogi al fine di impossessarsi delle banche di Carlo Pesenti, di cui questa azienda era azionista.
Sindona, di concerto con Hambros e al fine di attuare il suo piano di controllo di Bastogi, si assicurò all'inizio dell’estate del '71 il controllo della Centrale, presieduta da Ettore Lolli della Ras di Carlo Pesenti. Per sconfiggere le resistenze di Cefis e Pesenti, Sindona intentò due mesi più tardi una azione legale per bloccare la fusione Italpi-Bastogi.
Westdeutsche Landesbank Girozentrale per conto di Sindona, in una operazione ideata da mio padre, presentò alla Borsa di Milano una offerta pubblica di acquisto di azioni Bastogi. Il sindacato Bastogi guidato da Cefis e Pesenti chiese allora l’intervento del Governatore della Banca d’Italia Guido Carli.
Una telefonata di Guido Carli a Jocelyn Hambro fu decisiva.
In quel frenetico settembre lavoravo al 41 Bishopsgate della Hambros Bank con Raffaele Bonacossa della Banca Privata. Mario D’Urso della Kuhn Loeb, mi prestava una attenzione assidua. D’Urso propose un incontro tra mio padre e Ettore Lolli a Londra.
Fui convocato giovanissimo ai piani alti della Hambros ove Jocelyn Hambro mi aveva richiesto un breve incontro: l’OPA Bastogi era fallita.
Si riporta di seguito la rinuncia dei soci esteri di Michele Sindona alle azioni legali contro la fusione Italpi-Bastogi.
Era l’aprile 1993 e chiesi a Ian Logie, direttore finanziario della Esso Europe negli anni sessanta, di riassumere i rapporti tra Vincenzo Cazzaniga e Eugenio Cefis.
Logie fu membro del consiglio di Williams & Glyns, European Banking Co. e International Energy Bank.
Lo avevo incontrato con mio padre a Milano negli anni settanta e in seguito alla conferenza del Fondo Monetario Internazionale di Washington dell’autunno 1980. Il mio interesse fu sollecitato dal fatto che Ian Logie aveva condotto con Jack Bennett e Harold Cruikshank l’indagine interna sui fondi neri della Esso Italiana.
La foto lo ritrae, primo in fondo a destra, con mio padre e Carlo Cito Filomarino e Jean de Roquefeuil, Jean-Maxime Lévêque che conobbi al Credit Commercial de France.
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Ian Logie che conosceva bene l’arcivescovo Paul Marcinkus dello IOR e Florio Fiorini dell’ENI, principale creditore estero del Banco Ambrosiano, fece una dichiarazione sorprendente.
Già dalla fine degli anni settanta la Banca del Gottardo, la Ultrafin A.G. e la Arab Latin American Bank di Lima Perù, offrivano depositi di loro clienti fuori bilancio su base fiduciaria a condizione di ottenere depositi interbancari con le banche del Gruppo Ambrosiano.
Vincenzo Cazzaniga, presidente della Esso e prossimo al Cardinale Giuseppe Siri di Genova, fu grande artefice di pagamenti a partiti politici in Italia ma fu costretto dalle indagini sui fondi neri a lasciare la Esso. Cazzaniga divenne Presidente della Bastogi International grazie a l’ex Special Operations Executive britannico John McCaffery, come già detto, dirigente del gruppo partigiano a cui appartenne Eugenio Cefis.
Le confidenze di Salim Lakhdari, braccio destro di Alberto Cefis rappresentante del fratello Eugenio nella mia città di Montreal, mi confermarono anni dopo che...
[2^ puntata]