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mercoledì 9 novembre 2011

La “spirale in discesa” - le frodi nel settore bancario

Gli istituti di credito, come ogni altra azienda, sono esposti a numerose tipologie di frodi messe in atto da soggetti interni alla struttura o da soggetti terzi. In particolare, la teoria distingue le frodi di tipo “generico”, cioè non direttamente collegate all’attività economica svolta (ne sono un esempio le appropriazioni indebite di beni aziendali) da quelle di tipo “specifico”, cioè peculiari del settore finanziario.
Sono tre le aree tipicamente interessate dalle frodi specifiche del settore bancario e sono: l’erogazione del credito, la raccolta di fondi e la negoziazione di titoli e valute. Ovviamente questa è solo una semplificazione vista la notevole gamma di attività e servizi forniti dalle aziende di credito alla loro clientela.

I fenomeni fraudolenti legati alle attività di negoziazione, ad esempio, sono molto eterogenei tra loro soprattutto per le tecnologie e gli schemi impiegati per metterli in atto.
Tuttavia le cronache enfatizzano un comportamento illecito più di altri, forse perché colpisce i clienti più deboli e inconsapevoli, i quali spesse volte affidano i propri risparmi a soggetti senza scrupoli.
E’ molto frequente leggere sui giornali che un tal promotore finanziario, quasi sempre considerato zelante e capace da colleghi e clientela, ha falsificato la reportistica facendo apparire nel dossier titoli guadagni superiori a quelli reali oppure inferiori, a seconda del suo tornaconto.
L’obiettivo di comunicare guadagni inferiori rispetto a quelli reali, ad esempio, potrebbe indicare che l’operatore ha sottratto illecitamente il maggior profitto conseguito in conseguenza degli investimenti effettuati in nome e per conto del cliente.
Molto più dannosa per l’investitore però è la cosiddetta frode a “spirale in discesa”. Questa si verifica quando l’operatore bancario è determinato a nascondere al suo cliente le perdite subite e cerca in tutti i modi di recuperare investendo in prodotti sempre più rischiosi, capaci, nell’ipotesi più ottimistica, di generare profitti elevati.
Il promotore finanziario in questi casi pone in essere operazioni non autorizzate o non coerenti con il profilo di rischio del cliente cercando di riportare la posizione al valore iniziale.
L’esperienza ci insegna purtroppo che la sequenza degli eventi non è quasi mai favorevole e la perdita si ingigantisce sino ad assumere proporzioni non recuperabili, con il risultato, nei casi più estremi, di erosione dell’intero capitale investito.