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giovedì 12 gennaio 2012

Royalty audit investigation

Le più moderne strategie di sviluppo del business legato alla proprietà industriale si basano sul concetto di licensing, formula attraverso la quale il titolare di un profittevole asset immateriale (marchio, brevetto o altro bene intangibile) concede a una terza parte, il licenziatario, il diritto di sfruttarlo nei limiti contrattualmente previsti, in cambio di un corrispettivo economico, la royalty.
Un recente studio indica il licensing come la modalità più diffusa tra i metodi di investimento e commercializzazione di una risorsa di natura intellettuale.
I ricavi da royalty rappresentano una delle maggiori e più significative fonti di guadagno per le aziende impegnate nel campo della proprietà intellettuale: basti pensare che nel 2010 il ricavato da royalty nel solo mercato statunitense è risultato pari a 5,9 miliardi di dollari.
E’ dunque evidente come il titolare di una risorsa di tale rilevanza economica abbia il diritto di disporre in modo pieno ed esclusivo di essa, di poterla tutelare attraverso strumenti specifici e, qualora lo ritenga opportuno, di concederla in licenza. 





Il contratto di licenza tuttavia, oltre a rappresentare un valido strumento di diffusione del marchio e fonte di guadagno, può dare origine a frodi ed illeciti di varia natura, derivanti da inadempimenti dolosi di clausole contrattuali.
Una delle attività di controllo primarie nel campo dei contratti licensing, è denominata royalty audit.
Generalmente le procedure di royalty auditing  sono condotte da professionisti terzi e indipendenti, aventi specifiche competenze nel settore del licensing, e sostanzialmente mira a verificare se il licenziatario ha versato al licenziante (ad esempio una maison di alta moda) la royalty dovuta, sostenuto nella misura prevista i costi inerenti i contributi pubblicitari e di marketing e adempiuto alle altre obbligazioni a contenuto economico e qualitativo, in stretta ottemperanza con quando stabilito nel license agreement sottoscritto dalle parti. 
La royalty auditing rappresenta quindi un particolarissimo strumento di "contract compliance" di fondamentale importanza, utile alle imprese che possiedono un patrimonio immateriale significativo, si pensi a solo titolo esemplificativo al cosiddetto “sistema moda italiano”, punto di riferimento assoluto nel panorama internazionale per il gusto, lo stile e l’eleganza delle creazioni.
Promuovere attività di royalty auditing con cadenza periodica e diffusa ha inoltre il beneficio di fungere come strumento di deterrenza nei confronti di quei licenziatari meno disposti a rispettare le regole fissate dal license agreement.