I servizi d'intelligence italiani hanno concluso un accordo con l'Università "La Sapienza" di Roma per definire sentieri formativi e attività di ricerca comuni nei settori di interesse.
Tali iniziative sono assolutamente auspicabili per la crescita culturale del nostro intelligence, a dire il vero, per quanto se ne sa, già molto preparato ad affrontare situazioni complesse, ma che in tale maniera potrà accedere anche a conoscenze accademiche di primo livello.
La logica dell'intesa tra Università e intelligence va ricercata anche nella volontà di promuovere la cultura della sicurezza nazionale in un ambito di integrazione tra strutture pubbliche e apparati riservati dello Stato.
L'iniziativa è ambiziosa e allo stesso tempo avvincente: riguarderà lo studio di particolari progetti, anche in coordinamento con altre analoghe esperienze internazionali, i cui esiti saranno illustrati mediante l'organizzazione di convegni, dibattiti e tavole rotonde.
La scelta del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) al quale sono legati funzionalmente l'AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) e l'AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) è, a parer mio, innovativa e moderna. Probabilmente questa iniziativa è stata resa possibile anche in seguito alla riforma dei servizi segreti (un tempo denominati SISMI e SISDE), la quale ha certamente dato un nuovo impulso a perfezionare gli approcci e le metodologie al fine di progredire nella capacità d'intervento.
In questa ottica "La Sapienza" collaborerà con la "scuola degli agenti segreti" (Scuola di Formazione del DIS), alla quale è affidato l'addestramento tecnico e professionale e l'aggiornamento degli operatori del settore.
Una grande opportunità anche per l'Università capitolina che, in base agli accordi presi con il DIS, potrà istituire corsi di laurea, master e dottorati di ricerca specifici.
Appare chiaro come da questa iniziativa deriveranno benefici, oltre che per gli agenti dell'intelligence, anche per il resto del contesto pubblico e privato, che potrà attingere da questi corsi per dotarsi di personale preparato e altamente professionalizzato.
Chi avrà la fortuna e la capacità di seguire questo percorso formativo dovrà cimentarsi con materie appartenenti ad aree molto diverse tra loro. Il carattere multidisciplinare del progetto permetterà di spaziare dalle materie giuridiche a quelle economico-finanziarie, dalle tecniche di analisi degli scenari geopolitici a quelle prettamente legate alle esigenze di una moderna intelligence.
Il tutto finalizzato a preparare lo 007 italiano a muoversi nella complessa realtà di oggi, al fine della raccolta di informazioni per la protezione degli interessi politici, militari, scientifici, economici, sociali del nostro Paese.
L'obiettivo è arduo ma assolutamente avvincente e stimolante.
La sfida lanciata dal DIS è piuttosto chiara: individuare persone valide, disposte a studiare con serietà ed impegno per svolgere un lavoro che va oltre gli interessi personali e che con il tempo diverrà una vera e propria missione di vita, un dovere civico da adempiere in contesti sempre più difficili e rischiosi.
Questo obiettivo può essere conseguito solo grazie ad una collaborazione continua, strutturata e trasparente tra servizi di informazione e mondo universitario, che alimenti ed orienti sia le attività di ricerca che quelle didattiche, consentendo una proficua comunione di conoscenze.
L’accordo tra il DIS e “La Sapienza” rappresenta un primo, importante passo in questa direzione.
Personalmente auspico che anche altre università possano contribuire a questo interessante progetto, unico nel suo genere.
Tali iniziative sono assolutamente auspicabili per la crescita culturale del nostro intelligence, a dire il vero, per quanto se ne sa, già molto preparato ad affrontare situazioni complesse, ma che in tale maniera potrà accedere anche a conoscenze accademiche di primo livello.
La logica dell'intesa tra Università e intelligence va ricercata anche nella volontà di promuovere la cultura della sicurezza nazionale in un ambito di integrazione tra strutture pubbliche e apparati riservati dello Stato.
L'iniziativa è ambiziosa e allo stesso tempo avvincente: riguarderà lo studio di particolari progetti, anche in coordinamento con altre analoghe esperienze internazionali, i cui esiti saranno illustrati mediante l'organizzazione di convegni, dibattiti e tavole rotonde.
La scelta del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza) al quale sono legati funzionalmente l'AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna) e l'AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) è, a parer mio, innovativa e moderna. Probabilmente questa iniziativa è stata resa possibile anche in seguito alla riforma dei servizi segreti (un tempo denominati SISMI e SISDE), la quale ha certamente dato un nuovo impulso a perfezionare gli approcci e le metodologie al fine di progredire nella capacità d'intervento.
In questa ottica "La Sapienza" collaborerà con la "scuola degli agenti segreti" (Scuola di Formazione del DIS), alla quale è affidato l'addestramento tecnico e professionale e l'aggiornamento degli operatori del settore.
Una grande opportunità anche per l'Università capitolina che, in base agli accordi presi con il DIS, potrà istituire corsi di laurea, master e dottorati di ricerca specifici.
Appare chiaro come da questa iniziativa deriveranno benefici, oltre che per gli agenti dell'intelligence, anche per il resto del contesto pubblico e privato, che potrà attingere da questi corsi per dotarsi di personale preparato e altamente professionalizzato.
Chi avrà la fortuna e la capacità di seguire questo percorso formativo dovrà cimentarsi con materie appartenenti ad aree molto diverse tra loro. Il carattere multidisciplinare del progetto permetterà di spaziare dalle materie giuridiche a quelle economico-finanziarie, dalle tecniche di analisi degli scenari geopolitici a quelle prettamente legate alle esigenze di una moderna intelligence.
Il tutto finalizzato a preparare lo 007 italiano a muoversi nella complessa realtà di oggi, al fine della raccolta di informazioni per la protezione degli interessi politici, militari, scientifici, economici, sociali del nostro Paese.
L'obiettivo è arduo ma assolutamente avvincente e stimolante.
La sfida lanciata dal DIS è piuttosto chiara: individuare persone valide, disposte a studiare con serietà ed impegno per svolgere un lavoro che va oltre gli interessi personali e che con il tempo diverrà una vera e propria missione di vita, un dovere civico da adempiere in contesti sempre più difficili e rischiosi.
Questo obiettivo può essere conseguito solo grazie ad una collaborazione continua, strutturata e trasparente tra servizi di informazione e mondo universitario, che alimenti ed orienti sia le attività di ricerca che quelle didattiche, consentendo una proficua comunione di conoscenze.
L’accordo tra il DIS e “La Sapienza” rappresenta un primo, importante passo in questa direzione.
Personalmente auspico che anche altre università possano contribuire a questo interessante progetto, unico nel suo genere.