AdSense4

Bing

AdSense3

giovedì 27 novembre 2014

AVVISO AI LETTORI - A dicembre articoli inediti curati da Carlo Calvi sul caso Banco Ambrosiano

Ancora qualche giorno per ultimare l'organizzazione della documentazione e sistemare gli ultimi particolari di editing e poi il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting pubblicherà in esclusiva nazionale, la più recente ricostruzione storica curata da Carlo CALVI sul caso Banco Ambrosiano.

Si tratta di quattro puntate principalmente dedicate al "fronte peruviano" della più importante banca privata italiana dell'epoca, con dettagli interessanti che soltanto un testimone diretto dei fatti può tracciare.

Sembrerà di leggere qualche pagina di un romanzo di John Grisham ma in questi casi, si usa dire, la realtà supera la più fervida delle fantasie.

Si approfondiranno i motivi alla base della costituzione del Banco Ambrosiano Andino e sul ruolo assunto da Mons. Marcinkus (IOR), si analizzeranno alcuni legami con l'Università di Piura considerata il più formidabile baluardo dell'Opus Dei nel mondo, ma anche del progetto "Madre de Dios" e come con l'appoggio di Montedison si sviluppò la produzione di metanolo a partire del legname delle Ande, per poi analizzare i retroscena relativi alla guerra delle Isole Falkland e sul sospetto del governo inglese che l'Argentina potesse acquistare i missili antinave made in France "Exocet" tramite il Perù.
E molto molto altro ancora.

E' facile comprendere come un tale contributo sia di fondamentale importanza, soprattutto per la notevole documentazione storica proposta e commentata e per gli interessanti riferimenti ai collegamenti tra i noti soggetti coinvolti nella vicenda.



Si ringrazia Carlo Calvi, anche a nome di tutti i lettori, per l'attiva collaborazione dimostrata in questi anni e per aver scelto ancora una volta il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting come mezzo di diffusione delle proprie ricerche.

s.m.


1^ puntata - Casseforti bahamensi e svizzere di Roberto Calvi (cliccare QUI)



domenica 16 novembre 2014

Annacquamento del capitale: valutazioni e stime false

Sempre più spesso il forensic accountant è chiamato a verificare l'esistenza di errori significativi nel bilancio d'esercizio dovuti a stime e valutazioni intenzionalmente non corrette.

Tra le conseguenze derivanti da questa pratica va certamente ricordato il cosiddetto "annacquamento del capitale".
L'espressione è chiara e indica la sopravvalutazione delle poste attive di bilancio (ovvero la sottovalutazione di quelle passive) e si distingue dalla fattispecie esattamente contraria che ha come conseguenza la creazione di "riserve occulte".

Se le rimanenze di magazzino o le immobilizzazioni ovvero i conferimenti in natura, per fare un esempio, fossero iscritti ad un valore doppio rispetto a quello effettivo grazie ad una perizia estimativa infedele, il patrimonio risulterebbe fittizio per una sua parte. Così pure se si sottostimassero i rischi o gli oneri d'esercizio.

Il fenomeno determinerebbe un danno evidente ai creditori sociali, soprattutto se il capitale fittizio fosse distribuito agli azionisti sotto forma di dividendo.

E' bene precisare che compete innanzitutto alla direzione aziendale controllare la ragionevolezza delle stime e delle valutazioni, e lo deve fare in modo sistematico e approfondito, soprattutto in sede di redazione del bilancio d'esercizio o delle altre comunicazioni sociali.

Il forensic accountant interviene in seconda battuta, quando il sospetto di false valutazioni contabili deve essere dimostrato grazie a ricostruzioni tecniche.

In questi casi l'esperto applica una serie di procedure finalizzate a verificare l'entità della stima ritenuta irregolare, le motivazioni che hanno portato ad alterare il dato di bilancio, l'eventuale coinvolgimento di professionisti compiacenti.

In alcuni casi l'esperto anti-frode deve riconsiderare le stime nel loro complesso e proporre alla direzione aziendale la rettifica della posta del bilancio intaccata dall'irregolarità.
Naturalmente il forensic accountant dovrà agire in coordinamento con il collegio sindacale, il revisore contabile e i vari organismi di controllo e vigilanza, se esistenti.


lunedì 3 novembre 2014

Ricevute bancarie, dove si nasconde la frode?

Pare superfluo illustrare ai preparatissimi lettori del blog come funziona una ricevuta bancaria (comunemente detta "Ri.Ba").
Per le nostre finalità è certamente più utile trattare di come questo strumento possa essere utilizzato per compiere frodi ai danni degli istituti di credito.

La ricevuta bancaria rappresenta un valido strumento per la gestione degli incassi e della finanza in generale e pertanto è largamente utilizzata dalle imprese.

Il fornitore compila la fattura attiva e contestualmente la Ri.Ba e la consegna alla propria banca (è possibile anche l'invio telematico mediante la compilazione di format previsti dai servizi di home banking).
La banca del creditore provvede a trasmettere la documentazione alla banca del debitore; quest'ultima invia al proprio cliente un avviso di pagamento con l'indicazione della data entro la quale versare la somma.

Alla scadenza il debitore si presenterà agli sportelli della propria banca e verserà quanto stabilito, avendo in cambio la ricevuta bancaria quietanzata dal creditore.

Naturalmente la banca del creditore, fatti i dovuti accertamenti sull'affidabilità del suo cliente, può concedergli accanto al servizio di riscossione, anche quello di finanziamento grazie ad un "anticipo su Ri.Ba salvo buon fine", che gli permetterà di usufruire della somma di denaro in via anticipata rispetto all'effettivo pagamento del debitore, al netto delle commissioni e degli interessi.

Se alla scadenza il debitore non provvederà a versare le somme dovute, la banca del creditore richiederà la restituzione dell'importo anticipato.

Sin qui la prassi lecita.

Ma ora si immagini di avere due aziende, la prima si trova in crisi di liquidità (la chiameremo "Y"), la seconda in equilibrio economico-finanziario (società "Z"). Entrambe riconducibili ad un medesimo soggetto economico (il signor "X").

L'azienda Y ha la necessità di ottenere un temporaneo finanziamento ma ha raggiunto il limite massimo dell'apertura di credito su conto corrente concessa dal proprio istituto bancario.
Non resta che ricorrere agli anticipi garantiti da Ri.Ba.
Ma come?

Y emettere una fattura per forniture inesistenti a Z e contestualmente compila la Ri.Ba che consegna allo sportello della sua banca: scadenza del pagamento 60 giorni data fattura.
La banca provvede ad anticipare sul conto corrente di Y l'importo netto della Ri.Ba, permettendo in tal modo a Y di superare il temporaneo stato di illiquidità e pagare i propri fornitori.

Passati i 60 giorni Z paga Y e ottiene la Ri.Ba quietanzata.
Una volta che Y riceve il denaro emette nota di credito a favore di Z a storno della fattura a suo tempo emessa e restituisce a Z la somma incassata. Oppure Y si tiene il denaro e consegna a Z merci o altre utilità di valore equivalente.

In tal modo il signor X ha gestito i temporanei squilibri finanziari tra le sue società trasferendo i rischi di credito sul sistema bancario.

Lo schema di frode appena illustrato è abbastanza banale e prescinde dai controlli che dovrebbero impedire tali comportamenti.
Nella realtà sono stati osservati variazioni più sofisticate dello schema proposto, ad esempio, con l'emissione di parecchie Ri.Ba verso più soggetti, per importi molto elevati e con diverse banche d'appoggio.