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lunedì 3 novembre 2014

Ricevute bancarie, dove si nasconde la frode?

Pare superfluo illustrare ai preparatissimi lettori del blog come funziona una ricevuta bancaria (comunemente detta "Ri.Ba").
Per le nostre finalità è certamente più utile trattare di come questo strumento possa essere utilizzato per compiere frodi ai danni degli istituti di credito.

La ricevuta bancaria rappresenta un valido strumento per la gestione degli incassi e della finanza in generale e pertanto è largamente utilizzata dalle imprese.

Il fornitore compila la fattura attiva e contestualmente la Ri.Ba e la consegna alla propria banca (è possibile anche l'invio telematico mediante la compilazione di format previsti dai servizi di home banking).
La banca del creditore provvede a trasmettere la documentazione alla banca del debitore; quest'ultima invia al proprio cliente un avviso di pagamento con l'indicazione della data entro la quale versare la somma.

Alla scadenza il debitore si presenterà agli sportelli della propria banca e verserà quanto stabilito, avendo in cambio la ricevuta bancaria quietanzata dal creditore.

Naturalmente la banca del creditore, fatti i dovuti accertamenti sull'affidabilità del suo cliente, può concedergli accanto al servizio di riscossione, anche quello di finanziamento grazie ad un "anticipo su Ri.Ba salvo buon fine", che gli permetterà di usufruire della somma di denaro in via anticipata rispetto all'effettivo pagamento del debitore, al netto delle commissioni e degli interessi.

Se alla scadenza il debitore non provvederà a versare le somme dovute, la banca del creditore richiederà la restituzione dell'importo anticipato.

Sin qui la prassi lecita.

Ma ora si immagini di avere due aziende, la prima si trova in crisi di liquidità (la chiameremo "Y"), la seconda in equilibrio economico-finanziario (società "Z"). Entrambe riconducibili ad un medesimo soggetto economico (il signor "X").

L'azienda Y ha la necessità di ottenere un temporaneo finanziamento ma ha raggiunto il limite massimo dell'apertura di credito su conto corrente concessa dal proprio istituto bancario.
Non resta che ricorrere agli anticipi garantiti da Ri.Ba.
Ma come?

Y emettere una fattura per forniture inesistenti a Z e contestualmente compila la Ri.Ba che consegna allo sportello della sua banca: scadenza del pagamento 60 giorni data fattura.
La banca provvede ad anticipare sul conto corrente di Y l'importo netto della Ri.Ba, permettendo in tal modo a Y di superare il temporaneo stato di illiquidità e pagare i propri fornitori.

Passati i 60 giorni Z paga Y e ottiene la Ri.Ba quietanzata.
Una volta che Y riceve il denaro emette nota di credito a favore di Z a storno della fattura a suo tempo emessa e restituisce a Z la somma incassata. Oppure Y si tiene il denaro e consegna a Z merci o altre utilità di valore equivalente.

In tal modo il signor X ha gestito i temporanei squilibri finanziari tra le sue società trasferendo i rischi di credito sul sistema bancario.

Lo schema di frode appena illustrato è abbastanza banale e prescinde dai controlli che dovrebbero impedire tali comportamenti.
Nella realtà sono stati osservati variazioni più sofisticate dello schema proposto, ad esempio, con l'emissione di parecchie Ri.Ba verso più soggetti, per importi molto elevati e con diverse banche d'appoggio.