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lunedì 14 maggio 2018

La cassaforte degli evasori: casinò e paradisi fiscali

Hervé Falciani, nel suo libro "La cassaforte degli evasori" racconta di come alcuni ex-ispettori di polizia occupati come vigilantes in un noto casinò di un altrettanto noto paradiso fiscale, furono i primi a parlargli di come fosse impossibile investigare seriamente nei paesi off-shore, anche europei, nei quali è facile riciclare soldi sporchi grazie alla presenza di funzionari corrotti e all'assenza accordi di cooperazione giudiziaria tra Paesi.

Ogni paradiso fiscale che si rispetti ha infatti il suo casinò!
Il più delle volte attrezzato con una vera e propria struttura bancaria interna.

A dire di Hervé Falciani, ad esempio, il direttore del casinò di Montecarlo poteva erogare linee di credito sottoforma di assegni da 100.000, 200.000 o un milione di franchi in completa autonomia e senza richiedere garanzie.

Lo faceva soprattutto a favore della (ricca) clientela più assidua, al solo scopo di vederla consumare quegli importi in una sola serata.
Oppure vincerne altrettanti.

A volte il direttore provvedeva a cancellare i debiti di alcuni clienti, con finalità di marketing, ben sapendo che la sera dopo questi si ripresentavano, spendendo ulteriori capitali e alimentando i flussi finanziari miliardari del casinò.




Falciani racconta la vicenda di un miliardario francese che in un unico weekend perse ben sette milioni di franchi.
Ma anche di una famosa cantante lirica italiana che una sera continuava, perdendo, a puntare 1500 franchi alla volta. Poi si trasferì alle slot machine dove perse un milione e mezzo di franchi in poco tempo.
Giocò sino alla quattro della mattina, riuscendo a recuperare 900.000 franchi.
Quel giorno, pur perdendo più di 600.000 franchi, la cantante lasciò ben 90.000 franchi di mancia al personale che le aveva venduto i gettoni.

Altre volte il direttore poteva concedere in prestito somme molto grandi, in cambio della consegna di assegni firmati in bianco. Alla fine della sera l'assegno veniva stracciato oppure compilato con la cifra persa.

Teorizzando, Falciani spiega che questa eccessiva autonomia dei gestori delle case da gioco assieme all'assenza di controlli, può favorire il riciclaggio di denaro sporco.
Ad esempio utilizzando per le giocate le somme elargite in prestito dalla casa da gioco alla "migliore" clientela senza troppa attenzione, si potrebbero vincere anche somme di denaro molto elevate la cui fonte d'origine sarebbe in tal modo giustificabile e ripulita.
Mentre, con la complicità del personale interno al casinò, le somme perse sarebbero abbuonate... come se non fossero mai state giocate.