2^ puntata
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Le confidenze di Salim Lakhdari, braccio destro di Alberto Cefis rappresentante del fratello Eugenio nella mia città di Montreal, mi confermarono anni dopo che l’esperienza partigiana di Eugenio Cefis aveva attratto l’attenzione di Enrico Mattei che era però al corrente del suo opportunismo.
L’indagine interna degli archivi di Vincenzo Cazzaniga presso la Esso, condotta dalla Standard Oil di cui Ian Logie, ha fatto emergere una complessa contabilità occulta costituita con l’ausilio del Prof. Alberto Ferrari della B.N.L..
Vincenzo Cazzaniga e la Esso avevano permesso a Eugenio Cefis di ottenere diritti minerari in Canada e usavano queste informazioni come mezzo di pressione sullo stesso Cefis.
Nel maggio successivo e su mia sollecitazione, la Direzione Investigativa Antimafia invitò Vincenzo Cazzaniga ad essere sentito come testimone dal Sostituto Procuratore Elisabetta Cesqui.
Cazzaniga alla PM Cesqui disse: "
Gelli mi fece telefonare chiedendo di incontrarmi …al Hotel Excelsior ricordo di aver visto Giorgio Mazzanti …ero inquisito in procedimento penale a Roma ...Gelli ostentava di essere al corrente dello stato del procedimento …era venuto in possesso del mio archivio presso la Esso che non era stato sequestrato…mi mostrò copie che riconobbi …furono emessi provvedimenti restrittivi nei miei confronti dopo il trasferimento dell’istruttoria al giudice Guido Catenacci".
Cito dal verbale: "
Bastogi International con sede a Nassau era braccio della Bastogi Finanziaria …Roberto Calvi consigliere di Bastogi Finanziaria voleva realizzare più stretti rapporti tra Bastogi International e Cisalpine …i contatti con Nassau erano tenuti da Ludovico del Balzo …il contatto con Roberto Calvi lo ebbi tramite Giorgio Corsi".
Giorgio Corsi, mente finanziaria della Montedison di Eugenio Cefis, era sovente ospite alla nostra casa di Drezzo.
Lo incontravo all'estero in numerose occasioni con mio padre, l’ultima a Washington con Ugo Stille. Il Banco Ambrosiano e mio padre furono alleati delle manovre finanziarie di Eugenio Cefis e Giorgio Corsi di Montedison nella prima metà degli anni settanta, parteciparono nell'acquisto del Corriere della Sera.
Eugenio Cefis, Licio Gelli ed altri dopo di loro hanno influito sulle istituzioni adeguandosi ai gruppi di potere in Italia e ai vincoli azionari e finanziari.
Dal 1974 al 1977 Cefis fu il reale proprietario di Rizzoli-Corriere della Sera.
Come ha scritto Bruno Tassan-Din: "
l’intreccio ENI-Corriere era iniziato con Moratti nel 1972 …il Corriere era in situazione di decozione …l’acquisizione non poteva essere realizzata senza l’intervento di Cefis-Montedison data l’assoluta mancanza di disponibilità finanziaria della Rizzoli".
Io consegnai a Nassau a Maurizo De Luca e Franco Giustolisi del settimanale «L’Espresso», la documentazione relativa al contratto tra Rizzoli e Montedison firmata a Lugano il 6 agosto 1975, e custodita in una cassaforte di mio padre, Roberto Calvi, alle Bahamas.
Il verbale dei Giudici Istruttori, Antonio Pizzi e Renato Bricchetti, del 1983 conclude "
la Signora Calvi e Carlo Calvi avevano manifestato l’intenzione di consegnare la documentazione" l’accordo include il finanziamento, lo schema di acquisizione nonchè l'intervento sulla linea editoriale.
La azioni del Corriere erano in garanzia a Montedison all'estero (per scaricare la documentazione appena citata cliccare
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Riconosco nelle sue parole il Tassan Din che telefonava assiduamente a casa nostra a Milano: "
irrilevanza del capitale sociale …indebitamento elevatissimo …gestione in perdita …fabbisogno per far fronte agli stipendi".
Coopers & Lybrand a Bahamas hanno documentato le operazioni di Cisalpine Overseas Bank Limited di Nassau - Bahamas, poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited (o BAOL), con Montedison Holding Company Zurigo e Montedison International Establishment Vaduz, create da Giorgio Corsi, che vennero revocate quando Eugenio Cefis lasciò Montedison.
Giorgio Corsi aveva seguito Cefis in Montedison, succeduto al posto di direttore finanziario dell’ENI da Florio Fiorini, proveniente da una esperienza a Banca Toscana .
Florio Fiorini era uomo di Flaminio Piccoli, che si ritrova nella documentazione Rizzoli appena riprodotta.
A Bahamas mio padre mi parlò della esposizione dell’ENI con le entità estere del Gruppo Ambrosiano e di ricevute di Flaminio Piccoli che conservava. Deve averle recuperate durante l’ultima visita perché non le ritrovai. Il giudice istruttore Francesco Misiani, che incontrai a Washington, assolse Flaminio Piccoli dalle accuse di associazione a delinquere e peculato.
[3^ puntata]