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giovedì 28 novembre 2013

Banco Ambrosiano, tra breve altre puntate

Tra breve riprenderanno le puntate relative alle ricostruzioni tecniche delle operazioni finanziarie legate alla vicenda Banco Ambrosiano.

In particolare sono stati pianificati nei prossimi mesi alcuni interventi curati dal dott. Carlo Calvi (figlio del Presidente Roberto Calvi), finalizzati alla ricostruzione di operazioni poco note, ma che ricalcano alcuni schemi ancora oggi molto utilizzati.




Il dott. Carlo Calvi, da annoverare tra i massimi conoscitori di quelle vicende avendole in qualche modo vissute, ha dedicato molto tempo nella ricerca e nell'analisi della documentazione che sarà descritta e pubblicata a supporto degli articoli.

Per questo, ancora una volta, vorrei formulare un sentito ringraziamento al dott. Carlo Calvi per la gradita collaborazione con il blog, anche a nome di tutti i lettori.

Per chi avesse perso gli interventi sul caso Banco Ambrosiano già pubblicati nel corso degli anni, si rimanda al seguente tag: BANCO AMBROSIANO

S.M.



lunedì 18 novembre 2013

Violazione dell'account Facebook

E' un problema certamente attuale e diffuso, sempre più spesso fonte di incarichi professionali per Consulenti Tecnici d'Ufficio e di Parte in materia informatica.

Si tratta di una particolare tipologia di furto d'identità che si realizza mediante la violazione (o acquisizione indebita) dell’account personale del profilo Facebook o di quello di altre piattaforme di social network (Twitter, Linkedin, Skype eccetera).

Sono comprese in questa fattispecie anche i log-in fraudolenti relativi  alle piattaforme di commercio elettronico (eBay, Amazon eccetera) al fine di vendere fittiziamente determinati beni - ad esempio orologi di lusso - avvalendosi di una identità non corrispondente al reale venditore.
In tal modo l'ingiusto profitto sarà equivalente al prezzo che di regola viene corrisposto tramite pagamenti elettronici prima della spedizione del bene. Spedizione che mai sarà disposta.




Ma come avvengono i furti d'identità?
Solitamente l'appropriazione fraudolenta dell’account avviene con tecniche di "social engineering", tramite invio di e-mail che inducono il legittimo titolare a rivelare a terzi - che solo apparentemente sono ricollegabili ai gestori della piattaforma elettronica - i dati relativi al proprio account.
L’esperienza professionale ha consentito di accertare come tali azioni di regola provengono da criminali che si avvalgono di sofisticati strumenti informatici ed operano in territorio estero e quindi al riparo dall'azione giudiziaria diretta dei pool reati informatici e dalla Polizia Postale italiana.

Ma cosa fare se il proprio account è stato violato?
Innanzitutto, anche prima di rivolgersi alle Forze dell’Ordine, è necessario sollecitare il gestore della piattaforma a provvedere al blocco dell'account. E' essenziale che tale iniziativa sia tempestiva.
Dopodiché occorrerà informare con apposita querela gli organi di Polizia Giudiziaria, soprattutto se la violazione dell'account ha causato un effettivo danno (non solo di natura patrimoniale) alla persona offesa. 
La querela deve contenere tutte le informazioni attestanti l’avvenuta violazione dell’account. In particolare occorrerà indicare se si tratti di violazione di un profilo già esistente oppure se invece ne è stato creato uno ex novo. In quest'ultimo caso la parte lesa dovrà indicare gli aspetti specifici di riconducibilità di tale account alla sua persona al fine di escludere eventuali omonimie (informazioni personali, luogo di residenza, post pubblicati sul diario, collegamenti ad amici, fotografie o filmati pubblicati sul profilo eccetera).

Chi viola l'account di Facebook (come di qualsiasi altra piattaforma di social network) incorre nei reati previsti dagli articoli 494 (Sostituzione di persona) e 615-ter (Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico) del Codice Penale.

In particolare, senza entrare troppo nel merito giuridico, l'art. 494 punisce con la reclusione fino a un anno - se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica - il cosiddetto "furto d'identità" finalizzato a indurre taluno in errore.

Mentre l'art. 615-ter punisce con la reclusione fino a tre anni, chiunque si introduce abusivamente in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza (quali, ad esempio, user-id e password). La pena è estesa fino a cinque anni: 
1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, o da un incaricato di un pubblico servizio, o da chi esercita la professione di investigatore privato, o dagli operatori o gestori del sistema informatico (ad esempio dagli amministratori del sistema IT aziendale);
2) se il colpevole usa violenza per commettere il fatto ovvero se è palesemente armato;
3) se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del sistema informatico, o l’interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.



sabato 9 novembre 2013

Frodi aziendali: la responsabilità del management

Il principale soggetto chiamato a compiere in modo efficace e responsabile l’attività di prevenzione e contrasto alle frodi aziendali, è lo stesso management.

Questo è tenuto ad una vigilanza costante, utilizzando gli strumenti previsti dalla legislazione (modello organizzativo ex d.lgs 231/01), le strutture organizzative interne (internal auditing, fraud auditing, eccetera), le procedure, i sistemi informativi e le tecniche di monitoring e supervising più avanzate in base alla dimensione e all'organizzazione aziendale.




Prevenire significa ridurre le occasioni e le opportunità di organizzare uno schema fraudolento ovvero strutturare codici di deterrenza in grado di dissuadere eventuali intenzioni illecite. In altre parole, utilizzando la tecnica e favorendo l'etica.

Infatti il rischio di frode si riduce sensibilmente se il vertice aziendale è in grado di creare e mantenere una cultura aziendale ispirata ai valori di onestà, lealtà e giustizia, assumendo loro stessi un comportamento esemplare ed integerrimo.

La vera sfida di un management “illuminato” è quella di ottenere un ambiente di lavoro positivo, nel quale vige una serena collaborazione e un rispetto autentico tra tutti i lavoratori nel raggiungere gli obiettivi aziendali.

Se la squadra è affiatata, gli obiettivi sono identificati con precisione e le regole sono chiare ed eque, la gran parte del problema è risolto!

E' necessario attribuire obiettivi ragionevoli e incentivi basati sulla meritocrazia, nonché stimolare il personale a segnalare i casi di frode prima che divengano rilevanti e difficilmente gestibili.

E' pertanto certamente rilevante il ruolo degli organismi di governance che hanno la responsabilità di condurre in modo sapiente la supervisione delle varie attività aziendali, effettuando, ad esempio, periodici controlli interni o sessioni di councelling con il personale, ovvero istituendo procedure di segnalazione dei fenomeni anomali (grazie alle whistleblowing policies).

Strumento principe nelle mani delle strutture di governance per poter esercitare la propria funzione è il cosiddetto “ambiente di controllo”, costituito da chiare direttive e procedure aziendali che permettano di svolgere le attività in modo ordinato ed efficiente.


sabato 2 novembre 2013

Strumenti finanziari: trasparenza dei rischi ed alea razionale (Convegno AssoTAG)



AssoTAG
Associazione Italiana 
dei Periti e dei Consulenti Tecnici 
nominati dall'Autorità Giudiziaria


organizza una tavola rotonda sul tema

STRUMENTI FINANZIARI:
TRASPARENZA DEI RISCHI 
ED ALEA RAZIONALE

 


Milano, 14 novembre 2013 


VISTA L'IMPOSSIBILITA' DI MOLTI 
A PARTECIPARE FISICAMENTE ALL'EVENTO,
ASSOTAG 
HA DECISO DI ORGANIZZARE LA TAVOLA ROTONDA
ESCLUSIVAMENTE
TRAMITE

DIRETTA STREAMING
dalle ore 14.00 alle ore 18.00



Le recentissime sentenze (n° 3459 del 18 settembre 2013 Corte di Appello di Milano e n° 13905 del 3 giugno 2013 Corte di Cassazione) rivoluzionano l'approccio circa i criteri di trasparenza e collocamento di una vasta tipologia di strumenti finanziari.

In particolare la qualificazione di “scommessa legalizzata” relativa ai contratti derivati e le implicazioni di trasparenza oggettiva e di alea razionale conducono, per la prima volta, ad una convergenza tra diritto e concreta operatività finanziaria.

Il rischio di nullità contrattuale per mancata trasparenza e irrazionalità nella “distribuzione” dei rischi potrà avere un impatto rilevantissimo sia nella gestione ordinaria dei servizi finanziari quanto dei contenziosi in essere e futuri, ma anche pregressi.

Gli aspetti tecnici e critici di queste sentenze verranno commentati dai c.t. di Assotag e da chi, da oltre un decennio, si è occupato attivamente di derivati e di “litigation” connessa agli strumenti finanziari.




Programma dei lavori

Ore 14.00 - Apertura del collegamento streaming (cliccare QUI)

Ore 14.15 - Saluto introduttivo
Ing. Alfonso Scarano, Presidente di AssoTAG,
Dott.ssa Antonella Simone, Vice Presidente di AssoTAG

Ore 14.30 - Tavola rotonda - Marcello Frisone (Il Sole 24 Ore), moderatore dell'evento

Relatori della tavola rotonda:

Prof. Avv.to Daniele Maffeis, Università di Bologna - Studio De Nova

Prof. Avv.to Filippo Sartori, Università di Trento - Diritto Bancario

Avv.to Pierluigi Fadel, Studio Legale Fadel Polati & Associati

Avv.to Dario Loiacono, Studio Legale Loiacono, Calvi & Associati

Avv.to Luca Zamagni, Axiis Legal Network

Dott. Matteo Carradori, Partner Ifa Consulting S.r.l.

Dott. Nicola Benini, CTU e Consigliere AssoTAG - Assofinance


Ore 17.30  -  Risposte a quesiti e chiusura dei lavori




mercoledì 23 ottobre 2013

Cuneo fiscale: la defiscalizzazione del costo del lavoro (Convegno)


Associazione Italiana 
dei Periti e dei Consulenti Tecnici 
nominati dall'Autorità Giudiziaria


organizza un convegno sul tema


CUNEO FISCALE:
LA DEFISCALIZZAZIONE 
DEL COSTO DEL LAVORO


Milano, 28 ottobre 2013 

c/o Sala del Giudice di Pace – Via Sforza 23

dalle ore 14.00 alle ore 18.00



PARTECIPAZIONE GRATUITA
subordinata all'iscrizione 
da effettuarsi on-line sul sito
AssoTAG
oppure cliccando QUI
(100 posti disponibili)


La questione della defiscalizzazione del costo del lavoro viene affrontata in questa sede non attraverso dotte dissertazioni accademiche bensì attraverso l’illustrazione di soluzioni concrete volte a defiscalizzare il costo del lavoro con il fine ultimo di ottenere una riduzione degli oneri per le imprese cui corrisponda un vantaggio immediatamente percepibile anche per il lavoratore.

Con l’ausilio di professionisti del settore e con la presenza di un rappresentante di una delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, saranno illustrate le metodologie prevalenti immediatamente attuabili sulla base della normativa vigente. 

Ai relatori sarà chiesto inoltre di esporre eventuali proposte di modifica legislativa de iure condendo rispetto alle attuali politiche in materia di welfare.


Destinatari

Consulenti del lavoro, avvocati giuslavoristi, commercialisti e fiscalisti, consulenti d’impresa, responsabili risorse umane, head hunter, rappresentanti sindacali e lavoratori dipendenti.


Programma dei lavori

Ore 14.00 -  Registrazione dei partecipanti

Ore 14.15 -  Saluto introduttivo - Ing. Alfonso Scarano, Presidente di AssoTAG.

Ore 14.30 - Tavola rotonda - Avv. Giovanna D’Adamo, moderatore dell'evento


Relatori:

Ing. Alfonso ScaranoLa posizione di AssoTAG nei confronti della crisi odierna: soluzioni

Rag. Tommaso Sila, Consulente del Lavoro - Soluzioni concrete in tema di defiscalizzazione del costo del lavoro: normativa, welfare, orientamenti e politiche ministeriali

Dott.ssa Elena Panzera, HR Director presso SAS Institute S.r.l. - Analisi di un caso

Dott. Diego Paciello, Commercialista - Molteplicità e variabilità degli interventi possibili: il punto di vista fiscale

Dott. Piergiorgio Caprioli, Responsabile osservatorio sulla contrattazione collettiva di secondo livello della Regione Lombardia - L’impatto delle soluzioni di defiscalizzazione del costo del lavoro sul principio di intangibilità della retribuzione. Visione d’insieme sulla contrattazione di secondo livello


Ore 17.30  -  Risposte a quesiti e chiusura dei lavori



mercoledì 16 ottobre 2013

"Off shore" oppure "Off horse"?

Qualche anno fa un promotore finanziario propose alla propria ricca clientela una serie di investimenti con un elevato rendimento atteso, compreso tra il 20% e l'80% annuo.
Il professionista, illustrando le modalità dell'operazione, si soffermò lungamente su di un aspetto fondamentale: i lauti guadagni da capitale sarebbero stati direttamente correlati agli elevati rischi di perdite.

Il promotore avrebbe depositato il denaro raccolto su di un conto corrente aperto presso una banca lussemburghese, per poi essere impiegato nell'acquisto di quote di un fondo comune d'investimento gestito e amministrato da una società "OFF SHORE".

Il promotore enfatizzò molto questo aspetto ribadendo che un grado di rischio così elevato avrebbe potuto comportare, nella peggiore delle ipotesi, la perdita dell'intero capitale investito.
Pertanto il consiglio fu quello di impiegare solamente una piccola parte del proprio patrimonio, cioè quella quota che gli investitori sarebbero stati disposti a perdere "come in un gioco d'azzardo".

La grande disponibilità economica di quei clienti, insieme all'indiscussa fama di irreprensibile professionista del promotore finanziario, li convinse tutti a destinare il 5% di quell'enorme patrimonio all'investimento "OFF SHORE".

Quanto descritto sin'ora potrebbe far credere che quel promotore fece pienamente il suo dovere, informando adeguatamente la clientela su ogni aspetto dell'investimento e senza omettere il peggiore degli scenari ipotizzabili, cioè la perdita dell'intero capitale.
Ma la storia andò diversamente.

Il denaro fu effettivamente depositato sul conto corrente lussemburghese, ma fu utilizzato dal professionista per giocare sui sistemi di scommesse on-line (soprattutto sulle corse dei cavalli e sulle lotterie istantanee).




Periodicamente il promotore inviava ai suoi clienti alcuni prospetti informativi sui quali erano evidenziati gli utili o le perdite da "negoziazione".

Il tutto sembrava andare liscio sin quando venne commesso il fatidico errore.

In un prospetto trimestrale accanto ad una notevole perdita, il professionista annotò la curiosa descrizione di "OFF HORSE".

Alla richiesta di chiarimenti da parte dei clienti, spiegò che "HORSE" era semplicemente dell'anagramma di "SHORE". Ma alcuni vollero approfondire, in quanto l'espressione è comunemente utilizzata dai più incalliti scommettitori sulle corse dei cavalli proprio per identificare una perdita.

Chiesero quindi informazioni sulla società di gestione e amministrazione del fondo comune d'investimento e pretesero di consultare l'estratto conto e il dossier titoli della banca lussemburghese.

Il castello fraudolento crollò di lì a poco e le indagini successive chiarirono che il promotore aveva scommesso l'intero capitale in giochi aleatori on-line, perdendo circa la metà del suo valore.

Il promotore confessò la frode e si giustificò sostenendo che l'autorizzazione ottenuta dai suoi clienti a "scommettere" su impieghi estremamente rischiosi, lo legittimava a puntare tali somme sulle corse dei cavalli o sulle lotterie istantanee on-line, giudicando queste ultime opzioni certamente più sicure e garantite rispetto agli investimenti in strumenti finanziari off shore.



giovedì 10 ottobre 2013

Nasce IRPILEAKS, la prima piattaforma per "gole profonde"

Oggi la rubrica "Sulla mensola del fraud auditor" non promuoverà un saggio o un manuale di forensic accounting ma si occuperà di una novità assoluta nel panorama italiano. Di una iniziativa coraggiosa e audace, promossa dall'associazione IRPI - Investigative Reporting Project Italy.




Il progetto IRPI Italia è nato nel 2012 grazie a otto giornalisti italiani che nell'ottobre 2011, in seguito alla partecipazione alla settima edizione della Global Investigative Journalism Conference (GIJC), decisero di esportare anche in Italia un modello indipendente e moderno di giornalismo d'inchiesta.

Seguirono mesi di grande lavoro e di piani organizzativi con scambi di idee con famosi giornalisti investigativi americani ed europei.

Nacque così l’associazione non profit IRPI, la prima di questo genere in Italia, dedicata interamente al giornalismo investigativo e d’inchiesta.

Su questa linea d'azione il 7 ottobre scorso IRPI ha lanciato una nuova iniziativa, un'autentica novità nel contesto giornalistico italiano: IRPILEAKS.

Chiunque fosse a conoscenza di illeciti nella pubblica amministrazione, appalti truccati, episodi di corruzione, disastri ambientali, reti di criminalità organizzata e relativi crimini, abusi e soprusi, frodi aziendali e finanziarie e li volesse denunciare all'opinione pubblica senza incappare in alcun rischio personale, ora lo può fare in assoluta sicurezza!

La potenziale “gola profonda” da oggi può svelare informazioni e inviare documentazione ad una squadra di brillanti e capaci giornalisti investigativi, i giornalisti di IRPI.

IRPILEAKS è dunque la prima piattaforma italiana di segnalazione anonima, che usando il sistema di navigazione Tor, grazie al software libero GlobaLeaks, creato dal Centro Studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani in rete, permette a chiunque di informare e attivare i giornalisti dell’Investigative Reporting Project Italy rimanendo completamente anonimi e protetti.

IRPILEAKS è quindi uno strumento pensato per chi vuole trasferire informazioni confidenziali e ha bisogno di restare anonimo e protetto per non incappare in ricatti, vessazioni, vendette o ritorsioni.

Nel giornalismo investigativo la figura del leaker, cioè della "gola profonda" è fondamentale – spiega Lorenzo Bodrero, il coordinatore di IRPILEAKSin alcuni casi solo i “leaks” di persone coraggiose possono rivelare comportamenti scorretti di politici o uomini di potere o tentativi di insabbiare informazioni importanti per la cittadinanza. I whistleblowers, conosciuti in italiano come "vedette civiche", possono giocare un ruolo fondamentale per quei giornalisti che agiscono come “cani da guardia” della democrazia, tanto più se parliamo di una democrazia alle volte corrotta e ad alto rischio di infiltrazione mafiosa come quella italiana”.

GlobaLeaks è “La prima piattaforma realizzata in software libero, che ha l’obiettivo di abbattere le barriere che ostacolano la creazione di iniziative di whistleblowing” dice Claudio Agosti, Presidente di Hermes, “Abbiamo notato anni fa che la rete avrebbe potuto raggiungere tutte quelle persone che soffrono silenziosamente l’omertà, che hanno perso la speranza di poter risolvere i problemi che li circondano. La tecnologia non può risolvere di certo questi problemi, ma può almeno agevolare la persona che vuole raggiungere chi è disposto ad ascoltarlo e a indagare sul suo caso, per comprendere se è nel pubblico interesse”.

Le informazioni che verranno sottoposte a IRPI tramite la piattaforma IRPILEAKS verranno accuratamente studiate, analizzate e valutate e solo le segnalazioni ritenute di interesse pubblico saranno affrontate e presentate sotto forma di inchieste giornalistiche da veicolare attraverso i media main-stream.

Per sostenere il progetto, IRPI ha ideato una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma crowdfunding di Indiegogo per raccogliere fondi destinati a coprire i costi di base del progetto, come il noleggio del server sicuro su cui poggia la piattaforma e le spese promozionali per pubblicizzare l’iniziativa.

Sul sito di IRPI alla sezione INFORMACI troverete tutte le informazioni sul software e una guida sui rischi connessi al leaking e sui comportamenti da adottare per proteggere la propria identità.


martedì 1 ottobre 2013

Vita da revisori

Sulla scia del successo riscosso dal post "Qui è vietato rubare!" (all'8° posto dei più cliccati di sempre) propongo un nuovo tag chiamato "Vita da revisori".

Alcuni lettori, infatti, identificandosi nel giovane revisore, hanno inviato alcuni aneddoti tragicomici di vita professionale.

Materiale molto interessante ed unico nel suo genere, anche perché si tende a non raccontare i tanti episodi vissuti in revisione, forse per la privacy o per gli obblighi di riservatezza o ancora per evitare complicazioni interne o forse, più semplicemente, perché trattandosi di fatti a volte molto bizzarri o estremi "...tanto non ci crederebbe nessuno".

Ore 20.48 di lunedì 31 dicembre 2012: 
responsabile amministrativo in attesa dello staff accountant 


Voce dunque ai revisori!

Per chi fosse interessato a condividere le proprie esperienze mi contatti e cercheremo di divulgarle in maniera divertente e leggera.


domenica 22 settembre 2013

"Qui è vietato rubare!"

Il giovane staff accountant si diresse con forzata convinzione verso l’ufficio del Direttore Generale.
Tra le mani una lunga check-list.

Quella mattina doveva porre alcune domande all'alto dirigente, forse un po’ scomode, ma si sa, lo prevede la procedura di revisione contabile.
Il tutto si sarebbe esaurito in pochi minuti con l'annotazione di una bella “X” sul quadratino del "SI" o su quello del "NO" e con qualche appunto di descrizione.

Ogni anno la stessa storia, ma è la procedura. Un’attività tra le tante.

Un’ultima aggiustatina alla cravatta, un respiro profondo, poi bussò alla porta.

E’ permesso?!? ...posso entrare? Altrimenti torno più tardi… o un altro giorno… o quando vuole lei…!”.
Ohh, il nostro giovane revisore… Venga! Venga!”, rispose il Direttore. “Iniziamo subito, ho solo qualche minuto da dedicarle!”. “Si accomodi qui!". "Ha già preso il caffè?”.

Dopo qualche minuto di convenevoli e dopo aver atteso invano il caffè, il giovane fresco di laurea, con la lista delle domande in mano, iniziò a leggere.

Dapprima i quesiti generali, del tipo “Da quanto ricopre la funzione? Quanti dipendenti ha l’azienda? Come va il mercato? Come sono i rapporti con i concorrenti? L'ammontare del fatturato, eccetera eccetera.

Ad ogni risposta seguiva una breve annotazione sulla linea già tracciata sul foglio.
Tutto stava procedendo come da programma. Sino alla fatidica domanda.
L’ultima della lista. E non era un caso.

NELL'ULTIMO ANNO SI SONO VERIFICATI CASI DI FRODE IN AZIENDA?".

Con la mano impercettibilmente tremolante per una sorta di "ansia da reazione", il revisore si preparò a tracciare una X liberatoria sul prevedibile "NO!".

Nel gigantesco ufficio, però, calò il silenzio. 
Si rabbuiò la stanza. 
Si interruppero d’improvviso i suoni. 
E una gocciolina di sudore attraversò la fronte del giovane che strinse ancor di più le gambe accavallate. E come un pugile alle corde si preparò ad incassare il gancio sinistro accompagnato dal montante destro.
Il suo sguardo vitreo e inespressivo incollato sulla lista delle domande. In attesa. 
Il tempo si fermò.

Il manager lo stava fissando con occhi rapaci e con quel tipico turbamento di chi sta cercando in tutti i modi di manifestare al tempo stesso rabbia e incredulità.

Dopo qualche istante ancora, togliendosi con fare plateale gli occhialini griffati, il Direttore tuonò: “ma sta scherzando-oo?!??? Frodi da noiiii???? Ma per chi ci ha presi? Per la banda bassotti??? 
Qui è vietato rubare!! 
Se lo ricordi! …e lo scriva! 
Lo scriva a caratteri  C U B I T A L I ! !
Scriva: "il Direttore Generale, sconvolto da questa domanda offensiva afferma: “qui in azienda è severamente vietato rubare!!!”.

E cupo in volto riprese subito: “Ha compreso? Oppure fra un anno viene ancora qui a sostenere queste fesserie?”.

Sarebbe stato ancor più scenografico accompagnare la falsa ira con lo spumeggiamento salivario, ma quella mattina al manager non riuscì proprio far di meglio.
Il giovane incassò il colpo così come altri prima di lui avevano dato prova di saper fare.

Con la limpidezza semplice e genuina tipica di chi non si lascia intaccare da certi atteggiamenti, incise la X sul NO.
Ritirò la micromina nella tasca della giacca e dimostrando al manager un'inaspettata dignità, senza commentare, con un impercettibile espressione disillusa, si alzò.

Per oggi può bastare. La ringrazio per la disponibilità”, disse con voce ferma.

Si voltò e si diresse lentamente verso l’uscita, consapevole di aver aggiunto un prezioso tassello alla lunga e complessa serie di procedure di revisione che quel giorno sarebbe stato chiamato a svolgere.


sabato 14 settembre 2013

La patologia del debito: fermare la giostra si può?



AssoTAG    e    IPSOA

organizzano un seminario orientativo sul tema

La patologia del debito: fermare la giostra si può?



Milano, 10 ottobre 2013 

c/o Touring Club Italiano – Corso Italia 10 
dalle ore 14.00 alle ore 18.00


PARTECIPAZIONE GRATUITA 

subordinata all'iscrizione 
da effettuarsi on-line sul sito
http://formazione.ipsoa.it/convegni
(100 posti disponibili)





Da molti anni il debito delle imprese è lentamente ma inesorabilmente passato da essere leva per gli investimenti e la crescita ad essere strumento puramente speculativo. Molto hanno fatto le banche per muovere il sistema economico in questa direzione, spingendo la vendita di prodotti finanziari sempre più complessi attraverso la vendita del credito.
Un fenomeno finanziario che ha ammantato il Paese a tutti i livelli: la finanza mondiale sembra essere una giostra attorno alla quale ruotano come corpi inermi Paesi con debito pubblico insostenibile, imprese che inseguono performance gradite alle banche più che agli stessi imprenditori, cittadini che si ritrovano il prezzo dei derivati anche nel pane.
Quando e come si è perduto il senso economico delle relazioni tra cittadini, banche, imprese e Paese?
Cosa ha fatto e può fare la politica per fermare la giostra? Chi è il giostraio?
Su quali consapevolezze possiamo proseguire a lavorare per il nostro futuro professionale e di cittadini?
A queste e ad altre domande risponderanno i relatori, profondi conoscitori del sistema e della sua storia, interpellati da IPSOA e da AssoTAG (l'Associazione Italiana dei Periti e dei Consulenti Tecnici nominati dall'Autorità Giudiziaria).

Destinatari

CTU, CTP, Analisti finanziari, Avvocati, Commercialisti, Consulenti d’impresa, Consulenti del lavoro, Imprenditori, Amministratori Delegati, CFO, Direttori Amministrativi e Finanziari, Direttori Generali, Credit manager, Curatori fallimentari, Cittadini.


Programma dei lavori

Ore 14.00  -  Registrazione dei partecipanti

Ore 14.30  -  Saluti iniziali e apertura dei lavori - Dott.sa Antonella Simone, Partner ADZ Morison, Vicepresidente AssoTag, moderatore dell’evento.

Ore 14.45 – Tavola rotonda "La patologia del debito: fermare la giostra si può?"
Interverranno:

Mauro Anetrini, Avvocato
Giuseppe Bracco, Professore di Storia dell’Impresa Università di Torino
Francesco Forte, Professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma
Fabio Silva, Presidente della Cooperativa Editoriale Etica Roberto Vassalle, Avvocato

Ore 17.00  -  Coffee break offerto da AXERTA Creditvision

Ore 17.15  -  Conclusioni e Presentazione dei nuovi progetti AssoTAG.

Ore 18.00  -  Chiusura dei lavori e Risposte a quesiti


CV relatori

Mauro Anetrini
Avvocato penalista, membro della Commissione scientifica del Consiglio dell'Ordine di Torino, esperto senior per il Ministero degli Affari Esteri in Afghanistan nell'ambito della cooperazione alla ricostruzione del sistema giudiziario nazionale nel 2010. Ha maturato esperienze professionali molto significative come il caso “ Enimont”, casi di bancarotta fraudolenta, frode in danno dello Stato e di Enti Pubblici, truffa in danno di Istituti bancari, previdenziali, assicurativi e operazioni di borsa illecite.

Giuseppe Bracco
Professore già Ordinario di Storia Economica presso l’Università di Torino, membro del C.d.A. della Fondazione Luigi Einaudi in rappresentanza del Ministero dei Beni Culturali. Ha ricoperto incarichi di Giunta al Comune di Torino per oltre vent'anni. Membro dei C.d.A. delle più importanti aziende italiane, come Ansaldo, ENI e Mediocredito Piemontese.

Francesco Forte
Nel 1961 fu chiamato da Luigi Einaudi a succedergli alla Cattedra di Professore Ordinario di Scienza delle Finanze all'Università di Torino. Responsabile economico del Partito Socialista fino al 1982, Ministro delle finanze nel Governo Fanfani V, Ministro delle politiche comunitarie con il Governo Craxi I fino al 1985, quando si è dimesso per diventare Sottosegretario delegato per gli interventi straordinari nel Terzo Mondo. E’ stato Presidente della International Atlantic Economic Society. Negli stessi anni Professore Ordinario di Politica economica e di Scienza delle finanze all'Università La Sapienza di Roma. E’ professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma ed editorialista economico per le più importanti testate nazionali. 

Fabio Silva 
Presidente della Cooperativa Editoriale Etica e Presidente della Cooperativa Nazca per il Commercio Equo e Solidale ed è membro del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Culturale Responsabilità Etica. Ha lavorato nel settore bancario ed è tra i soci fondatori di Banca Popolare Etica. 
Fino al 1999 è stato membro del direttivo dell’Associazione Finanza Etica.

Roberto Vassalle
Avvocato esperto di Diritto bancario e finanziario. Difende imprese e risparmiatori, ha ottenuto la prima sentenza di Cassazione del 1996 sulla nullità del riferimento all'uso di piazza per la determinazione degli interessi debitori, nel 1999 ha ottenuto la prima sentenza di Cassazione che ha dichiarato illegittimo l’anatocismo bancario. Alla sua difesa è dovuta la prima sentenza italiana che ha condannato una banca a risarcire l’investimento in obbligazioni argentine. E’ tuttora impegnato in molteplici cause relative ad investimenti finanziari, ivi compresi i prodotti derivati.


Registrazione partecipanti
dalle ore 14.00 alle 14.30 
Crediti formativi: la richiesta di accreditamento è stata 
inoltrata all'Ordine degli Avvocati competente. 

Per informazioni: 
Scuola di Formazione IPSOA 
Tel. 02/82476.1