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lunedì 26 giugno 2017

La teoria olistica nella lotta alle frodi aziendali

Il tema che si affronterà oggi è piuttosto curioso in quanto sarà scomodata addirittura la "teoria dell'evoluzione emergente" (o olistica), basata sull'idea che un sistema o una struttura complessa non più essere ridotta esclusivamente alla sommatoria dei suoi singoli componenti.

Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo umano, nella sua totalità ben più complesso e dinamico dell'insieme delle parti che lo costituiscono. Altro esempio emblematico è la macchina... oppure l'azienda.


La stessa definizione di azienda ha un richiamo alla teoria olistica quando afferma che l'organizzazione economica è basata sui mezzi e sul capitale umano.
In buona sostanza l'azienda, al pari di un organismo biologico, è un'unità, o una singolarità, costituita da plurimi processi.
Come plurime sono le problematiche che quotidianamente l'impresa deve affrontare per permanere sul mercato.
Una di queste problematiche, non v'è alcun dubbio, riguarda la sua vulnerabilità alle frodi e alle attività criminali, continuamente generate dalle opportunità e dalle disfunzioni dei fattori produttivi e di gestione.

In questa ottica il "problema frode", al pari di ogni altro rischio operativo, è intrinsecamente e direttamente legato alla gestione aziendale.
Questa fondamentale premessa, in base alla teoria olistica, determina l'approccio da adottare nella prevenzione delle frodi aziendali!

Si tratta di un sistema basato non più sull'intervento emergenziale (solo quando scopro la frode corro ai ripari) ma sulla prevenzione, trovando nuove vie per il costante miglioramento dell'organizzazione, della gestione, della logistica, della produzione, del trattamento del personale, dell'etica e della cultura aziendale e così via.

Il procedimento olistico applicato alle problematiche aziendali, richiede dapprima la scomposizione dell'impresa nelle sue parti strutturali, operative e/o ambientali per poi ricercare il modello più efficiente da applicare ad ognuna di queste parti al fine di potenziarne la capacità di monitoraggio sui comportamenti fraudolenti.
Estremizzando il concetto, il modello olistico antifrode diviene esso stesso un sistema integrato in grado di alimentarsi in modo autonomo di nuove conoscenze sui fattori di vulnerabilità aziendali e di nuovi strumenti e policy in grado di contrastare le opportunità criminali generate dai processi aziendali.

In questa ottica la teoria olistica converge con le metodologie di costruzione dei modelli organizzativi di fraud risk management, già da tempo utilizzate nelle aziende più virtuose.




domenica 18 giugno 2017

Il falso in bilancio "per induzione"

In passato abbiamo affrontato più volte il tema delle false comunicazioni sociali (per gli approfondimenti cliccare QUI); oggi sullo stesso argomento tratteremo un aspetto troppe volte trascurato.

Parleremo del "falso per induzione", cioè di quella particolare tipologia di falsità di bilancio "di riflesso" che si determina quando nelle comunicazioni sociali sono recepiti fatti, operazioni gestionali, risultanze contabili o informazioni non veritiere o irregolari, il cui contenuto trova origine nei bilanci di soggetti terzi (società collegate, controllare, correlate eccetera).

In dottrina si ritiene che il falso per induzione non costituisca una categoria autonoma, ma rientri nelle più estese fattispecie del "falso materiale" o del "falso in valutazioni".


Il falso per induzione si verifica con più frequenza nella redazione di bilanci nell'ambito di operazioni straordinarie o di bilanci consolidati di gruppi d'impresa molto estesi o transnazionali o ancora nel caso di holding in cui le valutazioni delle partecipazioni rappresentano la maggior parte del valore dell'attivo.

Quando, ad esempio, il consolidato recepisce risultanze contabili di controllate intaccate da irregolarità, manipolazioni o omissioni, esso stesso potrebbe risultare non veritiero o corretto nella sua totalità.

Si pensi ancora ad una partecipata che nella redazione del proprio bilancio ha commesso un falso materiale iscrivendo, ad esempio, un fatturato derivante da prestazioni inesistenti e, quindi, un risultato positivo non veritiero. In questo caso si avrebbe un "falso di bilancio indotto" se la controllante iscrivesse la partecipazione con il metodo del patrimonio netto, senza operare alcuna revisione e/o controllo sui dati contabili utilizzati come base di calcolo.

Il medesimo fenomeno, infine, si realizzerebbe se nel caso di cessioni di rami d'azienda, conferimenti, fusioni o scissioni, si considerassero come veritieri dati contabili, informazioni e/o valutazioni false e irregolari.



mercoledì 14 giugno 2017

Liquidazione dei crediti sofferenti e loro impatto sul sistema banche, famiglie, imprese e Stato


Tavole Rotonde del Gruppo Caffè
Sala Convegni - Palazzo Reale 
Milano, piazza Duomo 14 - 3° piano 
20 giugno 2017
h. 14,30 - 17,30

Il Paese sta vivendo la crescente e travagliata problematica delle sofferenze bancarie (prestiti bancari non restituiti) valutati in circa 360 miliardi di euro, incagli compresi.
Si studiano soluzioni sistemiche per un “mercato delle sofferenze” alla stregua di qualunque mercato finanziario, auspicato da soggetti finanziari specializzati e fondi speculativi (anche detti fondi locusta).
L'estrazione di valore dai crediti sofferenti ora in mano ai fondi finanziari potrebbe creare un crescente impatto negativo su famiglie e imprese per le azioni esecutive che verranno massivamente promosse dai fondi - nuovi proprietari dei diritti legati alle sofferenze.
Le azioni esecutive sono state rese più rapide dalle recenti normative che prevedono anche innovative procedure di acquisizione diretta del bene in garanzia da parte del nuovo padrone delle sofferenze “finanziarizzate”, senza dover passare da un giudice terzo. 
Il nuovo impianto giuridico in materia ha già un impatto sociale sulle famiglie ed economico sulle imprese, rendendo entrambi i soggetti sempre più fragili non solo economicamente.
Dal lato della concessione di credito non pare si sia posto vero rimedio alle condizioni di gestione delle banche.
I controllori Banca d'Itala, Consob e più recentemente BCE si sono mostrati all'altezza della grave situazione? La BCE tende forse a imporre soluzioni finanziarie di liquidazione delle sofferenze troppo affrettate? La BCE lascia forse al contempo totale arbitrio alle banche ricolme di derivati finanziari operando, di fatto, una discriminazione?
Anche l’aspettativa di efficienti indagini e azioni da parte delle Procure sulle responsabilità degli amministratori bancari è stata delusa.
Lo Stato soffre anch'esso per il mancato gettito fiscale, che ammonta a circa la metà del valore delle sofferenze cedute dalle banche.
La liquidazione delle sofferenze bancarie rimane un problema sociale ed economico di crescenti dimensioni che, inevitabilmente, investe e investirà ancor più in futuro anche le istituzioni pubbliche come i Comuni, istituzioni più vicine ai soggetti su cui gravano le conseguenze di questa situazione.
Il Consiglio Comunale di Milano, sensibile alla tematica, intende favorire un dibattito costruttivo per far emergere soluzioni ragionevoli e sostenibili sia sotto il profilo tecnico sia sotto il profilo sociale.

PROGRAMMA
h. 14:30 -  Saluti del Comune di Milano, Lamberto Bertolè

Interventi: 
  • Stefano Elli, 
  • Andrea Greco, 
  • Paolo Mondani, 
  • Giorgio Meletti, 
  • Nicola Borzi, 
  • Antonella Simone, 
  • Giovanna Leone, 
  • Enrico D'Elia, 
  • Massimo Cerniglia, 
  • Dino Crivellari, 
  • Roberto Tieghi, 
  • Biagio Riccio, 
  • Maurizio Fiasco.
Modera: Alfonso Scarano
16:30 - Dibattito
17:30 -  Conclusioni

Le opinioni e i contenuti espressi nell'ambito dell'iniziativa sono nell'esclusiva responsabilità dei relatori.
La partecipazione è consentita registrandosi entro il 19 giugno 2017 all'indirizzo www.goo.gl/s5dSCr
Il Gruppo Caffè conta oltre 600 membri che si tengono in contatto attraverso un blog su Linkedin, raggiungibile all'indirizzo: www.goo.gl/f3Y5qA



lunedì 29 maggio 2017

Intelligence Analysis: il metodo delle "ipotesi concorrenti"

A volte capita che le metodologie seguite dagli apparati d'intelligence per l'analisi dei modelli mentali complessi sia teorizzata da veterani dei servizi segreti, accademici e studiosi comportamentali.
Questo è il caso della metodologia di "analisi delle ipotesi concorrenti" (in codice "ACH") adottata dalla Central Intelligence Agency statunitense.


Nel corso degli anni '80 e '90 la "Divisione Analisi" della CIA ha commissionato a Richards "Dick" J. Heuer, Jr. una serie di articoli e saggi  sulle esperienze maturate nei 45 anni passati come analista d'intelligence, agente operativo del controspionaggio, addetto alla protezione di personalità aventi ruoli strategici ed esperto di operazioni sotto-copertura di raccolta, catalogazione e organizzazione di informazioni sensibili.
Heuer ha teorizzato le sue esperienze nel libro "Psychology of Intelligence Analysis" il cui .pdf può essere scaricato gratuitamente sul sito della CIA (clicca QUI).


Un agente segreto, ma ciò potrebbe valere per qualsiasi investigatore, si trova spesso a dover analizzare scenari diversi, orizzonti variabili e ipotesi alternative con l'obiettivo di formulare conclusioni, spesse volte senza avere a disposizione prove e/o informazioni convincenti o sufficienti.

L'analista d'intelligence solitamente ha poco tempo per valutare la situazione dovendo scegliere tra quale dei possibili scenari sia il più probabile o quale delle spiegazioni sia la più corretta. La sua capacità valutativa, inoltre, è influenzata (anche inconsciamente) dai propri pregiudizi, dalle esperienze pregresse, dagli eventi della vita e dalle pressioni derivanti dall'operare in ambienti sfavorevoli, se non ostili.

Il rischio principale, tipico anche dell'ambiente giudiziario, è il cedere alla "strategia satisficing" (sulla quale in blog tornerà con un articolo specifico) in cui l'analista predilige la tesi più semplice rinunciando a proseguire nell'analisi di ulteriori elementi. In questo caso l'agente disegnerà lo scenario più aderente alla propria soluzione piuttosto che esaminare tutte le possibilità al fine di identificarne una migliore o più probabile.

La strategia satisficing ha determinato grandi insuccessi nelle attività d'intelligence, pertanto si sono ricercati metodi e criteri più rigorosi per impostare le analisi.  
Da qui la nascita del metodo ACH, cioè del procedimento fondato sui concetti base della psicologia cognitiva, dell’analisi decisionale e del principio scientifico. Il metodo si basa su otto passaggi, mediante i quali l'analista cerca di standardizzare i meccanismi che gli consentono di pervenire a determinate conclusioni.

Gli otto pilastri su cui poggia il metodo di analisi delle ipotesi concorrenti sono:
  1. INDIVIDUAZIONE DELLE IPOTESI: se un investigatore non riesce a generare ipotesi da considerare, non otterrà mai la risposta giusta! Il primo suggerimento è elencare le ipotesi più ragionevoli e pertinenti, ma anche quelle sperimentali o irragionevoli, quelle più compatibili con lo scenario o con le informazioni di altre agenzie d'intelligence, le ipotesi semplici e quelle più complesse. 
  2. ELENCARE GLI INDIZI: per ognuna delle ipotesi sarà necessario porsi le seguenti domande: se questa ipotesi è vera, cosa dovrei aspettarmi di vedere o di non vedere? Quali sono le cose che saranno successe, o che stanno per succedere? Per quali di questi eventi devo aspettarmi di trovare delle prove? Tenendo sempre presente che l’assenza di indizi è significativa quanto la loro presenza.
  3. CORRELARE LE PROVE/INDIZI ALLE IPOTESI: attraverso la creazione di una matrice con le ipotesi nell'asse orizzontale e gli indizi nell'asse verticale, si darà una visione generale di tutti i componenti significativi del problema.
  4. PERFEZIONAMENTO DEL QUADRO D'INSIEME: si dovrà perfezionare la matrice eliminando le ipotesi meno probabili ponendosi queste domande: questa ipotesi è necessaria? In assenza di prove o indizi convincenti una o più ipotesi sono da eliminare? Oppure da fondere in un unico scenario? Eccetera.
  5. TRARRE CONCLUSIONI PROVVISORIE: si elencheranno le ipotesi in base alle connesse probabilità di accadimento. Non sarà la conferma di quanto ricercato ma solamente una tappa intermedia che dovrà facilitare una valutazione adeguata, ragionevole e meditata di tutte le alternative. 
  6. L'ANALISI DEI FATTORI CRITICI: per ciascuna delle ipotesi formulate si dovranno individuare delle ragioni contrarie o critiche che ne potrebbero minare la fondatezza. Si dovrà prendere in considerazione l'eventualità che gli indizi siano sbagliati ovvero fuorvianti o sottoposti a diversa interpretazione.
  7. ESPLICITARE LE CONCLUSIONI: organizzare un "brainstorming" con altri analisti d'intelligence servirà ad individuare ulteriori vulnerabilità del ragionamento seguito. Non essendo mai certe le conclusioni dell’analisi, è necessario condividere anche i motivi per i quali le ipotesi meno probabili sono state accantonate.
  8. PREVISIONE DELLO SCENARIO: Tenuto conto che le conclusioni dell’analisi dovranno essere sempre considerate come provvisorie, in considerazione di tutto il processo cognitivo seguito, si formulerà lo scenario più probabile. Tutti gli scenari dovranno sempre essere monitorati e aggiornati all'ottenimento di nuovi indizi.

mercoledì 17 maggio 2017

Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico

Questa volta il blog Fraud Auditing & Forensic Accounting propone per la rubrica "Sulla mensola del fraud auditor" una sana lettura, molto istruttiva!

Ho visto cose..Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico” di Alberto Pierobon (con Alessandro Zardetto), Ponte alle Grazie, Roma, maggio 2017



Questa la recensione dell'editor Gianluca Zanella

«Che mestiere fai?» è questa la domanda che Alberto Pierobon si sente rivolgere più di frequente.
Una domanda a cui risponde di solito con «il libero professionista». Ma Pierobon ha cavalcato diversi settori: è stato poliziotto, operaio e – prima che libero professionista e consulente – anche dirigente enti locali e manager pubblico. Dalla sala di regìa, ha potuto frequentare quella che chiama “l’Università dei criminali”, laddove i colletti bianchi si sporcano le mani ma non la reputazione. 
Una carriera durata vent’anni, quella nella pubblica amministrazione, prima di tirare i remi in barca e dedicarsi alle consulenze private, con la sorpresa di ritrovarsi nella stessa situazione di prima, se non peggio. 

Ho visto cose, scritto con la collaborazione del giornalista de Il Fatto Quotidiano Alessandro Zardetto, è un viaggio nei gironi danteschi di un’Italia con il freno a mano tirato da una massa multiforme di lestofanti, faccendieri, manager pubblici e privati con stipendi da capogiro, sensali, arrivisti o veri e propri squali
Personaggi da opera buffa che succhiano il sangue rimasto a un Paese che arranca da dieci anni in una crisi che ha riempito le tasche a molti. In questo libro si passa dalla raccolta differenziata intrapresa come moda alla privatizzazione (o ri-pubblicizzazione) nella gestione dei servizi pubblici dove gli attori sono sempre gli stessi. 

Troviamo la mangiatoia dei contributi pubblici per bonifiche o progetti ambientali anche in iniziative estere, la gestione “allegra” dei rifiuti speciali o dei vestiti usati, il riciclaggio internazionale di denaro, i trucchi immobiliari, l’evasione fiscale e molto altro. 
Come l’autore stesso ha provato sulla sua pelle, a pagare per queste ruberie sono - molto spesso – non solo i contribuenti, ma anche chi si oppone al sistema, chi cerca di fare della legalità un principio che vada oltre la parola vuota. Questo per indifferenza, ma anche (e questo è molto più grave) per la compiacenza di chi dovrebbe controllare, ma anche giudicare. 

Alberto Pierobon ci accompagna per mano dietro le quinte dei teatrini all’italiana che si reggono in piedi a stento, eppure continuano con la loro sciatta programmazione a propinarci esempi di malcostume diffuso nel nome del business a tutti i costi. Ho visto cose è un libro alla portata di tutti, un racconto senza pathos né drammatizzazione (come se ce ne fosse bisogno). 
Storie vere, dove solamente i nomi e le date (per questioni di tutela legale) sono stati modificati. Un libro pensato per studenti e casalinghe, ma anche per i cosiddetti “tecnici” della materia, che troveranno una ricca appendice per approfondire i vari casi incontrati nei capitoli. 

Alberto Pierobon – per sua natura più propenso a pubblicazioni di ambito prettamente scientifico – sforna un vero e proprio vademecum per decifrare il mondo reale in tutte le sue contraddizioni, evitando tuttavia di cadere nel banale, cercando di soffermarsi sugli aspetti psicologici di chi non può fare a meno di rubare, pur non avendone bisogno, e tentando di individuare la «retta via» che ci conduca finalmente fuori dalla selva oscura in cui sembriamo precipitati.

Leggendo queste pagine, una domanda viene spontanea (ed è la seconda domanda che Pierobon si sente rivolgere più di frequente): «Ma chi te lo fa fare?». Tradimenti, palate di fango, processi e campagne diffamatorie. È spesso vero che “l’occasione fa l’uomo ladro”, ma quando questo mantra non trova riscontro nel comportamento onesto di una persona… hic sunt leones. 
Le porte si chiudono, i presunti amici scompaiono. Guai a mettere in discussione lo status quo. In un periodo in cui la libera informazione sembra essere messa sempre più spesso sotto attacco, Ho visto cose si propone come un’opera fondamentalmente coraggiosa, scritta con l’intento di contribuire a quella presa di coscienza che serpeggia nel Paese, ma che ha ancora bisogno di un incoraggiamento.


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Per l'acquisto del testo cliccare QUI



mercoledì 3 maggio 2017

Legalità, efficienza, persone: quali sfide per i funzionari pubblici




Convegno


LEGALITÀ, EFFICIENZA, PERSONE

quali sfide per i funzionari pubblici

ROMA
Viale Mazzini 105
c/o la Corte dei Conti

Martedì, 9 maggio 2017
dalle 15.00 alle 17.00

AIDP Lazio ed AIDPpa, con il supporto di Axerta Investigation Consulting, presentano un evento di discussione e confronto su una tematica di attualità per tutti coloro i quali si occupano nella PA, a vario titolo, di gestione del personale. La modalità scelta sarà “poco convenzionale”: molti stimoli, brevi interventi, multimedialità, coinvolgimento, ritmo, velocità!


PROGRAMMA

Ore 14.45 - Accredito partecipanti

Ore 15.00 - Saluti, apertura e introduzione al tema
David Trotti - Presidente AIDP Lazio
Umberto Piccinin - Direttore Generale Risorse Umane e Formazione - Corte dei Conti
Luigi Vignali - Coordinatore AIDPpa - Chairman dell’evento

Ore 15.30 - Quattro prospettive per discutere del tema
Luigi Vignali - coordinatore AIDPpa - Chairman dell’evento intervista e modera:
Gen. c.a. Michele Franzé - Presidente Axerta, già Vice Comandant Generale dell’Arma dei Carabinieri e Vice Direttore dell’Agenzi Informazioni e Sicurezza Esterna (Aise).
Romano Benini – Giornalista economico esperto di risorse umane, docente di politiche del lavoro e consulente tecnico; autore RAI dei programmi “Okkupati” e “Il posto giusto”.

Durante gli interventi saranno trasmessi contenuti multimediali
Ore 16.30 - Domande, considerazioni, dibattito
Ore 17.00 - Chiusura e saluti


ISCRIZIONI

Partecipazione gratuita con registrazione sul sito: www.aidp.it/eventi



INFORMAZIONI

Segreteria AIDP Lazio: aidplazio@aidp.it




venerdì 28 aprile 2017

L’irrinunciabile valorizzazione dell’informatica forense (Roma, 16 maggio ore 10.00)



organizza un
CONVEGNO
dal titolo

L'IRRINUNCIABILE VALORIZZAZIONE
DELL'INFORMATICA FORENSE E
DELLE COMPETENZE DEI CONSULENTI

c/o
Camera dei Deputati
Sala Salvadori
16 maggio 2017
via Uffici del Vicario, 21 - Roma 
dalle 10:00 alle 13:30 


Agenda:

ore 10:00 Saluti iniziali
Ing. Carla Cappiello, Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma
Dr.ssa Immacolata Giuliani - Introduzione alle scienze forensi e i suoi esperti

ore 10:15 
Presentazione dell’associazione ONIF (Osservatorio Nazionale Informatica Forense) e della survey 2015 sulla professione di informatico forense.
Ing. Paolo Reale, Presidente ONIF e Presidente commissione informatica dell’Ordine Ingegneri di Roma

ore 10:40 
Informatica forense come scienza forense Analogie e diversità con altre scienze; ambiti di applicazione; prospettive; problematiche frequenti.
Dott. Nanni Bassetti, Project manager progetto CAINE, Consulente di informatica forense e socio fondatore ONIF

ore 11:05 
L’informatica forense nel sistema giudiziario: necessità di un cambio di prospettiva Presentazioni delle criticità riscontrate quotidianamente, con particolare riferimento alle figure professionali coinvolte e alle modalità di remunerazione degli incarichi.
Dott. Alessandro Borra, Socio fondatore ONIF e consulente informatica forense

ore 11:30 
Il modello olandese: NRGD (Netherlands Register of Court Experts) Già da diversi anni il governo olandese ha istituito un registro nazionale degli esperti in diversi ambiti delle scienze forensi. Tale registro è gestito dal governo e utilizzato da giudici, pubblici ministeri e avvocati per la scelta del consulente.
Dott. Mattia Epifani, Consulente di informatica forense e socio fondatore ONIF

ore 11:55 
“Il riconoscimento delle competenze del tecnico forense nel processo penale”
Gen. Umberto Rapetto, già Comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia di Finanza, giornalista e scrittore

ore 12:20 
Intervento conclusivo di un rappresentante della commissione giustizia
I progetti di legge in discussione e il ruolo della Commissione Giustizia
On. Avv. Giuseppe Berretta, Membro della Commissione Giustizia della Camera

Tutti gli altri dettagli li potete vedere nella locandina.



lunedì 17 aprile 2017

Shell company: le società non convenzionali

Non volendo essere esaustivi, oggi facciamo cenno ai cosiddetti "arbitraggi regolamentari".

Stimo parlando degli schemi alla base delle frodi societarie di grandi dimensioni, in grado di intaccare gruppi societari internazionali in cui il crimine economico, nonostante i più avanzati apparati di controllo e vigilanza, sfrutta varchi o bachi di sistema per sottrarre enormi ricchezze.


Ma quali sistemi fraudolenti sono così sofisticati da aggirare i normali controlli aziendali di gruppi societari di dimensioni internazionali?

Per arrivare agli obettivi prefissati, il crimine economico di alto livello ha vari metodi:
  1. innanzitutto ha l'obiettivo di dribblare i controllori costituiti sostanzialmente da revisori dei conti, sindaci, organismi di vigilanza, comitati di controllo interno e authority;
  2. in secondo luogo ha la necessità di creare un'ampia disponibilità extra-bilancio (altresì definita "fondo nero") per corrompere politici e manager;
  3. infine deve evitare i "controlli non convenzionali" organizzati degli apparati informativi degli Stati, i quali intercettano costantemente i flussi finanziari transitanti da un certo "nodo" bancario o geografico.
Per ottenere questi obiettivi, la criminalità economica organizzata sfrutta le differenti regolamentazioni vigenti nei vari Stati con riferimento agli elenchi dei Paesi da classificare tra i paradisi fiscali (o centri finanziari off-shore). 

Per fare un esempio, un determinato Stato è considerato "canaglia" dagli USA ma non lo è per la Federazione Russa. Quindi per arrivare a costituire un fondo in quel determinato Stato, bisognerà semplicemente "passare" per il sistema bancario russo, dove i controlli saranno minori e non si rischierà di incappare in problematiche legislative.
Proseguendo nel ragionamento, sempre senza entrare nel dettaglio, flussi finanziari illegali possono raggiungere paesi off-shore semplicemente sfruttando la diversa struttura regolamentare dei singoli Paesi. Mettendo in pratica quindi una sorta di "surfing regolamentare" o per citare l'espressione utilizzata da illustri accademici, attuando un astuto "arbitraggio regolamentare".

Ma con quali strumenti societari è possibile sfruttare l'arbitraggio regolamentare?

Per essere immediati nella risposta dovremmo subito citare le "shell corporations".
Si tratta di società che esistono sulla carta ma che di fatto esercitano solo una minima (o addirittura assente) attività economica.


Le shell corporations sono solitamente utilizzate come società holding, residenti nei paradisi fiscali al solo fine di accumulare i profitti di gruppo per sottrarli alla tassazione dei Paesi in cui essi sono stati prodotti.

Ma come fare a trasferire i profitti da un Paese ad un altro?

Purtroppo è molto semplice per gli architetti di questi schemi di frode.
Si potrebbe ricorrere ad esempio al cosiddetto "loan-back" (o prestito intercompany) di cui il blog tornerà a parlare. Oppure agli ormai famosi "prestiti back to back" o ancora alle "trust companies".

L'argomento è di assoluta attualità in quanto molto spesso la vera natura di tali schemi non è immediatamente comprensibile agli organismi di controllo interni o esterni all'azienda ovvero alle autorità pubbliche di vigilanza.

s.m.



giovedì 6 aprile 2017

Cercasi "Forensic accountant Junior"

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6 marzo 2017



Posizione aperta:

"Forensic accountant junior"


Il "forensic consultant" è il professionista che si occupa di effettuare ricostruzioni di natura contabile, amministrativa e finanziaria per individuare frodi, illeciti, irregolarità o dissesti aziendali.
E' in grado di fornire assistenza e consulenza di natura contabile, bancaria, amministrativa e finanziaria nell'ambito dei procedimenti civili, penali e arbitrali.
Presta la sua competenza professionale a studi legali, aziende, persone fisiche, PA e Magistratura.



Requisiti richiesti

Titoli preferibili
  • laurea in Economia (magistrale); 
  • laurea in Giurisprudenza (magistrale); 
  • laurea in Ingegneria gestionale (magistrale);
  • eventuali master post-laurea nelle discipline giuridico-economiche. 
Saranno considerati titoli di merito:
  • iscrizione all'Ordine dei Dottori Commercialisti;
  • iscrizione al Registro dei Revisori Legali dei Conti;
  • certificazione CFE (Certified Fraud Examiner);
  • eventuali specializzazioni in Computer Forensics;

Capacità

Al candidato sono richieste conoscenze in ambito:
  • contabilità e bilancio;
  • principi contabili e di revisione (nazionali ed internazionali);
  • modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/01;
  • modelli di valutazione economica;
  • modelli di fraud risk management;
  • capacità di gestione in completa autonomia di progetti e risorse umane;
  • capacità di esposizione e rappresentazione (anche scritta) dei risultati;
  • padronanza di strumenti MS Office (Excel, Power Point, Word, Access, Outlook, Visio).

Esperienze
  • 1-2 anni di esperienza lavorativa nel campo fraud auditing/forensic accounting (costituiscono elementi preferenziali la provenienza da realtà consulenziali multinazionali e multidisciplinari quali le "big 4") 

Completa il profilo
  • ottima conoscenza dell’inglese parlato e scritto;
  • disponibilità a trasferte non solo in Italia; 
  • flessibilità di orario;
  • ottime capacità di sintesi;
  • ottime doti relazionali e predisposizione al lavoro di gruppo.

Sede di lavoro: Milano

Il presente annuncio si rivolge ai candidati di ambo i sessi (L. 903/77).
Gli interessati sono pregati di inviare la propria candidatura all'indirizzo: info.fraud.auditing@gmail.com specificando l’autorizzazione ai sensi del D.Lgs. sulla Privacy (n.196/03) al trattamento dei dati personali.


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domenica 26 marzo 2017

Sono legittime le videoregistrazioni per perseguire gli illeciti?


Qualche giorno fa un lettore del blog ha posto questa domanda: "Sono legittime le videoregistrazioni nei luoghi di lavoro per perseguire gli illeciti?" e in quanti casi "le attività di forensic accounting sono facilitate da tali riprese?".

Questo è un argomento già trattato dalla Corte di Cassazione con Sentenza n. 30177 del 15 luglio 2013, la quale ha precisato che sono utilizzabili le videoregistrazioni effettuate dal datore di lavoro laddove agisca non per controllare la prestazione lavorativa ma per specifici casi di tutela dell’azienda.
Questa è la discriminante tra videoriprese legittime e illegittime!


Per i magistrati della Suprema Corte il divieto di controllo dell'attività lavorativa "non impedisce, invece, i controlli destinati alla difesa dell’impresa rispetto a specifiche condotte illecite del lavoratore o, comunque, a tutela del patrimonio aziendale".

Conseguentemente si conferma la piena utilizzabilità delle videoregistrazioni al fine della prova dei reati, anche se le riprese sono effettuate su disposizione e valutazione del datore di lavoro, laddove quest'ultimo agisca con il fine esclusivo di tutelare la propria azienda rispetto a specifici illeciti.

Pertanto l'esito degli accertamenti svolti grazie alle tecniche di forensic accounting, è certamente favorito dall'utilizzabilità delle videoregistrazioni, nei casi, per fare qualche esempio, di magazzinieri, cassieri o custodi responsabili di furti di beni e/o liquidità ovvero nei casi di dipendenti infedeli che compiono atti di sabotaggio o danneggiamento nei confronti dell'azienda.


lunedì 13 marzo 2017

Riciclaggio: la tecnica dell'intermediazione dissociata

Abbiamo già parlato della "frammentazione" come della tecnica, tra le più utilizzate, di occultamento di fondi di provenienza illecita, grazie alla loro disgregazione in più canali di drenaggio con l'obiettivo di traghettarli verso ambiti economico-finanziari apparentemente leciti ovvero verso conti correnti totalmente riservati e inaccessibili.

Un'altra tipica forma di frammentazione riguarda una tipologia molto particolare di intermediazione c.d. "dissociata"; ciò avviene quando il gestore dei fondi illeciti agisce in modo totalmente autonomo e indipendente rispetto al titolare effettivo.
Il fine è sempre il medesimo: impedire la tracciabilità dei flussi di denaro.


Si ipotizzi di dover trasferire un fondo illecito su di un conto acceso presso le isole Cayman.
Omettendo i dettagli operativi, ora si immagini che il gestore di tale fondo, inizialmente depositato presso una banca monegasca, disponga una serie di bonifici dapprima su conti correnti svizzeri, poi su conti correnti lussemburghesi, poi su conti correnti irlandesi, poi su conti correnti panamensi, infine, sui conti correnti destinatari finali caymanesi. 

Si consideri ora che il gestore monegasco agisce con credenziali diverse, disponendo la serie di bonifici attraverso i sistemi di home banking dei diversi istituti di credito. Il tutto nell'arco di qualche giorno, movimentando ad ogni step più conti correnti accesi presso diverse banche locali e di dimensioni medio-piccole, rimanendo tranquillamente seduto nel suo lussuosissimo ufficio vista mare di Boulevard d'Italie.

Ma il contratto d'intermediazione tra il titolare effettivo della somma illecita e l'intermediario monegasco non è stato stipulato tra i due direttamente. 
In realtà il mandato è stato sottoscritto tra una società montenegrina e una società di consulenza con sede a Guernsey; quest'ultima, a sua volta, ha dato mandato ad uno studio legale di Malta di incaricare il gestore monegasco.

Dall'esempio appena illustrato appare evidente come sia stata utilizzata la tecnica della frammentazione in abbinamento con quella dell'intermediazione dissociata. 
Gestore e titolare agiscono in modo indipendente tra loro, in funzione di accordi definiti e archiviati in giurisdizioni diverse, senza avere alcun rapporto tra di loro e senza essere direttamente collegati. Probabilmente senza che questi si siano mai conosciuti o frequentati.

Manca, tuttavia, qualche ulteriore tassello per rendere lo schema davvero impermeabile ai controlli non graditi. 
Ai lettori trovare tali ulteriori e definitivi elementi...



mercoledì 1 marzo 2017

Il "metodo a tavolino". Le infiltrazioni dei clan negli appalti pubblici

di Valentina Maiolli *


Dalle ultime analisi condotte dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA), relative al primo semestre dello scorso anno, viene confermata l'infiltrazione delle organizzazioni criminali nell'economia legale e il loro particolare interesse per il settore degli appalti.


Le mafie sono in grado di condizionare l'assegnazione delle commesse e si inseriscono nella gestione degli appalti con tecniche e meccanismi talvolta molto sofisticati.
Si tratta ormai di un fenomeno che colpisce l'intero Paese, non soltanto le regioni meridionali.

Le indagini svolte hanno fatto emergere collusioni tra organizzazioni criminali, apparati amministrativi, politici e imprenditoriali.
Tali rapporti, incrementati da pratiche corruttive e clientelari, si concretizzano principalmente attraverso la creazione di imprese schermate da interposizioni fittizie di persona, l'illecita concessione di autorizzazioni, licenze e varianti urbanistiche, l’imposizione di assunzioni, di lavori e manutenzioni, fino all'aggiudicazione delle gare alle imprese criminali.

Per raggiungere questi obiettivi i clan si servono della consulenza e dell'attività dei colletti bianchi sfruttando la mancanza di controlli nel settore.

Il c.d. "metodo a tavolino" risulta il più utilizzato per orientare le gare di appalto e consiste nella programmazione illecita delle gare con accordi taciti di rotazione. Di fatto, le imprese partecipanti si impegnano, a turno, ad offrire nel corso della gara il maggior ribasso, già concordato tra loro preventivamente, ottenendo così la certezza dell'aggiudicazione dell'appalto.

Alla luce delle complesse modalità di infiltrazione nel settore risulta pertanto necessario un attento monitoraggio delle commesse e degli appalti pubblici, attraverso controlli sia preventivi che successivi allo svolgimento della gara, per evitare la partecipazioni di imprese criminali con conseguenti rischi di pratiche corruttive e alterazioni degli equilibri di mercato.


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* Valentina Maiolli, esperta controlli e modelli di prevenzione antifrode
Forensic Accounting Department, Axerta Investigation Consulting (www.axerta.it)


domenica 19 febbraio 2017

La VORAGINE: i contratti segreti tra Stato e banche


Un libro di Luca Piana che descrive in modo lucido e chiaro la folle scommessa dei derivati di Stato. I contratti segreti sottoscritti con le banche.

"il buco nei conti pubblici di cui nessuno parla"


Luca Piana scava nel mondo sommerso della finanza e ne rivela metodi e strumenti, tra cui appunto i derivati, che il guru americano Warren Buffett, uno dei più quotati gestori di patrimoni al mondo, ha definito "armi finanziarie di distruzione di massa".

se ne parlerà

MARTEDI' 21 FEBBRAIO 
ORE 18.30

P.ZZA DUOMO, 1
SPAZIO EVENTI PIANO 3
MILANO - MEGASTORE -

parteciperanno

l'autore, Luca Piana
il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Peter Gomez 
il Magistrato, Alfredo Robledo
l'Assessore di Milano al Bilancio e Demanio, Roberto Tasca



Tutti i lettori del blog Fraud Auditing & Forensic Accounting sono invitati a questo evento





domenica 12 febbraio 2017

Il lato oscuro del principio del puzzle

Abbiamo già parlato in passato della "segregation of duties" come arma efficacie nel contrasto alle frodi aziendali, così come della "tecnica della frammentazione" utilizzata dai riciclatori per occultare i proventi illeciti.
Abbiamo già parlato, cioè, delle due metodologie utilizzate sui fronti opposti da guardie e ladri.

Oggi tratteremo, invece, del "principio del puzzle".


Si tratta di una metodologia per così dire "neutra", utile sia nella prevenzione degli illeciti societari ma assai utilizzata anche dalla criminalità economica, soprattutto da quella più sofisticata.
Essendo questo un blog dedicato soprattutto alla patologia, parleremo oggi proprio del lato oscuro del principio del puzzle, rimandando ai futuri interventi i possibili utilizzi ai fini preventivi.

In buona sostanza, il principio del puzzle è un antichissimo sistema di protezione dei dati e delle informazioni.
Funziona grazie ad una suddivisione assoluta tra chi detiene le chiavi, ad esempio di una cassaforte, chi conosce il luogo fisico in cui è ubicata e chi ne conosce il contenuto.

Le informazioni sul trinomio "chiave-luogo-contenuto" concentrate rispettivamente su "custode-ricognitore-informato", garantisce la separazione tra "luoghi e funzioni". Conseguentemente ogni anello della catena, che potrebbe assumere uno schema più complesso di quello appena descritto, conosce soltanto la parte di cui si occupa e non sa nulla del quadro d'insieme.

Pertanto la suddivisione statica e impermeabile dei dati e delle informazioni su diversi soggetti garantisce la segretezza.
Il beneficiario finale dell'operazione illecita saprà, quando necessario, riunione tutti i tasselli del puzzle al fine di ottenere il vantaggio desiderato. Egli, al pari di un direttore d'orchestra, chiamerà i singoli strumenti a partecipare al buon esito della sinfonia, ottenendo il massimo del risultato.

Un metodo uguale (ma concettualmente contrario) al "principio del puzzle", altrettanto utilizzato per occultare le informazioni, è il "principio di Anassimandro", che si basa sull'accesso completo alle informazioni da parte di tutti. 
Tuttavia queste informazioni sono pressoché illimitate e quindi difficilmente gestibili e decifrabili da chi non conosce l'effettivo schema della frode.
Ma di questo argomento tratteremo nei prossimi post.



lunedì 6 febbraio 2017

La teoria dei "frutti dell'albero avvelenato"


Non è facile affrontare il tema di oggi.
Si tratta di un dubbio giuridico, che, anche senza scomodare Amleto, ha contrapposto per decenni due importanti scuole di pensiero.
La domanda non è banale: può un ordinamento giuridico fondare una condanna su prove acquisite illegalmente? 
Ovvero, può una prova esser assunta e valutata da un giudice, se è il frutto della violazione di diritti fondamentali?
O ancora, l'illegittimità di un'operazione di perquisizione può pregiudicare il successivo sequestro delle cose o dei dati utili ad accertare la verità?

Nelle seguenti righe non si proverà nemmeno lontanamente a proporre una disamina dettagliata sull'argomento. Piuttosto ci si limiterà a richiamare le due teorie contrapposte, lasciando ogni riflessione e approfondimento al lettore interessato.

Negli anni '20 fu elaborata negli Stati Uniti d'America la teoria dei "frutti dell'albero avvelenato" che precludeva l'utilizzo di ogni risultato ottenuto in seguito ad attività investigative illegittime. 
"Al pari di una pianta velenosa, di cui non è commestibile frutto alcuno (...) qualunque dato anche indiretto, circostanziale o indiziario, acquisito a seguito di un atto incostituzionale di ricerca della prova (...) è radicalmente inutilizzabile ad ogni effetto" (L.P. Comoglio, Perquisizione illegittima ed inutilizzabilità derivata). 
Secondo questa scuola di pensiero, la mancata osservazione di questo principio avrebbe certamente favorito, quando non addirittura incoraggiato, investigazioni illegali.
Naturalmente, come per tutti i più sani principi giuridici, anche per la teoria dei "frutti dell'albero avvelenato" furono definiti limiti e criteri di applicazione che, ad esempio, permisero l'utilizzabilità delle prove assunte in modo illegittimo o irrituale ogni qualvolta fu accertata l'irrilevanza dell'illecito perpetrato nel corso della perquisizione.


Negli anni '60 e '70 anche in Italia si svilupparono nuove correnti di pensiero in seguito a vivaci dibattiti nell'ambito della letteratura giuridica e accademica. Le riflessioni permisero di chiarire che l'utilizzabilità probatoria delle cose o dei dati pertinenti il reato, non acquisiti secondo legge, è legata al più generale principio giuridico del "libero convincimento del giudice", il quale, può avvalersi, salvo le eccezioni specificamente previste dalla legge, di ogni mezzo di prova anche se queste sono state acquisite senza l'osservanza delle formalità legali.

Da questa contrapposizione di idee, nacque la teoria del "male captum bene retentum", brocardo latino che può essere reso in italiano come il principio secondo il quale sebbene acquisita illegalmente la prova è utilizzabile.
La costruzione del principio, prevalente nell'ordinamento giuridico italiano, basa le proprie fondamenta sulla distinzione tra perquisizione e sequestro e sulla insussistenza di alcun vincolo di dipendenza tra queste due fasi dell'investigazione. 
Pertanto l'illegittimità della prima non intacca per nulla la legittimità della seconda.

Anche in questo caso, la giurisprudenza ha trovato limitazioni e importanti criteri d'applicazione per non degenerare nell'assunto machiavellico che ogni acquisizione di una prova prescinde dal metodo utilizzato per ottenerla.
Come per la teoria dei "frutti dell'albero avvelenato", anche in questo caso l'obiettivo fondamentale rimane il bisogno di "verità reale" del processo penale.

Pertanto se la Polizia Giudiziaria effettua una perquisizione domiciliare senza autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria, cioè su propria iniziativa, ma in mancanza delle ragioni d'urgenza, e sequestra 5 kg di cocaina, l'imputato difficilmente otterrà un provvedimento a suo favore finalizzato a dichiarare l'inutilizzabilità della sostanza stupefacente quale mezzo di prova, in quanto acquisito in spregio alle leggi vigenti.
In questo caso sarà l'ordinamento medesimo a considerare del tutto irrilevanti i metodi di acquisizione (e qui c'è un punto di unione tra le due teorie sopracitate, che in questa prospettiva poco si contrappongono arrivando entrambe a giustificare i mezzi poco ortodossi per raggiungere i fini superiori).

Va segnalato, da ultimo, che l'ordinamento giuridico italiano si è recentemente arricchito di nuovi strumenti legislativi più vicini alla teoria dei "frutti dell'albero avvelenato", in presenza di interessi particolarmente rilevanti e strategici come la sicurezza dello Stato e la segretezza della corrispondenza.



sabato 21 gennaio 2017

Mystery Audit: uno strumento innovativo per la valutazione della qualità e delle performance



Questa (relativamente) nuova tipologia di audit costituisce un valido strumento per verificare e monitorare, in tempi reali, la qualità dei servizi o prodotti resi dalle società e per la valutazione delle performanceL’approccio ispettivo del Mystery Auditor, nel garantire l’imparzialità e la trasparenza, permette di capire i punti di forza e debolezza delle offerte delle aziende con una pratica focalizzata sul cliente. 

Di fatto l’Auditor, in incognito, quindi in modo non annunciato, si cala nei panni di un cliente con la finalità di analizzare e valutare la qualità dei servizi o prodotti offerti dalle società e, nel contempo, di determinare la percezione e il grado di soddisfazione del fruitore del servizio stesso.

Con questa tipologia di audit le organizzazioni possono verificare l’efficacia e l’efficienza dei servizi o prodotti erogati, focalizzando l’attenzione sulla percezione che la clientela ha degli stessi, ottenendo valutazioni oggettive e analizzando diversi aspetti come la struttura, il personale, i processi, la qualità.

Si tratta senza dubbio di uno strumento innovativo in grado di misurare le  performance di erogazione di un servizio combinando due importanti metodi di valutazione: l’imprevedibilità del controllo e la tempestività dei risultati ottenuti, che possono essere disponibili anche dal giorno dopo la visita svolta.

In base al settore di riferimento si possono individuare diverse tipologie di Mystery Audit. Si parla, ad esempio, di Mystery Shopper, se viene simulato un acquisto, di Mystery Guest, se viene simulata una visita presso una struttura ricettiva, e di Mystery Patient se invece vengono monitorati i servizi resi da una struttura sanitaria.


Questa tipologia di audit, in realtà, non è di recente costituzione e affonda  le proprie radici agli inizi del ‘900 come particolare forma di investigazione con lo scopo di incrementare la qualità del servizio offerto al cliente. Il crescente interesse per questi controlli ha portato, nel tempo, all'emanazione delle linee guida UNI/TS 11312 “Qualità dei servizi. Linee guida per audit in incognito.

I destinatari sono principalmente le aziende che erogano servizi pubblici e privati nel settore del turismo, dell’ospitalità, della ristorazione, della cultura e del divertimento, della sanità, dei trasporti ma anche gli esercizi commerciali, le banche e le assicurazioni, i servizi professionali nonché la pubblica amministrazione.

Trattando di questa particolare metodologia non possono essere tralasciati alcuni importanti aspetti etici come l’opportuna condivisione delle attività da parte dei sindacati o delle associazioni di categoria e la conoscenza da parte del personale verificato della possibilità che il proprio operato possa essere oggetto di audit in incognito con la consapevolezza che le risultanze non potranno essere utilizzate per l’applicazione di sanzioni o provvedimenti disciplinari.

 Mystery Audit costituiscono, pertanto, un importante strumento per  le direzioni aziendali, gli imprenditori e per i manager per verificare i livelli prestazionali di un servizio, le performance dei processi, migliorare i servizi offerti, valutare la competenza del personale e stimolare una maggiore attenzione alle esigenze e aspettative dei clienti con lo scopo di diventare più competitivi sul mercato.




domenica 15 gennaio 2017

Politica, finanza e crimine, Lezione Magistrale (Roma, 19.01.17)


LEZIONE MAGISTRALE

Politica, Finanza e Crimine
L'economia della devianza


Università degli studi di Roma "Tor Vergata"
Facoltà di Economia
Via Columbia, 2 Roma
Piano terra dell'edificio A Didattica, aula TL

Giovedì 19 gennaio 2017, ore 14:00


La Lezione Magistrale sarà tenuta da:


Antonio Maria Costa


Appuntamento APERTO A TUTTI


La Lezione Magistrale è organizzata dall'Università di Roma “Tor Vergata” nell'ambito del "Master Anticorruzione" per venire incontro alle crescenti richieste di formazione strategica e interdisciplinare da parte del mercato, alla luce del nuovo contesto normativo di riferimento e degli impatti gestionali.




Dopo una lunga fase recessiva è condizione necessaria per il rilancio degli investimenti intervenire su i processi corruttivi e illegali che ostacolano l’attività della pubblica amministrazione e delle imprese.
La corruzione genera distorsioni nell'allocazione delle risorse, rende impossibile la costituzione di un ambiente favorevole all'innovazione, all'occupazione e allo sviluppo, riducendo la possibilità di crescita dell’economia.

Le finalità del Master Anticorrusione sono:
  1. Orientare le conoscenze acquisite in ambito economico/legale alle tematiche del controllo in generale e del contrasto al fenomeno della corruzione in particolare, che, dopo una lunga fase di crisi, diventa prioritario ed essenziale per una crescita durevole e sostenibile.
  2. Rendere disponibili competenze e professionalità in grado di supportare aziende ed enti negli adempimenti normativi e nella realizzazione di sistemi di controllo organizzativo/gestionali idonei a ridurre l’incidenza dei fenomeni devianti.
  3. Formare e diffondere la cultura della trasparenza ed integrità.
  4. Costruire professionalità prontamente operative per supportare enti e società negli adempimenti di Legge e nella costruzione di un sistema organico di contrasto alla corruzione con un occhio all'efficienza e dalla sostenibilità delle azioni proposte e poste in essere.
Il Master rappresenta un'opportunità per neolaureati, professionisti e dipendenti per ottenere gli strumenti necessari ad affrontare le tematiche di contrasto alla corruzione in ambito privato e pubblico.
Inoltre il Master assicura il rafforzamento delle competenze dei componenti degli Organi di Controllo, dei Responsabili Anticorruzione, dei Responsabili della trasparenza e del RUP (Responsabili del procedimento).

*   *   *

(*) Antonio Maria Costa, laurea in Scienze Politiche all'Università di Torino (1963), studi di economia matematica all'Università di Mosca (1964-66) e Ph.D. in economia all'Università della California, Berkeley (1973), negli anni ’70 è consigliere economico alle Nazioni Unite. 
Tra gli anni 1983-87 è Sotto-Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Al contempo è membro del Comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Dal 1987 al 1992 Costa è Direttore Generale per l’Economia e la Finanza della Commissione Europea (Bruxelles), al contempo Sherpa finanziario dell’UE per i vertici G7. 
Nel 1994 è nominato Segretario Generale della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS, a Londra). 
Nel 2002 Kofi Annan lo nomina Direttore Esecutivo dell’Ufficio ONU di Vienna contro droga, crimine e terrorismo, con rango di Sotto-Segretario Generale dell’ONU, fino al 2010. Serve al contempo come Direttore Generale dell’ufficio ONU a Vienna. 
Costa è autore del romanzo The Checkmate Pendulum, (AEF Moringa, 2014), tradotto in italiano come Scaccomatto all’Occidente (Mondadori 2015). Il libro ha vinto il premio letterario Cerruglio 2016.



lunedì 9 gennaio 2017

Offerta per la posizione di forensic accountant (staff e senior)

Una primaria azienda italiana leader nei servizi investigativi alle imprese, ricerca candidati con 2/5 anni di esperienza da inserire nel dipartimento di Forensic Accounting.




I professionisti del team Forensic Accounting supportano le aziende clienti principalmente nei seguenti settori:
  • Forensic Accounting & Corporate Fraud Investigation: indagini contabili/finanziarie su potenziali frodi e/o malversazioni; 
  • Litigation Support: analisi economico-finanziarie e consulenze tecniche nell'ambito di contenziosi legali e arbitrati; 
  • Fraud Risk Prevention: servizi di consulenza per l'implementazione di policy, procedure, protocolli operativi e reporting;
  • Monitoring: monitoraggio delle transazioni aziendali finalizzato ad intercettare anomalie e irregolarità;
  • Servizi di Licensing Management: selezione, ottimizzazione e gestione del portafoglio licenziatari;
  • Servizi di Fraud Investigation a favore di curatele fallimentari, commissari, liquidatori e amministratori indipendenti.

Requisiti richiesti
  • 2/5 anni di esperienza in revisione contabile o consulenza nell'ambito "Forensic" (la provenienza dalle "big4" rappresenta un titolo preferenziale); 
  • Laurea in Economia; 
  • forte motivazione per l’attività consulenziale; 
  • ottime capacità relazionali, spirito d’iniziativa, orientamento alla soddisfazione del cliente, autonomia operativa, capacità di problem solving, flessibilità; 
  • ottima conoscenza della lingua inglese; 
  • disponibilità alle trasferte sul territorio nazionale. 
Data la multidisciplinarietà dei servizi offerti si cercano candidati con robuste competenze in ambito di accounting e/o revisione contabile, corporate compliance, analisi dei sistemi di controllo aziendali, diritto societario, con disponibilità ad apprendere nozioni di procedura civile e penale e di computer & digital forensic.

Sede: Milano

Per candidarsi è necessario inviare una lettera di presentazione e il cv al seguente indirizzo mail: info.fraud.auditing@gmail.com, indicando come oggetto "CV Forensic".




giovedì 5 gennaio 2017

Il Forensic accountant (di Christian Kammer)

Sono ormai moltissimi i contatti ricevuti dagli studenti che giunti al traguardo della laurea sono interessati a capire in che cosa consista esattamente la professione del forensic accountant.

A tal proposito è sempre utile rileggere quanto Christian Kammer (*) nel 2008 affermava riguardo a questa professione (intervista pubblicata sul sito di Fraudexpress).

*    *    *

"I participated to Indiaforensic's (IF) fraud conference in June 2008, and, despite IF being a young organization, I was extremely impressed by the capacity and maturity of its staff I had the privilege of sharing the podium with first class speakers from some of India's main corporations, currently operating on global markets" - says Mr. Christian Kammer - the high profile Sr. Forensic Accountant from World Bank.
In addition, the profile of organizations represented in the audience, is a further tribute to IF's capacity to raise interest in the topic and attract big players that contributed to an intense exchange of ideas and networking opportunities" - says Mr. Christian Kammer - the high profile Sr. Forensic Accountant from World Bank.
Mr. Kammer who entered the World Bank in 2001 has lots of previous experience in the anti-fraud field. He had just graduated from University and had completed an internship at the Office of the European Commission in Milano, mostly engaged with assisting the Commission's counsels in a case of fraud to the European Social Fund allegedly committed by an entity in Milano when he was hired by a small CPA firm in Milano and Monza. This firm had engagements with the local Criminal Courts involving cases of fraudulent bankruptcies, as well as with prosecutors investigating Clean Hands cases.
At a very early age - in his early 30s - Mr. Kammer started taking his own assignments with the Tribunal of Monza regarding cases of fraudulent bankruptcies. This was the time when he had to appear in court during criminal procedures as an expert witness, testify about his findings and be cross examined by defense lawyers. All this helped him to gather a lot of experience as well as expertise.
Mr. Kammer also worked with the forensic accounting division of one of the Big Four, in Milano, for two years. He was so effective with his work over all these years mat he still retains his ties and engagements with the Tribunal and Prosecutors in Monza.
And then came the big name - World Bank. In early 2001, Mr. Kammer joined the Anti Corruption and Fraud Investigation Unit (now Integrity Vice Presidency - INT) of the World Bank. The Unit, at that time, was in its pioneering stage, with a staff of about fifteen, including support staff and consultants. He participated to the selection process under international recruitment. His profile and background (high profile and large scale white collar crime investigations, big four, expert witness, languages, and IT) probably was seen as a good tit to complement a more traditional investigative skill set at that time present in INT.
We get to know the crucial role of a forensic accountant in World Bank through Mr. Kammer. Within INT, forensic accountants are mapped to the Forensic Services Unit (FSU). They view FSU to serve a number of purposes and clients within INT, the Bank and outside the Bank as well, as follows:
  • INT: Support INT's core activity of investigating allegations of sanctionable practices, by providing expert skills whenever Regional Investigative Teams require it, as well as by taking charge of specific investigations; supporting any other investigative activity, including INT's VDP program; and conducting special proactive reviews. 
  • Bank: Forensic accountants support World Bank's Operations, when problems are identified, by providing consulting advice, such as drafting or reviewing ToRs for external consultants' engagements, selection of consultants, supervising consultants' work; as well as providing assurance work by performing forensic reviews. 
  • External to the World Bank: Forensic Accountants are committed to providing a range of support activities, such as train anti corruption agencies in Bank Client countries and train government auditors, as well as cooperate with specialized anti-fraud units of other development agencies. 
This gives us an idea of the responsibilities Mr. Kammer handles effectively and why he becomes a leader in the anti-fraud domain Mr. Kammer has worked upon a large number of cases both in the private sector as well as in the World Bank. While working for the private sector, during 1995-2000, he worked on six to eight cases per year, generally divided between three major cases, and the rest were short engagements. During this time he also started developing my skills in use and design of IT tools to support forensic accounting investigations, including designing a program for insurance companies to proactively monitor contracts and transactions to identify fraud red flags.
At the World Bank, he has conducted and led a number of investigations and proactive, diagnostic reviews, such as Detailed Implementation Reviews (DIR), since the very beginning. From early 2001 to 2009, in a way or another, he was involved in approximately fifty cases, including verifications of companies joining INT's Voluntary Disclosure Program (VDP), in addition to leading or conducting six DIRs.
Though any investigator is involved in resolving large number of cases, he has some personal favorites, some cases he specially remembers. Same is the case with Mr. Kammer. He remembers that at the outset of his professional life, in Italy, he participated to significant investigations involving some of Italy's major corporations and politicians. He worked on data provided by foreign banks and was able to reconstruct the flow of money from the source, Italian corporations, into off- shore bank accounts, and from there being shredded and blended into a galaxy of other transactions and eventually become "black funds" for illegitimate payments.
He also remembers investigating a major transfer pricing fraud case involving the Italian subsidiary of an American multinational corporation. The headquarter was imposing transfer prices for goods manufactured in the Italian plant well below average production cost, let alone market price, thus maximizing its own profit when selling the goods on the international market. At the same time, the headquarter was implementing its decision to scale down manufacturing operations in Italy by driving the Italian company into bankruptcy to circumvent local labor regulations and negotiations with the unions.
Despite of all these achievements, if we speak to him about the title of "Leader in Anti- fraud Profession" given to him by Indiaforensic, he modestly says, "I am sincerely honored of the recognition given to me by Indiaforensic and Fraudtoday, however I feel there are many professionals who inspired and taught me a bit. I respect each and every one of my colleagues in the anti-fraud community that, in my view, is a community of peers, where everyone has unique skills and experience. In the course of my career, I have taken certain decisions, and risks that allowed me to pioneer certain areas of the profession, benefiting from being in the right place at the right time, as have done other colleagues. This profession has experienced growth and diversification over the last fifteen years or so, probably second only to IT. It has evolved from taking bean-counters and almost forcing them to make a swing in mindset to become fraud investigators, to a very structured and multi-disciplinary approach to financial investigation, with a growing number of specialized areas, ranging from audit to sophisticated IT applied to investigations. This is the profession where change is the dairy bread and butter, no case is like the previous and innovation is a must. If someone is sticking to approaching it the traditional manner, with a pencil and a calculator, trying to reconcile A to B without applying skeptical thinking, innovative problem solving, supported by the correct use of technology, will in my view lose the train and be left behind."
When we asked Mr. Kammer that 5 years down the line, where does he see the anti-fraud profession globally, he said - "Forensic accounting is growing at a high pace, and is diversifying quickly into various streams. In my view this is because increasingly more operators in different sectors and areas realize the value added of forensic accounting in identifying, investigating fraud, as well as establishing systems to proactively analyze and diagnose risks and exposure to fraud. This is ranging from supporting criminal investigations, with forensic accountants acting as consultants or expert witnesses in criminal procedures, to consulting and assurance work in the private sector, as well as international organizations. Therefore the profession is moving and permeating various different scenarios, the market is wide open, the demand still higher than the offer, especially with regard to certain niches. The profession is increasingly experiencing forensic accountants becoming regular staff of big organizations, rather than the work being outsourced. This trend will probably continue for some time."
When asked about the situation of India from frauds perspective, Mr. Kammer says, "India is no different from any other country: where there is money, hidden interests may result in circumvention of regulatory frameworks, thus in fraud and corruption. India, as one of the fastest growing economy, is in a very interesting situation, because I see it having to deal with a dichotomy, a gap between significant impetus of investments in the private and public sectors, and, a regulatory framework that is relatively slow in getting tuned with the reality in the markets. This applies to almost all countries with last growing economies I have operated in. In fast-emerging countries, there is a lot of investment in markets that are not very well scrutinized, especially in infrastructure. The checks and balances are relatively low and therefore the opportunity for government officials and corrupt companies to collude to skim off certain amounts is really very high."
In fact, according to Mr. Kammer, fraud and corruption know no national boundaries; they do not stay within jurisdictions. Rather, the fraudsters know the systems very well and take full advantage of the differences or gaps across national jurisdictions and they are fast in learning and adapting. He says, "Coordination and synchronization amongst national agencies of different nations is key, as well as adoption of a uniform sanctioning platform across countries and international organizations. Significant progress is being made in recent times with the adoption of international conventions (e.g. OCSE convention) and the implementation of national laws, as well as ongoing initiatives amongst international development agencies to standardize the sanctioning process and implement sanctions whereby if an entity is sanctioned by, say, the World Bank, the other development agencies also black-list that same entity based on principles of cross-debarment. The real challenge here is speed: regulators typically operate within constrained frameworks compared to fraudsters."
According to Mr. Kammer, fraudsters are very creative and the manner frauds are committed is continuously evolving. Frauds permeate any aspect of financial life of people and organizations, ranging from investment scams, to all different shades of white collar fraud (to the benefit or the detriment of organizations), to fraud and corruption by or to public entities (officials or organizations). Staying ahead of the game is the key and professionals need to have the right mindset coupled with technical skills. There are many very good accountants and auditors, however not everyone has the right combination of skill set to allow them to effectively operate in the forensic accounting arena. Investigative mindset, skepticism and solid investigative experience are keys to obtaining good results in the profession.
Mr. Kammer also says that one should be driven to pursue continuous professional education because the anti- fraud profession is going in so many different directions and each forensic accountant has something to share. Education, training and workshops are critical to the profession. That's how one gets to know what is out there (the red flags, the viruses and the symptoms) in order to learn or come up with innovative solutions on how to deal with them
That is, therefore, one very important reason why I feel that Indiaforensic are doing a great job for the anti-fraud community by frequently arranging for the members to gather together.

(indiaforensic)


* * *

(*) Christian Kammer, classe 1965, al quale questo blog è dedicato, ha iniziato ad occuparsi di lotta alle frodi aziendali nel 1992 nel corso di uno stage svolto presso la Commissione Europea.
Successivamente, in qualità di collaboratore del consulente tecnico del PM, ha collaborato alle indagini del pool “mani pulite”, occupandosi di transazioni finanziarie off-shore.
In quel periodo si è specializzato nella prevenzione delle frodi fiscali, nelle attività antiriciclaggio e sulle normative transnazionali inerenti il segreto bancario.
Dopo l'esperienza "Mani Pulite", Christian ha lavorato presso KPMG - Forensic Accounting di Milano, continuando ad occuparsi di investigazioni riguardanti gli illeciti societari.
Christian, in questa fase della sua carriera, ha progettato un database per l'analisi e il monitoraggio dei flussi finanziari irregolari ancora oggi utilizzato per questo tipo di attività.
Nel febbraio 2001 Christian si è trasferito a Washington per lavorare presso il “Department of Institutional Integrity” della World Bank, successivamente è stato inserito nel gruppo, ristrettissimo, dei forensic accountant della banca.
In questo ruolo ha condotto investigazioni su casi di frodi interne alla Banca Mondiale nonché su casi di corruzione inerenti i progetti finanziati nell’Asia meridionale, quali Pakistan, Bangladesh, India, Nepal e Sri Lanka.

La passione per l'attività di Forensic Accounting che Christian ha saputo trasmettere a quanti lo hanno conosciuto, ha certamente contribuito allo sviluppo anche in Italia di questa faticosa ma interessantissima professione.