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mercoledì 11 dicembre 2013

I conti "Red", "Set" e "Plichi Chiusi" (2^ parte)

di Carlo Calvi


(...segue)

Chi ha seguito i miei post su questo blog ricorderà le operazioni "conto deposito".
I depositi:

BAOL (Banco Ambrosiano Overseas Limited, Bahamas) → IOR → UTC (United Trading Co.) 
e  
UTC → IOR → BAOL

avevano come scopo di alimentare il conto della United Trading presso la Banca del Gottardo di Lugano, cosa che BAOL non avrebbe potuto fare direttamente, questo per oltre dieci anni. 

Nel corso dello stesso periodo vi fu un rapporto parallelo analogo in Italia tra le banche del Gruppo Ambrosiano e lo IOR con destinazione a controparti in Italia e all'estero.

Charles Raw, consulente di Banco Ambrosiano Holdings di Lussemburgo, che per anni lavorò alla liquidazione di Banco Ambrosiano S.p.A. con Geoffrey Robinson di Deloitte & Touche e Emilia Grassi, li ha chiamati appropriatamente i "lira back-to-back".

Alle linee di credito aperte a favore di IOR da Banco Ambrosiano, Banca Cattolica del Veneto e Credito Varesino, a cui fece riferimento il citato Rapporto Ispettivo della Banca d'Italia, corrispondevano sei conti utilizzi accesi presso lo IOR stesso. 

Erano prestiti e conti creati inizialmente per operazioni nell'interesse esclusivo dello IOR connesse alle società Setemer, XX Settembre e CIM, da cui passarono per oltre dieci anni trasferimenti di fondi di vario genere, non necessariamente attribuibili alle loro origini. 

L'entità degli utilizzi aumentò in modo considerevole nella seconda metà degli anni settanta con l'apertura dei conti "Red", "Set" e "Plichi Chiusi" quest'ultimo relativo alla Rizzoli

Riproduco qui di seguito le tabelle relative ai conti conservate da mio padre nelle sue casseforti alle Bahamas fino al 1981 quando perse definitivamente il passaporto (si riferiscono agli anni 1977, 1978, 1979 e 1980).

 (luglio 1977)


(dicembre 1978)


(ottobre 1979)


(novembre/dicembre 1979)


(aprile 1980)


Il Vaticano ha sempre rifiutato di produrre la documentazione contabile relativa agli utilizzi.

L'ispezione del Dott. Giulio Padalino aveva sommariamente identificato il nesso iniziale dei conti con le operazioni delle società del Vaticano CIM, Setemer e XX Settembre risalenti all'inizio degli anni settanta, ma non aveva colto l'utilizzo successivo.

La società CIM era proprietaria di grandi magazzini.
Luigi Mennini e Massimo Spada, che ho conosciuto, ne furono amministratori e sindaci, come di XX Settembre che deteneva la proprietà dell'edificio a Roma ove si trovavano i magazzini CIM. 

I prestiti e conti delle tabelle precedenti hanno origine con il sostegno finanziario del Banco Ambrosiano ottenuto dal Vaticano per l'operatività fortemente deficitaria di queste due società di loro pertinenza.

In modo del tutto indipendente dalla loro origine, questi depositi di reciprocità servirono per pagamenti e operazioni su titoli in Italia e a trasferire fondi all'estero venendo a supplire al circuito

BAOL → IOR → UTC

Si noterà come gli ammontari che circolarono su questi conti e il conseguente indebitamento dello IOR, raggiunsero l'equivalente di duecento milioni di dollari denominati in lire. 
I flussi continuarono in misura più ridotta tra il 1980 e il 1982.

Come nel caso del circuito estero, IOR lucrava sulla differenza tra gli interessi sugli utilizzi dei sei conti accesi presso di loro e quelli sulle linee di credito di cui beneficiava con le banche italiane del Gruppo Ambrosiano. 

Per i trasferimenti all'estero IOR applicava un premio ad esso favorevole sul tasso di cambio con il dollaro. Riproduco di seguito le tabelle dei conteggi degli interessi sui conti per il 1979:









Sui "lira back-to-back" l'esame di due testimonianze si impone...



mercoledì 4 dicembre 2013

I conti "R" (1^ parte)

di Carlo Calvi


Il 12 luglio 1984 il Ministro del Tesoro Giovanni Goria rispondeva in Senato ad una interrogazione sulle intese raggiunte nella vicenda del Banco Ambrosiano in relazione ai creditori esteri e allo IOR (Istituto per le Opere di Religione).

Nelle parole di Goria "con tale esborso lo IOR viene a saldare i debiti verso le consociate estere (...) il debito diretto che lo IOR aveva nei confronti del Banco Ambrosiano (...) era già stato pagato direttamente ai commissari liquidatori poco dopo la messa in liquidazione della banca".

Il Ministro sottovalutò gli ammontari ripagati direttamente dallo IOR alle tre principali banche italiane del Gruppo Ambrosiano immediatamente dopo la morte di mio padre. 
Una valutazione più precisa era stata fornita il 23 agosto del 1982 dal Commissario Straordinario Giovanni Battista Arduino al Procuratore Pier Luigi Dell'Osso e al Capo Servizio Vigilanza della Banca d'Italia Felice Scordino. 

IOR rimborsò tempestivamente 137 miliardi di lire, quasi l'equivalente dei $ 100 milioni dovuti, su quelli che il Pubblico Ministero Luca Tescaroli nel mio interrogatorio del 16 maggio 2006 davanti alla II Corte di Assise di Roma, ha chiamato i "conti R".

"Se si fosse fatto buon governo di quanto avevamo detto non sarebbe accaduto di nuovo" ha dichiarato nell'estate scorsa Pierluigi Dell'Osso, oggi Procuratore Generale Vicario della Direzione Nazionale Antimafia, in una intervista a Gianfrancesco Turano.

Nella lettera che riproduco di seguito in data 25 aprile 1984, l'Arcivescovo Paul Casimir Marcinkus scriveva al Giudice Istruttore Antonio Pizzi "formulo ogni riserva (...) circa l'esercizio della giurisdizione italiana".


Per evitare l'ostilità della giurisdizione italiana, lo IOR ripagò i prestiti in lire con interessi ai Commissari Arduino e Carpinelli per il Banco Ambrosiano e alla Banca Cattolica del Veneto e al Credito Varesino, prima della fine del 1982, mentre rifiutava di pagare i debiti esteri.

Nella primavera del 1983 un giovane Avv. Vittorio Grimaldi dello Studio Legale Graziadei aveva messo il Vaticano di fronte alla prospettiva di una causa delle banche estere contro il Nuovo Banco come successore di Banco Ambrosiano S.p.A.. 
Come confermato dalle parole di Giovanni Goria: "azioni giudiziarie sono state promosse dalle medesime banche nei confronti del Nuovo Banco Ambrosiano in qualità di cessionario dell'azienda bancaria italiana"

Atto di cessione a favore del 
Nuovo Banco Ambrosiano S.p.A.
8 agosto 1982


Ne seguì l'accordo di cui Giovanni Goria informò il Parlamento nel 1984 menzionando l'esistenza dei prestiti in lire già ripagati dallo IOR ai commissari liquidatori e di cui le banche estere non erano state informate

Il "quanto avevamo detto" della sopracitata dichiarazione del Dott. Dell'Osso si riduce a menzioni in passim nella requisitoria dei rapporti della Guardia di Finanza sui conti interni in lire. 
Il processo milanese per l'insolvenza del Banco Ambrosiano, iniziato nel marzo 1991, non se ne occupò in quanto i pagamenti da parte dello IOR avevano avuto luogo al momento della liquidazione.

Il Rapporto Ispettivo sulle visite effettuate dalla Banca d'Italia dal 17 aprile 1978 al 17 novembre dello stesso anno, al capitolo "Irregolarità in materia valutaria - Linea di credito in lire a non residente" notava: "il Banco Ambrosiano intrattiene intensi rapporti di conto con l'Istituto per le Opere di Religione sia in lire che in valuta". 
Il Rapporto continua "i saldi in lire sono anticipi erogati nell'ambito di una linea di credito concessa dall'ispezionata a IOR (...) l'operazione non é consentita dalla vigente normativa (...) IOR non può intrattenere presso banche italiane conti e depositi in lire interne per cui lo stesso dovrà necessariamente munirsi di autorizzazione ». 

Mio padre teneva con sé sempre aggiornati i saldi di questi depositi di reciprocità con IOR in Italia. 

Si trattava di sei conti che gli ho visto spesso esaminare e includo di seguito una pagina dei suoi appunti a titolo di esempio.

Appunto di Roberto Calvi
30 giugno 1979

Io consegnai la documentazione su questi sei conti, che mio padre conservava alle Bahamas, al Giudice Mario Almerighi e all'ispettore Sergio Sciacca al Consolato Generale di Montréal nel 1991.




giovedì 28 novembre 2013

Banco Ambrosiano, tra breve altre puntate

Tra breve riprenderanno le puntate relative alle ricostruzioni tecniche delle operazioni finanziarie legate alla vicenda Banco Ambrosiano.

In particolare sono stati pianificati nei prossimi mesi alcuni interventi curati dal dott. Carlo Calvi (figlio del Presidente Roberto Calvi), finalizzati alla ricostruzione di operazioni poco note, ma che ricalcano alcuni schemi ancora oggi molto utilizzati.




Il dott. Carlo Calvi, da annoverare tra i massimi conoscitori di quelle vicende avendole in qualche modo vissute, ha dedicato molto tempo nella ricerca e nell'analisi della documentazione che sarà descritta e pubblicata a supporto degli articoli.

Per questo, ancora una volta, vorrei formulare un sentito ringraziamento al dott. Carlo Calvi per la gradita collaborazione con il blog, anche a nome di tutti i lettori.

Per chi avesse perso gli interventi sul caso Banco Ambrosiano già pubblicati nel corso degli anni, si rimanda al seguente tag: BANCO AMBROSIANO

S.M.



domenica 22 settembre 2013

"Qui è vietato rubare!"

Il giovane staff accountant si diresse con forzata convinzione verso l’ufficio del Direttore Generale.
Tra le mani una lunga check-list.

Quella mattina doveva porre alcune domande all'alto dirigente, forse un po’ scomode, ma si sa, lo prevede la procedura di revisione contabile.
Il tutto si sarebbe esaurito in pochi minuti con l'annotazione di una bella “X” sul quadratino del "SI" o su quello del "NO" e con qualche appunto di descrizione.

Ogni anno la stessa storia, ma è la procedura. Un’attività tra le tante.

Un’ultima aggiustatina alla cravatta, un respiro profondo, poi bussò alla porta.

E’ permesso?!? ...posso entrare? Altrimenti torno più tardi… o un altro giorno… o quando vuole lei…!”.
Ohh, il nostro giovane revisore… Venga! Venga!”, rispose il Direttore. “Iniziamo subito, ho solo qualche minuto da dedicarle!”. “Si accomodi qui!". "Ha già preso il caffè?”.

Dopo qualche minuto di convenevoli e dopo aver atteso invano il caffè, il giovane fresco di laurea, con la lista delle domande in mano, iniziò a leggere.

Dapprima i quesiti generali, del tipo “Da quanto ricopre la funzione? Quanti dipendenti ha l’azienda? Come va il mercato? Come sono i rapporti con i concorrenti? L'ammontare del fatturato, eccetera eccetera.

Ad ogni risposta seguiva una breve annotazione sulla linea già tracciata sul foglio.
Tutto stava procedendo come da programma. Sino alla fatidica domanda.
L’ultima della lista. E non era un caso.

NELL'ULTIMO ANNO SI SONO VERIFICATI CASI DI FRODE IN AZIENDA?".

Con la mano impercettibilmente tremolante per una sorta di "ansia da reazione", il revisore si preparò a tracciare una X liberatoria sul prevedibile "NO!".

Nel gigantesco ufficio, però, calò il silenzio. 
Si rabbuiò la stanza. 
Si interruppero d’improvviso i suoni. 
E una gocciolina di sudore attraversò la fronte del giovane che strinse ancor di più le gambe accavallate. E come un pugile alle corde si preparò ad incassare il gancio sinistro accompagnato dal montante destro.
Il suo sguardo vitreo e inespressivo incollato sulla lista delle domande. In attesa. 
Il tempo si fermò.

Il manager lo stava fissando con occhi rapaci e con quel tipico turbamento di chi sta cercando in tutti i modi di manifestare al tempo stesso rabbia e incredulità.

Dopo qualche istante ancora, togliendosi con fare plateale gli occhialini griffati, il Direttore tuonò: “ma sta scherzando-oo?!??? Frodi da noiiii???? Ma per chi ci ha presi? Per la banda bassotti??? 
Qui è vietato rubare!! 
Se lo ricordi! …e lo scriva! 
Lo scriva a caratteri  C U B I T A L I ! !
Scriva: "il Direttore Generale, sconvolto da questa domanda offensiva afferma: “qui in azienda è severamente vietato rubare!!!”.

E cupo in volto riprese subito: “Ha compreso? Oppure fra un anno viene ancora qui a sostenere queste fesserie?”.

Sarebbe stato ancor più scenografico accompagnare la falsa ira con lo spumeggiamento salivario, ma quella mattina al manager non riuscì proprio far di meglio.
Il giovane incassò il colpo così come altri prima di lui avevano dato prova di saper fare.

Con la limpidezza semplice e genuina tipica di chi non si lascia intaccare da certi atteggiamenti, incise la X sul NO.
Ritirò la micromina nella tasca della giacca e dimostrando al manager un'inaspettata dignità, senza commentare, con un impercettibile espressione disillusa, si alzò.

Per oggi può bastare. La ringrazio per la disponibilità”, disse con voce ferma.

Si voltò e si diresse lentamente verso l’uscita, consapevole di aver aggiunto un prezioso tassello alla lunga e complessa serie di procedure di revisione che quel giorno sarebbe stato chiamato a svolgere.


domenica 21 luglio 2013

Essere forensic accountant

Leonard McCarthy, Vice President for Integrity presso la Banca Mondiale, tra gli Acknowledgements a corollario del bilancio annuale 2011 ha scritto:

"As we were putting together this fiscal year’s report, INT (Integrity) had the grave misfortune to lose our dear friend and dedicated colleague, Christian Kammer, in a mountain climbing accident. Christian joined INT ten years ago and had, for many, become synonymous with the department. Many of INT’s most notable successes have been a direct result of Christian’s unwavering focus, phenomenal work ethic, and forensic auditing expertise.

One of the outcomes highlighted in this report is a forensic auditing training program that Christian prepared and delivered to auditors, prosecutors, and anti-corruption officials. The training Christian provided allowed him to be at his best, drawing from his in-depth knowledge as a Senior Forensic Accountant and combining it with his natural ability to connect with people from anywhere in the world. Those he trained had an overwhelmingly positive response to their experience, and from the feedback I received, he was able to convey not only knowledge, but also instill a sense of confidence in those executing their duties. As Christian well knew, anti-corruption work is not for the faint of heart.

Christian was an equally committed athlete who ran marathons when he was too far from a mountain worth climbing. I see so many meaningful parallels between the passion Christian had for mountain climbing and his devotion to INT’s mission, and I hope that all of us who have chosen to fight corruption will continue to be inspired by him. He will be greatly missed, but he has left a lasting legacy.

(...)

Leonard McCarthy"


Giusto oggi a due anni esatti dalla prematura scomparsa di Christian, questo blog, nato per portare avanti i suoi insegnamenti e promuovere la professione del forensic accountant, ha superato i 31.000 accessi e i 100 articoli pubblicati.


giovedì 18 luglio 2013

Radowall, IOR e l'acquisto di azioni dell'Ambrosiano (3^ e ultima puntata)

di Carlo Calvi

Segue dalla 2^ puntata (QUI)


La lussemburghese Anli Holding S.A. costituì la Suprafin che aveva come funzione di trattare in azioni del Gruppo Banco Ambrosiano.
IOR era a conoscenza della costituzione di Radowall. 
Ai prestiti di IOR a Radowall e a Compendium (poi divenuta Banco Ambrosiano Holdings) corrispondevano depositi di Cisalpine con IOR e Mons. Paul Marcinkus era già nel Consiglio di Amministrazione di Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas (poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited).

Mio padre conservava alle Bahamas i bilanci di Radowall dal 1972, epoca in cui la seguiva con Ruggero Mozzana. Gli attivi mostrano le azioni Anli che nel 1973 furono cedute in parte a IOR e in parte ai Bonomi e a Ley Ravello di Losanna.

Suprafin acquistava azioni Banco Ambrosiano per Radowall che era finanziata con i back to back attraverso lo schema Cisalpine-IOR-Radowall.

Nel novembre 1974 Radowall aveva accumulato 604.930 azioni Banco Ambrosiano S.p.A..

Le operazioni mostrano come la corrispondenza parallela tra mio padre e Mons. Marcinkus esistesse già nel 1972.

La fine dell'attività di Radowall coincide con le commissioni pagate da Michele Sindona. Le operazioni includono il pagamento che Giorgio Ambrosoli riteneva fosse stato pagato a un banchiere milanese e a un vescovo americano. Carlo Bordoni ha poi anche indicato il Cardinale Giuseppe Caprio, segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (A.P.S.A.), come un beneficiario.

US$ 2.000.000 furono pagati a Radowall e dato l'intenso impegno di Mons. Marcinkus nelle attività di questa società, questo può essere all'origine della conclusione di Ambrosoli. 
US$ 1.250.000 furono pagati sul c/c n. QLZ 6278, conto operato congiuntamente da Ruggiero Mozzana e da mio padre e da lì US$ 750.000 furono trasferiti a Fiorenzo Ley Ravello.

Data la presenza dell'A.S.P.A. nell'immobiliare a Losanna ove operava Ravello questo potrebbe spiegare il riferimento al Cardinale Caprio. Sappiamo comunque che Radowall acquistò azioni Alphom di Ravello sempre alla fine del 1973.

Le commissioni pagate da Michele Sindona sono rappresentate dai due grafici che seguono.


(Click per ingrandire)


Dal 1971 al 1973 il conto QLZ 6278 pagò Fr.S. 5.000.000 a Radowall. Il conto Ralrov ricevette US$ 1.350.000 e US$ 623.000 da Michele Sindona, che Ralrov utilizzò per ridurre l'indebitamento di Radowall verso Cisalpine.

Manic servì a collocare ed eventualmente a cedere il 18% del capitale della Finabank di Ginevra di proprietà di Michele Sindona e di IOR. 
Le azioni passarono da Manic a Edilcayman, pure di Sindona, nella primavera 1974. L'operazione fu finanziata da Cisalpine e Radowall. Nel 1972 Radowall cedette le restanti azioni Bastogi alla Italmobiliare di Carlo Pesenti, per un utile di US$ 10 milioni.


(Click per ingrandire)


Cosa certa è il ruolo di Ley Ravello che copre un periodo molto lungo. 
Lo incontrai a Losanna nel settembre 1971 in occasione della prospezione di investimenti immobiliari di Anna Bonomi. Ho testimoniato su di lui negli uffici della DIA di Roma nel 1997 in quanto poi coinvolto nell'omicidio di Domenico Balducci, nei procedimenti per riciclaggio contro Ernesto Diotallevi e nella vicenda degli "assegni del Presidente" relativa a Giulio Andreotti.

Le prime operazioni della panamense United Trading Co (UTC) tramite IOR furono proprio legate ai rapporti con la Alphom Finance di Fiorenzo Ley Ravello di Losanna e consistettero nell'acquisto di azioni del Banco Occidental e di azioni Compendium.

UTC venne costituita il 22 febberaio1974 ed ebbe come amministratore Arthur Wiederkehr.
Wiederkehr era pure amministratore di Nordfinanz Bank di Zurigo, fra i più consistenti creditori di Cisalpine dalla sua costituzione, e rappresentante degli interessi del gruppo spagnolo Rumasa di Jose Ruiz-Mateos. La notorietà del legame tra Ambrosiano e Rumasa (Mateos viveva a Londra negli anni ottanta), causò in quel periodo a Arthur Wiederkehr un certo imbarazzo.

Il 24 novembre 1974, IOR conferì con contratto di gestione il mandato alla Banca del Gottardo di amministrare UTC. UTC acquistò il controllo di Anli.

Come risulta dai conti correnti intestati a UTC presso la Banca del Gottardo, la panamense ha iniziato le sue attività ricevendo bonifici per chiusura conti Radowall il 23 dicembre1974. Il carico a UTC dei saldi rappresenta la continuità dei rapporti con la sostituzione di UTC a Radowall e con IOR sempre in veste di intermediario dei trasferimenti tra le due società.

Nel febbraio 1974, al momento del trasferimento, gli attivi di Radowall erano rappresentati da n. 604.930 azioni Banco Ambrosiano, da azioni Anli, dalla partecipazione e dal debito in forma obbligazionaria di Zitropo e dai prestiti a favore di Edilcayman.
Le passività erano rappresentate dal saldo dei back to back Cisalpine-IOR-Radowall.

Non esiste alcuna lettera che rende IOR indenne per le operazioni di Radowall.

IOR nel 1973 rappresentava il 18% del totale dei depositi di Cisalpine e  IOR il 30% dell’attivo di Cisalpine.

Attraverso queste complesse e frenetiche operazioni in titoli, il Gruppo Banco Ambrosiano era diventato uno di più importanti in Italia e questo non sarebbe stato possibile senza lo IOR.

Carlo Calvi


venerdì 12 luglio 2013

Radowall, IOR e l'affaire Banca Cattolica e Toro Assicurazioni (2^ puntata)

di Carlo Calvi

Segue dalla 1^ puntata (QUI)



Nel 1972 13,5 milioni di azioni della Banca Cattolica del Veneto cedute da IOR alla lussemburghese Compendium (poi divenuta Banco Ambrosiano Holdings) furono trasferite a Radowall.
IOR comparve ufficialmente come cessionario di queste azioni a La Centrale mentre in realtà si trattò di Radowall.

Altre 4.560.000 azioni della Banca Cattolica del Veneto rimasero sul conto n. 90521 di Radowall acceso presso lo IOR.

Al trasferimento dei due pacchetti a La Centrale, IOR fu pagato in lire. Pagò Radowall in dollari all'estero trattenendo un beneficio di $ 7,6 milioni per la conversione lira/dollaro. Radowall impiegò il ricavato per rimborsare Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas (poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited).
Nel 1973 IOR sottoscrisse obbligazioni a favore di Compendium per Fr.S. 85 milioni garantite da Radowall attraverso cui erano transitati i fondi.

Segue l’accordo in originale firmato per lo IOR da Mons. Paul Marcinkus e per la Compendium da mio padre, riguardante la cessione della Banca Cattolica del Veneto.



(click sull'immagine per ingrandire)

Di seguito le scritture originali IOR relative ai due pacchetti di azioni della Banca Cattolica del Veneto che passarono per il conto titoli n. 90521 e n. 90621 di Radowall.



(click sull'immagine per ingrandire)



Nel 1973 cominciarono le operazioni su azioni Toro Assicurazioni.

La famiglia Zanon cedette due pacchetti di azioni Toro, uno per pagamento in contanti e l'altro in cambio di azioni La Centrale e Banco Ambrosiano Holdings (già Compendium).

Per il primo blocco Cisalpine pagò agli Zanon $ 21 milioni. Radowall completò la seconda operazione rilevando azioni La Centrale da Pacchetti e cedendole agli Zanon. 
Cisalpine e Radowall finirono così per raccogliere il 19% di Toro e cederlo a La Centrale.

IOR a fine 1973 mise a disposizione di Cisalpine $ 45 milioni per permettere alla lussemburghese Manic S.A. di completare l'acquisto di azioni Toro.  
Le azioni di Manic erano conservate presso la Kredietbank Lussemburgo per conto di IOR. 

La Centrale  finì per ottenere il 52% dei voti della Toro Assicurazioni.

Fu la vendita di questo ultimo pacchetto nel 1975 a La Centrale che formò  uno  dei capi di imputazione contro La Centrale nel processo per violazioni valutarie del 1981, in quanto il prezzo finale fu fortemente maggiorato.

Nello stesso periodo della costituzione di Radowall mio padre e il suo superiore Ruggiero Mozzana  avevano costituito in Lussemburgo la Anli Holding S.A. utilizzando un conto operato congiuntamente da entrambi, il QLZ 6278, acceso presso la Kredietbank di Ginevra  (...)

fine della seconda puntata




domenica 7 luglio 2013

Radowall: l'origine dei rapporti con Mons. Paul Casimir Marcinkus (1^ puntata)

di Carlo Calvi


Radowall Financial Establishment Vaduz é fondamentale per comprendere i primi rapporti tra mio padre e Paul Marcinkus.

La Banca del Gottardo di Lugano, del Gruppo Banco Ambrosiano, la costituì nel novembre 1971, dopo la fallita OPA Bastogi intentata da Michele Sindona e dalla Hambros Bank di Londra, al fine di acquisire azioni Bastogi.

Ricordo bene quel periodo in quanto fu allora che ebbi l’opportunità di uno stage proprio alla Hambros Bank con Raffaele Bonacossa della Banca Privata Italiana di Michele Sindona.

Il 27 settembre 1974 la Banca d’Italia nominò Giorgio Ambrosoli come liquidatore delle Banca Privata Italiana. Radowall fu messa in liquidazione dalla Banca del Gottardo nel dicembre 1974.

La sostituì il 23 dicembre 1974 la United Trading Company (UTC).
La panamense UTC accolse i debiti di Radowall verso l'Istituto per le Opere di Religione (IOR) di $ 80.500.000 e Fr.S. 24.000.000. A questi corrispondevano saldi debitori di IOR verso la Cisalpine Overseas di Nassau - Bahamas (Ciso), poi divenuta Banco Ambrosiano Overseas Limited, come creditrice.

É il circuito che abbiamo incontrato parlando delle operazioni in "conto deposito".
Il circuito Ciso-IOR-UTC precedeva dunque al 1974 e si configurava in Ciso-IOR-Radowall.
IOR tratteneva lo spread spettantegli in base agli accordi "conto deposito" che dovevano perdurare fino al 1982.

Il motivo della sostituzione di Radowall con UTC fu la caduta in disgrazia di Michele Sindona.

Radowall aveva la funzione di condurre complesse operazioni in titoli di società ufficiali del Gruppo Banco Ambrosiano e conservare gli utili per reintrodurli artificialmente nella rete ufficiosa. Le operazioni mostrano come lo IOR fosse a conoscenza fin dall’inizio della rete segreta delle società offshore e del fatto che queste trattavano in azioni dell’Ambrosiano.

Il periodo di maggiore esposizione di Radowall verso lo IOR si ritrova con le "operazioni Zitropo".

Michele Sindona, che aveva costituito la lussemburghese Zitropo, l'aveva utilizzata per acquisire partecipazioni in Pacchetti, Credito Varesino e Banca Cattolica del Veneto.
La Cimafin, una anstalt di Liechtenstein, pure costituita dalla Banca del Gottardo, acquistò azioni Zitropo dalla Steelinvest di Sindona per $ 82.000.000 e ottenne il diritto di farsi intestare azioni a riporto presso lo IOR.
Cimafin estinse il suo debito con Steelinvest con anticipazioni di IOR contro garanzia di azioni Zitropo.

I riporti erano stati contratti per procurare fondi a Radowall che veniva bonificata contestualmente ai rinnovi. Radowall fu così destinataria tra il 1972 e il 1973 di $ 43.500.000 che furono utilizzati per permettere a Zitropo di trasferire azioni Credito Varesino e Banca Cattolica del Veneto all’Ambrosiano.

UTC assunse gli impegni di Cimafin con l’allontanamento di Michele Sindona e la anstalt si estinse contestualmente a Radowall.
Infatti UTC fu erede di altre società sorte prima della sua costituzione come come la Lovelok, le cui attività risalivano agli anni sessanta, e su cui ai giorni nostri ha testimoniato Geoffrey Robinson di Touche Ross, liquidatore di Banco Ambrosiano Holdings, nel procedimento svoltosi a Palermo e relativo a Marcello Dell’Utri.

Includo di seguito nella Tab.1 e 2 la movimentazione del conto di Zitropo presso la Kredietbank di Lussemburgo. Le tabelle provengono dai rapporti redatti dalla Guardia di Finanza per i Giudici Istruttori del processo per l’insolvenza del Banco Ambrosiano.

Tab.1
(click per ingrandire)




Tab.2
(click per ingrandire)


Radowall sottoscrisse un prestito obbligazionario a favore di Zitropo; un prestito di $ 43.500.000 esteso da IOR a Zitropo, Radowall era il tramite fra le due.

IOR a sua volta era alimentato dai back to back con Cisalpine Overseas di Nassau al fine così di sostenere il titolo Pacchetti che Zitropo aveva acquistato da Michele Sindona.
IOR deteneva le azioni Zitropo in garanzia presso la Kredietbank di Lussemburgo con Pacchetti, Saffa e Beni Immobili del gruppo Bonomi.
La Pacchetti era il principale attivo di Zitropo. Il sostegno di IOR a Zitropo continuò a fronte della perdurante flessione del titolo Pacchetti.

Mio padre conservava gli accordi riguardanti gli ulteriori riporti su titoli tra Cisalpine e IOR e i liquidatori li hanno poi ottenuti.

Nel 1972 i Bonomi cedettero 3,2 milioni di azioni di Credito Varesino di cui 1,1 milioni erano detenute all’estero.

Un primo pacchetto transitò via Zitropo che lo cedette a Radowall nel febbraio 1973. La seconda tranche più l’eccedenza sul prezzo ufficiale convenuto in Italia doveva essere pagato in Svizzera da Cimafin per un valore pari a Fr.S. 90 milioni.
Cimafin ottenne un prestito equivalente da Cisalpine Overseas di Nassau per completare l’operazione. Prima della cessione ultima a La Centrale del gruppo Banco Ambrosiano entrambi i pacchetti transitarono per lo IOR. 
Il primo attraverso una serie di riporti accesi da Cisalpine con IOR. Il secondo attraverso la concessionaria Giammei che operava per lo IOR.

Cimafin e Radowall utilizzarono gli utili per ripagare Cisalpine.

Radowall ottenne prestiti da IOR per finanziare Compendium S.A. di Lussemburgo, predecessore di Banco Ambrosiano Holdings, al fine di acquisire azioni Banca Cattolica del Veneto destinate, come nel caso del Credito Varesino, a La Centrale.
Cisalpine concesse depositi corrispondenti a IOR. L’accordo fu raggiunto tra mio padre e l'Arcivescovo Paul Casimir Marcinkus nel 1971 (...)

fine della prima puntata

(seconda puntata: QUI)




domenica 12 maggio 2013

IOR-UTC e quei 223 milioni di dollari (3^ e ultima parte)

di Carlo Calvi

(segue dalla 2^ parte)


La Zwillfin AG di Liechtenstein attiva fino al 1981 venne utilizzata da UTC di concerto con la Unovax Anstalt e la Kriter in operazioni finalizzate alla acquisizione del controllo di Credito Varesino, Banca Cattolica del Veneto, Toro Assicurazioni e La Centrale da parte del Banco Ambrosiano.
Si distinguono operazioni di sostegno di quotazioni di titoli dei gruppi Bonomi e di Michele Sindona.

Dal 1973 al 1975 vi fu movimentazione di titoli per conto di Pacchetti SpA., Invest, Beni Immobili e Saffa SpA. Le partecipazioni in Beni Immobili e Saffa furono poi trasferite a Manic SA da questa cedute nel 1980 e 1981.

Alcune di queste operazioni sono state finanziate in parte da UTC attraverso la Kriter S.A..
Le disposizioni per gli accrediti sono state date dallo IOR.
La Kriter é estranea al gruppo Banco Ambrosiano e gli utili sono affluiti su conti della famiglia Zanon di Valgiurata.


   



La società del Liechtenstein Unovax che pure ha ricevuto fondi provenienti da UTC, ha effettuato nel 1979 pagamenti destinati a Anna Bonomi e al suo prestanome Giuseppe Marinoni.

Si tratta di pagamenti corrisposti a Anna Bonomi per il trasferimento di azioni del Credito Varesino a La Centrale. Per la vendita di azioni Credito Varesino nel 1976 il gruppo Bonomi oltre a quanto corrisposto ufficialmente alla Invest vantava crediti poi regolarizzati all’estero.



Vi sono pure pagamenti contestuali alla estorsione perpetrata da Michele Sindona ai danni di mio padre.
Si sono individuati pagamenti di UTC a Sindona nel 1977 e 1978 e a Walter Navarra e Luigi Cavallo nel 1980 e nel 1981. Questi pagamenti furono utilizzati come prova nel processo contro Michele Sindona nel 1985 in cui mia madre fu parte civile.

La Zus Corporation di Panama con conti presso Nordfinanz venne finanziata da UTC negli anni 1980 e 1981 e trattò titoli del Banco Ambrosiano SpA.
La Zus non risulta tra le società patrocinate. La UTC manteneva un intenso interscambio con la patrocinata Noreurop e i trasferimenti a Zus avvennero tramite Nordeurop.
Zus ha utilizzato tali somme anche per trasferimenti a Umberto Ortolani e Licio Gelli e Marco Ceruti. E in questo contesto che si inserisce l’importante capitolo del processo per l’insolvenza del Banco Ambrosiano noto come "rogatoria di Jersey".
Alcuni pagamenti a Marco Ceruti portarono in Regno Unito e gli interessati tentarono di falsificarne la documentazione.
La contestualità delle rimesse IOR e gli utilizzi di UTC a favore di ZUS su istruzione di Alessandro Mennini fanno pensare che Mennini fosse a conoscenza della destinazione dei fondi.

  


La Nordeurop (grafico precedente), costituita in Liechtenstein nel 1971, fu rilevata da UTC nel 1974.
Dalla fine del 1977 Nordeurop operò a volte per conto di UTC, interponendosi tra BAOL e UTC o autonomamente.
Nordeurop ha avuto funzione di appoggio o sostituzione di UTC fino al 1981 in particolare per l’erogazione di prestiti a Compendium.
La Compendium S.A. di Lussemburgo poi divenuta Banco Ambrosiano Holdings nel 1976, aveva tra il 1975 e il 1977 UTC come azionista per il 23,27%.

La Alphom di Florent Ley Ravello cedette a UTC partecipazioni, inclusa una minoranza nel capitale di BAH. UTC cedette a sua volta parte della sua partecipazione allo IOR. Altri azionisti di BAH oltre che Banco Ambrosiano Spa erano Banco Occidental e dal 1979 il Banco de la Nacion di Lima. Quest’ultimo acquisì una parte della sua partecipazione da UTC.

UTC ha finanziato la Manic del Lussemburgo dal 1974 al 1979.

La Manic ha ricevuto fondi anche direttamente da BAOL, BAA e AGBC per operazioni su titoli dei gruppi Ambrosiano, Bonomi e Zanon.
Il credito verso Manic transitato per Nordeurop venne trasferito da questa a Kresse del Liechtenstein nel 1980. Nel 1979 Kresse ha ceduto azioni della lussemburghese Anli a UTC e dopo la vendita ha cessato i rapporti con UTC.
Questo giro di fondi servì a alleggerire la posizione di Manic verso Nordeurop trasferendola su Kresse. La provvista UTC in occasione dei prestiti alla Manic é stata alimentata da depositi dello IOR.

Se Mons. Marcinkus ha partecipato a occultare le attività di BAOL, la P2 ha influito sulle decisioni dell'Ufficio Cambi Mincomes attraverso il direttore generale Ruggero Firrao a favore della operatività del Banco all’estero.

Ma IOR e P2 hanno operato di concerto?

Licio Gelli ha ricevuto ingentissimi trasferimenti da UTC per la maggior parte via Umberto Ortolani e Bafisud Montevideo.



Licio Gelli é stato sentito recentemente dai magistrati della Procura di Palermo.
Il suo nome é ricomparso anche in procedimenti penali in corso in Lussemburgo ove sarebbe transitato dopo l’evasione dal carcere ginevrino di Champs Dollon.
Quando si costituì quattro anni dopo nel 1987 la Svizzera concesse l’estradizione esclusivamente per l’insolvenza dell’Ambrosiano e non per altri reati.

Carlo CALVI



lunedì 6 maggio 2013

IOR-UTC e quei 223 milioni di dollari (2^ parte)

di Carlo Calvi


(segue dalla 1^ parte)

Il Nucleo Regionale della Guardia di Finanza di Milano ha pure ricostruito il flusso dei fondi in uscita dai conti correnti UTC presso la Banca del Gottardo e includo nel seguito, sempre a fine di riferimento, alcune delle loro rappresentazioni grafiche.

Oltre alle posizioni di Umberto Ortolani (rappresentate nella 1^ parte) e Licio Gelli (grafico 1 e 2), ben note a motivo delle vicende processuali che seguirono, la Guardia di Finanza ha evidenziato come il ruolo della panamense UTC si attuò attraverso le numerose partecipazioni estere di cui era capogruppo.

        
                              grafico 1                                                   grafico 2


Seguendo il filo delle consociate e collegate più che quello cronologico si distinguono alcune categorie.

UTC aveva funzione di smistamento fondi mentre la funzione di controllo delle partecipazioni del Banco Ambrosiano era affidata alla Manic S.A. (grafico 3).


grafico 3


Se UTC non é mai stata intestataria di azioni Banco Ambrosiano ne ha tuttavia detenuto consistenti pacchetti attraverso le sue controllate.
UTC ha anche operato per clienti terzi ai quali sono state intestate azioni Banco Ambrosiano.

L’impegno principale di UTC era la partecipazione in Suprafin con le sue continue acquisizioni di azioni Banco Ambrosiano.
Suprafin era stata inizialmente controllata dalla Anli di Lussemburgo e da Anna Bonomi Bolchini ma nel 1975 le controllate di UTC Imparfin AG e Teclefin AG del Liechtenstein subentrarono alla Anli nel capitale sociale della Suprafin. 
La Suprafin era il noto strumento dei dirigenti del Banco Ambrosiano SpA al fine dell’acquisto di azioni del Banco Ambrosiano.

Nel 1975 Mons. Donato De Bonis firmò una lettera affermante la pertinenza di Imparfin e Teclefin allo IOR.
UTC controllava anche altre intestatarie di azioni Ambrosiano facenti capo allo IOR.

UTC costituì poi cinque società cedute a Astolfine S.A. aventi lo stesso fine di detenere azioni Ambrosiano (nel grafico 4 sono riportati i rapporti finanziari di Astolfine S.A. nel novembre 1977).

grafico 4


Nel 1980 UTC possedeva 3.124.723 azioni Ambrosiano pari al 10,4% del capitale e mio padre le valutò nei suoi bilanci di UTC al valore di mercato di $ 136 milioni.

Negli anni 1974 e 1975 UTC intrattenne con finanziamenti propri di IOR e tramite la Zitropo una intensa movimentazione di fondi e titoli. IOR trasferì pacchetti azionari di sua pertinenza a Zitropo.
UTC continuò poi a detenere la maggior parte del debito artificialmente ridotto di Zitropo dal 1975 al 1981.

La Zwillfin AG. di Liechtenstein attiva fino al 1981 venne utilizzata da UTC di concerto con la Unovax Anstalt e la Kriter in operazioni finalizzate alla acquisizione del controllo di Credito Varesino, Banca Cattolica del Veneto, Toro Assicurazioni e La Centrale da parte del Banco Ambrosiano.
Si distinguono operazioni di sostegno di quotazioni di titoli dei gruppi Bonomi e di Michele Sindona(...)




mercoledì 1 maggio 2013

IOR-UTC e quei 223 milioni di dollari (1^ parte)

di Carlo Calvi


Nel mio intervento precedente ho descritto il rapporto esistente tra IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, Cisalpine Overseas Bank di Nassau poi divenuta BAOL o Banco Ambrosiano Overseas Limited e la panamense United Trading Co. domiciliata presso la Banca del Gottardo di Lugano.

Ricordo che queste operazioni si sono protratte con grande intensità per quasi dieci anni e andavano sotto il nome di "operazioni in conto deposito".
Quando nel marzo 1982 Banco Ambrosiano Services di Lussemburgo inviò un rendiconto aggiornato a IOR  il debito di UTC verso IOR e conseguente indebitamento di questo con BAOL e Banco Ambrosiano Andino (BAA), si elevava a US$ 223.3 milioni.

Si rimane con l’interrogativo se l’interesse di IOR a uno scambio così rischioso si limitasse a percepire uno spread sugli interessi dello 0,625% o andasse oltre e in quale misura.

IOR partecipava alla raccolta dei fondi destinati a BAOL e da immettere nel circuito attraverso rapporti di deposito interbancario e con finalità predestinate.

Esistono anche rapporti IOR-UTC che non rientrano nel "conto deposito".
IOR partecipò nella seconda metà degli anni settanta attraverso UTC ad aumenti di capitale di Banco Ambrosiano Holdings di Lussemburgo (o BAH). In altri casi IOR favorì l’immissione nel circuito di importi a favore di BAH.
IOR ha continuato ad avere veste sia di finanziatore che di collettore. Questo é messo in evidenza dalle operazioni circolari volte a ridurre il debito di IOR verso BAOL.

Desidero qui descrivere l’utilizzo che UTC ha fatto delle disponibilità ottenute così come é stato ricostruito dall’esame dei suoi conti presso la Banca del Gottardo.

É bene premettere e non lo si ricorderà mai abbastanza, che una denuncia contro ignoti inviata da BAOL di Nassau alla Procura del Sottoceneri nell’immediatezza dei fatti portò all’intervento tempestivo dell’allora Procuratore di Lugano Paolo Bernasconi, fatto determinante che definì più di ogni altro anni di procedure civili e penali.

La Procura di Lugano divenne luogo di frequentazione assidua delle parti interessate come Deloitte & Touche per BAH, rappresentati dall'Avv. Rocco Bonzanigo, i Liquidatori di Banco Ambrosiano S.p.A.  di Milano, rappresentati dall’Avv. Fulvio Pelli e dai miei stessi avvocati.

Tratterò brevemente del lavoro svolto da Deloitte & Touche per BAH e di quello dei Liquidatori milanesi che fu analizzato indipendentemente dal Nucleo Regionale della Guardia di Finanza di Milano per i Giudici Istruttori dell’insolvenza del Banco Ambrosiano.

Includo qui ai fini di documentazione alcuni grafici che riassumono le analisi di Deloitte & Touche-BAH, principalmente riguardanti conti di Umberto Ortolani e della sua famiglia (cliccare sull'immagine per ingrandire):


   

   

   

 


Il primo pagamento di UTC a favore di Ortolani fu disposto il 7 agosto 1975.
Dal 1975 al 1981 UTC trasferì fondi per US$ 82.228.000 e SFr 41.227.000 a beneficio di conti controllati da Ortolani o al Banco Financiero Sudamericano dell'Uruguay (BAFISUD) di sua proprietà.

Mio padre manteneva dei bilanci personali di UTC nelle sue casseforti delle Bahamas e questo avvenne fino al dicembre 1980. I pagamenti a Ortolani vi sono riportati come attivi.

Il Nucleo Regionale della Guardia di Finanza di Milano ha pure ricostruito il flusso dei fondi in uscita dai conti correnti UTC presso la Banca del Gottardo (...)

(seconda parte)



lunedì 29 aprile 2013

Banco Ambrosiano: operazioni in conto deposito (approfondimenti)

Avviso gli interessati alle ricostruzioni tecniche legate alle vicende del Banco Ambrosiano che a giorni saranno pubblicati gli approfondimenti sull'utilizzo dei fondi trasferiti mediante le "operazioni in conto deposito" a favore della società panamense United Trading Company SA (UTC).

In particolare, come si ricorderà, negli articoli "Banco Ambrosiano: le operazioni in conto deposito" e "Banco Ambrosiano: le operazioni in conto deposito (analisi tecnica)" sono state ricostruite le modalità utilizzate dal Gruppo Banco Ambrosiano per trasferire, grazie all'intermediazione dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR), ingenti somme di denaro in capo a UTC per un ammontare stimato in circa 223 milioni di dollari.

A cosa sono servite tali somme? 

La ricostruzione dell"anello" successivo a UTC nella catena degli eventi legati a questo flusso finanziario, ha implicato per Carlo Calvi un notevole lavoro nel reperire la documentazione originale e nel ricostruire gli avvenimenti.

Grazie a queste analisi saremo in grado di fare un altro passo verso la destinazione finale dei fondi, entrando pienamente nel mondo artificiale della finanza offshore in cui ciò che appare o ciò che è evidente dal punto di vista formale non corrisponde quasi mai all'effettiva sostanza dei fatti.

Ancora qualche giorno di pazienza.


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1^ parte - QUI
2^ parte - QUI
3^ parte - QUI



lunedì 4 marzo 2013

Banco Ambrosiano: operazioni in conto deposito (analisi tecnica)

Ho sentito parlare per la prima volta di “operazioni in conto deposito” nel corso dell’estate 1996, in occasione della preparazione della tesi di laurea.
In quel torrido mese di agosto infatti mi ritrovai a leggere quanto descritto nella VI^ Relazione dei Commissari Liquidatori del Banco Ambrosiano S.p.A. intitolata “La raccolta del gruppo Banco Ambrosiano nella dinamica del dissesto”, redatta esattamente dieci anni prima dal dott. Lanfranco Gerini, dal prof. Felice Martinelli e dall’avv. Franco Spreafico.

Un rapporto molto accurato, nel quale furono gli stessi Commissari Liquidatori a ricostruire come vennero a conoscenza di tali operazioni onamale.

Ad insospettire i tre professionisti fu una missiva inviata nel novembre del 1976 dal Banco Ambrosiano Overseas Limited di Nassau, Bahamas (o BAOL), sino al 1° luglio 1980 denominato Cisalpine Overseas Bank Limited (o CISO), all'attenzione dell’Istituto per le Opere di Religione (o IOR), dal seguente tenore:

“ [...] 
Questa banca [BAOL/CISO] conferma a codesto Istituto [IOR] le istruzioni di voler eseguire in relazione a ciascun importo pervenuto in “conto deposito” un bonifico bancario di rispettivo pari importo e valuta a favore di UNITED TRADING CORPORATION S.A., Panama, presso la Banca del Gottardo, Lugano. 
Approva quanto fino ad oggi eseguito al riguardo. 
[...]”.
 

Si noti come il contenuto della lettera sia sostanzialmente analogo a quello della missiva datata 24 ottobre 1978 citata da Carlo Calvi nell'articolo pubblicato lo scorso 11 febbraio (Doc. 3).

Dal punto di vista concettuale l’operazione è piuttosto semplice da illustrare.

In relazione a ciascun bonifico “in conto deposito” disposto da BAOL/CISO (che scrive in nome e per conto dell’Ambrosiano Group Banco Commercial di Managua, o AGBC) sul suo c/c presso IOR, quest’ultimo avrebbe dovuto trasferire lo stesso importo, con medesima valuta, a favore di un c/c acceso presso la Banca del Gottardo (Gruppo Banco Ambrosiano) intestato alla società panamense United Trading Corporation S.A. (o UTC).

Lo schema seguente (schema 1) riepiloga il flusso finanziario.


(click per ingrandire)

Tuttavia i Commissari Liquidatori scoprirono che questa rappresentava solo la parte terminale di un'operazione più complessa.

Indagini successive infatti chiarirono la reale configurazione del circuito finanziario, la cui sezione iniziale era costituita da trasferimenti disposti dalla Banca del Gottardo, transitanti su conti correnti accesi presso IOR e aventi come destinazione BAOL/CISO, come descritto nel grafico (schema 2) seguente:


(click per ingrandire)

Diviene così evidente il circuito finanziario visto nel suo insieme:
BdG -> IOR -> BAOL/CISO
BAOL/CISO -> IOR Þ UTC

Con assoluta semplificazione, per la nota proprietà transitiva: BdG -> UTC e quindi:

Banco Ambrosiano -> UTC. 

Data la struttura complessiva dell’operazione, IOR e BAOL/CISO rivestirono il ruolo di meri intermediari più utili a porre barriere informative piuttosto che con reali funzioni operative.
La remunerazione spettante a IOR per il ruolo assunto fu rappresentata dal margine d’interesse dato dalla differenza tra interessi passivi corrisposti alla Banca del Gottardo e interessi attivi riconosciuti da UTC.

IOR percepì altresì un margine d’interesse positivo prodotto dai flussi finanziari disposti da e verso BAOL/CISO, il quale fu allo stesso tempo creditore e debitore di IOR, come rappresentato nel seguente grafico (schema 3).


(click per ingrandire)

Come si osserva dallo schema 3, si tratta di un classico flusso finanziario di tipo circolare.
Lo schema era finalizzato a trasferire progressive somme di denaro mediante accrediti e contestuali addebiti di c/c, la cui titolarità era riconducibile ad entità solo apparentemente estranee tra loro.
Osservo peraltro che UTC era ancora un anello intermedio, oltre il quale il flusso finanziario transitava attraverso ulteriori strutture societarie off-shore per poi confluire verso le vere destinazioni finali. Destinazioni che non potevano certo essere ignote agli organizzatori delle operazioni in oggetto (su questo punto tornerò con un post specifico).

Ogni passaggio dell'operazione fu formalizzato da istruzioni o accordi fiduciari non sempre aventi piena validità giuridica verso i terzi. L'analisi dell'insieme di questi accordi permise ai Commissari Liquidatori di ricostruire flussi finanziari formalmente indipendenti ma sostanzialmente correlati in un unica struttura operativa.
Posso solo immaginare quali difficoltà incontrarono i Commissari trovandosi di fronte a pezzi di un grande puzzle sparsi in modo apparentemente casuale in uno scenario transnazionale e notevolmente influenzato (e compromesso) dall'epilogo drammatico della vicenda.

Nel caso delle operazioni in conto deposito la provvista si "mosse" solo contabilmente, da un punto iniziale (la BdG) ad un punto finale (UTC, su di un c/c acceso presso la medesima BdG).
In questo modo i fondi dall’Ambrosiano furono trasferiti verso entità sempre più periferiche, seppur correlate. In quella zona della galassia estera dell'Ambrosiano nella quale i legami tra i soggetti coinvolti nelle operazioni assumeva contorni incerti e ipotetici, almeno agli occhi delle autorità di controllo dell'epoca.

A tal proposito risulta interessante osservare come grazie alle indagini è stato possibile definire i legami tra le società e le persone fisiche intervenute nelle operazioni in conto deposito (grafico 4).


(click per ingrandire)

In base alle ricostruzioni effettuate dai Commissari Liquidatori, gli impieghi (espressi nello stato patrimoniale) di BAOL/CISO verso IOR/UTC assunsero, negli esercizi dal 1978 al 1982, le dimensioni riportate nella seguente tabella (comprensiva dell’esposizione espressa in franchi svizzeri).

Anno
1978
1979
1980
1981
1982*
IOR/UTC
227,8
228,8
94,3
91,6
88,3
* 17/6/1982

Se si vuole determinare l’esposizione consolidata del Gruppo Banco Ambrosiano in relazione ai flussi in conto deposito, è necessario considerare anche gli impieghi erogati dal Banco Ambrosiano Andino (o BAA), con la seguente evoluzione (anche in questo caso comprensiva dell’esposizione espressa in franchi svizzeri).

Anno
1979
1980
1981
1982*
IOR/UTC
128,9
135,9
133,0
124,7
* 17/6/1982

Ma è l’enorme esposizione raggiunta dalla bahamense BAOL/CISO verso IOR che spinse i revisori di Cooper & Lybrand a scrivere, in data 6 dicembre 1978, una preoccupata missiva all'attenzione del Presidente Pierre Siegenthaler.

In particolare i revisori avrebbero voluto fornire a partire dall'esercizio 1978, una nota informativa più significativa sulla natura dei rapporti in essere tra BAOL/CISO e IOR.
In base al contenuto del documento riportato nel seguito tuttavia, i revisori furono informati che gli amministratori di BAOL/CISO non espressero parere favorevole a fornire i chiarimenti richiesti.
Da notare che la maggiore preoccupazione dei revisori riguardava la recuperabilità del credito vantato verso IOR, argomento oggetto dell'incontro con Mons. Paul Casimir Marcinkus che si tenne a Roma nei giorni successivi la data della missiva.

 
(click per ingrandire)

Non è escluso che proprio grazie alle pressanti richieste di chiarimento inoltrate dai revisori di Cooper & Lybrand, il canale di trasmissione dei fondi:

BAOL/CISO (Bahamas) -> IOR -> UTC

fu di molto ridimensionato a partire dal 1980, a vantaggio del canale:

BAA (Perù) -> IOR -> UTC.

Per gli approfondimenti di veda il post "Banco Ambrosiano: le operazioni in conto deposito" curato da Carlo Calvi.