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mercoledì 19 ottobre 2011

Oggi il fraud auditor parla italiano

Negli ultimi quindici anni è andata sviluppandosi anche nel panorama italiano una figura professionale già consolidata negli altri sistemi economici occidentali e soprattutto nel mondo anglosassone, quella del fraud auditor o del forensic accountant.

In buona sostanza si tratta di un esperto chiamato a svolgere attività investigative di natura economico-finanziaria e contabile allorché si rivelino, o si paventino, casi di frode aziendale. Questa professione è stata introdotta in Italia negli anni ‘90 grazie principalmente alle accounting firm multinazionali.

In quel periodo infatti, alcune di queste furono chiamate a svolgere accurate analisi tecniche finalizzate alla ricostruzione di intricate operazioni illecite nell’ambito delle indagini promosse dalla Magistratura milanese.

Fin da subito è apparso chiaro che questa tipologia d’incarico doveva necessariamente essere affrontata da personale altamente specializzato e qualificato, mediante il ricorso ad un approccio significativamente diverso rispetto a quello utilizzato, ad esempio, dalla revisione contabile.

All’epoca l’investigazione economico-finanziaria svolta da professionisti non era certo una branca conosciuta o diffusa in Italia e in molte occasioni per portare a termine le consulenze si dovevano arruolare specialisti provenienti dall’estero.

Chi ha avuto l’opportunità di vivere quelle straordinarie esperienze può di sicuro confermare la passione e l’entusiasmo con cui si affrontavano le problematiche tecniche, le difficoltà dovute alla complessità delle strutture societarie da indagare presenti presso diverse giurisdizioni e l’apprendimento di procedure del tutto nuove nella gestione dei dati e della documentazione oggetto d’analisi.

Così negli anni presso le “big 4” sono nati i dipartimenti “risk & compliance” specializzati nell’offerta di una variegata gamma di servizi aventi carattere investigativo quali: forensic accounting, fraud auditing & investigation, dispute resolution & litigation, computer forensics, intellectual property protection, fraud risk management, corporate intelligence, contract compliance ecc..

Fin da subito i servizi offerti dai “forensic deparment” sono stati apprezzati dal settore privato e soprattutto da quegli studi legali che necessitavano di consulenze tecniche altamente qualificate a supporto delle varie azioni da questi promosse.

Grazie al continuo aumento della domanda di tali servizi specialistici, in anni recenti il mercato si è sviluppato ulteriormente con la nascita di diverse realtà consulenziali di piccole e medie dimensioni, molte delle quali esclusivamente dedicate all’esercizio dell’attività forensic. Ciò ha prodotto da una parte l’incremento dell’offerta su tutto il territorio nazionale e dall’altra la proliferazione di professionisti variamente specializzati.

Sta quindi diventando quanto mai necessario potenziare ancor di più le competenze degli operatori del settore attraverso una formazione specifica e organizzata, curata da personale competente e di sicura esperienza. In questa ottica sarebbe auspicabile la diffusione già nel contesto universitario e post-universitario di corsi in materie quali “forensic accounting” e “fraud auditing”, primariamente rivolti agli studenti di economia e giurisprudenza. Posto che le conoscenze preliminari della contabilità e del diritto sono essenziali in questa professione, la disciplina in esame dovrebbe essere presente anche nei corsi di Laurea specialistica, Master di specializzazione e, naturalmente, nella formazione post-universitaria rivolta ai professionisti iscritti agli Albi, quali commercialisti e avvocati.

Quella del fraud auditor deve peraltro essere una professione autonoma rispetto a quelle che tradizionalmente già operano in Italia, in quanto richiede l’integrazione di competenze multidisciplinari in materie giuridiche, organizzative, contabili, nonché in tema di governance, di controllo interno e di fraud risk management (realizzazione e gestione dei modelli di prevenzione del rischio di frode).

Un ruolo centrale è inoltre assunto dalla competenza in materia informatica (computer forensics), diventata ormai imprescindibile per chi esercita l’attività di fraud auditing.

Oggigiorno, infatti, i dati sensibili sono archiviati quasi esclusivamente in formato elettronico, pertanto le evidenze maggiormente indicative di un comportamento illecito sono individuabili sempre più spesso attraverso il recupero dei file cancellati, l’analisi del comportamento dell’utente in base alle tracce lasciate sulle dotazioni informatiche e l’esame dei messaggi di posta elettronica (ovviamente le acquisizioni informatiche devono avvenire secondo protocolli che ne garantiscano l’autenticità e l’inalterabilità, nel rispetto delle normative vigenti).

Inoltre, tra le principali abilità di cui il fraud auditor d’esperienza è dotato c’è certamente quella del sapersi “muovere” in contesti aziendali sempre diversi, a volte molto complessi ed articolati, applicando con padronanza le tecniche investigative più adatte all’ambiente in cui il fenomeno criminale è stato perpetrato.

Al fine di garantire una piena ricostruzione dell’evento illecito, il fraud auditor è tuttavia consapevole che la sola tecnica non basta; a questa si deve associare un approccio volto allo spirito critico, il cosiddetto scetticismo professionale, con riguardo ad ogni elemento acquisito nel corso delle indagini.

La frode è spesso il frutto di una fervida fantasia criminale mirata a sfruttare le debolezze dei sistemi di controllo mediante l’adozione di schemi originali, i quali, proprio perché accuratamente progettati e realizzati, non sono “intercettati” dai modelli di fraud prevention meno evoluti.

Per tale motivo il fraud auditor non può svolgere un incarico professionale attraverso procedure rigide e standardizzate, ma al contrario deve essere in grado di “calarsi” nella realtà in cui opera e agire dosando in modo virtuoso la tecnica e le capacità maturate con l’esperienza. Questo tipo d’approccio manifesta in modo evidente il suo potenziale quando è applicato nella ricostruzione di fattispecie illecite particolarmente complesse, ad esempio, a beneficio delle difese legali (indagini difensive) con la finalità di attestare le operazioni effettuate ed altri fatti rilevanti.

Analogamente si assiste al continuo incremento della domanda di “forensic due diligence”, quando è necessario individuare potenziali perdite latenti dovute a frodi in capo alle società oggetto di acquisizione.

Inoltre le tecniche di fraud auditing e di corporate intelligence si sono rivelate essenziali nei procedimenti arbitrali e nei contenziosi tra aziende al fine di dimostrare i comportamenti fraudolenti della controparte, come pure nella tutela dei marchi attraverso le cosiddette “royalty audit”, mirate ad accertare il corretto pagamento delle royalty da parte dei licenziatari.

Infine non sono da trascurare i notevoli contributi che il fraud auditor può fornire ai dipartimenti di internal audit, ad esempio nel condurre una mappatura più rigorosa dei rischi di frode e nel progettare modelli di prevenzione dei comportamenti fraudolenti sempre più efficaci. Tanto che, dopo aver utilizzato in outsourcing servizi di fraud auditing, alcune imprese hanno deciso di istituire al proprio interno uffici specializzati in questo tipo di attività.

s.m.