Recenti studi empirici sono stati condotti sulla svalutazione del portafoglio crediti nel settore bancario.
A tal proposito, per la disciplina
forensic accounting, sono di particolare interesse le ricerche effettuate nel 2013 da
Mark J. Flannery,
Simon H. Kwan e
Mahendrarajah Nimalendran, pubblicate sul
Journal of Financial Intermediation in un articolo dal titolo "
The 2007–2009 financial crisis and bank opaqueness", finalizzate a determinare se e in quale misura sussiste una correlazione tra tardiva svalutazione dei crediti e scarsa trasparenza.
Semplificando molto, la crisi finanziaria del periodo 2007-2009 ha determinato una certa "opacità" nelle comunicazioni sociali in capo a quelle banche che, all'aumentare dei crediti di minore qualità, non hanno saputo, o voluto, provvedere con adeguata tempestività a svalutarne la quota ragionevolmente ritenuta irrecuperabile.
Secondo questi studi la scarsa trasparenza è stata amplificata dal comportamento di quei
manager che hanno preferito temporeggiare sulle svalutazioni dei crediti.
E, sarebbe inutile ribadirlo, le incertezze riguardanti l'effettivo grado di solidità della banca, soprattutto in uno scenario di asimmetrie informative concomitanti con la crisi finanziaria, ha portato a ripercussioni piuttosto gravi sia sulle quotazioni dei titoli azionari, che sono risultati meno liquidi, sia sul mercato interbancario, che ha visto paralizzato prima il flusso dei depositi tra banche e poi il patrimonio disponibile per il credito.
Ma veniamo al dunque.
A chi imputare una parte non trascurabile di responsabilità per ciò che è accaduto?
Studi teorici pubblicati in anni passati (si vedano Brian J. Hall & Jeffrey B. Liebman, "
Are CEOs Really Paid Like Bureaucrats?", The Quarterly Journal of Economics, 1998 e Daniel Bergstresser e Thomas Philippon, "
CEO incentives and earnings management", Journal of Financial Economics, 2006) avevano già dimostrato che nei contesti nei quali i
manager hanno una remunerazione legata alle
performance, come nel settore bancario, sono osservabili con più frequenza fenomeni di "
earnings management".
In altre parole, soprattutto nel settore finanziario, il
management ha una maggiore discrezionalità nella determinazione degli utili e la miscela diventa esplosiva se su questi risultati economici si basano le quote variabili delle retribuzioni dei medesimi
manager.
Il paradosso è proprio questo.
Permettere che una parte molto ampia del compenso sia parametrata su dati manovrabili dallo stesso soggetto destinatario della retribuzione.
Il fenomeno diviene allarmante proprio nel contesto bancario nel quale un elemento di forte manovra sui risultati economici è rappresentato dalle decisioni relative agli stanziamenti della svalutazione del portafoglio crediti da iscrivere in bilancio.
Secondo i principi contabili americani (FAS 5 e FAS 114) o europei (IAS 39) le svalutazioni dovrebbero riflettere l'importo atteso delle perdite su crediti alla data di redazione del bilancio.
Ma la realtà ha evidenziato che la quota delle svalutazioni, non essendo determinabile in modo certo e oggettivo, in molti casi è stata frutto di compromessi tra i vari portatori di interessi.
Se poi si considera che in ultima analisi è responsabilità del
management stabilire
quanto e
quando svalutare, quasi al pari di un'opinione come un'altra, il problema diventa evidente nella sua drammaticità.
Gli studi richiamati all'inizio dell'articolo hanno definito alcuni indicatori in grado di misurare il tasso di "opacità" degli istituti di credito.
Per il
fraud auditor questi indicatori possono essere considerati al pari degli altri fattori di rischio (o "
red flag") che potrebbero rivelare la presenza di comportamenti potenzialmente illeciti.
Si pensi ad esempio a quelle "pratiche strategiche" poste in essere da un nuovo
management il quale, al solo scopo di attribuire responsabilità a precedenti gestioni, provvede ad iscrivere in bilancio importanti svalutazioni di crediti.
Presumibilmente però parte di tali crediti saranno successivamente incassati, generando sopravvenienze attive e quindi maggiori utili sui quali calcolare le percentuali di retribuzione variabile e/o basare gli avanzamenti di carriera, a beneficio del medesimo
managment che aveva deliberato le svalutazioni.
Ed è anche per i motivi solo appena accennati nel presente intervento che il
forensic accountant è necessariamente chiamato a "vedere" ben al di là dei bilanci, delle scritture contabili e dei relativi principi di redazione.
s.m.