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martedì 24 gennaio 2012

C'è chi froda... prendendo un taxi

OVERTURE
Una volta giunto a destinazione il tassista si voltò verso il suo cliente e gli disse: "Signore, eccoci in piazza Garibaldi. Sono 8 euro". "Ecco qui!" rispose il passeggero e subito proseguì chiedendo: "Mi potrebbe fare una ricevuta? Ma non si preoccupi, la compilo io... non le voglio far perder tempo". "Grazie, lei è molto gentile Signore, buona giornata" rispose il tassista consegnando al suo cliente una ricevuta in bianco.
Una volta giunto nel suo ufficio, il manager compilò la ricevuta inserendo la data e l'importo della corsa. Scrisse: € 33,50.
Dopodiché completò l'opera con uno scarabocchio illeggibile nel posto adibito alla firma del tassista.
Come ogni mese, dei sui 29 anni di carriera, prese la ricevuta del taxi, la mise insieme alle altre spese di viaggio e richiese il rimborso alla sua azienda.
Un totale di 485,35 euro, di cui 305,50 euro a fronte di corse effettuate con il taxi.

ATTO I
Qualche anno dopo un giovane fraud auditor appena assunto dalla funzione di internal audit, fu incaricato, per farsi le ossa, di verificare le spese di viaggio presentate mensilmente dal management per ottenere il rimborso.
Era quella un'attività considerata da tutti i colleghi più anziani noiosa e umile, che nessuno voleva svolgere.
Il giovane si mise subito con entusiasmo a verificare la corrispondenza tra l'ammontare complessivo dei rimborsi mensili richiesti e la sommatoria delle singole pezze giustificative allegate (scontrini, ricevute, biglietti di viaggio, eccetera).
Questo primo controllo non fece riscontrare alcuna anomalia di rilievo.
Scorrendo però i giustificativi di spesa, il giovane notò una circostanza singolare.
Mentre le cene, i pranzi, i viaggi in aereo e in treno e i pernottamenti in albergo erano supportati da documentazione chiaramente prodotta da dispositivi elettronici quali i registratori di cassa, la totalità delle ricevute dei taxi apparivano compilate a mano!
"Questo potrebbe essere normale", pensò il giovane.
Ma dopo una più attenta analisi, osservò che raramente tali ricevute contenevano la data, il luogo di partenza e quello di destinazione, e ciò avrebbe meritato un ulteriore approfondimento...

ATTO II
Le ulteriori analisi portarono a focalizzare le verifiche proprio sul manager che qualche anno prima prese il taxi che lo portò in piazza Garibaldi.
Il giovane isolò tutte le ricevute che apparivano compilate con la medesima calligrafia o riportanti una firma (scarabocchio) molto simile.
Iniziò dunque ad elencare in un foglio elettronico tutte le ricevute ritenute "anomale", inserendo la data del viaggio e la città presso la quale la corsa era stata effettuata.
Da queste semplici attività risultò che molte delle ricevute sospette appartenevano ad un'unica organizzazione di tassisti, inoltre le ricevute allegate ai rimborsi sembravano far parte di uno stesso blocchetto (molte di esse riportavano una particolare lacerazione nel medesimo punto).
In seguito ad altre verifiche incrociate che il fraud auditor effettuò in collaborazione con l'ufficio personale, la segreteria del manager ed altre strutture aziendali, si individuarono numerose altre incongruenze.
Ad esempio che il manager non poteva aver utilizzato il taxi in quel giorno o in quella città in quanto impegnato in altri luoghi oppure che la spesa chiesta a rimborso non era coerente con il tragitto effettuato (aeroporto-ufficio oppure sede del cliente-ufficio).

EPILOGO
Da una superficiale ispezione presso l'ufficio del manager si accertò che quest'ultimo era in possesso di alcuni blocchetti di ricevute di taxi e, in particolare, di quello intaccato dalla lacerazione notata dal giovane fraud auditor.
I sospetti dunque furono confermati da riscontri oggettivi.
Ulteriori verifiche appurarono che quel manager disonesto si era intascato negli anni non meno di 20.000 euro a fronte di richieste di rimborso spese illegittime.

*   *   *

Peraltro mi sono sempre chiesto perché anche per le corse in taxi non si possa prevedere il rilascio di una ricevuta elettronica contenente i dati effettivi della prestazione (data, ora, luogo di partenza, luogo di destinazione, km percorsi, numero passeggeri, tariffa al km, costo complessivo del viaggio).
Ciò aiuterebbe da una parte a limitare i rischi di frode aziendale e dall'altra anche quelli legati all'evasione fiscale.


News:
Regione Liguria: spese pazze per i TAXI (25.6.14)



mercoledì 18 gennaio 2012

Martedì 18 ottobre 2011...

...nasceva questo blog dedicato alla materia che negli anni è divenuta la mia professione.
Da qualche tempo pensavo ad uno strumento diretto ed efficace che mi potesse permettere di divulgare con semplicità i tanti aspetti ancora sconosciuti di una professione davvero unica e affascinante, quale quella del fraud auditor.
Ho ritenuto il blog lo strumento più adatto per raccontare le mie esperienze e per pubblicare la numerosissima mole di materiale prodotto in questi anni.

Tre mesi di vita dunque, 2.360 accessi complessivi, una media di 40 lettori giornalieri nell'ultimo mese, 22 post pubblicati (altri 12 già pronti in bozza per una futura pubblicazione), molti accessi anche dall'estero (135 dalla Federazione Russa, 114 dagli Stati Uniti d'America, 70 dalla Germania, 44 dai Paesi Bassi e poi dalla Svizzera, Regno Unito, Svezia, Francia), lettori provenienti da settori differenti (colleghi fraud auditor, insegnanti, studenti universitari, avvocati, head hunter, eccetera)... insomma sono molto contento (e sorpreso) dal grande successo riscosso dal blog!
Devo ringraziare tutti quanti mi hanno incoraggiato a continuare nello sviluppo del blog, a quanti mi hanno inviato mail di apprezzamento, ma anche di critica (soprattutto per l'aspetto grafico...), ai numerosi studenti universitari che mi hanno scritto chiedendomi consigli e suggerimenti su come poter intraprendere la carriera del fraud auditor, ai colleghi e amici che mi aiutano ad identificare gli argomenti e definire i contenuti. Grazie anche ai lettori occasionali e a quanti hanno postato i loro commenti (anonimi inclusi)!!
Il primo post pubblicato il 19 ottobre 2011, titolato "La figura del Fraud Auditor", è stato letto solamente da 11 visitatori, mentre il post "007 e Università" è stato un vero successo, in soli 15 giorni ha scalato la classifica degli articoli più letti, arrivando a 113 accessi.
Anche altri post come "Trashing… la nostra immondizia è fonte di informazioni!", "L'head hunter nella lotta alle frodi aziendali" e "Document manipulation" hanno fatto segnare un grande interesse tra i lettori!
Per il futuro ho molte idee per migliorare ancora di più la qualità dei post.
Innanzitutto sto cercando di convincere i colleghi fraud auditor, più bravi di me, ad aiutarmi a pubblicare esperienze e punti di vista sull'argomento con contributi a loro firma.
Vorrei anche spronare gli studenti che mi scrivono e che sono interessati a questa materia, a contribuire con loro scritti inerenti l'esperienza universitaria o sulle aspettative o aspirazioni professionali inerenti la carriera del fraud auditor oppure semplicemente per comunicare il loro punto di vista e, perchè no?, anche per esprimere le proprie osservazioni o intuizioni su come migliorare le tecniche investigative.
Insomma c'è molto da fare, ma l'entusiasmo, spero si sia capito, non manca!

giovedì 12 gennaio 2012

Royalty audit investigation

Le più moderne strategie di sviluppo del business legato alla proprietà industriale si basano sul concetto di licensing, formula attraverso la quale il titolare di un profittevole asset immateriale (marchio, brevetto o altro bene intangibile) concede a una terza parte, il licenziatario, il diritto di sfruttarlo nei limiti contrattualmente previsti, in cambio di un corrispettivo economico, la royalty.
Un recente studio indica il licensing come la modalità più diffusa tra i metodi di investimento e commercializzazione di una risorsa di natura intellettuale.
I ricavi da royalty rappresentano una delle maggiori e più significative fonti di guadagno per le aziende impegnate nel campo della proprietà intellettuale: basti pensare che nel 2010 il ricavato da royalty nel solo mercato statunitense è risultato pari a 5,9 miliardi di dollari.
E’ dunque evidente come il titolare di una risorsa di tale rilevanza economica abbia il diritto di disporre in modo pieno ed esclusivo di essa, di poterla tutelare attraverso strumenti specifici e, qualora lo ritenga opportuno, di concederla in licenza. 



domenica 8 gennaio 2012

I fraud investigator dell'OLAF

Forse pochi sanno che in Europa è operativa una struttura appositamente pensata e organizzata per dare la caccia ai truffatori e per tutelare gli interessi dei contribuenti europei.
Questa struttura si chiamata “Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode” ("Office Européen de Lutte Anti-Fraude" o OLAF).


L’OLAF si avvale di circa 500 funzionari impegnati nella lotta ad ogni genere di truffa: dal “semplice” contrabbando di sigarette, alla contraffazione delle monete, dall’evasione fiscale, agli abusi legati ai sussidi elargiti per lo sviluppo economico di determinate aree territoriali.


domenica 1 gennaio 2012

007 e Università

I servizi d'intelligence italiani hanno concluso un accordo con l'Università "La Sapienza" di Roma per definire sentieri formativi e attività di ricerca comuni nei settori di interesse.
Tali iniziative sono assolutamente auspicabili per la crescita culturale del nostro intelligence, a dire il vero, per quanto se ne sa, già molto preparato ad affrontare situazioni complesse, ma che in tale maniera potrà accedere anche a conoscenze accademiche di primo livello.
La logica dell'intesa tra Università e intelligence va ricercata anche nella volontà di promuovere la cultura della sicurezza nazionale in un ambito di integrazione tra strutture pubbliche e apparati riservati dello Stato.

lunedì 26 dicembre 2011

I reati economico-finanziari non conoscono crisi

Grazie alla partnership tra l’Osservatorio di revisione della SDA Bocconi e la società multinazionale di consulenza e revisione contabile PricewaterhouseCoopers, è stato istituito il “Laboratorio frodi aziendali”.
Obiettivo dichiarato dell’iniziativa, unica nel suo genere nella realtà italiana, è lo studio della criminalità economica e la ricerca teorico-pratica di metodi e approcci innovativi finalizzati a perfezionare le strategie di contrasto, prevenzione, monitoraggio e investigazione degli illeciti societari.
Il gruppo di lavoro, formato da professionisti e accademici di primo livello, ha altresì il compito di esaminare con senso critico la normativa di riferimento e la relativa capacità di perseguire i comportamenti fraudolenti.

domenica 18 dicembre 2011

Trashing… la nostra immondizia è fonte di informazioni! (risposte alle domande)

Alcuni lettori del blog mi hanno rivolto alcune domande riguardo al post “Trashing… la nostraimmondizia è fonte di informazioni!”, pubblicato lo scorso 17 dicembre.
Sono molto sorpreso e gratificato nel constatare quanto questi post, e in generale questo giovane blog, abbiano attirato l'attenzione di così tanti lettori.
Dal giorno della sua nascita, era il 19 ottobre, il blog ha visto l’accesso di circa 1.600 utenti e sono numerosi i feedback inviati di apprezzamento, ma anche di critica e di invito a fare di più o ad approfondire determinati argomenti. Nell'ultimo periodo il blog ha registrato una media di 40 accessi al giorno.
In particolare il post “Trashing… la nostra immondizia è fonte di informazioni!” ha scalato la classifica degli argomenti più apprezzati in sole 24 ore. Un vero successo!
Probabilmente il motivo è da attribuire alla generale inconsapevolezza di quanto la carta che buttiamo possa permettere una frode.
E’ frequente osservare, infatti, come i processi di redazione di un documento riservato si concentrino soprattutto sulla forma espositiva, sulla profondità delle analisi, sulla completezza degli argomenti trattati…. ma non sulla sorte che quel documento avrà se gettato tra i rifiuti.
Ho deciso pertanto di rispondere alle domande pervenutemi tramite un nuovo post, invitando i lettori ad utilizzare i “commenti” per porre nuove domande o contribuire alla discussione.

sabato 17 dicembre 2011

Trashing… la nostra immondizia è fonte di informazioni!

Il “trashing” (altrimenti chiamato “bin-raiding”) consiste nel ricercare dati ed informazioni personali e riservate setacciando i cassonetti dei rifiuti.
Si tratta del sistema più semplice e meno rischioso per entrare in possesso di documentazione sensibile, quale ad esempio: estratti conto bancari, buste con indirizzi di residenze private o professionali, bollette contenenti il dettaglio del traffico telefonico o dei dati di navigazione, scontrini fiscali con l’elenco dei prodotti acquistati, ricevute della carta di credito, stampe di mail, eccetera.
Tali documenti, classificabili come “sensibili” per la tipologia delle informazioni che contengono, divengono in tal modo disponibili a chiunque voglia utilizzarli in modo illecito.
La problematica del trashing riguarda anche aziende e professionisti, in particolare quelle realtà che trattano quotidianamente informazioni riservate, ad esempio gli studi legali, le aziende farmaceutiche o ospedaliere, le istituzioni finanziarie, la Pubblica Amministrazione.

martedì 13 dicembre 2011

L'intelligence britannica alla ricerca di competenze certificate

Qualche settimana fa ho letto un articolo pubblicato sul sito del Corriere della Sera dal titolo: “Gran Bretagna, l’intelligence cerca hacker” e il sistema di selezione era descritto in questo modo: “Cracca il sito. E noi ti assumiamo”.
Una modalità di selezione, almeno per il contesto italiano, piuttosto innovativa ma che esprime pienamente la volontà di accertare e premiare la competenza senza perdere troppo tempo.
Ci dimostri di saperci fare e noi ti assumiamo!
La grossa novità introdotta dall’intelligence britannica rispetto ad analoghe esperienze passate, riguarda l’invito rivolto agli hacker a “bucare” il sito del Government Communications Head Quarter, cioè del Quartier Generale Governativo per le Comunicazioni, pubblicizzato in rete attraverso un vero e proprio bando di concorso.

martedì 6 dicembre 2011

L’head hunter nella lotta alle frodi aziendali

Anche l'head hunter può contribuire a limitare il rischio di frode aziendale?
A mio avviso, certamente sì!
A tal proposito, sono particolarmente interessanti gli studi teorici in ambito sociologico e psicologico che hanno portato alla definizione delle procedure di screening impiegate per selezionare i “top manager”.